lunedì 5 agosto 2019

[Recensione] "The Fall" di James Preller

Che ne dite di cominciare la prima settimana effettiva di agosto con la recensione dell'ultimo libro che ho letto a luglio?


Titolo: The Fall
Autore: James Preller
Data di uscita: 13 settembre 2016
Data di uscita originale: 22 settembre 2015
Pagine: 224 (copertina flessibile)
Editore: Square Fish
Link Amazon: https://amzn.to/2M43wsZ

Trama [tradotta da me]: L'estate prima dell'inizio della scuola, l'amica e compagna di classe di Sam Morgan Mallen si uccide. Morgan era vittima di bullismo. Forse ha baciato il ragazzo sbagliato. Oppure ha detto la cosa sbagliata. E a proposito di quel selfie che ha fatto il giro di tutti i telefoni? Morgan era questo e Morgan era quello. Ma chi sa davvero cosa è successo?

Mentre Sam esamina gli eventi che hanno portato alla tragedia, deve anche affrontare una difficile domanda che potrebbe cambiare la sua vita: perché ha tenuto la sua amicizia con Morgan un segreto? E avrebbe potuto fare qualcosa - qualsiasi cosa - per prevenire il suo suicidio?


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Sono sempre in difficoltà quando si tratta di recensire libri di questo genere - in parte perché temo sempre di svelare troppo di me (cose che comunque non mi sono quasi mai fatta scrupoli a scrivere sul mio blog personale) e in parte perché so che è necessario. 


L'età dei personaggi di questo libro non è specificata, ma credo che si tratti di ragazzi che vanno ancora alle medie. E questo lo rende ancora più importante nell'ottica di educare i giovani. 

Un mese prima di un nuovo anno scolastico, Morgan Mallen si getta dalla torre idrica. Era vittima di bullismo, sia faccia a faccia che online, e ora tutti si mostrano oltraggiati - ma dov'erano prima? 

Sam Proctor rimane scosso dalla notizia e, spinto da un insegnante che gli consiglia di tenere una sorta di diario, comincia a ripensare a ciò che ha portato alla morte di Morgan e al ruolo che lui stesso potrebbe avere avuto. 


The Fall è raccontato sotto forma di diario, ma non di quelli con la data in alto e aggiornati giorno per giorno. Ci sono pagine in cui Sam scrive di più e altre in cui scrive di meno - pagine in cui a volte c'è solo una poesia. 

Non segue un ordine cronologico specifico e vediamo come all'inizio voglia prendere le distanze dalla faccenda descrivendo Morgan proprio come la vedevano tutti gli altri e man mano che scrive, inizia a ricordare la vera Morgan - quella che aveva conosciuto lui, quella con cui aveva costruito una sorta di amicizia incontro dopo incontro quando entrambi portavano a spasso i cani. 
Ma era un'amicizia che non esisteva a scuola, che esisteva solo fuori in luoghi dove nessuno li avrebbe potuti vedere insieme. 

Perché Sam forse non era il bullo di Morgan, ma era comunque un osservatore - ma soprattutto era un partecipante perché quando Athena Luikin ti passava il testimone per scrivere in internet cattiverie su Morgan non ti potevi rifiutare, pena l'essere il nuovo bersaglio oppure un paria a scuola. 

Ma scrivere "cattiverie gentili" equivale ad essere meno colpevoli? 


La mia empatia con questo libro è sempre stata altalenante durante tutta la durata delle sue 195 pagine. Questo perché io sono sempre stata dall'altra parte della barricata - io sono sempre stata la vittima dei bulli e ogni volta che veniva descritto il modo in cui Morgan camminava a testa bassa e spalle curve nei corridoi evitando il contatto visivo mi si stringeva il cuore perché rivedevo me stessa fin troppo chiaramente. 

Con Sam ho avuto un rapporto di alti e bassi, ma mi ha anche fornito molto su cui riflettere. È chiaro che Sam si senta in colpa anche se ora è troppo tardi, ma ad un certo punto si chiede se un solo errore può definirti come persona per tutta la vita. Se uccidi qualcuno o assisti mentre un gruppo di ragazzi si approfitta di una ragazza ubriaca ad una festa, questo sì ti rende una persona orribile - ma partecipare in maniera passiva alla distruzione social e non di una persona ti rende un bullo per sempre? 

Per esperienza direi di sì - per il modo in cui l'ho vissuta dall'altra parte della barricata. Chi mi ha dato addosso da quando avevo tredici anni per me resterà sempre un bullo, ma è anche vero che ci sono facce che ricordo più di altre - ricordo fin troppo bene chi mi apostrofava direttamente, chi mi ha messo le mani addosso, chi mi ha fatto venire gli attacchi di panico e chi aveva un ruolo più marginale l'ho relegato in un angolo in cui l'odio brucia meno intensamente. 

Partecipare in maniera passiva e commettere un errore (o più di uno) ti rende un bullo per sempre? Non lo so, non ho una risposta definitiva a questa domanda. 

Con Sam è stato difficile rapportarsi anche per un altro motivo: i momenti in cui descrive la pressione a cui si sentiva sottoposto, al non voler essere visto e associato a Morgan per evitare di diventare il prossimo bersaglio sono qualcosa che posso capire a livello teorico sempre per il motivo che io ero dall'altra parte della barricata e non sono mai stata abbandonata dalle mie amiche - forse perché io ero un bersaglio troppo divertente e a loro non è mai successo niente. 

Ma ad un certo punto Sam parla di come Athena avesse lasciato a loro le armi e di come fossero stati loro ad usarle, senza che lei si sporcasse le mani e lì ho capito - lì mi sono rivista a quasi diciannove anni dopo aver litigato con una mia ex-amica, al picco massimo della mia rabbia e depressione adolescenziale e in classe (una tutta femminile, vi lascio immaginare) hanno usato il mio malumore e la pressione della maturità imminente per lasciare libero sfogo a tutta la cattiveria scagliandosi contro questa mia ex-amica. Senza che lo volessi, ma lo stesso mi sono ritrovata al punto che bastava una mia occhiata perché un'ondata di prese in giro si scatenasse senza che io aprissi bocca. Ero solo la scusa del momento, ma lo stesso non posso fare a meno di sentirmi una bulla se ripenso agli ultimi quattro mesi di quinta liceo.

E per questo Sam un po' l'ho capito e un po' no e per questo motivo questo libro mi ha messa in difficoltà. 


Essendo scritto in forma di diario non ci fornisce molto background - la stessa nascita e formazione dell'amicizia tra Sam e Morgan resta vaga - ma resta un libro che mi ha colpita e che mi ha spinta a riflettere. 
Sam arriverà ad ammettere la sua parte di colpa, a scoprire cose di Morgan che non sapeva, a voler essere una persona migliore e più coraggiosa senza nascondersi più dietro la codardia e la forza del gruppo e a vedere la falsità nella gente, in tutti quelli che avevano smesso di vedere Morgan come una persona e che ora piangono lacrime di coccodrillo. 

Morgan emerge nel diario di Sam e mi è davvero importato di lei, ma nessuno può davvero sapere cosa succede nella vita e nella mente di una persona - motivo per il quale bisognerebbe sempre essere gentili ed essere educati per non diventare bulli. 

4 commenti:

  1. Proprio una lettura che farebbe al caso mio. Confido nella traduzione, che sono pigro :)

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  2. Da un lato mi attira, dall'altro mi ricorda un po' troppo Tredici :/

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    1. Per certi versi mi sono chiesta se potesse esserci una somiglianza, ma per altri prende una direzione diversa.

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