lunedì 7 maggio 2018

[Recensione] "Io sono l’usignolo" di Emanuela Navone

Ben ritrovati in questo nuovo inizio di settimana! 
Sono stata un po' assente un paio di giorni dopo l'ultima recensione - quella di Sadie di Courtney Summers, libro che mi ha davvero fatta a pezzettini - perché dovevo riprendermi da quella tempesta emotiva e poi mi sono venuti un paio di attacchi di narcolessia, roba che potevo addormentarmi in ogni luogo e ad ogni ora. 

Ma bando alle ciance e passiamo al libro protagonista di oggi - e ringrazio la sua autrice per la copia digitale che mi ha gentilmente inviato. 


Titolo: Io sono l’usignolo
Autrice: Emanuela Navone
Data di uscita: 10 dicembre 2017
Pagine: 256
Editore: self-publishing
Link Amazon: https://amzn.to/2HyWC9L

Trama: Chi è Florian Chevalier e perché ha bruciato la casa del sindaco di Val Salice? Questo si domanda il giornalista Rubino Traverso, intenzionato a scoprirne di più e sorpreso che nessuno voglia raccontare nulla.
Quando, proseguendo le ricerche, inizia a ricevere disegni bizzarri e strani messaggi intimidatori, capisce la verità non deve venire a galla. Che cosa nascondono gli abitanti di Val Salice?
In un agosto spazzato dal vento, Rubino scoprirà a poco a poco che perfino un piccolo paese sperduto fra i monti liguri ha i suoi scheletri nell’armadio. E dovrà scoprire quali.

Cosa sei disposto a perdere pur di conoscere la verità?


--- ---

Nell'agosto del 2000, Rubino Traverso e la sua famiglia si trasferiscono dalla città a Val Salice - nell'entroterra ligure. Il motivo è legato principalmente a problemi sul lavoro riscontrati dalla moglie, ma nemmeno il lavoro di Rubino va a gonfie vele: se non trova presto un articolo interessante di cui scrivere per conto del suo giornale, la sua rubrica è praticamente già cancellata. 

Fermatosi nella farmacia del paese limitrofo, la donna al bancone gli accenna ad un incendio avvenuto vent'anni prima in cui tale Florian Chevalier avrebbe dato fuoco alla casa del sindaco - uccidendo lui, la moglie e il figlio. 
Tutti dicono che fosse pazzo come sua madre, ma è davvero quello il motivo per cui lo ha fatto? Oppure c'è qualcos'altro dietro?

Rubino rimane incuriosito dalla storia, ma in paese sbatte contro un muro di silenzio e viene accolto con sguardi sospettosi. 
Perché nessuno ne vuole parlare? Perché tutti gli dicono di stare alla larga dalla storia? Cosa non vogliono che venga alla luce? 

Presto Rubino inizia a ricevere disegni e filastrocche inquietanti, tutte firmate a nome dell'Usignolo. Che sia davvero Florian Chevalier a minacciarlo? 
Nonostante alcune incertezze le minacce non fanno desistere Rubino, ma sarà disposto a pagare il prezzo della sua ricerca? 


Dopo un inizio forse un po' lento, questa storia a tinte a tratti horror ha saputo davvero coinvolgermi - specialmente nella seconda metà. 
Rubino è un uomo come tanti, un giornalista che ripensa con nostalgia a quelli che chiama i Tempi Felici con la moglie Rossana e la figlia Stella - quelle istantanee di vita così perfette che chissà come si sono perse, lasciando i rapporti tra loro a volte troppo tesi e con una comunicazione non sempre ottimale. 

È Val Salice stesso ad incutere timore, con i suoi cambi repentini di tempo e con i suoi abitanti che diffidano della gente nuova e che tengono i loro scheletri ben sepolti. 
A Val Salice c'è più di quello che incontrano gli occhi e Rubino lo scoprirà a caro prezzo grazie a persone che non sono quello che sembrano e altre che si rivelano invece un aiuto inaspettato - in questo senso, togliendo la componente fantascientifica che qui non si applica, mi ha ricordato molto Wayward Pines di Blake Crouch.  

A circa metà della storia, l'autrice ha fatto una scelta che reputo davvero coraggiosa: forse una piccola parte di me se l'aspettava, ma quella più grande non poteva credere a quello che stava leggendo. 
La determinazione di Rubino ad andare in fondo alla storia diventa sempre più forte e da quel momento in poi iniziano le prime vere scoperte e i primi veri colpi di scena. 
L'epilogo poi colpisce come una mattonata. 

Scritto in maniera impeccabile, Io sono l'usignolo nasconde segreti e crudeltà e alla fine mi è rimasto solo un interrogativo - quello riguardo la sorte di un certo personaggio, ma visto come sono poi andati i fatti posso averne un'idea. 
L'autrice ha saputo intessere una storia che, per quanto alcuni dei suoi personaggi risultino sospettabili e viscidi, non è mai così prevedibile da esclamare "ah, lo sapevo!" - anzi, sono rimasta sorpresa più di una volta.
E il finale è qualcosa a cui penserete per qualche tempo.  

4 commenti:

  1. Io e gli autori italiani abbiamo qualche problema, però la tua recensione mi ha incuriosita. Non sono ancora in vena di questo genere, ma lo terrò presente in futuro...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Normalmente per me è lo stesso, ma questo è stato davvero una piacevole sorpresa!

      Elimina
  2. Grazie, sei stata gentilissima <3 La tua recensione mi ha colpita molto, e sono contenta tu abbia apprezzato il romanzo. Un abbraccio.

    RispondiElimina