venerdì 20 novembre 2020

[Recensione] "The Music of What Happens" di Bill Konigsberg

Che bella sensazione finire qualcosa che non sia una graphic novel in tempi relativamente brevi! Certo, non sono ancora fuori dalla reading slump e questa non è stata la lettura stellare che mi sarei aspettata, ma comunque mi sembrano bei progressi...


Titolo: The Music of What Happens
Autore: Bill Konigsberg
Data di uscita: 26 febbraio 2019
Durata: 9H 17Min (Storytel Edition)
Editore: Arthur A. Levine Books
Link Amazon: https://amzn.to/3eKYAFH
 
Trama [tradotta da me]: Max: Tranquillo. Sport. Videogiochi. Gay e non un così grande problema - non per lui, non per sua madre, non per i suoi amici. E un segreto: un incontro con un ragazzo più grande che gli rende difficile respirare - qualcosa a cui non vuole più pensare, mai più.

Jordan: l'opposto della tranquillità. Poesia. Le sue "mogli" e il Chandler Mall. Mai stato baciato e alla ricerca di Mr. Quello Giusto, a cui probabilmente non piacerà comunque.
E un segreto: una madre in una spirale discendente fuori controllo e la consapevolezza di essere l'unico che può evitare che la famiglia cada a pezzi.

Buttateci in mezzo un traballante food truck degli anni '80 chiamato Coq Au Vinny. Aggiungete fichi d'india, cloud eggs e un'idea alquanto torbida su cosa significhi "a chilometro zero" e "organico". Collocate il tutto a Mesa, Arizona, in giugno, dove la temperatura raggiunge regolarmente i 45,5°C. Come ciliegina sulla torta un pizzico di innegabile chimica tra due opposti.

Nel corso di un'estate, due ragazzi dovranno affrontare le loro più grandi paure e decidere cosa sono disposti a rischiare per ottenere ciò che vogliono di più.
 
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TRIGGER WARNING: stupro, dipendenza da gioco d'azzardo.


Sebbene frequentino la stessa scuola e condividano anche qualche classe insieme, le vite di Max e Jordan non si sono mai davvero incrociate se non fosse per la parte dove si trovano reciprocamente attraenti. 

Tutto cambia un sabato mattina, quando Max è al mercato con sua madre dopo quella che è stata una delle notti peggiori della sua vita e assiste per caso al crollo emotivo della madre di Jordan. 
È passato un po' di tempo dalla morte del padre di Jordan - evento che ha segnato molto entrambi, tanto che sua madre era persino diventata dipendente dal gioco d'azzardo e ora frequenta i gruppi di sostegno per evitare di ricaderci - e ora i soldi dell'assicurazione non bastano più, tanto che rischiano di perdere la casa. Ecco perché hanno rispolverato il food truck che era del padre di Jordan: cucinando cibo durante i giorni di mercato, le fiere e qualsiasi altro evento in cui la gente vuole mangiare, entrambi sperano di racimolare abbastanza soldi per pagare il mutuo. Peccato che la madre di Jordan non sappia neanche accendere il grill e Jordan si senta smarrito quanto lei. 

Assumere Max è un attimo quando questo si offre volontario - non solo per evitare un altro lavoro estivo che proprio non gli andava, ma anche perché cucinare gli piace davvero. E la madre di Jordan è più che felice di lasciare l'incombenza ai due ragazzi che, in realtà, non sanno neanche da che parte cominciare e soprattutto non sanno come parlarsi nell'imbarazzo generale. 

La loro comunicazione funziona un po' a singhiozzo: si conoscono di vista, ma ognuno dei due ha delle riserve nei confronti dell'altro. Soprattutto Jordan, dall'aspetto emo e mingherlino, timido e tanto insicuro di se stesso - per lui pensare che Max sia il tipico ragazzo sportivo e sbruffone che gli farà passare l'inferno è un attimo. 
Sorprendentemente invece, dopo parecchi tentativi, la loro collaborazione comincia a funzionare e anche i frutti del loro duro lavoro - in un caldo torrido che farebbe impallidire quello dell'inferno - cominciano a vedersi. 

E in quel camioncino non è solo il cibo che comincia a cuocersi a fuoco lento...


Ci sono state cose che mi sono piaciute e cose che mi sono piaciute meno. 

Max è gay e ad esserne a conoscenza sono i suoi genitori e i suoi due migliori amici. I suoi sono separati e suo padre è un aspirante comico che non ha mai preso niente sul serio, inculcando nella mente del figlio fin da piccolo che il dolore è per i deboli e che deve sempre fare l'uomo in ogni situazione - motivo per il quale Max molto spesso pensa a se stesso come ad un supereroe e "piega" la realtà perché sembri meno brutta e dolorosa di quella che è davvero. Ma ad un certo punto non riesce più a farlo, soprattutto non dopo essere stato aggredito - cosa con cui gli è difficile scendere a patti perché come può un ragazzo grande e grosso come lui venire stuprato? Non è spoiler, si legge tra le righe praticamente fin da subito quando il ricordo di Kevin e della notte precedente l'inizio del romanzo fa capolino tra i suoi pensieri già nel primo capitolo. 
Ho detestato suo padre, un uomo a cui va bene che il figlio sia gay purché questa cosa abbia dei limiti - ho odiato il modo in cui ha reagito quando Max ha sentito il bisogno di parlarne chiedendosi se il suo fosse stato davvero uno stupro oppure un caso di dubbio consenso. Sua madre invece l'ho adorata. 
 
Max è un tipo tranquillo che sente sempre il bisogno di aiutare gli altri, Jordan è il suo opposto con la sua totale incapacità di organizzarsi e programmare in anticipo e il suo fare sempre melodrammatico. 
Jordan ama la poesia e diffida di tutto ciò che rappresenta Max, ma una volta che comincia a conoscerlo impara ad apprezzarlo. È praticamente lui quello adulto in famiglia, anche se le sue insicurezze e i suoi dubbi molto spesso gli tarpano le ali e lo portano a cercare sempre rassicurazioni che all'inizio danno sui nervi a Max. 
 
I loro amici per alcuni versi mi sono piaciuti, per altri hanno rappresentato un tipo di amicizia che per me risulta essere tossica. 
 
Betts e Xavier non hanno problemi con la sessualità di Max e non hanno neanche problemi con il contatto fisico tra di loro, evitando quindi quelle dimostrazioni esagerate di machismo di pessimo gusto. Però sono anche estremamente invadenti della vita sessuale di Max, chiedendogli continuamente se l'abbia già fatto e con quanti ragazzi sia stato, chi sia l'attivo e chi il passivo nella coppia e non risparmiano neanche il retaggio messicano di Max dagli sfottò. E Max, a cui è stato insegnato da suo padre a ricevere i colpi (fisici o emotivi che fossero) senza fiatare, non riesce neanche a dire ai suoi migliori amici quanto ciò gli dia fastidio. L'abuso della parola "dude" ha fatto presto a darmi sui nervi, così come la quasi mancanza di momenti di serietà tra loro tre. Davvero gli uomini rifuggono qualsiasi discorso su sentimenti et similia?

Le "mogli" di Jordan non sono da meno - anzi, forse sono peggio. 
Pam e Kayla trattano Jordan come lo stereotipo del "gay best friend" volendolo sottoporre a mille makeover, sono invadenti del suo spazio personale e dei suoi oggetti - addirittura fanno quello che vogliono con il cane di Jordan nonostante le sue proteste - e ignorano proprio cosa sia il consenso quando Jordan dice no, non trattenendosi neanche dallo spiattellare dettagli intimi e privati della sua vita a quelli che sono virtualmente ancora degli sconosciuti. Cioè, sono morta io di imbarazzo per Jordan.

E quanto ho detestato la madre di Jordan - una bambina nel corpo di un'adulta, infantile e melodrammatica, che invece di rimboccarsi la maniche lascia che sia compito del figlio quello di salvare la casa e saldare i debiti per evitare che finiscano come senzatetto, mentre lei passa le giornate davanti alla televisione mangiando dolciumi e schifezze. Per non parlare di quello che fa in seguito che, signore, dammi la forza di non strangolarla. 

In generale è un libro che mi è piaciuto, ma con cui non è scattata la scintilla. 

Lo svilupparsi del rapporto tra Max e Jordan è molto bello, con tutti gli errori di comunicazione che ci sono tra loro e le frasi che anche involontariamente feriscono, ma sempre con la voglia di trovare il modo di aggiustare le cose e farle funzionare. 
Entrambi ne guadagnano dal loro rapporto e crescono - soprattutto Jordan. Max impara a lasciarsi andare un po' di più e a parlare, non tenendo più tutto imbottigliato dentro di sé. Riscopre anche la passione per il disegno, che aveva abbandonato anni prima. Jordan invece acquista più sicurezza in se stesso, non solo per quanto riguarda il suo aspetto fisico ma anche per quanto concerne prendere decisioni da adulto. 

Il problema è che secondo me pecca di quel "troppo raccontato e poco mostrato". 
Tutta la storia di svolge nel giro di un mese e se per tutto ciò che accade nelle loro vite la relazione tra Max e Jordan finisce in un punto in cui risulta ancora come appena sbocciata, per altri versi mi è sembrata un po' affrettata - forse perché per me non sarebbe affatto possibile conoscere e concedere fiducia e confidenza a qualcuno nel giro di così poco tempo nonostante tutte quelle ore passate insieme. Il loro rapporto cresce a piccoli passi, ma forse proprio perché è raccontato e non mostrato ho quindi avvertito la mancanza di quello slow burn che ti fa proprio struggere per l'evolversi della storia. 

È comunque un libro con un bel messaggio e una bella rappresentazione di una storia realistica tra due ragazzi alle prese con le prime esperienze e il primo amore.



2 commenti:

  1. Dai, piano piano riuscirai a superare questa tremenda reading slump!
    Cmq alla fine il libro non sembra male, d'altronde ora pare che i libri debbano dividersi per forza in capolavori od orrori, quando ci sono anche quelli... carini. Con pregi e difetti, e che non eccellono né nel bene né nel male.

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    1. Sì sì, per carità... è giusto che esistano anche libri solamente carini. Però, insomma, dopo una reading slump speravo di tornare con il botto e invece...
      Anche perché nemmeno il libro che leggendo/ascoltando ora grida al capolavoro - anzi, i suoi personaggi mi stanno facendo venire il nervoso. xD

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