Ed ecco svelato l'arcano, se qualcuno se lo fosse mai chiesto: sono di Comacchio, patria dei Trepponti e dei suoi sette lidi in provincia di Ferrara.
E dopo invidie e rosicamenti per il Salone del Libro a Torino e Tempo di Libri a Milano - da parte mia, sia chiaro, vista la distanza in chilometri - durante questo weekend abbiamo avuto anche noi ospiti di un certo spessore.
Iniziato venerdì e oggi alla sua conclusione, il suo direttore artistico è stato Marcello Simoni - che io avevo conosciuto ancora alla fine del 2011 durante il mio tirocinio universitario in biblioteca.
Se siete passati per il mio blog in questi ultimi giorni, avrete forse visto un libro in lettura che non era stato programmato nel WWW Wednesday dell'ultima volta.
Questo perché ospite ieri a Comacchio c'è stato Carlo Lucarelli e in due giorni mi sono letta L'ispettore Coliandro.
La mia storia con il libro contenente Nikita, Falange armata e Il giorno del lupo è stata un po' travagliata, a dire il vero.
L'avrò forse iniziato due o tre volte nel corso degli anni e ogni volta dovevo interrompermi per forze di causa maggiore, non riuscendo mai a concludere neanche Falange armata. L'ultima volta che l'ho preso in mano è stato proprio durante il mio tirocinio universitario e ho trovato ancora lo scontrino che usavo come segnalibro fermo nel bel mezzo di Falange armata, quando mi sono bloccata lì nel momento in cui la scrittura della tesi universitaria ha preso il sopravvento.
E con Carlo Lucarelli a Comacchio mi sono detta che era giunto il momento di concludere quello che avevo iniziato anni fa. Quindi la mia è stata una rilettura solo in parte e poi ho finalmente letto anche Il giorno del lupo.
Io sto appena fuori dal paese, ma in macchina ci metto cinque minuti ad arrivarci e quando sono arrivata alla fine dell'intervento precedente a quello di Lucarelli ovviamente tutte le sedie erano occupate, ma non era un problema per me restare in piedi e comunque l'acustica era perfetta - eravamo all'aperto proprio alla base dei Trepponti e per fortuna è stata una bella giornata.
Come sa chi frequenta il mio blog, gialli e noir non sono generi che leggo abitualmente - solo ogni tanto, ma amo Coliandro e non potevo perdere l'occasione di tentare di farmi autografare la mia copia de libro.
Questa è stata la mia prima esperienza - non ero potuta andare a sentire Sara Rattaro quando è venuta in biblioteca a presentare il suo ultimo libro - e ammetto che ero nervosa perché sono molto timida ed espormi mi fa venire un attacco d'ansia.
Oltretutto non sapevo quanta gente avrei trovato e se avrei avuto l'occasione per avvicinarmi a Lucarelli.
In realtà è stato lui a venire da me, se così si può dire.
Stavo ascoltando la fine dell'intervento di Barbara Baraldi, Cristina Marra e Marilù Oliva quando ho visto avanzare Marcello Simoni nella mia direzione insieme a Carlo Lucarelli.
E si sono fermati proprio di fronte a me.
Onestamente mi prendeva male farmi avanti, soprattutto visto che Marcello gli stava presentando delle persone, ma poi ho visto un signore che gli avvicinava e ho visto Lucarelli prendere una penna dal taschino della giacca e così ansia levati, ho tirato fuori la mia copia di Coliandro dalla borsa e ho chiesto se potevo interrompere, mi sono presentata e gli ho chiesto l'autografo sul libro.
Ospite insieme a lui, Maurizio de Giovanni - l'autore de I bastardi di Pizzofalcone. È stata un'ora e mezza che è davvero volata ed è stata anche molto divertente perché sono entrambi molto ironici e dalla battuta pronta.
È stato chiesto subito cosa sono per loro il giallo e il noir ed entrambi hanno parlato di quello che li ha avvicinati al genere, prima come lettori e poi come scrittori.
Si è parlato delle trasposizioni televisive dei loro romanzi, delle scelte sulle quali magari non sono stati d'accordo e del loro coinvolgimento nella realizzazione. Si è parlato degli attori che interpretano i loro personaggi e se questo influisce poi sulla scrittura dei nuovi romanzi e Lucarelli ha detto che con il commissario De Luca riesce ancora a mantenere le distanze e a scrivere di lui a differenza di Coliandro - il Coliandro dei libri è più cattivo, una persona più brutta e meschina; il Coliandro di cui scrive ora ha preso vita in televisione attraverso Giampaolo Morelli. Non deve nemmeno più scrivere sul copione le espressioni del viso o i gesti perché sa come li interpreterà Morelli e come riprenderanno la scena i Manetti. Ora come ora, non riuscirebbe a scrivere di Coliandro in un libro, ma in televisione sì e a quanto pare stanno già girando i nuovi episodi a Bologna. Entrambi però hanno detto che i personaggi sono loro a conoscerli e proprio a causa di questa conoscenza "interiore" riescono ancora a dipingerli come sono stati concepiti in origine e senza le influenze fisiche dettate dagli attori che li interpretano.
È stato anche domandato loro quale mistero avrebbero voluto risolvere o quale li ha più affascinati - De Giovanni ha parlato del caso della ragazza in Austria tenuta prigioniera nel seminterrato per vent'anni da suo padre e Lucarelli ha parlato de I misteri di Alleghe.
Mi è piaciuto molto, è stato un intervento molto dinamico e senza mai silenzi o pause.
[perdonate la qualità pessima dello zoom del mio cellulare]
Speriamo che il Book Festival di questo weekend sia solo il primo di tanti.