venerdì 28 aprile 2017

[Recensione] "Lontano da te" di Romina Casagrande

Oggi vi voglio parlare di un romanzo che, sebbene non del genere che leggo di solito, mi ha comunque emozionata parecchio. 
Prima di parlarvene però voglio ringraziare Alessandra Zengo - che si occupa della promozione online - per averlo portato alla mia attenzione.


Titolo: Lontano da te
Autrice: Romina Casagrande
Data di uscita: 24 marzo 2017
Pagine: 200 (copertina flessibile)
Editore: Arkadia

Trama: Sofia, poco più di vent'anni, vive a Londra con la consapevolezza di aver raggiunto gli obiettivi che si era prefissata: un buon lavoro e un uomo che ama. Eppure, tra le pagine del suo diario, aleggiano un'ombra e un ricordo, scaturiti da una fotografia. È questo l'unico elemento che la tiene ancora legata alla sua amata Toscana. In quell'immagine, un volto: quello di Bianca. Così diversa e al contempo simile a lei. E sarà proprio il desiderio di incontrare di nuovo sua sorella a riportarla nella natia Siena, nel tentativo di comporre il suo «quadro vivente», la trasposizione dell'Ophelia di J.E. Millais, basandosi sulle fattezze di Bianca che somiglia così tanto alla musa originale dell'artista, la grande Elizabeth Siddal. Giunta a Siena, si troverà immersa in un'avventura dalle mille sfumature, che la porterà a incontrare personaggi misteriosi come Moses, a interrogarsi sul passato e accadimenti che l'hanno strappata alla sua terra. Un percorso difficile, in cui tenterà di riconquistare anche la fiducia di Bianca. Ma prima dovrà affrontare i propri demoni e, finalmente, raccontare la verità sulla notte che le ha unite e divise, forse per sempre.



La storia inizia con Sofia, italiana che ora vive a Londra da qualche anno e di mestiere fotografa. Lavora con i suoi due amici Win e Lydia, convive con il suo ragazzo Ryan ed è una grande ammiratrice dell'Ophelia di Millais esposto alla Tate. 
Sembra tutto perfetto, vero? 
Peccato che ultimamente Ryan sia sempre più spesso in viaggio di lavoro e stia temporeggiando su una decisione che hanno preso come coppia, ma Sofia è sorda di fronte ai dubbi che le espone Win. 
E quel quadro scatena più che ammirazione in lei - per lei diventa un'ossessione e risveglia incubi e un passato che credeva lasciato in Italia ogni volta che lo vede perché in quella Ophelia distesa nell'acqua rivede sua sorella Bianca. 

Finché qualcosa scatta, fino a quando la verità è impossibile da continuare ad ignorare e Sofia decide di tornare in Italia per tentare di recuperare il rapporto con sua sorella, per dare una nuova vita a Lizzie Siddal con Bianca come modella, per chiudere il cerchio. 
Sofia parte, accompagnata dall'amico Win e il suo bambino Matt e da Lydia - che in realtà è stata la prima a proporre il viaggio per scappare da una brutta situazione a Londra. 

In realtà, prima di conoscere tutti loro, il romanzo inizia a Berlino nel 1943. 
Qui c'è un bambino di nome Moses che osserva dalla finestra della cucina i "lupi" portare via i quadri di suo padre e la cui vita - e quella di coloro a cui tiene - cambierà per sempre quella notte. 
Ma anche in questa storia il quadro di Millais rappresenta qualcosa di importante - rappresenta un filo con il passato, rappresenta tutto ciò che resta di una famiglia. 

Le coincidenze della vita o il destino oppure la magia della Toscana li fanno ritrovare tutti al Bed & Breakfast Peonia, dove Moses è ospite da diverso tempo della proprietaria Clelia e di suo figlio Stefano e dove Bianca lavora. 
E ancora l'Ophelia di Millais rivestirà un ruolo fondamentale, fungendo da ponte tra le loro vite e il loro passato per costruire forse un futuro più bello. 

Moses e Sofia instaurano un rapporto bellissimo, fatto di comprensione reciproca per i rispettivi rimpianti e sensi di colpa e di amore per Elizabeth Siddal e la sua storia. 
Moses aspetta, sta aspettando di ricevere una visita perché manca solo un tassello per ricostruire le vite perdute in quella notte del 1943 - quella notte nella quale ha preso in qualche modo la vita di un altro. 
Sofia ancora non riesce a parlare della notte in cui tutto e cambiato tra lei e sua sorella Bianca, quest'ultima ancora ignara della versione reale degli avvenimenti - ma ci sta provando. Così come sta provando a smettere di scappare.

Bianca ha lasciato la casa di famiglia e non riesce più a tornare su quella spiaggia tanto amata una volta, ma ora così piena di ricordi e dolore. Lo shock di vedere Sofia dopo due anni porterà di nuovo a galla tutto quello che in realtà non ha mai dimenticato, ma sarà costretta ad affrontarlo una volta per tutte. 

È un romanzo delicato e scritto molto bene, con uno stile e un uso delle parole che danno ad ognuno dei personaggi una sua voce distintiva e riconoscibile: la saggezza di Moses, la generosità di Clelia, la paura di Sofia, l'insicurezza di Bianca, l'altezzosità di Lydia, la gelosia di Stefano, la tranquillità di Win, la dolcezza di Matt.

Ho amato Moses e nelle parti dedicate a lui e alla sua storia mi sono commossa più di una volta. L'amicizia e l'affetto con Sofia sono immediati, sprigionano un calore che aiuta entrambi ad accettare il passato e a muovere i primi passi verso il futuro - un futuro forse non più tanto lungo per Moses, ma ancora tutto da vivere per Sofia. Il loro rapporto è quello che mi ha emozionata di più, uniti dal fatto che entrambi hanno preso una vita che non era loro da prendere - chi per necessità e chi per scelta e le cui conseguenze sono ancora causa di tormento. 

Bianca è dipinta come bellissima, fragile ma anche più forte di quanto lei stessa creda. E soprattutto con una grandissima forza di perdonare. 

Lydia, devo ammetterlo, è il personaggio che mi è piaciuto meno - e anche quello che rimane più oscuro fino alla fine. 
Lydia è ambigua e imprevedibile, non si riesce mai a capire cosa provi davvero - sappiamo solo che non crede più nell'amore e che c'è sempre un po' di malizia in tutto quello che fa. Come dice Win a Sofia, Lydia ha tutta una vita di cui non parla. 
E proprio di quella vita io avrei voluto sapere di più, perché lascia a Londra una situazione un po' scomoda e non si sa poi come finisca. 

Resta comunque il fatto che questo romanzo mi è piaciuto molto. 
Delicato, curato nelle parti storiche e artistiche, descrittivo al punto giusto senza mai annoiare e deliziando il lettore con i colori e i profumi delle colline toscane al tramonto in una sera di quasi estate. 
Si parla di amore, tradimenti, fiducia, poesia, musica, sensi di colpa, rimpianti, speranza - in un gioco in cui la vita imita l'arte e poi prende una strada tutta sua. 


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