martedì 26 novembre 2019

Jane Austen's World | Altre opere

Mentre il meteo fa un po' quello chi gli pare - domenica quasi mi serviva una canoa per uscire in giardino e ieri sono uscita senza cappotto né sciarpa dal sole e dalla temperatura che c'erano - oggi sono qui con un post diverso dai soliti e dedicato alla scrittrice che ho scoperto alle medie grazie ad una zia di mia madre e che mi ha regalato uno dei miei libri preferiti di sempre: Jane Austen. 


Come sempre un immenso grazie a Susy ed Ely che hanno creato e mi hanno coinvolta nel progetto, a Tania per la grafica e alle mie colleghe per le altre bellissime tappe. 

E ora veniamo a noi: loro vi hanno parlato dei romanzi completi che sono stati pubblicati, io sono qui per parlarvi dei suoi primi lavori e di ciò che è rimasto incompiuto e di quello di cui potreste non essere a conoscenza. 

---

Come non iniziare da Lady Susan, I Watson e Sanditon

Raccolti in un unico volume dalla Newton Compton - nell'edizione che possiedo io - questi tre lavori rappresentano tre diverse fasi della vita e della produzione artistica della scrittrice. 

Lady Susan si ritiene che sia stato scritto a metà degli anni '90 del 1700, non fu mai pubblicato dall'autrice ma dal nipote molti anni dopo - il quale diede anche il titolo all'opera. Questo - dopo il cambiamento di rotta avvenuto per Elinor and Marianne in Ragione e Sentimento - resta l'unico lavoro epistolare della Austen, ovvero narrato in forma di lettera. Si tratta anche dell'unico racconto in cui la Austen scelse degli aristocratici come protagonisti, prima di dedicarsi alla classe media nelle sue opere successive - ma sempre con arguzia e ironia. 

I Watson fu cominciato e poi abbandonato all'inizio del 1800 e la sua struttura e la sua storia rispecchiano quella che era la vita di Jane Austen in quegli anni. La storia infatti vede protagonista una ragazza che dopo essere stata cresciuta da una zia elegante e senza problemi di soldi, deve tornare a vivere nella sua famiglia di origine - povera e senza quasi prospettive. C'è molto della vita della Austen in queste righe, che in quegli anni aveva perso il padre ed era stata costretta a vivere in alloggi sempre più piccoli con la madre e la sorella pesando come un fardello sulle spalle dei fratelli. Quando poi la vita di Jane Austen si risollevò, abbandonò la stesura di questo romanzo non volendo più scrivere di sensi di colpa e miseria - lasciando quindi I Watson incompiuto. Il nipote della Austen, nella biografia della zia, ci riporta però quello che potrebbe essere stato il finale della storia in quanto Jane ne avrebbe parlato con l'amata sorella Cassandra. 

Sanditon fu l'ultima opera su cui Jane Austen mise le mani, ma che non riuscì a finire perché sopraggiunse prima la morte. Sanditon sarebbe potuto essere l'inizio di una nuova direzione nelle storie dell'autrice se fosse vissuta più a lungo per scriverle perché quel poco che possiamo leggere di Sanditon ci porta una ventata d'aria fresca, ci porta l'impressione di una società che cambia e che si apre ai tempi nuovi e alla modernità e che forse ci avrebbe regalato un nuovo eroe su cui sospirare in Sydney Parker. 

Tre opere diverse per tre fasi molto diverse della vita personale e artistica dell'autrice che sono però ognuna indimenticabile a modo suo. 


Se non dovesse bastarvi, esiste anche Sir Charles Grandison - che io trovai per caso da Libraccio due anni fa. 
 
L'introduzione e la postfazione danno due interpretazioni diverse di quello che è racchiuso tra le pagine - e io mi sento più vicina alla linea di pensiero dell'introduzione perché scritta da una donna il cui nome era comparso molto spesso nelle mie ricerche quando ho scritto la mia tesi di laurea su Orgoglio e Pregiudizio. In origine, The History of Sir Charles Grandison è un romanzo epistolare in sette volumi scritto da Samuel Richardson (autore amato dalla Austen), ma una Jane quindicenne l'avrebbe ridotto a cinque brevi atti in modo da poterlo recitare in famiglia come forma di intrattenimento. Tra le righe si leggono molte delle sue battute sagaci che si prestano a doppi sensi, ma c'è chi confuta questa teoria - c'è chi confuta questa Jane così vivace e irriverente e con una passione per il teatro perché va a collidere con l'immagine di donna riservata e conservatrice che molti membri della sua famiglia hanno cominciato a dipingere dopo la sua morte, partendo proprio dall'eliminazione quasi totale delle lettere scritte da Jane. L'altra teoria sarebbe quella della nipote Anne di sette anni che un giorno si è presentata a zia Jane con il canovaccio di questa storia, dettandogliela in modo che la scrivesse - e l'opinione dell'autore della postfazione è che l'abbiano scritta insieme, che quella di Jane sia stata una lezione pedagogica per Anne. Ho trovato la "voce" di Jane Austen in molte righe, ma allo stesso tempo questo testo teatrale non mi ha fatta impazzire - e forse dipende dal fatto che non conoscendo per niente l'opera originale, i salti temporali fanno risultare del tutto incomprensibili le scene negli atti successivi e perfetti sconosciuti i personaggi. Io resto dell'opinione che sia stata scritta da Jane Austen - anche perché, come viene spiegato nell'introduzione, nel testo (sia quello rimasto che quello tagliato) ci sono riferimenti al matrimonio e molte allusioni a ciò che succede in quelli infelici grazie ad un certo personaggio che fa intendere violenze e stupro - non ce la vedo proprio una bambina di sette anni, per quanto nipote di Jane Austen, a rielaborare una cosa del genere. 



Nella mia collezione c'è anche Love and Freindship: And Other Youthful Writings, una raccolta dei suoi scritti giovanili tra racconti brevi, lettere immaginarie, sketch e piccole storie - che dovrebbe (dovrebbe!) avere una corrispondenza con questo volume in italiano chiamato Juvenilia. Io ho preso questa edizione della Penguin Classics all'inizio dell'estate in giugno, ma con tutte le cose a cui ho dovuto dare la precedenza non l'ho ancora letto. Da ciò che ho visto nell'indice però contiene Lady Susan e un altro paio di cose che ho già letto. 


 

Tra i miei possedimenti c'è pure questo piccolo volumetto - sempre della Penguin Classics: The Beautifull Cassandra.

Oltre alla storia omonima che dà il titolo al volumetto, questa è una piccolissima - infinitesimale - selezione dei suoi scritti giovanili, di quelli ironici e pieni di sarcasmo nei quali prendeva in giro gli usi e i costumi della società in cui viveva e ne portava quasi all'esasperazione alcuni tratti, che poi leggeva alla sua famiglia per il loro divertimento. Si parla di balli e di corteggiamenti, si parla di amore e di buon senso, si parla di rendite annuali e di vestiti messi una volta di troppo, si parla di virtù e di difetti grandi come peccati capitali - tutto raccontato con arguzia e sagacia, quelle caratteristiche che l'hanno sempre descritta come scrittrice. Ciò che è contenuto in questo volumetto di poco più di cinquanta pagine è altresì contenuto nel volume che vi ho mostrato prima sopra. La storiella vera e propria che dà il titolo a questo volumetto la potete trovare anche da sola in italiano con il titolo La bella Cassandra edito Garzanti. Grazie all'estratto su Amazon ho visto solo quella, ma dal momento che la trama sull'immagine del retro di copertina è la traduzione letterale di quella sulla mia copia della Penguin, può anche darsi che ci sia pure il resto. Il resto inteso quello che è contenuto nel volumetto nero, non nel libro cicciotto di quasi 450 pagine - di cui però potete trovare tradotto in italiano da solo, l'ho appena scoperto, anche Evelyn
In teoria, però, se davvero gli Juvenilia corrispondono a Love and Freindship: And Other Youthful Writings, allora trovate tutto in quel volume.

---

La mia tappa era l'ultima e il viaggio finisce qui ma, se per caso vi siete persi qualcosa in questo approfondimento su Jane Austen, sotto trovate il calendario per recuperare! 


6 commenti:

  1. L'ultimo che hai citato non lo conosco ma penso che se avesse continuato a scrivere avrebbe avuto tante tantissime fan 😍
    Grazie di aver partecipato a questo progetto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ne sono sicura anche io!
      Grazie per avermi coinvolta! :)

      Elimina
  2. Mi vergogno un po' ad ammetterlo essendo una fanatica della Austen ma di questi ho letto solo i primi tre che hai citato. E solo di recente visto che mi era piaciuta così tanto la serie di Sanditon da andare a leggermelo. Peccato non sia riuscita a finirlo, davvero peccato. Sidney si prospettava un altro affascinante gentiluomo per cui sospirare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io la serie non l'ho ancora vista - sono un po' titubante perché ho letto pareri un po' negativi su alcune cose! >.<

      Elimina
  3. Mi sto accorgendo di quanto sappia poco di Jane Austen, all'infuori dei grandi romanzi!! Ho un bel po' da recuperare, visto che conoscevo solo "Lady Susan" :D

    RispondiElimina