venerdì 11 settembre 2020

[Recensione] "Pushing Perfect" di Michelle Falkoff

Chissà perché ogni volta che ero pronta a ritagliarmi del tempo per finire questo audiolibro - che è anche uno dei più corti in cui sia incappata in tutta la mia esperienza con Storytel - puntualmente arrivava qualcosa a scombinarmi i piani. 

Ma ce l'ho fatta alla fine, anche se la recensione la vedete oggi pomeriggio invece di questa mattina - ma ehi, almeno è di venerdì come speravo.


Titolo: Pushing Perfect
Autrice: Michelle Falkoff
Data di uscita: 29 dicembre 2016
Data di uscita originale: 25 ottobre 2016
Durata: 6H 58Min (Storytel Edition)
Editore: HarperCollins
Link Amazon: https://amzn.to/3lWmNMg

Trama [tradotta da me]: Fin dove ti spingeresti pur di riuscire ad essere perfetta?

Kara ha la vita perfetta. Ottiene dei voti perfetti. Non sbaglia mai. Fino ad oggi. Perché la perfezione è un'illusione e Kara ha lottato per mantenerla sin da quando ne ha memoria. Con così tanta pressione per riuscire a farcela, è dura non cedere al "a qualunque costo".

Ma quando Kara assume una nuova pillola che gira sottobanco che l'aiuti a passare con il massimo gli esami per entrare all'università, non si aspetta di ricevere un messaggio da un mittente sconosciuto che le dice di seguire una lista di misteriose istruzioni—o rischiare che il suo sporco segreto venga alla luce. Presto Kara si trova parte di un gruppo di adolescenti ognuno con i propri segreti, tutti tenuti sotto scacco dallo stesso mittente anonimo. E se non trovano un modo per fermare il ricattatore, il loro futuro perfetto finirà in cenere.


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Kara ha quel "Perfect" - con cui tutti la chiamano e che lei detesta - davanti al suo nome da tutta la vita, sin da quando ha dimostrato da piccola di essere brava in matematica e in generale a scuola e gli insegnanti la prendevano come esempio da mostrare ai suoi compagni di classe. 
La pressione non si faceva sentire solo a scuola, ma anche a casa e l'unico modo per rilassarsi era passare del tempo con le sue amiche Becca e Isabel. Il rapporto con Becca era un po' più stretto rispetto a quello con Isabel, ma le tre erano quasi sempre insieme - anche se Isabel non ne voleva sapere di entrare in piscina con loro per allenarsi ad entrare nella squadra di nuoto del liceo perché più interessata al teatro. 

Ma poi, nell'estate tra la terza media e la prima superiore, la vita perfetta di Kara va in frantumi - e non è solo la sua vita perfetta ad andare in frantumi, ma anche la sua pelle perfetta perché quello che inizialmente sembrava solo un brufolo, nei giorni (e negli anni successivi) diventa un brutto caso di acne. 
Kara, mai stata amante del make-up, ora è costretta a ricorrere al trucco anche solo per uscire un attimo di casa e vorrebbe dirlo a Becca, ma l'insicurezza l'attanaglia e poi chi la sentirebbe Isabel? Continuerebbe a rinfacciarle che "Perfect" Kara non è poi così perfetta. 

Kara inizia a mentire alle sue amiche, ad inventare scuse per non presentarsi più in piscina e per non andare alle feste. La sua insicurezza cresce a dismisura, facendola stare sempre in ansia e creandole attacchi di panico - ma ancora sente di non potersi confidare con le sue amiche e ad una festa la loro amicizia si rompe definitivamente. 

Ora non si parlano da un anno, Kara è al penultimo anno di superiori e non ha amici. Certo, a pranzo in mensa siede con gli altri studenti più dotati e con cui è leggermente in competizione, ma non si parla d'altro che di lezioni, voti, college e risultati. Risultati che mettono ansia a Kara, con i suoi genitori che la vorrebbero a Stanford e lei che vorrebbe ad andare ad Harvard - e l'unico modo per entrarci è essere assolutamente perfetta a scuola. Peccato che abbia già fallito ai PSATs al secondo anno a causa di un attacco di panico e ora con gli SATs sempre più vicini, Kara non è sicura di riuscirci. 

Poi un giorno Alex, una sua compagna di classe, le chiede di studiare insieme e di vedersi qualche volta per passare un po' di tempo in compagnia e a Kara non sembra vero di poter parlare con qualcuno di argomenti che non riguardino la scuola. Alex è una forza della natura, difficile da tenere a freno e anche veloce nel concedere a Kara la sua fiducia - la quale poi si sente abbastanza sicura nel ricambiare in parte. È Alex che le parla di una pillola in grado di calmare la sua ansia e il suo panico, in grado di tenerla sveglia e lucida in modo da mantenere viva l'attenzione e portare a termine il compito - e sebbene inizialmente riluttante, dopo un altro tentativo fallito agli SATs Kara accetta. 

Ed è così che quell'unica pillola, quell'unico modo di "imbrogliare" a cui Kara avesse mai ceduto, viene fotografato e usato come materiale da ricatto. E se non vuole che la sua vita perfetta e il suo vero volto - sia in senso metaforico che letterale - vengano spiattellati al mondo per quello che in realtà sono, Kara deve decidere di fidarsi di qualcuno e raccontare cosa le sta succedendo scoprendo poi di non essere la sola in quella situazione. 


La ricerca della perfezione è qualcosa che mi tocca da vicino e che già Cracked Up to Be di Courtney Summers aveva portato alla luce. Non pensavo che mi sarei trovata ad avere così tanto in comune con Kara, non immediatamente dopo un altro libro che aveva risvegliato la diciassettenne che è ancora in me - eppure così è stato.  

Il punto è che anche io sono sempre stata brava a scuola - fin da piccola mi ero dimostrata capace in italiano, ero brava anche in matematica e una mia insegnante diceva che avevo una predisposizione per le lingue. E i miei, che lo volessero ammettere oppure no - ancora oggi, mi hanno sempre messo un po' di pressione. 
Come Kara, è vero che anche a me (inizialmente) piaceva studiare; odiavo però essere presa come esempio in classe, odiavo essere chiamata "secchiona", odiavo come la mia ansia per il voto di una verifica venisse sminuita - "ma di cosa ti preoccupi, tanto sarai andata benissimo". Però poi a casa era tutto un "non potevi prendere di più?" da parte di mio padre e soprattutto da parte dei miei nonni paterni e sentire quella pressione addosso mi causava ancora più ansia di quella che già avevo. Questo accadeva soprattutto alle medie perché poi il liceo è stata tutta un'altra storia - in tutti i sensi. 

Altra cosa che ho avuto in comune con Kara è stata tutto il friendship drama - drama che nel mio caso non solo ha caratterizzato la mia adolescenza, ma anche la mia vita adulta. Perché anche io, come lei, con le amicizie successive alla rottura con E. sono stata il terzo elemento del triangolo - e poi di un quadrangolo. Sono stata l'ultima arrivata, quella che ha fatto amicizia con una ragazza quando questa ragazza aveva già una o due migliori amiche. E il senso di insicurezza, ve lo assicuro, non se ne va - soprattutto quando una di loro vi fa chiaramente capire che siete di troppo. 

Ammetto che Kara è troppo negativa, troppo pesante, troppo presa a rimuginare su se stessa. Ammetto che spesso le sue insicurezze riguardo al fatto che anche la sola idea di avere un ragazzo così vicino da poterle vedere bene o sfiorare il viso fosse capace di farle venire un attacco di panico, facevano venire voglia a me di alzare gli occhi al cielo - salvo poi farmi immediatamente una veloce analisi e rendermi conto che io sono uguale, che anche se nel mio caso non si trattava di acne si trattava comunque di qualcos'altro che mi faceva sempre tirare indietro (metaforicamente e letteralmente) nelle situazioni sociali. 
Eh, ve l'ho detto: i personaggi uguali a me o li amo, o li odio oppure un misto dei due - stesso rapporto che ho con me stessa.  

Però, grazie ad Alex e a Raj, Kara riscopre l'amicizia e riscopre com'è sentirsi al sicuro in un gruppo - con la consapevolezza che se anche non sempre si va d'accordo, gli altri ci saranno sempre a guardarti le spalle. 

Il libro ha un bel ritmo, esplora l'amicizia adolescenziale - le rotture, i riavvicinamenti, le incomprensioni, i segreti, le bugie, i tradimenti - e il rapporto dei ragazzi con i loro genitori e l'incertezza del futuro. 

Per quanto riguarda il ricatto via messaggio, è stato un tocco di mystery che ho davvero apprezzato e che non mi aspettavo fosse così parte integrante della storia - anche se la conclusione è raffazzonata e poco credibile e per me è soprattutto il ricattatore ad essere poco plausibile.  
Però è servito a Kara a crescere, a essere più onesta con se stessa e con gli altri e a riportare l'amicizia nel proprio mondo. 

Ad essere onesta dalla trama mi aspettavo anche una pillola/droga alla stregua di ciò che si legge/vede in Limitless (libro, film, serie televisiva), invece alla fine di tratta di una sorta di ansiolitico - motivo per il quale il ricatto ai fini della "droga" perde un po' di senso nelle motivazioni del ricattatore.

È stata una lettura piacevole, ma nulla di indimenticabile - salvo per me, che ora ho un altro cassetto della mia vecchia vita da richiudere. 

8 commenti:

  1. Tema interessante, ma nel mio caso non ci sarebbe nessuna possibilità di immedesimazione o di rivedere parte della mia adolescenza: a scuola sono sempre stata nella media che più nella media non si può. I miei traumi in tal senso sono dovuti più al fatto di essere circondata da mezzi geni scolastici in famiglia @_@
    Mi spaccavo la schiena per un 6 e mezzo, e dall'altro lato avevo mia cugina inserita regolarmente nell'elenco dei dieci studenti più meritevoli della città nel giornale locale D:

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    1. Oddio, per fortuna quella cosa del giornale locale da me non esisteva - non avrei retto alla pressione. Ammetto però la soddisfazione di esserci finita dopo gli esami per essere stata tra i pochi nel mio istituto ad uscire dalla maturità con la votazione di 100/100. >.<

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  2. Ciao! Credo che riuscirei anche io a immedesimarmi nella protagonista! Diciamo che sono sempre andata bene a scuola, non da perfezione, ma comunque sono sempre rientrata tra le più brave. E ciò che mi dà più fastidio, anche ora all'università, è il fatto che secondo gli altri non puoi avere ansia perché tanto sarai andata bene... mamma mia, l'odio! Da mia madre non ho mai avuto nessuna pressione però, per lei l'importante è che io sia soddisfatta! :)

    Se uscirà in italiano lo leggerò sicuramente!

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    1. Ecco, quella era una delle frasi che ho sempre odiato.
      Al tempo dell'università i miei avevano allentato la pressione - non che mia madre fosse stata mai troppo pressante, era un po' come la tua e quindi quando capitava un 18 (e ne sono capitati) non succedeva una tragedia, anche se poi in segreto ero io a farla per via del mio rapporto contorto con la perfezione che ho ancora in una parte del cervello.

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    2. Mamma mia ti capisco! Io all'università per fortuna sono sempre andata bene, mi è capitato poche volte di rifiutare (una volta un 23 e una volta un 26, che in alcune materie accetto come voto, ma in quella materia sapevo di essere da di più e infatti poi ho preso 30 😂), però le tragedie le facevo io al liceo, dato che alcuni professori mi avevano "presa di mira" dandomi sempre 6\6.5\7, soltanto perché non leccavo il... ehm... cosiddetto! 🙈 Infatti anche alla maturità sono stata un po' penalizzata dai crediti che ho ricevuto nel triennio!
      Però ho la mia rivincita adesso all'università, non so quale sarà il mio voto di laurea l'anno prossimo, ma sono super soddisfatta del mio percorso e va bene così! :)

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    3. Al liceo ho avuto dalla mia il fatto di aver fatto buona impressione dall'inizio senza aver dovuto fare la leccapiedi - il che poi mi è tornato utile negli ultimi due anni quando ero in piena fase depressiva/furiosa e lo studio era l'ultimo dei miei pensieri, tanto che mi riducevo a studiare di notte e a ripassare la mattina in pullman. Credo che molti dei miei professori abbiano finto di non vedere che molto spesso ero "assente" in classe facendo tutto tranne che stare attenta e prendere appunti e potrei raccontare di una memorabile interrogazione di storia in cui il voto che ho preso non rispecchiava per niente quello che avrei invece meritato - ma alcune delle mie amiche erano prese di mira da alcuni dei professori, quindi dai loro racconti so come ti puoi essere sentita.
      L'importante è che adesso tu sia soddisfatta e serena! :)

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  3. Io sono stata una secchiona tutta la vita però a guardarmi indietro non credo fossero i miei a mettermi sottopressione! Ero proprio io che non volevo restare indietro. Ora mi rendo conto che il cercare sempre la perfezione a tutti i costi non credo ne valga poi tanto la pena! Sono solo stress e pressioni che ci si poteva risparmiare... a parlare è l'esperienza che rende più saggi!

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    1. Nel mio caso è ancora un meccanismo ingranato a fondo nel cervello, quindi lotto sempre contro l'ansia e la paura di fallire in qualsiasi cosa - e sì, è alquanto stressante. >.<

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