sabato 19 maggio 2018

[Recensione] "What We Saw" di Aaron Hartzler

Le solite avvertenze sono necessarie - perché quando si tratta di libri "forti", di libri da calcio nello stomaco, di libri che fanno male e che invitano a riflettere, allora sapete che le mie recensioni tendono ad essere un po' lunghe.

TRIGGER WARNING: stupro.


Titolo: What We Saw
Autore: Aaron Hartzler
Data di uscita: 22 settembre 2015
Pagine: 336 (copertina flessibile)
Editore: HarperTeen
Link Amazon: https://amzn.to/2GR3Cm5

Trama [tradotta da me]: La festa dello scorso sabato sera è un po' offuscata.

Kate Weston può ricostruire la maggior parte della baldoria fatta a casa di John Doone: gli shots con Stacey Stallard, Ben Cody che afferra le sue chiavi e la porta a casa presto, la sensazione che forse Ben sta diventando qualcosa di più del ragazzo che conosce sin da quando erano piccoli...
Ma quando una foto di Stacey svenuta sulla spalla di Deacon Mills appare online la mattina dopo, Kate sospetta di non avere tutti i dettagli. Quando Stacey muove delle accuse contro quattro compagni di classe di Kate, l'intera città erompe in una controversia. Fatti che non possono essere ignorati salgono in superficie e ogni risposta che Kate trova conduce alla stessa domanda: dov'era Ben quando è stato commesso un terribile crimine?
Questa storia - ispirata da eventi reali - dello scrittore al suo debutto Aaron Hartzler si erge con uno sguardo deciso contro il silenzio come forma di complicità. È un libro che parla dei rischi di parlare e della linea sottile tra colpa e innocenza che così spesso viene offuscata, centoquaranta caratteri alla volta. 

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Gli eventi da cui prende ispirazione questo libro sono quelli avvenuti nel caso di stupro della Steubenville High School.
Nell'agosto del 2012, durante una festa una ragazza non del tutto cosciente a causa dell'alcol fu trasportata, spogliata, fotografata e violentata da alcuni coetanei - che ripresero tutto con i cellulari e fecero girare foto e video sui social media. 

Perché ha fatto scalpore questo particolare caso rispetto a (sfortunatamente) tanti altri?
Perché la colpa è stata data alla vittima. 
Perché era una ragazza a cui piaceva uscire, che non aveva una storia felicissima alle spalle - gli stessi media spinsero su questi aspetti.
Gli stessi media diedero alla notizia l'aspetto che lei se lo meritasse. 
Gli stessi media si dispiacevano per quei poveri ragazzi il cui nome veniva tirato nel fango e con un futuro roseo all'orizzonte ora macchiato da questa infamia - dalle accuse di questa ragazza definita come incosciente e volgare.

Con alcune differenze - l'età e il numero dei protagonisti, lo sport praticato dai ragazzi nella scuola - il libro di Hartzler riprende quegli eventi, ma non ne fa soltanto una mera ricostruzione. La sua non è soltanto una cronaca, ma anche una denuncia degli atteggiamenti delle persone testimoni e della rape culture che avvolge questi crimini. 



The closer you look, the more you see. 

Questa cover mi ha sempre trasmesso una sensazione da film dell'orrore con quella porta aperta e la maniglia in primo piano - e in fondo una storia dell'orrore questa lo è davvero. 

Kate Weston, penultimo anno di scuola, si sveglia la mattina dopo la sera della festa organizzata a casa di John Doone durante le vacanze di primavera. 
Piano piano ricostruisce gli eventi della sera prima ed è contenta di sapere che non finirà nei guai perché il suo amico d'infanzia Ben - per cui inizia a provare qualcosa di più - l'ha riaccompagnata a casa guidando il suo pick-up. 

Il lunedì mattina a scuola ci sono voci di corridoio e le amiche la ragguagliano sui pettegolezzi che girano, mostrandole una foto di Stacey Stallard senza maglietta e con gli occhi chiusi sulla spalla di Deacon Mills. 
Quando quattro ragazzi vengono arrestati in mensa con l'accusa di stupro, tutti sanno che è stata Stacey a sporgere denuncia ma nessuno la prende bene: il campionato nazionale di basket è a rischio senza quattro giocatori, con il loro buon nome che rischia di venire rovinato per sempre da quelle che sono chiaramente accuse infondate da parte di quella che è considerata la "spazzatura" della città. 

Mentre il caso finisce sulla televisione nazionale e la città sta tutta dalla parte di Dooney, Deacon, Greg e Randy, un tarlo non può fare a meno di tormentare la mente di Kate quando nota sguardi evasivi sul viso di Ben. Lui dov'è andato dopo averla riportata a casa? Sa forse qualcosa?

C'è davvero differenza tra il mentire e l'omettere?


Non dirò di più sulla trama perché voglio focalizzare il mio discorso su altro. 

Questo libro è un calcio nello stomaco e ho dovuto leggerlo a più riprese - non perché sia eccessivamente "grafico" (anche se poi c'è la breve descrizione del video di quella notte), ma perché provoca rabbia e indignazione e dà molto da pensare su una società ancora oggi così improntata sull'omertà di questi crimini. 

Aaron Hartzler è un uomo, ma ha fatto un lavoro eccellente nel mettersi nella mente di Kate Weston. 
Attraverso di lei, Hartzler affronta e critica temi come la disparità di genere, il razzismo tra gli stessi bianchi, l'omertà, lo slut-shaming tra le stesse ragazze, le scuse con cui si giustificano determinati atti da parte dei ragazzi, la facilità con cui si è portati a stare con la maggioranza e la facilità con cui si viene osteggiati se si prova ad alzare la voce della ragione. 

Ci sono tante cose importanti in questo libro. 

Ci sono le "regole" a cui noi ragazze dobbiamo sottostare: non bere troppo, non vestirti troppo scollata, non perdere mai il controllo, non avvicinarti a ragazzi palesemente ubriachi, non avere atteggiamenti equivoci e via di questo passo. 
Stacey è definita "white trash" perché vive in una roulotte e sua madre serve ai tavoli e un'amica di Kate continua a darle della puttana e a dirle che se l'è cercata. Un'altra amica di Kate continua a ripetere ossessivamente che ci sono delle regole e che loro non sono come Stacey, semplicemente non lo sono: e quella è la paura a parlare, la paura che in realtà potrebbe accadere anche a loro, la paura che per certi ragazzi la differenza tra alcune ragazze non esiste affatto. 

Ci sono ragazzi che affermano che non possono trattenersi se una ragazza ubriaca si getta loro addosso e un professore di geologia fantastico che elenca tutte le cose che si possono fare quando si è alle prese con una ragazza ubriaca, come farle bere acqua o trovare le sue amiche o aiutarla a tornare a casa - e nessuna di quelle voci in elenco alla lavagna prevede lo stupro. 
Perché siamo sempre noi ragazze a dover stare attente? Davvero gli uomini sono animali incapaci di controllarsi?

Ci sono ragazzi che valutano pubblicamente su Facebook l'attrattiva delle loro compagne di scuola, non pensando che stanno oggettificando una persona con dei sentimenti.

C'è tutto il discorso sul consenso, perché essere incapaci di dire no non significa dire

Kate, usando le analogie degli studi in geologia, pian piano trova la sua voce. 
Una voce che all'inizio è piccola in una scuola - in una cittadina - che si è chiusa intorno a se stessa proteggendo i suoi giocatori di basket perché sono di buona famiglia e perché la loro carriera scolastica e sportiva è senza macchia - ma che poi diventa sempre più forte mentre combatte perché un crimine del genere non si ripeta e perché i ragazzi non la facciano franca. 
Quelle di Kate - le stesse che attraversano la sua vita nelle due settimane del libro - sono piccole scosse sismiche che poi diventano un terremoto. 

Kate pian piano trova la sua voce e affronta le sue paure, non tirandosi indietro nemmeno quando si tratta di insegnare qualcosa di davvero importante a coloro che la circondano - e finalmente c'è qualcuno che apre gli occhi e si rende conto che Stacey non si meritava nulla di quello che le è accaduto quella notte, neanche se aveva bevuto troppo o se era rimasta alla festa o se indossava una gonna.

I capitoli spesso si aprono parlando di un video. 
Iniziamente un video di quando Kate era piccola alla sua prima partita di calcio e poi il video della notte in questione. 
Un video non ti mostra tutto: non sempre ti mostra le espressioni delle persone riprese, non ti mostra i pensieri o le intenzioni o quello che avviene fuori campo. 
Un video non mostra tutto, ma spesso mostra abbastanza. 

Spererò sempre che questo libro venga tradotto, spererò sempre che nelle scuole si inizi a fare educazione in questo senso - educazione al rispetto - anche se non tutti cambieranno mai la propria visione maschilista delle cose, quella per la quale "boys will be boys" - i ragazzi sono ragazzi e a loro tutto è concesso. 
Non smetterò mai provare rabbia per quelle persone che usano violenza ma che un giorno magari, se dovesse capitare ad una sorella o - il cielo non voglia - ad una figlia di incontrare qualcuno esattamente come loro, sarebbero pronti a spaccare il mondo. Perché non c'è proprio alcuna differenza tra la persona a cui hanno fatto del male quando loro erano adolescenti e la loro "bambina" - nessuna di loro vale più o meno dell'altra.

Mi ha ricordato in qualche modo Cracked Up to Be e All The Rage di Courtney Summers - il primo perché Parker Fadley si distrugge nel suo senso di colpa a causa del silenzio che ha mantenuto e il secondo perché Romy Grey non viene creduta quando accusa il figlio dello sceriffo di stupro. 
Mi ha ricordato anche Every Last Promise di Kristin Halbrook, anche questo per la cittadina omertosa che non vuole guardare i fatti da vicino e mi ha fatto sperare che andasse un po' a finire come in Exit, Pursued by a Bear di E.K. Jonhston - perché è quello l'atteggiamento che si dovrebbe avere nei confronti di una vittima di stupro. 

Ma la realtà è sempre un'altra cosa e sempre più brutta. 

What We Saw è un libro che andrebbe tradotto, fatto conoscere ed insegnato - perché da un libro come questo c'è solo da imparare. 


6 commenti:

  1. Ciao! TI ho nominata per un premio qui :)
    https://ennesimobookblog.blogspot.it/2018/05/bbb-award.html

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  2. mamma mia, da brividi. Spero proprio che lo traducano, lo leggerei

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    1. Meriterebbe davvero di essere tradotto e sono felice di sapere che tu saresti una sua lettrice. :)

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  3. Ciao Alice, i tuoi post sono sempre interessanti e trattano temi attuali e profondi. Venire qui è sempre un piacere, soprattutto perché ogni volta constato che dall'altra parte del blog c'è una persona sensibile e intelligente. Ci vuole anche coraggio per scegliere libri come questo.
    Lo leggerei sicuramente un libro del genere, pur avendo paura di ciò che potrebbe raccontarmi. Per questo motivo spero anche io che lo traducano, anche se credo se non mancherebbero storie del genere, ma ambientate in Italia, da raccontare in un libro.

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    1. Grazie Nik per questo tuo bellissimo commento.
      E purtroppo hai ragione, anche da noi non mancano le storie dell'orrore - ma bisogna trovare il coraggio di raccontarle e la forza di insegnare l'educazione e il rispetto.
      Sono felice di sapere che, seppure intimorita, affronteresti questa lettura - merita davvero.

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