venerdì 28 settembre 2018

[Spotlight] "Dentikit" di Simone Sanseverinati

Oggi vi porto la segnalazione di un altro libro pubblicato proprio ieri dalla Santelli Editore - non un romanzo vero e proprio, quanto piuttosto un'antologia di scritti.


Titolo: Dentikit
Autore: Simone Sanseverinati
Genere: antologia di scritti introspettivi fittizi (legati da una cornice)
Finale: conclusivo
Data di uscita: Settembre 2018
Pagine: 77
Prezzo: € 4,99 (eBook) - € 9,90 (cartaceo)
Editore: Santelli Editore
Link d'acquisto: https://www.santellieditore.it/product/dentikit/

Trama: Dentikit non è un diario e non si avvicina nemmeno allo scritto biografico.


Il tema principale è la solitudine in un testo in cui la forma segue il contenuto. Struttura e percorso convergono nella solitudine. Un cammino parallelo caratterizzato da alto- e bassopiani senza incorrere in salite e discese.
La campana di vetro che si rompe, le aspettative che non hanno compreso i desideri, le pulsazioni, le pretese...


È la vista di un uomo che per restare saldo, tiene le mani in tasca. Marco Recaltelli non scrive a scopo terapeutico, né per lasciare un’impronta ai posteri, scrive perché non può fare altro. I vari passi sembrano apparentemente sconnessi, sono il prodotto di una personalità ineffabile.
Il protagonista si sente come il fiasco di vino che viene riempito, svuotato, di nuovo riempito e ancora svuotato.
 

Consapevole che prima o poi verrà buttato per l’eccessivo utilizzo, o peggio ancora cadrà.

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L'autore: 
Simone Sanseverinati, classe '92, è laureato presso l'Università degli Studi di Macerata all'indirizzo Storico della facoltà di Lettere.
Nel 2017 pubblica due raccolte. 
Nel 2018 arriva 'Dentkit' con Santelli Editore. 
Ha ricevuto diversi riconoscimenti letterari.

giovedì 27 settembre 2018

BRT: Breve Riassunto della Trama - Special Edition #3: "Drive" & "Driven" di James Sallis

Solita introduzione: se è la prima volta che capitate qui sul mio blog oppure vi siete persi la prima puntata e non avete ancora capito esattamente di che rubrica si tratti, potete leggere il mio monologo su come mi sia venuta l'idea e da dove sia nato il titolo QUI

BRT: Breve Riassunto della Trama è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale, a gruppi di cinque - o quasi, vi offro la mia opinione su quei libri a cui non ho dedicato un post di recensione sul blog.

Bene, bene, bene. Perché special edition
La risposta è presto data.

I libri protagonisti di questo post si prestano ad una variante di questa rubrica - io e il mio blog alla fine siamo un po' come le scale a Hogwarts, ci piace cambiare.

Ecco quindi la special edition, un qualcosa che va a collocarsi in mezzo tra la sinteticità di BRT: Breve Riassunto della Trama e la (quasi perenne) prolissità delle mie recensioni.

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Vi avevo chiesto come avreste preferito che vi parlassi di Drive e Driven di James Sallis. 

Mi avevate risposto scegliendo un BRT per il primo volume e una recensione per il secondo, ma poi mi sono ricordata della Special Edition e ho pensato di adottare questa soluzione - così posso darvi un'infarinatura di Drive senza essere limitata dalla brevità di un BRT normale e poi posso parlarvi di Driven.

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Quando ho visto al cinema il film Drive, diretto da Nicolas Winding Refn e con protagonista uno dei miei attori preferiti - Ryan Gosling, sono uscita dalla sala totalmente fulminata. Con quel film è stato amore a prima visione. 

Una storia brutale e violenta, una storia di vendetta in cui pur dicendo forse solo dieci battute, Ryan Gosling dà una prova magistrale di recitazione. 

Solo dopo, non ricordo come, ho scoperto che il film era tratto da un libro e sebbene normalmente non mi piacciano le edizioni tie-in con in copertina il poster del film, non ho saputo resistere all'edizione con Ryan Gosling sulla cover e l'esterno delle pagine rosa fluo come il titolo e le scritte sulla locandina del film e nei credits iniziali. 


Titolo: Drive
Autore: James Sallis

Serie: Drive #1
Data di uscita: 2011
Data di uscita originale: 1 settembre 2005
Pagine: 192 (copertina flessibile)
Editore: Oldcastle Books Ltd
Link Amazon: https://amzn.to/2xwWBzD

Trama [tradotta da me]: 'Io guido. Questo è quello che faccio. Tutto quello che faccio.' 

Molto più tardi, mentre è seduto con la schiena contro il muro di una camera del Motel 6 appena a nord di Phoenix, guardando la pozza di sangue che avanza verso di lui, Driver si chiederà se ha commesso un terribile errore. Più tardi, ovviamente, non ci sarà alcun dubbio. Ma per adesso Driver è, come si dice, nel momento. E il momento include questo sangue che avanza verso di lui, la pressione data dalla luce di un'alba ormai sorta alle finestre e alla porta, i suoni del traffico dall'interstatale vicina, il suono di qualcuno che piange nella stanza accanto...

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Dunque: io amo il film e credo che questo sia uno di quei casi in cui si possa dire tranquillamente che la trasposizione cinematografica è migliore dell'opera originale. 

Ho letto il libro nel novembre 2015 e quindi non ricordo benissimo tutto - motivo per il quale mi affido alla mia recensione su Goodreads che però, purtroppo, non ho scritto in maniera dettagliata. Ma tra domenica e lunedì l'ho sfogliato velocemente per rinfrescarmi un po' la memoria. 


Per non fare spoiler a nessuno, sia a chi non ha letto il libro e sia a chi non ha visto il film, sarò breve: il protagonista non ha un nome - lui è semplicemente Driver, stuntman di giorno sui set holllywoodiani e autista dell'auto della fuga di notte. 
Nessuno guida come lui e nessuno è bravo a seminare i poliziotti quanto lui, ma guidare è tutto quello che fa: lui non partecipa alle rapine, non vuole sapere i dettagli, lui si occupa solo di guidare e di portare a destinazione i passeggeri. 

Ma poi un colpo va male - forse il tempismo sbagliato, forse la situazione sbagliata. E anche Driver, che di solito resta fuori dagli affari di chi l'assunto, viene tirato in mezzo - e se ti ritrovi in una situazione in cui cercano di ucciderti insieme a quelli che hanno effettuato il colpo... beh, la prendi alquanto sul personale. 
Motivo per il quale Driver non si fa scrupoli ad usare la più bieca violenza pur di essere lasciato in pace da chi lo vuole mettere a tacere.  


Il libro ha secondo me dei difetti non da poco. 
In primo luogo è scritto in un inglese a volte atipico, con frasi interrotte quasi a metà o con parole che non si trovano nel loro posto abituale all'interno della frase. 
In secondo luogo a volte non si capisce quale personaggio stia parlando e ci sono parecchi personaggi minori, ma non sono descritti abbastanza. 
In terzo luogo - e questo è l'aspetto più importante - ha una narrazione non-lineare, il che per me non sarebbe un problema se fosse specificato in quale punto della vita di Driver ci troviamo. Invece i flashback saltano avanti indietro senza rispettare una particolare cronologia - vediamo Driver bambino, poi adulto a Los Angeles, ma poi torniamo indietro a Phoenix, siamo di nuovo a L.A. e poi ancora a Phoenix ma non si capisce se gli eventi che stiamo leggendo adesso siano successi prima o dopo quelli che abbiamo letto in precedenza. 

Lo stesso sceneggiatore del film ha dichiarato che ha fatto fatica a scrivere l'adattamento del libro proprio a causa di questa narrazione non-lineare che non segue una timeline dettagliata. 
Il film riesce dove il libro fallisce: il film prende le due storylines principali - anche se la prima nel libro ha un ruolo marginale - e ne crea una unica, dando anche più spessore e personalità ai personaggi secondari. 
Ecco che quindi la storia di Irene e Standard e la storia di Blanche diventano una cosa sola e danno anche una "giustificazione" alla violenza di Driver. 

Molti dettagli cambiano da libro a film, ma secondo me per il meglio.
Il libro ha di buono che, pur a spezzoni, fornisce un background a Driver mentre nel film resta tutto avvolto nel mistero, facendoci vivere Driver solo in quel momento - senza passato e senza futuro. 
Driver in ogni caso mi è piaciuto sia nel libro che nel film - non è un eroe, ha assistito a scene violente sin da quando era piccolo e crescendo è diventato solo più bravo ad usare quella violenza. Ma è anche tremendamente leale con quelli a cui si affeziona - e sono pochi, cosa che lo spinge a ricorrere a qualsiasi mezzo in caso di necessità. 

Da quello che ho visto, Drive è un libro che divide i suoi lettori - basta che andiate a vedere le recensioni su Goodreads. 
C'è chi lo osanna definendolo un capolavoro di scrittura scorrevole e avvincente e chi come me ha fatto fatica, dando addirittura una valutazione a due stelle. 
Immagino che quindi dipenda da che tipo di lettore sia quello che si approccia al libro.

Al libro avevo dato una valutazione a tre stelle e devo dire che, sebbene oggi sia quasi tentata di abbassargli il voto, sfogliandolo velocemente all'inizio di questa settimana forse l'ho trovato più "comprensibile" avendolo già affrontato una volta - ma i difetti che ho elencato all'inizio restano, quelli li ho riscontrati ancora una volta. 

Drive è stato tradotto in italiano, ma credo non sia più in commercio - a meno che non vogliate vendere un rene sul marketplace di Amazon.  

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Titolo: Driven
Autore: James Sallis
Serie: Drive #2
 Data di uscita: 3 aprile 2012
Data di uscita originale: 1 gennaio 2012
Pagine: 158 (copertina flessibile)
Editore: Poisoned Pen Press
Link Amazon: https://amzn.to/2QDyjNb



Per questo secondo volume ho scelto di non riportare la trama perché spoilera il finale di Drive se non avete mai letto il libro e/o visto il film. 

Sono passati sette anni dalla fine di Drive - anni in cui Driver ha assunto il nome di Paul West, si è creato una vita e un lavoro e delle relazioni - una di amicizia con l'ex-Ranger Felix nata durante un "lavoro" e una sentimentale con Elsa. 

Ma un giorno tutto cambia e in un agguato per strada contro Driver, Elsa viene uccisa. 
Se prima Driver era stato solo un danno collaterale in qualcosa iniziato da altri e in cui si era trovato invischiato nel più classico posto sbagliato, momento sbagliato, adesso invece è personale - motivo per il quale sentirà di nuovo la necessità di avere una macchina potente sotto di sé per seminare chi sembra trovarlo ovunque vada. 
E anche stavolta non tratterrà la sua violenza nella sua scalata dallo scagnozzo più infimo fino alla testa di chi ha dato l'ordine di ucciderlo.  


Anche questa sarà una recensione a tre stelle, ma di quelle tre stelle che stanno lì a tremolare - quelle stelle che forse dovrebbero essere due ma che senti come troppo poche, quelle stelle che sono tre ma che brillano un po' meno di quanto dovrebbero fare. 

Credo che il mio problema sia proprio con lo stile di James Sallis, che mi sembrava di trascinarmi dietro come una zavorra ad ogni pagina che giravo. 

Questa volta, grazie al cielo, la narrazione è più lineare - anche se le prime due volte mi sono usciti gli occhi fuori dalla testa quando incontravo capitoli dal punto di vista un personaggio che non c'entrava assolutamente niente, anche se poi ho capito perché ci sono - ma ci sono sempre quelle frasi... tronche, quasi mancasse qualcosa. 
Sembra come se le informazioni arrivino con delle interferenze e James Sallis scrive queste frasi criptiche che sinceramente per me continuano a restare oscure - riferimenti al destino finale di Driver che non capisco se diventeranno la realtà dei fatti oppure se sarà solo il modo in cui il suo amico sceneggiatore Manny deciderà di far finire il suo copione sulla vita di Driver anni dopo. 
L'inglese usato da Sallis è sempre di livello avanzato, sempre particolare e con parecchio uso di slang, ma l'ho trovato migliore e più comprensibile rispetto a Drive.

L'azione promessa dalla trama è molto scarsa e quelle 147 pagine mi sono sembrate il doppio - e avrebbero anche potuto essere accorciate perché ci sono molti discorsi e riflessioni e momenti in cui Driver lavora alla macchina. E forse è un limite mio con questo autore, ma ancora una volta ho sentito come se in alcuni momenti mancasse una vera timeline che mi desse l'idea dell'ordine degli eventi. 
C'è stato poi un momento in cui non ho capito più niente - tanti nomi, tanta gente al di sopra di altra gente, motivazioni di questo rancore verso Driver che sembravano non esistere. Mi sono consolata con il fatto che anche Driver sembrava un pesce fuor d'acqua, incapace di capire e trovare una ragione pure lui.

Driver è sempre in gran spolvero quando si tratta di dare sfoggio a tutta la violenza di cui è capace, ma forse proprio a causa di quei "tempi morti" sembrava quasi prendersi il suo tempo invece di avere quella fretta concitata che mostrava nel primo libro. 
Il punto è che non sembra mai di riuscire davvero a conoscere e capire Driver, sempre silenzioso e misterioso anche alla luce della morte di Elsa - i suoi sentimenti non vengono mai alla luce sulla carta, motivo per il quale ritengo che Ryan Gosling abbia fatto un lavoro eccellente in quanto ad espressività facciale.

Su Goodreads ho visto che anche questo libro ha diviso gli utenti - ci sono recensioni a cinque stelle e recensioni a due stelle. 
Io mi trovo ancora una volta nel mezzo, in bilico tra quelle due e tre stelle - con una propensione per queste ultime. Perché la storia mi piace, Driver - nel suo essere un antieroe violento che tende a farsi gli affari suoi - mi piace, ma ho seri problemi con la sua esecuzione ad opera di James Sallis. 

E sono anche costretta a dirmi d'accordo con quelli che scrivono che un sequel di Drive non era necessario, che la storia poteva finire esattamente là dove finiva Drive - esattamente come nel film. 

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Questo è tutto, lettori.  
Personalmente non credo che leggerò altro di Sallis, continuerò sempre a preferire il film che è stato tratto da Drive ma, nonostante la fatica, non sono pentita di aver letto i libri perché hanno dato un background a Driver che mi ha fatto piacere conoscere nonostante la perfetta interpretazione da "senza passato e senza futuro" data da Ryan Gosling. 
E almeno, se mai deciderete di affrontare questi libri, sapete cosa aspettarvi - ma, come vi ho già detto in precedenza sopra, credo che il vostro apprezzamento dipenderà molto da che tipo di lettori siete.