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venerdì 5 settembre 2025

[Recensione] "Last One to Die" di Cynthia Murphy

L'avrei finito in due giorni se non fosse stato per il fatto che, il giorno in cui avrei dovuto finirlo, ho passato più ore al telefono e a farmi venire l'ansia per il lavoro - che comunque ancora non mi è passata - di quanto ne avrei avuto bisogno. 
 
 
Titolo: Last One to Die
Autrice: Cynthia Murphy
Data di uscita: 7 gennaio 2021
Durata: 6H 37Min (Storytel Edition)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/3USL5d1

Trama [tradotta da me]: La sedicenne irlandese Niamh è appena arrivata a Londra per trascorrervi l'estate e molto presto scopre che ragazze che assomigliano spaventosamente a lei stanno venendo aggredite.

Determinata a superare il suo corso di teatro, Niamh viene collocata presso il Victorian Museum per mettere alla prova le sue doti recitative e lì incontra Tommy: lui è gentile, divertente, premuroso e davvero bello! E, nonostante questo, c'è qualcosa di inquietante nel museo...

Mentre l'aggressore seriale moderno e la sinistra storia vittoriana cominciano ad entrare in collisione, Niamh capisce che le cose non sono come sembrano. Sarà lei la prossima?
 
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TRIGGER WARNING: omicidi, light gore. 
 
 
Con questo sono in pari con tutti i libri di Cynthia Murphy - mi manca solo il prequel di Win Lose Kill Die, che dovrebbe essere pubblicato la settimana prossima. I miei preferiti - e i più riusciti - però restano The Midnight Game e Signed Sealed Dead perché questo non è stato del tutto all'altezza delle mie aspettative. 
 
 
Le premesse erano buone e il primo omicidio non dico che arriva subito nel primo capitolo, ma quasi. Mi aspettavo quindi un ritmo serrato, mi aspettavo un crescendo di tensione che poi sarebbe esploso, mi aspettavo brividi e paura - mica tanto. 
 
Sebbene ci sia un tocco di sovrannaturale, ma così lieve che il lettore può credere di esserselo immaginato come Niamh, questo non ha giocato un grandissimo ruolo - lo possiamo più ridurre a sogni e intuito che a qualcosa di più concreto e tangibile. 
 
Il plot romantico tende a prendere il sopravvento e sebbene Niamh sia una ragazzina di sedici anni, l'instalove per Tommy è stato alquanto irritante - sei da sola in una città come Londra, che non conosci e in cui ragazze che ti assomigliano stanno venendo aggredite, e nell'immediato sei qui che pensi soltanto a quanto sia bello Tommy e a come senti già una connessione con lui quando l'avrai visto quattro volte in croce. 
 
Il che mi porta anche al fattore temporale, perché alla fine del romanzo Niamh dice che è stata a Londra sei settimane ma a me sono sembrate la metà - il tempo non è gestito benissimo, a mio parere, per tutte le cose che accadono e soprattutto per il modo in cui Niamh reagisce e ci racconta di come sta vivendo. 
 
Chi ci fosse dietro a tutto è chiaro fin dall'inizio - poco mistero, nessun bisogno di pensare e ipotizzare perché a questa persona manca solo un'insegna al neon con una freccia sopra la sua testa ad indicarla. E alla fine è quasi Jess, l'unica amica che Niahm riesce a farsi, il vero cervello di questo libro - gli altri personaggi restano abbastanza sullo sfondo e anonimi oppure sono cliché. O vengono aggrediti e/o uccisi. 
 
Gli do comunque tre stelle perché a me lo stile della Murphy piace, anche se questo non è uno dei suoi romanzi più riusciti. Sebbene avessi capito subito chi ci fosse dietro le aggressioni, ero curiosa di sapere perché e come si sarebbe risolta - ma anche qui ci sarebbe da aprire una parentesi perché non dico che sia finita a tarallucci e vino, ma forse è stata comunque un finale un po'... buonista. 
 
In ogni caso ho passato due giorni piacevoli in compagnia di questo audiolibro. 
 

martedì 5 agosto 2025

[Recensione] "Signed Sealed Dead" di Cynthia Murphy

Mi sa che devo darmi per un po' ai mystery thriller perché questo sì che l'ho divorato in soli tre giorni! 
 
 
Titolo: Signed Sealed Dead
Autrice: Cynthia Murphy
Data di uscita: 4 gennaio 2024
Pagine: 340 (copertina flessibile)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/4nb0UIS

Trama [tradotta da me]: La patitta di documentari true crime Paige e la sua famiglia attraversano l'oceano Atlantico per trasferirsi nell'inquietante cittadina di origine di suo padre e non passa molto tempo prima che Paige scopra l'oscuro passato della città - una serie di omicidi e sparizioni risalenti agli anni '90.

E poi una serie di lettere cominciano ad apparire nella loro decadente casa, lettere che parlano dei segreti che la casa sta custodendo. Gli indizi conducono Paige a un diario nascosto in un muro che apparteneva ad una delle ragazze scomparse. Potrebbe essere questa la chiave per risolvere un mistero vecchio un quarto di secolo oppure questo renderà Paige la prossima vittima?!
 
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Come ho detto all'inizio, l'ho divorato in tre giorni perché non riuscivo letteralmente a staccarmi dal libro per vedere se qualcuno delle mie mille ipotesi si sarebbe rivelata vera - spoiler: due si sono rivelate vere e per quanto mi sforzassi di capire chi fosse il killer, quello è stato un vero e proprio colpo di scena anche passato il momento in cui sospettavo di tutti e di nessuno perché chiunque sembrava plausibile. 
 
Questo libro è un omaggio perfetto a quei film slasher adolescenziali che ancora adoro guardare ma senza essere così grafico nei dettagli a differenza del precedente romanzo della Murphy - e a proposito, ad un certo punto quasi mi aspettavo un twist sovrannaturale e soprattutto mi aspettavo un collegamento vero e proprio con The Midnight Game dopo che Paige consulta il forum Deddit per informarsi sugli omicidi avvenuti a Shorehaven negli anni '90. 
 
Per alcuni elementi che vengono citati, ma che non posso nominare altrimenti sarebbe uno spoiler, mi ha ricordato anche un romanzo di Grady Hendrix e, da brava ragazza nata nel 1989, ho adorato tutta l'atmosfera degli anni '90 che si percepisce nei ricordi di chi li ha vissuti e nella pagine del diario che Paige trova e legge. Oddio, per chi ha vissuto le cose che accadono in questo libro scommetto che quegli anni non li hanno per niente adorati, ma quella è finzione narrativa e nella realtà io sarò sempre una nostalgica di quel decennio. 
 
Paige mi è piaciuta come protagonista e mi sono piaciuti anche i personaggi che la circondano - tutto il mistero è ben costruito e forse avrei preferito un po' di partecipazione "attiva" da parte di Paige, ma questo dall'altra parte lo rende anche più realistico. Ci sta che non sia sempre la protagonista ad imbattersi nei cadaveri e a vedere lo scempio, ci sta che lo venga a sapere da fonti esterne, ci sta che non voglia indagare o essere coinvolta, ci sta che sia solo una povera ragazza arrivata da neanche una settimana che non capisce perché sia stata "scelta" e, se è davvero così, se lo è stata solo perché vive nella casa dell'ultima vittima dello Shorehaven Ripper. 
 
Questa è una storia di segreti, di famiglie e di amicizie - e di amicizie che sanno mantenere i segreti, anche a caro prezzo a volte. Ho adorato elaborare teorie, cercare di collegare il passato al presente, cercare di incastrare i pezzi di un puzzle di cui non conosci l'immagine.  
 
Cynthia Murphy ha un modo di scrivere che tiene il lettore letteralmente incollato alle pagine, i capitoli finiscono sempre in un modo che non ti permette di chiudere il libro e posarlo, ma ti obbliga ad andare avanti e ne ha fatta di strada rispetto al primo che avevo letto, Win Lose Kill Die - questo finora è il migliore e quello che ho preferito.  
 
Si capisce che tutti hanno un segreto, si capisce che qualcosa non va, si capisce che certe persone indossano una maschera e sono diverse quando credono di non essere osservate - ad un certo punto si comincia a sospettare di chiunque, ma arrivati alla resa dei conti sono rimasta a bocca aperta. Solo dopo certe stranezze hanno cominciato ad avere un senso, solo dopo certe frasi hanno assunto un altro significato. 
 
E a proposito di certe frasi... l'ultima riga dell'epilogo è illegale perché in quel momento l'ansia nata negli ultimi capitoli torna, ti chiedi se non ti sei sbagliata e non hai sottovalutato qualcosa o qualcuno - e se, come te, non l'abbia fatto pure Paige - e, sempre in quel momento, ti ricordi che l'autrice non ha detto cosa è successo dopo la resa dei conti e quali sono state le conseguenze per le persone coinvolte. 
 
Insomma, finisce ma non finisce. Pseudo-finisce e lascia uno spiraglio aperto per un possibile sequel, se mai l'autrice deciderà di scriverlo.  
 

martedì 27 maggio 2025

[Recensione] "The Midnight Game" di Cynthia Murphy

Nelle introduzioni ai post sto diventando sempre peggio - almeno il mese di maggio, in quanto a letture, è migliore dei precedenti.
 
 
Titolo: The Midnight Game
Autrice: Cynthia Murphy
Data di uscita: 5 gennaio 2023
Pagine: 354 (copertina flessibile)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/49mOJSQ

Trama [tradotta da me]: Sei sconosciuti. Una notte. Ma quanti sopravvissuti?

Quando un gruppo di sei sconosciuti che hanno solo parlato su un inquietante
thread su Deddit decide di incontrarsi nella vita reale, hanno solo un piano in mente: giocheranno al The Midnight Game ed evocheranno il Midnight Man.

Le regole del gioco sono semplici. Non accendere le luci. Non addormentarti. Non lasciare l'edificio.

E una volta che inizi il gioco, lo devi finire—non c'è altra via d'uscita...
 
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TRIGGER WARNINGS: morte, menzione di suicidio, sangue, body horror, gore. 


C'è una parte masochista di me che ama avere paura e leggere questo tipo di libri - poi di notte non dormo, ma quella è un'altra storia. 

Il libro si apre con una bellissima mappa della scuola in cui il gioco si svolgerà ed è sempre intervallato da messaggi sul forum, chat private e schermate di siti web in cui gli utenti si consigliano tutte creepy pasta e giochi inquietanti da sperimentare. Finché uno di questi in particolare, The Midnight Game, decidono di portarlo nella vita reale - avranno tutti i partecipanti il coraggio di giocare? 

All'incontro si presentano sei persone, tre ragazze e tre ragazzi, tutti di etnia e provenienza sociale diversa - alcuni molto più simpatici di altri, tanto che due in particolare avrei voluto che il demone se li divorasse subito ancor prima di aver iniziato ufficialmente il gioco. 

E poi si comincia, allo scoccare della mezzanotte in punto - quindi immaginate di vagare per questa scuola su due piani, fatta di pietra e legno ed ex-tribunale con tanto di celle trasformate in aule di musica, senza che possiate accendere le luci e solo con l'ausilio della fiammella di una candela. Che si spegne ogni due per tre e avete solo dieci secondi per riaccenderla oppure il Midnight Man verrà a prendervi. 

Ci sono state parti molto suggestive che mi hanno fatta venire la pelle d'oca - la narrazione poi è divisa tra tutti i sei ragazzi quindi i capitoli finiscono sempre con un colpo di scena prima di passare alle chat e ai forum e passare al successivo punto di vista. 

Nessuno di loro specifica quale fosse il suo username su Deddit, quindi mi sono divertita a cercare di associare i ragazzi ai nomi in base a cose che dicevano, come parlavano e come si comportavano per vedere se trovavo un riscontro nelle cose scritte sul forum. 
 
Ad un certo punto m è persino venuto il dubbio che non ci fosse proprio nulla di sovrannaturale perché... perché sì, insomma, ma poi c'è un nuovo colpo di scena e quindi mi è tornata la pelle d'oca mentre leggevo. Ammetto che pensavo che mi sarei comunque spaventata di più - forse, per quanto io abbia amato tutti messaggi sul forum, le chat e gli articoli che davano una visione più insieme e un background di come si era arrivati a quel punto, averli alla fine di ogni singolo capitolo forse a volte ha un po' spezzato la tensione. Ma solo a volte, eh - perché anche quello ad un certo punto prendono un ritmo concitato e quasi non vedi l'ora di finire il capitolo per andare alla prossima conversazione. 

Di sicuro è stato molto più brutale, gore e grafico di quanto mi sarei aspettata e insomma, se volete leggere tra le righe, provate ad immaginare su sei persone quante in realtà ne sono uscite vive da quella scuola... 

Ho sicuramente letto libri più spaventosi, ma l'ho comunque divorato e non riuscivo a staccarmi perché c'era qualcosa nel suo ritmo e nella sua narrazione che mi aveva proprio catturata. Inoltre questo della Murphy mi è piaciuto molto di più del primo suo che avevo letto e ho intenzione di leggerne anche altri. 

lunedì 12 maggio 2025

[Recensione] "Win Lose Kill Die" di Cynthia Murphy

Avevo grandiosi piani di lettura durante tutti i ponti nei quali sono stata a casa, ovviamente potete immaginare che la vita si è messa in mezzo - e per alcune cose che sono successe sono persino contenta che l'abbia fatto.
 
 
Titolo: Win Lose Kill Die
Autrice: Cynthia Murphy
Data di uscita: 6 gennaio 2022
Pagine: 308 (copertina flessibile)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/3CUzIeQ

Trama [tradotta da me]: Gli studenti della Morton Academy sono ambiziosi, selezionati sulla base della loro eccellenza accademica. Così, quando una serie di omicidi prende di mira i ragazzi migliori e più brillanti, la tensione sale. Qualcuno è determinato a non fermarsi davanti a niente pur di spianarsi la strada fino alla cima. Ma di chi si tratta? E può essere fermato?
 
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TRIGGER WARNING: morte, descrizione grafica di atti violenti, gore. 


Sarò sincera: quando questo libro costava meno di cinque euro su Amazon ed ero tentata di prenderlo, ma ero anche indecisa, ero andata a leggere le recensioni per vedere se ne valesse la pena o meno e... inavvertitamente mi ero spoilerata tutto. Okay, magari non proprio inavvertitamente visto che aprire una recensione marchiata come "spoiler" l'ho fatto ben consapevole di quello che stavo facendo. 

Cercherò quindi di essere il più obiettiva possibile. 


Il libro parte da due premesse molto interessanti: è un dark academia dove tutti sono ambiziosi e vogliono primeggiare sugli altri in questa scuola prestigiosa lontana da quasi ogni forma di civiltà; il primo capitolo è narrato dalla parte del killer, che anche in seguito verrà a darci la sua versione dei fatti. 

La protagonista è Liz, ora all'ultimo anno, che non vedeva l'ora di rientrare a scuola dopo un'estate passata a letto e tra ospedali a causa di una ferita alla testa - conseguenza di un rito di iniziazione della loro società segreta avvenuto alla fine del precedente anno scolastico e in cui aveva perso la vita la neo-eletta caposcuola Morgan. 

Qualcuno però sembra averci preso gusto e sembra anche che le ragazze vincenti diano proprio fastidio, tanto che i cadaveri cominciano ad accumularsi ed è sempre più difficile credere che si tratti di sfortunati incidenti - e se prima si trattava di ragazze con le quali Liz e le sue amiche avevano poco a che fare, se si esclude le attività della società segreta, ora il cerchio si sta stringendo intorno a loro. 


Dunque, vi ho già detto che sapevo già chi c'era dietro - quindi, sapendolo, per me ogni tanto era anche difficile aver voglia di proseguire con la lettura perché sapevo già come sarebbe andata a finire e per questo forse ci ho messo anche tanto a finire il libro. 

Cercando di restare obiettivi però, c'è anche da dire che non c'è molta occasione di conoscere i personaggi e affezionarsi a loro e alle loro vite - nemmeno a Liz che ci narra tutto. Si resta sempre un po' distaccati e mi è mancata forse anche quella tensione "sinistra" che ti fa restare seduta sul bordo della sedia perché non sai mai quando spunterà il prossimo cadavere - anche se alcune di quelle morti sono studiate in maniera geniale, perversa e crudele perché si prendono il proprio tempo. 

Anche sapendo chi c'era dietro comunque, mi sono chiesta ad un certo punto se non mi fossi sbagliata e non avessi capito male perché come poteva essere veramente questa persona? E forse io, sapendolo, potevo cogliere certe sfumature nel racconto, ma devo dire che i punti di vista del killer e certe cose che accadono sanno veramente portare il lettore su un'altra strada pertanto - per qualcuno che si butta nella storia senza sapere nulla - la rivelazione dell'assassino potrebbe veramente togliergli la terra da sotto i piedi.
 
Detto questo, anche se non avessi saputo nulla, mi è comunque mancato qualcosa in questo romanzo - forse un legame con i personaggi oppure il crescere della tensione man mano che i morti aumentavano e il finale con il classico monologo del villain avrebbe beneficiato di più spazio e approfondimento. Ma comunque ho intenzione di leggere altri libri di quest'autrice e quest'autunno verrà pubblicato anche un prequel di questa storia. 

venerdì 27 dicembre 2024

[Recensione] "Out of the Fire" di Andrea Contos

Era da molto tempo che non finivo un libro in soli due giorni - miracolo.
 
 
Titolo: Out of the Fire
Autrice: Andrea Contos
Data di uscita: 19 ottobre 2021
Durata: 9H 14Min (Audible Edition)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/49U8u4n

Trama [tradotta da me]: Eravamo come il fuoco, noi quattro. Alimentavamo le scintille l'una delle altre fino a quando le fiamme crescevano, si diffondevano, divampavano al di fuori di ogni nostro controllo.

Abbiamo inflitto loro lo stesso danno che essi ci avevano procurato, gli abbiamo buttato addosso il peso del nostro dolore.

Potremo anche essere spezzate in questo momento, ma lasceremo loro scottati e carbonizzati per sempre.

Cenere alla cenere.


Non è stato il rapimento che ha rovinato la vita di Cass Adams. Sono state le lettere che sono arrivate dopo. Le buste rosa che hanno cominciato ad apparire nella sua macchina, nel suo armadietto, nella sua camera da letto. Biglietti da parte dell'uomo da cui è riuscita a scappare, che le dicono che lui è sempre lì - che osserva sempre.

E che un giorno tornerà a prenderla.

La polizia dice che non c'è niente che possa fare e Cass si è rassegnata a vivere nella paura fino a quando non riallaccia i rapporti con tre vecchie amiche - tre ragazze pronte ad esercitare vendetta contro quelli che hanno fatto loro dei torti.

Ma più a fondo Cass scava, più la verità diventa scioccante - specialmente quando scopre che la persona che le ha rovinato la vita potrebbe essere l'unica in grado di salvargliela.

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TRIGGER WARNING: tentato rapimento, stalking, molestie, razzismo, minacce, intimidazione, violenza, sangue. 


Cinque mesi fa, la vita di Cass è stata sconvolta da un tentato rapimento - è riuscita fisicamente a liberarsi e a mettersi in salvo, ma mentalmente e psicologicamente è ancora intrappolata e ferma a quel giorno. Ha mollato lo sport e abbandonato i suoi amici, ha paura ad uscire di casa e si guarda costantemente alle spalle perché il suo rapitore è anche diventato il suo stalker e gioca con lei come il gatto con il topo, lasciandole sempre lettere e biglietti in buste rosa e facendole sapere che è sempre lì ad osservarla, aspettando soltanto il momento giusto per riprovarci. 

L'incontro con una vecchia amica, il segreto che un'altra amica le confessa e la paura che legge negli occhi di una compagna di scuola portano le quattro ragazze ad avere uno scopo comune e a cementare un patto di sorellanza e vendetta: hanno smesso di essere vittime ed è ora di far provare la stessa paura che provano loro anche ai loro carnefici. 


Dunque, le premesse di questo libro mi ricordavano molto Foul Is Fair di Hannah Capin per quanto riguarda la vendetta e il fattore sorellanza/femminismo e Jane Anonymous e The Last Secret You'll Ever Keep di Laurie Faria Stolarz per quanto riguarda il rapimento. Ho pensato che le due cose unite mi avrebbero regalato un altro libro preferito, ma è andata a finire che una storyline è andata poi a discapito dell'altra. 

La verità è che ho trovato questo libro un po' confusionario - inizia con una determinata scena, poi torna indietro e inizia un conto alla rovescia che però non è esattamente un conto alla rovescia e spesso un capitolo è ambientato nello stesso giorno del precedente, ma non si capisce esattamente quanto durino queste giornate. Ma questo è il meno. 

Da una parte vorrei dire che questa storia è costruita così bene che si arriva alla fine senza aver indovinato niente - niente colpi di scena telegrafati, niente personaggi che girano con un cartello appiccicato alla schiena con scritto "il colpevole sono io"; dall'altra fa dei giri immensi e coinvolge così tante persone che ad un certo punto ho perso il filo della storia e delle connessioni tra i vari personaggi e con i vari moventi, di quale evento è stato la causa degli altri e di cosa effettivamente ha messo in moto tutto e come si legavano i vari elementi. 

C'è stata meno sorellanza di quanto mi sarei aspettata, molti meno momenti insieme a pianificare vendette che invece sarebbero stati necessari e fondamentali - Nomi, Margot e Ori sono descritte e approfondite quel tanto che basta perché il lettore sappia per cosa si devono vendicare, ma tutto il resto della scena se lo prende Cass e va bene che è lei la protagonista però mi sarei aspettata molto di più, soprattutto per quanto riguarda le vendette che sono fatte per motivi anche piuttosto pesanti e invece sono pianificate off-screen ed eseguite in quattro e quattr'otto. 
 
Mi è mancato quel senso di tensione e di angoscia al ritrovamento di una nuova lettera - è chiaro che lo stalker riesce ad arrivare dappertutto rubando anche cose estremamente personali e facendo sapere di essere testimone anche di momenti intimi, ma l'autrice ci dice che Cass ha paura più che mostrarcela e cercare di farla provare anche a noi.

C'è una sorta di triangolo amoroso che poi alla fine non è un vero triangolo, ma che mi ha comunque messa in difficoltà inizialmente tra classico bravo ragazzo e bad boy di turno perché entrambi sanno essere molto affascinanti. 

Diciamo che per certi aspetti questo libro mi è piaciuto e lo stile e la voce della narratrice hanno di certo aiutato, ma per altri non è stato per niente come me lo sarei aspettato. In realtà, se avessi tempo e voglia, sarebbe uno di quei libri da rileggere con annotazioni e schemini per riuscire a tirare le fila della storia e avere ben chiare tutte le relazioni tra i personaggi e per vedere se c'erano indizi palesi che sono invece sfuggiti la prima volta. 
 
Diciamo anche che i libri citati all'inizio per me sono stati letture estremamente coinvolgenti, appassionanti e ben fatte, pertanto è difficile fare meglio o comunque arrivare a quel livello.  

martedì 3 dicembre 2024

[Recensione] "In Case You Missed It" di Sarah Darer Littman

Devo tenere duro solo tre settimane e poi finalmente arriveranno le vacanze di Natale.
 
 
Titolo: In Case You Missed It
Autrice: Sarah Darer Littman
Data di uscita: 10 ottobre 2016
Durata: 7H 39Min (Audible Edition)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/3Ow5cKw

Trama [tradotta da me]: Tutti hanno dei segreti—fino a quando questi non diventano virali.

Sammy Wallach ha dei piani grandiosi per la fine del penultimo anno di scuola: sgattaiolare in città per vedere la sua band preferita, fare in modo che quello schianto di Jamie Moss la inviti al ballo, primeggiare in tutti gli esami (soprattutto quelli dei corsi avanzati e quello di guida).

Grazie ad un paio di bugie bianche, un po' di fascino irresistibile e tanta pratica, Sammy ha tutto sotto controllo. O almeno lo è fino a quando la banca internazionale per la quale suo padre lavora è attaccata da un gruppo di hacktivisti, il quale riesce a rubare tutto ciò che esiste nel cloud privato della famiglia Wallach - compresa l'intera vita digitale di Sammy. Adesso letteralmente tutto il mondo ha accesso alle sue email, ai messaggi, alle foto e, cosa peggiore di tutte, al suo diario.

La. Vita. È. Finita.

Ora le migliori amiche di Sammy sono furiose per le cose che ha scritto, Jamie pensa che lei sia una disperata e Sammy può a malapena mostrare la sua faccia a scuola - in più i suoi genitori sono a conoscenza di tutte le regole che ha infranto. Ma Sammy non è l'unica con dei segreti—la sua famiglia ne ha un paio che potrebbero cambiare tutto. E se dicono che la verità rende liberi, nessuno ha però mai detto che la cosa non sarà dolorosa - o, nel caso di Sammy, privata.

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TRIGGER WARNING: razzismo, misoginia. 
 
 
Le intenzioni di questo libro sono nobili - e nonostante siano passati otto anni, alcuni dei temi messi in scena sono purtroppo ancora attuali e radicati. 
 
Un altro "purtroppo" è la sua esecuzione: dovrebbe essere uno young adult, ma a livello di linguaggio, espressione e dimensionalità dei personaggi arriva al lettore come un middle grade. E non c'è nulla di male in un middle grade, parliamoci chiaro, perché anche i middle grade sono grandi portatori di lezioni morali e umane, ma il target di questo libro sarebbe dovuto essere un altro e allora il suo messaggio avrebbe avuto più impatto.  

Da un certo punto di vista, Sammy arriva come la tipica adolescente riportata anche in maniera realistica: è una brava ragazza che studia perché è quello che ci si aspetta da lei, nasconde alcune cose ai suoi genitori e vuole fare cose da grandi - e per questo è costretta a bugie e scappatoie. 

Ma quando la banca di suo padre - il CEO - viene presa di mira e con essa anche lui stesso e ciò che rappresenta, anche il cloud privato della famiglia viene hackerato e messo online. E tra le cose che diventano virali, oltre agli scheletri di famiglia, anche il diario online di Sammy viene messo a disposizione del mondo intero. 

Sammy si rende quindi conto che non solo la sua cotta e i suoi pensieri più privati ora sono di dominio pubblico, ma anche tutti gli sfoghi che aveva scritto contro anche le sue migliori amiche in momenti di frustrazione ora sono la causa di rottura di rapporti che credeva sarebbero durati una vita. Perché chi non ha mai avuto qualcosa di brutto da dire anche contro chi ama in un momento di rabbia o cattivo umore? Ma Sammy si rende anche conto, da come glielo sbattono in faccia, che molti dei suoi pensieri sono anche velati di razzismo interiorizzato e che di questo non era mai stata consapevole. 

Soprattutto Sammy non riconosce suo padre: il padre che ha sempre ripetuto fino alla nausea quanto Sammy si dovesse impegnare e studiare, che con l'impegno non c'era nulla che non avrebbe potuto ottenere, alla fine è il primo che - grazie alle email aziendali trapelate - si macchia di misoginia e razzismo. 

Non so, il tutto resta molto "basico", ad un livello quasi superficiale. E per dare al tutto un lieto fine - compresa una potenziale love story con un ragazzo di cui sappiamo pochissimo - molte conversazioni importanti vengono lasciate in sospeso. O meglio, Sammy si confronta sia con la sua amica Rosa che con suo padre, ma soprattutto con questo non si arriva per me ad un livello soddisfacente di risposte perché anche messo di fronte alla sua ipocrisia da sua figlia, di fatto non ho visto vero rimorso o propensione al cambiamento - non ho visto profondità ed è proprio la profondità che manca a questo romanzo. 

Parliamoci chiaro, se fosse rivolto ad un target di middle grade questo basterebbe per cominciare ad introdurre il concetto, ma se si vuole rivolgere ad un pubblico young adult allora no. In compenso i conflitti di un'adolescente con i propri genitori sono resi molto bene: i genitori non capiscono i loro figli e impongono loro regole che agli occhi di una sedicenne sono troppo rigide o senza senso mentre gli adolescenti pensano sempre che i genitori siano lì per rovinare loro la vita - e io, a onor del vero, mi sono immedesimata molto nei panni di Sammy perché vedevo un'ipocrisia nei loro discorsi e nei loro dettami che mi faceva prudere le mani. 
 
È un romanzo carino, scorrevole, ma ammetto che mi aspettavo di più - forse più conflitto, sia in famiglia che a scuola, e più approfondimento invece della mono-dimensionalità di alcuni personaggi. 

martedì 29 agosto 2023

[Recensione] "The Surface Breaks" di Louise O'Neill

La storia è sempre la stessa: compro i libri in inglese quando sono ancora inediti in italiano, ma poi aspetto così tanto che questi fanno in tempo ad arrivare e ad essere tradotti - in questo caso dalla HotSpot con il titolo Il silenzio dell'acqua.
 
 
Titolo: The Surface Breaks
Autrice: Louise O'Neill
Data di uscita: 3 maggio 2018
Pagine: 7H 42Min (Audible Edition)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/47FyDm3

Trama [italiana della HotSpot]: Negli abissi del mare, la sirenetta Gaia sembra destinata al successo: è bellissima, ha una voce incantevole e sta per fidanzarsi con il partito più ambito del regno, il generale Zale. Che importa se è violento e molto più vecchio di lei? È il re suo padre a decidere, e Gaia deve solo essere bella e accondiscendente. Ma da quando ha salvato un giovane affascinante da un naufragio, Gaia coltiva un solo desiderio: vivere con lui nel suo mondo spensierato. Quanto è disposta a sacrificare? Conoscete la storia: il patto con la strega, la perdita della voce, le gambe al posto della coda... Ma la bellezza senza voce di Gaia ha un prezzo molto alto, e il mondo che scopre in superficie è prepotente, violento e patriarcale quanto quello lasciato negli abissi. Gaia dovrà compiere molti passi dolorosi per fare i conti con la verità della sua storia. E per riscoprire tutta la potenza della sua voce.

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Ci ho messo dieci giorni per leggerlo/ascoltarlo - quella che credevo sarebbe stata una lettura veloce è stata invece stroncata praticamente sul nascere dalla nuova ondata di caldo che forse ora sta finalmente passando, ma che nei giorni scorsi mi ha lasciata di pessimo umore e con l'unica voglia di vegetare e dormire davanti al ventilatore. Ormai ho capito che il caldo mi rende impossibile leggere. 

Tornando a noi, questa rivisitazione femminista della Sirenetta ci ha comunque messo un po' a prendermi - caldo o meno. E per fortuna che avevo anche il cartaceo sottomano perché nell'audiolibro spesso venivano saltate addirittura frasi intere. 


Gaia è la figlia più giovane del Re del Mare, a quattordici anni già promessa sposa di un generale che ha l'età di suo padre. Ciò che dice e ordina il Re del Mare è legge, tutti devono obbedirgli - figlie comprese, tanto che spesso vengono addirittura messe in competizione tra di loro. Ogni domanda su sua madre viene stroncata sul nascere perché non si deve nominare la sirena che ha abbandonato le figlie e il regno a causa dell'amore verso il mondo umano - anzi, ogni domanda in generale, ogni lamento, ogni sussurro, ogni idea vengono stroncate sul nascere perché le sirenette devono essere solamente belle da vedere e non necessitano di una personalità. 

Ma Gaia è più simile a sua madre di quanto tutti immaginino e al compimento dei suoi quindici anni ha il permesso di salire in superficie e vedere cosa c'è oltre il mare e la sua superficie - è qui che vede per la prima volta Oliver, che si innamora a prima vista di un umano e che rischia di scatenare una guerra per salvarlo quando una tempesta fa affondare la sua barca e le Rusalka vengono a reclamare gli uomini dell'imbarcazione. Perché se le sirenette devono solo essere belle da vedere, le Rusalka invece hanno capelli verdi, artigli al posto di unghie e denti affilati così affilati che sembrano rasoi e cantano per far affogare gli uomini e cibarsi dei loro cuori e delle loro carni - le Rusalka sono sirene che prima erano donne dal cuore spezzato, torturate e lasciate morire perché diverse, punite per motivi religiosi o sessuali. C'è chi le chiama mostri, c'è chi invece ha pietà di loro - per come erano in vita e per come sono state condannate tra i dolori più atroci.

Con l'avvicinarsi del suo sedicesimo compleanno e della conferma della sua unione con Zale, Gaia si rende conto di non poter più vivere così: vuole sapere se sua madre è ancora viva, vuole vivere nel mondo umano, vuole due gambe al posto di una coda da sirena, vuole trovare Oliver e avere il suo lieto fine. E solo la Strega del Mare, che comanda le Rusalka, può aiutarla ad ottenere ciò che vuole - ma il prezzo sarà altissimo e il finale non poi così scontato. 


Non è Gaia ad essere femminista - perlomeno non subito e neanche nel mezzo, ma solo verso la fine. Vive in un mondo in cui le femmine non vengono valorizzate, vengono considerate come meno di niente, buone solo a fare da moglie e poi da madri senza che debbano fornire un'opinione su qualcosa. Lei e le sue sorelle vengono sempre messe in competizione dal loro stesso padre, che stabilisce chi è la più bella tra loro e quindi la più "meritevole", mentre le altre vengono bacchettate e umiliate di fronte a tutti per le loro mancanze. Le domande non sono bene accette, così come la curiosità o l'avere un'opinione in merito a qualcosa, solo il silenzio e l'obbedienza devono regnare. 

La Strega del Mare - Ceto - pur rappresentando in qualche modo il "villain" della storia come nella fiaba originale così come nel cartone, è di fatto la vera femminista del libro e la portatrice del messaggio che vuole trasmettere il libro. 
 
Gaia sacrificherà la cosa più importante di se stessa, ciò che la distingue da tutte le altre sirene e ciò che la rende veramente se stessa per basare tutto solo sulla sua bellezza per far innamorare di sé Oliver - perché così le è sempre stato insegnato, ovvero che le sirene non hanno altro da offrire se non un bel corpo e un bel viso. Ma Gaia scoprirà ben presto che il mondo umano non è poi così diverso da quello marino e che le stesse dinamiche non fanno altro che ripetersi e perpetrarsi - e più di una volta Gaia si pentirà delle sue azioni e di ciò che ha fatto solo per poter impressionare un ragazzo che in fondo non la conoscerà mai davvero. 

A volte è difficile seguire Gaia nelle sue scelte e nel suo percorso, ma è solo una ragazzina di quindici anni che si crede innamorata e che non ha mai avuto la libertà di scegliere qualcosa unicamente per se stessa - noi adulti invece la sappiamo più lunga, noi donne specialmente, ed è sempre un colpo al cuore vedere che in fondo non cambia mai niente. Questo libro è stato pubblicato nel 2018, ma possiamo davvero dire che cinque anni dopo le cose siano diverse? 

Concetti e manifestazioni di patriarcato, mansplaining, gaslighting, violenza e abusi sono gli stessi sia nel mondo marino che in quello umano, sia nel 2018 che oggi. E se è difficile capire Gaia ma soffrire per ciò che perde e che non potrà mai più riavere, così è difficile accettare le azioni e le condizioni di Ceto per permettere a Gaia di fare quello che vuole - la sua sembra cattiveria, ma è solo l'esperienza che ha maturato negli anni e la consapevolezza di cosa le femmine subiscono giorno dopo giorno per mano degli uomini. Ceto pertanto non è crudele, è solo realista - e quando alla fine Gaia raggiunge la stessa consapevolezza, è inevitabile che cada qualche lacrima.

lunedì 7 agosto 2023

[Recensione] "Kent State" di Deborah Wiles

Inizialmente avevo pensato che, vista la brevità del libro, gli avrei dedicato un piccolo spazio all'interno di un nuovo appuntamento del BRT. Eppure, poco dopo aver cominciato l'ascolto, mi sono resa conto che non sarebbe stato possibile - perché questa è stata una storia talmente potente che non poteva non avere un post a lei dedicato.
 
 
Titolo: Kent State
Autrice: Deborah Wiles
Data di uscita: 21 aprile 2020
Durata: 1H 58Min (Audible Edition)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon:
https://amzn.to/3q4KOrF

Trama [tradotta da me]: Dalla due volte finalista al National Book Award Deborah Wiles, un'eccellente esplorazione di uno dei momenti più bui della nostra storia - quando le truppe americane hanno ucciso quattro studenti americani che protestavano contro la guerra in Vietnam. 
 
4 maggio 1970. Kent State University. 
 
Nel momento in cui i dimostranti si ritrovano nel campus, gli uomini della Guardia Nazionale vengono chiamati. Nel caos di ciò che successe in seguito furono sparati dei colpi e quattro studenti rimasero uccisi - ancora oggi ci sono discussioni su ciò che accadde e perché. Narrato da molteplici voci e da altrettanti punti di vista -- protestanti, uomini della Guardia Nazionale, abitanti della città, studenti -- il libro Kent State di Deborah Wiles mostra un commoventi, terrificante e stimolante ritratto di ciò che accadde quel weekend in Ohio... un evento che, anche 50 anni dopo, ancora risuona profondamente.

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TRIGGER WARNING: guerra del Vietnam, sparatoria su dimostranti, sangue, ferite, morti alquanto grafiche ed esplicite. 


L'argomento di questo libro è quello di uno dei momenti più bui dell'America: la guerra in Vietnam. Se il presidente Lyndon Johnson aveva dato ordine di cominciare a ritirare le truppe, il suo successore Nixon - senza consultare il Congresso e sempre con il pretesto di fermare l'espandersi del comunismo - decide di bombardare e fare incursione della neutrale Cambogia per stanare i soldati del Vietnam del Nord che si rifugiavano lì e stoccavano le loro armi. 

La cosa non venne presa bene in America, molti studenti manifestarono il loro dissenso e soprattutto alla Kent State University in Ohio i giovani protestarono ed esercitarono i loro diritti stabiliti dal Primo Emendamento: libertà di parola, di assemblea e di stampa. Fu fatta però intervenire la Guardia Nazionale, che uccise quattro studenti e ne ferì altri nove - la Guardia Nazionale aprì il fuoco sugli studenti che protestavano, ma anche su chi stava solo osservando oppure andando a lezione. 

Quella della Kent State è una ferita ancora aperta: rappresenta il giorno in cui l'America si è rivoltata contro i suoi figli disarmati, nei loro cortili scolastici e li ha uccisi. 


Devo essere sincera: prima di leggere questo libro non conoscevo la tragedia della Kent State University. Sapevo sì delle proteste contro la guerra in Vietnam, sapevo che Nixon non è stato affatto un grande presidente, ma essendo io un'italiana nata alla fine degli anni '80 ne ignoravo l'esistenza e quella tragedia credo non fosse nemmeno menzionata nei miei libri di scuola. Pertanto credo che a chiunque non sia americano sia un po' difficile entrare nel setting di questa storia. 

La tradizione orale porta sempre poi a qualche differenza e non è solo la tradizione orale a non mantenere sempre la stessa storia di volta in volta - chiunque con una diversa prospettiva, chiunque con una diversa visione, chiunque con diversi ideali ha una propria versione di ciò che accadde quel 4 maggio 1970. 

Sono felice di averlo ascoltato in audiolibro perché è stato realizzato un vero capolavoro - oltre al fatto che ci sono tre dei miei narratori preferiti. Ma ascoltare questa storia narrata da un coro di voci altamente espressive e con tanto di effetti sonori quando si giunge al climax degli eventi è di una potenza inaudita, da pugno nello stomaco e calcio sui denti - leggerla e basta non avrebbe sortito la stessa angoscia e la stessa commozione.

Proprio per dare voce a chiunque sia stato in qualche modo coinvolto in quel weekend, è stata creata una storia corale: un coro di voci che si rivolgono direttamente al lettore, che vogliono raccontare a te - nuovo amico - una vecchia storia. 
 
Abbiamo quindi la versione studentesca rassegnata che afferma che si è trattata solo di una tragedia, la versione studentesca ancora furiosa che afferma che si è trattato di qualcosa di premeditato e pianificato, la versione cittadina arcigna che afferma che è stata colpa loro e che se lo sono meritato e che dovevano esserne uccisi molti di più, la versione cittadina del classico vecchio che giudica tutto ciò che fanno i giovani, la versione degli studenti neri ignorati anche e soprattutto nella tragedia, la versione della Guardia Nazionale che si difende dicendo che stava soltanto eseguendo gli ordini e che molti di loro non erano che poco più grandi degli studenti e che stavano solo cercando di evitare di essere spediti in Vietnam. 

È un racconto corale potentissimo che non solo dipinge l'America di quegli anni divisa tra chi era contrario alla guerra e chi invece ne era sostenitore - al punto che le regole per l'arruolamento era diventate arbitrarie e che si cercava di spedire quanti più giovani possibili a combattere - ma che ripercorre quei quattro giorni di maggio uno alla volta, in una escalation continua, fino al loro tragico epilogo. 

Dialoghi accesi, comunicazioni interrotte a metà - voci di agitatori esterni a Kent prossimi ad invadere la città, coprifuoco che costringe gli studenti fuori dai bar e a riversarsi in strada, diritti di assemblee che vengono negati, teste calde che spaccano vetri e appiccano fuochi, sindaci nel panico che chiamano governatori chiedendo l'intervento della Guardia Nazionale, studenti neri le cui proteste vengono ignorate nei giorni precedenti e punite fin troppo duramente dopo, studenti che non ci stanno ad essere costretti e rinchiusi nelle proprie stanze oppure a venire invasi nel proprio campus universitario. 

Voci che si danno addosso, che si sovrappongono, che provano a portare l'altro dal proprio punto di vista ma che poi rimangono sempre ancorati sulla propria posizione. 

E poi arriviamo al 4 maggio 1970. 

Voci concitate che raccontano lo svolgersi degli eventi e in sottofondo urla di protesta e poi sibili di gas lacrimogeno che escono dalle bombolette lanciate dalla Guardia Nazionale sulla folla, poi ancora urla e lacrime e poi spari e poi urla di dolore e rabbia e richieste di aiuto che rimangono inascoltate. Dov'erano i professori? Dov'era la polizia? Dov'erano i protettori di questi ragazzi? 

Se è tuo diritto riunirti in assemblea con altre persone, ma poi questo diritto ti viene negato dal tuo stesso governo che così facendo calpesta la Costituzione e il Primo Emendamento e quello che doveva essere un sit-in pacifico viene soffocato dalla Guardia Nazionale che ti pressa e ti soffoca e ti vuole mettere a tacere... può considerarsi ancora tale se gli studenti cominciano a lanciare sassi e pietre? Può giustificare l'aprire il fuoco sulla folla? Su quegli stessi cittadini americani che si dovrebbe proteggere?

Quella della Kent State è una ferita americana ancora aperta - ancora molti ritengono ingiustificato ed eccessivo l'uso delle armi, i cittadini di Kent che si sono visti sconvolgere la vita e distruggere la città invece danno tutta la colpa agli studenti. E le voci e le vite degli studenti neri rimangono ancora una volta inascoltate e considerate meno. 

Una cosa che mi ha colpita è come gli studenti credessero che le armi dei soldati non fossero veramente cariche con proiettili veri - ma poi la voce di chi ha la pelle nera dice che se un uomo bianco ti punta la pistola contro, allora puoi star certo che quell'arma è davvero carica e pronta ad ucciderti. 

La morte di quei quattro ragazzi ha segnato una svolta e ha portato l'America un passo più vicino alla fine della guerra in Vietnam. Doveva essere un monito, ma sappiamo benissimo anche noi che ad una guerra ne segue sempre un'altra e così via - di fatto, non impariamo mai dalla storia di chi ci ha preceduto. 

lunedì 8 maggio 2023

[Recensione] "The Bridge" di Bill Konigsberg

Creno che nell'immediato futuro il mio ritmo di lettura - e quindi di pubblicazione - rallenterà perché c'è una cosa che devo assolutamente fare: riordinare la libreria.


Titolo: The Bridge
Autore: Bill Konigsberg
Data di uscita: 1 settembre 2020
Durata:
11H 37Min (Audible Edition)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/3HmGFVl

Trama [tradotta da me]: Aaron e Tillie non si conoscono, ma entrambi in quel momento vogliono togliersi la vita e arrivano al George Washington Bridge nello stesso momento con l'intenzione di saltare. Aaron è un  ragazzo gay che si sente un disadattato e che lotta con la depressione e la solitudine. Tillie non è sicura di quale sia il suo problema -- sa solo che non sarà mai abbastanza per gli altri.

Sul ponte ci sono quattro cose che potrebbero accadere:

Aaron salta e Tillie no.

Tillie salta e Aaron no.

Saltano entrambi.

Nessuno dei due salta.

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TRIGGER WARNING: depressione, tentato suicidio, suicidio, bipolarismo, crisi maniacali, bullismo. 


L'autore, Bill Konigsberg, sa di che parla e ogni parola in questo libro - ogni situazione, ogni emozione, ogni sentimento - non è inserito a caso; lui stesso ha provato in passato a togliersi la vita. 

I protagonisti di questo romanzo sono due, Aaron e Tillie - non si conoscono, frequentano scuole diverse, non hanno amici in comune, hanno situazioni famigliari diverse e problemi diversi, eppure si ritrovano lo stesso giorno di metà aprile sul George Washington Bridge pronti a saltare giù nelle acque gelide del fiume Husdon. Entrambi detestano che l'altro stia disturbando il loro momento ed entrambi si mettono a cavalcioni della ringhiera e restano a fissarsi per un momento e poi... 

E poi la storia prende quattro risvolti diversi. 

Nel primo è Aaron a guardare impotente Tillie saltare giù nell'Hudson e questo lo riscuote dai propri propositi, gli fa chiamare il 911 anche se sa che è troppo tardi per la ragazza, ma di certo non lo guarisce all'istante. Anzi, il suo diventa un percorso ancora più in salita, nonostante il padre più amorevole del mondo. 

Nel secondo invece è Aaron a saltare e Tillie non fa in tempo a dirgli niente. Il percorso di Tillie è diverso, la sua reazione e la reazione di coloro accanto a lei diametralmente opposta a quella avuta dal padre di Aaron. 

In entrambi questi scenari vediamo chi è sopravvissuto, ma anche le reazioni della famiglia in lutto e a spezzarmi il cuore è sempre stato il padre di Aaron. 

Nel terzo scenario saltano entrambi e, forse è un po' macabro da dire, è stato anche il mio scenario preferito. Entrambi saltano ed entrambe le famiglie sono in lutto e vediamo l'immediato futuro e anche il futuro di lì a trent'anni dopo - vediamo come le famiglie sono in qualche modo andate avanti, come i sensi di colpa abbiano modificato le vite delle persone che avevano fatto loro un torto e vediamo anche le persone che sarebbero stati destinati ad incontrare e che forse avrebbero dato loro un lieto fine - lieto fine che hanno quindi negato a se stessi e a chi li stava in qualche modo aspettando. Dico che è stato lo scenario che mi ha colpita di più perché anche io spesso ho pensato di farlo - a tredici anni ci ho pure provato - e il vedere come l'assenza di una persona ha avuto un impatto di tale portata in chi è rimasto mi ha fatto venire i brividi; ho pensato a come sarebbero cambiate e state diverse le vite dei miei genitori e delle mie amiche se io avessi smesso di essere un fattore dell'equazione quando ho provato a stringermi la cintura attorno al collo e fossi andata fino in fondo. Ed è ancora quello il pensiero che a volte mi tiene lontana dal baratro - se non ci fossi più io ad influenzare le loro vite e quelle delle persone che in futuro potrei conoscere, che succederebbe?

Il quarto scenario è quello in cui nessuno dei due salta, in cui - come nel primo - è Aaron il primo a soccorrere Tillie e in cui gli accadono alcune delle stesse cose dello scenario in cui è sopravvissuto, ma il fatto di "combattere" insieme e di tenersi lontani l'uno dall'altra da quel ponte fa prendere alle loro vite un corso diverso rispetto a quello in cui sono sopravvissuti singolarmente - e anche questo è stato uno scenario che mi ha emozionata e suscitato una stretta al cuore. 

Non è un romanzo facile, ma è un romanzo che mostra quanto il cervello malato di depressione sia in grado di mentirci e farci credere cose non vere e di quanto il supporto di chi ci ama - perché c'è sempre qualcuno che ci ama - siano fondamentali per riuscire a stare meglio. Guarire poi... beh, quella è un'altra battaglia che va combattuta giorno dopo giorno, ma il primo passo è parlare e avere qualcuno che ti prende per mano e ti porta via lontano dal ponte. 

domenica 30 aprile 2023

[Recensione] "The Buried" di Melissa Grey

Ultimo giorno e ultima recensione di aprile, che ero indecisa se postare oggi o meno perché domani sarebbe giorno di recap mensile e quindi sarebbe visibile per troppo poco tempo prima di venir rimpiazzata da un nuovo post - ma è anche vero che non ho ancora fatto le foto dei libri acquistati e ricevuti in regalo, quindi...
 
 
Titolo: The Buried
Autrice: Melissa Grey
Data di uscita: 7 settembre 2021
Durata:
8H 18Min (Audible Edition)
Editore: Scholastic Press
Link Amazon: https://amzn.to/3Hb2Rle

Trama [tradotta da me]: Dieci anni fa, un disastro ha colpito la remota cittadina di Indigo Falls. Un terribile evento ha portato i residenti a rifugiarsi sottoterra, dentro bunker che li tengono al sicuro dai pericoli della superficie. Nessuno parla di ciò che è accaduto quel giorno tremendo, ma persino i più giovani ricordano la paura e - più di tutto - il dolore lancinante quando la luce del sole ha toccato la loro pelle.

Ora una manciata di famiglie occupa lo stesso bunker, guidate da una carismatica leader chiamata Dr. Imogen Moran. Ci sono molte regole che la dottoressa Moran ha stabilito per governare e mandare avanti la vita sottoterra. Devi sempre dire la verità. Devi evitare la luce del sole. Non deve mai esserci un contatto fisico pelle contro pelle.

Ma la regola più importante, quella che venne inculcata ossessivamente nelle loro teste sin dal momento in cui il portellone fu sigillato anni or sono, era alla fine della lista. Risuonava nelle loro menti quando tutto era silenzioso, faceva eco nella quieta e solitaria oscurità.

Non devi mai uscire fuori.
 
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Se devo essere sincera, mi aspettavo qualcosa di molto più spaventoso - qualcosa di molto più horror. In fondo, la cover sembrava promettere scintille in quel senso. 
E sono anche partita con nella mente le immagini di The 100 della quarta e della quinta stagione nel bunker, quindi sì - un clima post-apocalittico con svariate tensioni interne. 

Invece la cosa è stata molto più blanda di quanto mi aspettassi. 

I nostri protagonisti sono tre: Sash, Yuna e Gabe. 
Appartengono a tre famiglie diverse, ma non sono comunque i più giovani del gruppo - due di loro, Sash e Gabe, hanno una sorella e un fratello più piccoli. A tenere le loro famiglie al sicuro nel bunker da dieci anni dopo il Cataclisma è la dottoressa Moran, colei che li ha salvati e colei che ogni notte si avventura fuori con una tuta hazmat per vedere se ci sono sopravvissuti o cibo. 
Già, perché dopo dieci anni nel bunker le risorse alimentari iniziano a scarseggiare, la poca illuminazione che c'è - perché il buio è una benedizione e serve a tenerli al sicuro - salta più spesso di quanto non facesse anni prima e se si dovesse rompere anche il sistema di ventilazione per loro non ci sarebbe scampo: non potrebbero più vivere lì sotto, metri e metri sottoterra, ma non potrebbero neanche vivere fuori - l'aria e la luce li ucciderebbero, così almeno sostiene Moran. 

Ma Gabe ha trovato qualcosa di strano nelle planimetrie del bunker, qualcosa che lo incuriosisce e che domanda di essere esplorato - ma provare a salire in superficie è davvero una buona idea? E se Moran avesse ragione, se fossero loro gli unici sopravvissuti sulla Terra? E se Moran invece sbagliasse, se ci fosse qualcun altro - o qualcos'altro - là fuori e il mondo esistesse ancora?


Mi aspettavo qualcosa di più spaventoso, qualcosa che mi facesse venire la pelle d'oca - non dico per forza sovrannaturale, ma qualcosa che tenesse alta la tensione fin da subito come il sospetto di non essere più al sicuro nel bunker e di stare per morire da un momento all'altro. Ma la verità è che nel bunker, a parte il solito porridge per colazione e prima che i nostri protagonisti smuovano le acque, la famiglie ci stanno bene: si sono abituate a quella che è la loro routine da dieci anni, ognuno ha i suoi compiti e i più piccoli nemmeno ricordano come fosse la vita fuori prima del Cataclisma. 

Ovviamente è chiaro fin da subito chi è il villain della storia e si indovina anche presto quale sia la motivazione che lo spinge - l'ho immaginato fin da subito. Ho apprezzato i tre protagonisti, ognuno di loro coraggioso a modo suo e in modo diverso, ma chi davvero continua a contraddire sempre l'autorità di Moran sono Sash e sua nonna Olga - a quest'ultima ho proprio voluto bene. 

Avrei voluto sapere di più del Cataclisma - Sash è l'unica che, oltre a quelle mentali e psicologiche, ne porta anche le cicatrici fisiche sulla pelle e continua ad avere gli incubi, ma per il trauma non ci vuole neanche pensare e quindi scopriamo qualcosa di più solo alla fine quando tutti i segreti vengono alla luce e le bugie crollano. Lì scopriamo cosa è stato il Cataclisma e cosa l'ha causato, ma sempre con troppi pochi dettagli e in maniera alquanto nebulosa - non dico che avrei voluto una descrizione grafica dell'orrore (anche se visto il tipo di storia che il libro voleva raccontare la cosa ci sarebbe stata bene), ma sicuramente qualcosa di più di quello che abbiamo ottenuto. 

Ciò che è sopravvissuto al Cataclisma e che sta sopra le loro teste dovrebbe fare paura, ma in qualche modo inquieta soltanto perché anche qui non è mai davvero chiaro di chi o cosa si tratti - ma visti i riferimenti storici che poi vengono fatti lo si può immaginare. A fare davvero paura sono le famiglie dei ragazzi nella seconda metà del romanzo - anni di isolamento da tutto, di convivenza forzata e prossimità inevitabile finiscono con il fomentare sensi di colpa e di risentimento nei confronti di quei membri della famiglia che sono sopravvissuti a scapito di altri e il lutto per chi si è perso si trasforma in odio per chi è sopravvissuto. Inoltre anni di tutto questo, anni di condizionamento, hanno creato una sorta di "mente alveare", dove il pensiero di tutti si uniforma a quello che decide e vuole il loro leader - e i nostri tre ragazzi, che hanno osato sfidare l'autorità, ne pagano le conseguenze peggiori. Davvero l'orrore qui è vedere genitori che voltano le spalle ai loro figli e lasciano che succedano loro cose terribili e ingiustificate - ho odiato tutti con l'intensità di mille soli e un'altra pecca di questo libro è stato non vedere un confronto genitori-figli una volta finito il pericolo. Io personalmente li avrei disconosciuti come tali.  

Insomma, mi aspettavo qualcosa di più horror, sia dentro il bunker che fuori e non ci sono abbastanza descrizioni e motivazioni del Cataclisma e di ciò che è avvenuto dopo - nell'epilogo avrei anche voluto avere uno scorcio del mondo restante e di com'era stato per loro. A tenere avvinghiati alla storia è però il legame tra Sash, Yuna e Gabe che farebbero qualunque cosa l'uno per l'altro - e che fanno esattamente ciò che avrebbero dovuto fare i loro genitori, ovvero proteggersi l'un l'altro ed essere sempre leali e fedeli. 

Non male, ma mancano troppi dettagli del prima e del dopo questi dieci anni nel bunker.