lunedì 11 giugno 2018

What's on my bedside table? #50 | "A sangue freddo" di Truman Capote

Che si dice, miei cari lettori?

Speravo tanto oggi di scrivervi dal mio computer e invece non è così, perché quando ho telefonato questa mattina al tecnico per chiedergli se potevo ufficialmente andare a riprendermelo è venuto fuori che ci sono problemi con il mio profilo utente durante l'accesso e si è accorto che ci sono delle sezioni dell'hard-disk danneggiate. 

Le (non) gioie della vita sono infinite. 

Spero mi perdonerete un po' la chiacchiera che segue per giustificare la mia latitanza, ma vi avviso già che mercoledì non andrà online il consueto appuntamento del WWW - andrà online invece il No WWW, no party.  
Quelli scorsi sono stati giorni difficili ed estenuanti e non ho mai avuto il tempo o la forza per leggere: la stagione turistica è entrata nel vivo e giovedì ho dovuto fare tutte le cose che invece mi ero programmata per i giorni futuri - idem per il venerdì, in cui ho anche dovuto organizzarmi tutte le cose per il lavoro. 
E il weekend, per quanto ancora solo di mezza giornata lavorativa, ha ridotto le mie forze al minimo: più di cinque ore in piedi e una sofferenza emotiva per me avere a che fare con tutte quelle persone quando si è notoriamente asociali, allergici alla matematica e ai conti a mente e con l'ansia sociale. 
Motivo per il quale, una volta tornata a casa e con le gambe a pezzi, riesco a malapena a leggere due pagine prima di crollare addormentata. 

Bello vivere al mare quanto volete, ma la stagione turistica è un incubo. 


Ma passiamo ai libri e visto che fino a sabato non dovrei essere chiamata, domani proverò a mostrarvi i miei ultimi acquisti - sempre senza foto perché sono senza il mio computer - e ad andare avanti con la lettura del libro oggetto del post di oggi.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"A sangue freddo" di Truman Capote
Un resoconto giornalistico, narrato come un romanzo, di un fatto di cronaca nera avvenuto nel Midwest del 1959.


SONO A... 
Pagina 112. Probabilmente non sono neanche ad un quarto del libro nonostante sia passata quasi una settimana da quando l'ho iniziato. Ma non è colpa sua: è solo che, come avete potuto leggere sopra, sono stata indaffarata e sono stanca e accaldata e forse, nonostante l'ispirazione, avrei dovuto rimandarne la lettura di qualche mese per concentrarmi sul serio - ma a mia discolpa non pensavo che mi avrebbero chiamata così presto a lavorare visto com'era andata l'anno scorso. Comunque lo stile mi piace davvero tanto, proprio perché essendo un resoconto giornalistico in forma di romanzo e avendo Truman Capote studiato i fatti e raccolto le testimonianze, presenta uno dei miei espedienti narrativi preferiti: il narratore onnisciente. E lo fa presentando sia la famiglia che ne è rimasta vittima sia chi ne è stato responsabile, offrendo i punti di visti di quelli coinvolti ma anche di quelli un po' estranei alla vicenda. 


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... il fatto che sia la ricostruzione di un massacro eseguito proprio "a sangue freddo", spaventa e affascina allo stesso tempo in quanto cronaca nera.

2 commenti:

  1. L'ho sempre, sempre voluto leggere.
    Sarò l'anno buono?

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    Risposte
    1. Dai, mettiamoci d'impegno tutti e due! xD
      Non esiste che lo lascio solo a se stesso per tutta l'estate quando gli ho fatto la corte per anni!

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