Non mi sembra vero di essere tornata qui con una recensione - temevo di non esserne più capace e giuro che nelle mie intenzioni doveva essere corta, ma... ahem, le cose mi sono sfuggite di mano.
E non solo ci ho messo una vita a scrivere questa recensione, ma ci ho messo anche una vita ad ascoltare e finire questo libro - questo perché l'ho dovuto iniziare tre volte, tra gli scatoloni che hanno invaso casa e che dovevo sistemare e poi il temporale della settimana scorsa che ci ha fulminato parecchie cose, ero arrivata al punto di ascoltare cinque minuti alla volta e alla fine non ci stavo capendo più niente.
Quindi mi sono sbrigata a finire almeno una parte dei lavori in casa e la terza volta è stata la volta buona in cui sono riuscita a passare le tre ore di ascolto e a finire finalmente il libro senza troppe interruzioni.
E non solo ci ho messo una vita a scrivere questa recensione, ma ci ho messo anche una vita ad ascoltare e finire questo libro - questo perché l'ho dovuto iniziare tre volte, tra gli scatoloni che hanno invaso casa e che dovevo sistemare e poi il temporale della settimana scorsa che ci ha fulminato parecchie cose, ero arrivata al punto di ascoltare cinque minuti alla volta e alla fine non ci stavo capendo più niente.
Quindi mi sono sbrigata a finire almeno una parte dei lavori in casa e la terza volta è stata la volta buona in cui sono riuscita a passare le tre ore di ascolto e a finire finalmente il libro senza troppe interruzioni.
Titolo: Tease
Autrice: Amanda Maciel
Data di uscita: 29 aprile 2014
Durata: 8H 33Min (Storytel Edition)
Editore: Balzer + Bray
Link Amazon: https://amzn.to/3k9ifRU
Trama [tradotta da me]: Se avete deglutito nervosamente durante la lettura o l'ascolto di Tredici, Tease è il libro che fa per voi.
Provocatorio, indimenticabile e ispirato a storie realmente avvenute, il tanto acclamato romanzo di debutto di Amanda Maciel, Tease, è la storia di una ragazza adolescente che deve affrontare delle accuse di bullismo dopo che una compagna di classe si è suicidata. Con la sua potente narrazione, il suo punto di vista non convenzionale e una forte tematica anti-bullismo, questa storia di formazione offre una visuale intelligente, profonda e piena di sfumature sulla "società" dentro il liceo, le amicizie tossiche e le relazioni famigliari.
Emma Putnam è morta ed è tutta colpa di Sara Wharton. Almeno questo è quello che sembrano pensare tutti. Sara, insieme alla sua migliore amica e ad altri tre compagni di classe, è stata formalmente accusata del bullismo e delle molestie che hanno portato allo scioccante suicidio di Emma. Ora è Sara quella ostracizzata, già giudicata colpevole agli occhi dei suoi coetanei e dei media. Durante l'estate prima del suo ultimo anno di scuola, tra incontri con gli avvocati e con la terapista raccomandata dal tribunale, Sara è costretta a riflettere sugli eventi che l'hanno portata a quel momento—e infine a considerare il suo ruolo in una tragedia che non può essere negata.
E dovrà trovare il modo di andare avanti, anche quando sembra che la sua vita sia finita.
TRIGGER WARNINGS: slut-shaming, dubbio consenso, amicizie tossiche, bullismo, suicidio.
Mi trovo in difficoltà nel parlarvi di questo libro - mi trovo anche in difficoltà nell'arrivare ad una conclusione sul giudizio finale, anche se poi su Goodreads ho deciso "di pancia" e alla fine ho deciso di arrotondare per eccesso.
Non è un mistero il fatto che, se è presente una protagonista unlikeable, è quasi certo che invece a me finirà per piacere. È stato questo il caso anche qui? Sì e no, perché la questione è molto più complessa di così date le tematiche in gioco.
Si sa che spesso i pettegolezzi arrivano prima delle persone stesse a cui sono riferiti - è questo il caso di Emma Putnam, che ha già cambiato scuola due volte, viene giudicata una ragazza difficile e con problemi e che è già stata bollata con il marchio di "puttana" perché cambia spesso i ragazzi con cui esce e sembra avere una preferenza per quelli fidanzati, non facendosi scrupolo nel soffiarli sotto il naso delle loro ragazze.
Se già Emma non stava simpatica a Sara e Brielle appena arrivata, le cose peggiorano decisamente quando Sara trova un messaggio di Emma sul telefono del suo ragazzo Dylan. Da lì hanno inizio una serie di "scherzi", molestie e insulti che metteranno nei guai le due ragazze e altri tre loro amici dopo il suicidio di Emma - tanto che ora dovranno presentarsi in tribunale per affrontare un processo.
In tutto questo Sara continua a dichiararsi innocente, a dire che niente di quello che hanno fatto ha mai avuto lo scopo o l'intenzione di portare Emma al suicidio, che è stata Emma a decidere di togliersi la vita - lei ad uccidersi, non Sara a farlo. Quindi perché dovrebbe prendersi la colpa? Perché questo dovrebbe essere una conseguenza delle sue azioni?
Tease è un libro difficile - sotto molti aspetti.
Non nego che Sara sarebbe da prendere a ceffoni quattro volte su tre perché è egocentrica, continua a ripetere che Emma le ha rovinato la vita e per tutto il libro non si mostra pentita delle sue azioni - e quando arriva a dire di essere dispiaciuta, il lettore ha un momento di smarrimento perché ha la sensazione di essersi perso il momento. E un po' è effettivamente così, perché questo libro suscita più pensieri che emozioni - nonostante i temi affrontati, non si entra in empatia davvero con nessuno in particolare.
Però l'autrice resta sempre imparziale, non prende mai le parti di nessuno - né di Sara, né di Emma. Il fatto che sia tratto da una storia vera sicuramente colpisce e se da una parte so per esperienza anche diretta che ogni bullo nella maggior parte dei casi ha dei problemi suoi che non sa come affrontare, dall'altra sentire Sara affermare che i bulli non devono essere ritenuti colpevoli del suicidio di un'altra persona è qualcosa che fatico ad accettare - e questo nonostante sia stata da entrambe le parti della barricata.
E proprio perché non prende le parti di nessuno, Amanda Maciel ci mostra adolescenti in cui è stato fin troppo facile rivedersi.
Sara, il braccio destro della mean girl Brielle, non è cattiva di per sé, ma reagisce come ha imparato a fare nel contesto sociale in cui vive e come ci aspetta da una come lei.
Anche di Brielle ci viene mostrato un lato vulnerabile - un'esperienza traumatica che Brielle decide di affrontare in parte come se non fosse mai avvenuta, reprimendola, e in parte quasi spingendo altri a ripeterla sulla loro pelle.
La loro amicizia per molti versi è tossica: Sara sente che Brielle è la sua voce quando lei si blocca nel parlare in pubblico, si sente più forte e coraggiosa al suo fianco, sente di essere più popolare, ma resta sempre nella sua ombra - sempre indietro rispetto a lei in ogni fase della loro vita sociale. E Sara non fa nulla per trattenere Brielle quando questa si scaglia contro qualcuno - anche quando "bonariamente" lo fa contro Sara stessa, spingendola a fare cose che non vuole davvero fare.
La stessa relazione tra Sara e Dylan per me assume una connotazione tossica quando lei continua a dire che lui è un gentiluomo, ma due frasi prima ha detto che mentre pomiciavano lui le strattonava i pantaloni facendola irrigidire - Sara è l'esempio perfetto di come gli adolescenti a volte si sentano spinti a fare sesso non dal vero desiderio di farlo, ma dalla pressione sociale dei coetanei.
La narrazione non-convenzionale dal punto di vista di una bulla non ci permette davvero di conoscere la storia di Emma, se non tramite sentito dire e le percezioni che Sara aveva di lei. È chiaro che Emma avesse dei problemi - vedeva un terapista, assumeva anti-depressivi - ma non sappiamo mai con certezza se davvero fosse stata con tutti i ragazzi che presumibilmente si era portata a letto o che aveva soffiato ad altre ragazze.
Questo però mette in luce il solito "due pesi e due misure" che viene usato in situazioni così, perché se è un uomo ad avere tante partner va bene, ma se è la donna allora no - allora è una puttana. È un po' la solita storia: una ragazza quasi troppo bella che viene ostracizzata dalle altre ragazze per questo motivo e di cui i ragazzi un po' hanno paura e un po' si vantano esagerando le cose - mentre io resto sempre dell'idea che una ragazza non "soffia" il ragazzo ad un'altra, semmai è lui che si fa "rubare".
Sara è sgradevole sotto molti punti di vista, questo è indubbio.
Però è qui che il mio essere stata da entrambi i lati della barricata ha influito - qui che il mio essere io stessa una ragazza unlikeable è entrato in gioco.
È fuori discussione che il modo in cui Sara ha reagito, il modo in cui se l'è presa con Emma - anche fomentata da Brielle, ma soprattutto per fare eco alla sua migliore amica quando Brielle cominciava una nuova raffica di insulti - sia stato orribile. Ma Sara è anche un'adolescente insicura che farebbe di tutto pur di tenersi il suo status sociale e non perdere quello che ha e che in seguito si ritrova confusa, ferita e soprattutto arrabbiata - e accidenti, se io non sono stata un'adolescente arrabbiata.
L'ho già raccontato, ma per chi non lo sapesse sono stata vittima di bullismo per la maggior parte della mia vita - sono stata anche chiamata "troia" in piazza davanti a tutti, senza motivo se non quello che "troia" era la parola peggiore che potessi tirare come offesa a qualcuno quando avevi tredici anni. Sono stata anche una bulla, però: a cavallo tra i diciotto e i diciannove anni, quando mancavano quattro mesi al diploma, tutta la mia tristezza, la mia confusione e soprattutto la mia rabbia accumulatesi nei due anni precedenti mi hanno trasformata in quello che credevo non sarei mai diventata. E forse non avrò avuto una parte esattamente "attiva" nel processo, ma di sicuro non ho fermato quanto stava accadendo attorno a me - e poche frasi che erano nate come confidenze ad alcune amiche, sono state poi la miccia che ha permesso alle mie compagne di classe di "ispirarsi" al mio cattivo umore e dare inizio al massacro mentre io stavo a guardare.
Questo fa di me una mean girl? Qualcuno direbbe di sì, ma io non sono nata "cattiva".
Questo per dire che anche se continua ad essere un concetto che applicato ad altri fatico ad accettare dopo tutti gli anni da vittima, nel mio egocentrismo mi giustifico dicendo che io avevo altri problemi in quel periodo e che sfogavo la mia rabbia in quel modo.
La verità è che, per quanto le azioni di Sara siano assolutamente discutibili e anche moralmente deprecabili, quando diceva che una parte di lei si sentiva in colpa per quanto stavano facendo passare ad Emma ma che all'altra parte piaceva la sensazione di potere che fare ciò le suscitava - perché le dava il controllo e le permetteva di uscire dall'ombra, perché instillare la paura in qualcun altro era così facile - la potevo capire in pieno.
Così come potevo capire la nostalgia che Sara nutriva per Brielle quando era impossibilitata a parlare con lei a causa degli avvocati e del processo - perché quando hai una sola amica, una sola persona a cui senti di poter dire tutto e poi non puoi più parlare con lei per qualunque motivo, ti ritrovi persa e sola. Mi ha fatto ripensare alla mia ex-migliore amica, a quell'estate del 2006 che poi ha dato inizio a quei due anni infernali - Sara e Brielle poi sono state amiche per gli stessi anni miei e di E.
Tease è un libro difficile, un libro che sicuramente fa arrabbiare il lettore - che sia per Sara e per il suo non essere pentita e non accettare la colpa e lamentarsi in continuazione che la sua vita è finita; che sia per Emma e per quello che ha passato e dovuto sopportare, innocente o colpevole che fosse; che sia perché l'autrice si rifiuta di prendere una posizione, dando un lato umano a tutti i personaggi coinvolti (persino a Dylan, che alla fine si dimostra essere solamente un maschio adolescente con il piede in due scarpe).
Ma è stato anche un libro che personalmente mi ha catapultata di nuovo nei miei scomodi diciassette anni e a seguire - in cui era importante appartenere a qualcosa o a qualcuno, in cui la popolarità era meglio averla oppure circondarsi di persone che l'avevano, in cui il modo in cui apparivi al mondo era fondamentale, in cui il sesso era un argomento che ti teneva sempre sulle spine.
È difficile stare nella testa di una bulla - lo è stato per me che lo sono stata per soli quattro mesi, immagino lo sia ancora di più per chi non ha lottato contro la confusione e la tristezza durante l'adolescenza e non è stato costantemente dominato dalla rabbia per anni. È un libro che fa innervosire quando Sara insiste che Emma se l'è cercata, che avrebbe dovuto reagire diversamente, che avrebbe dovuto lasciare tutti loro in pace, che ha rovinato la vita a tutti, che ha cominciato lei e loro hanno solo reagito - è un libro che fa innervosire quando tutti incolpano quelle cinque persone, ma allo stesso tempo tutti avevano partecipato passivamente e non avevano fatto niente per impedire che chi era al comando della "catena alimentare" a scuola si scatenasse contro Emma.
Sara soprattutto, con tutti i suoi difetti e le sue mancanze e il suo essere ancora una ragazzina poco matura che reagisce d'istinto, fa arrabbiare.
Di sicuro fa riflettere - su come l'ambiente in cui viviamo spesso sia tossico, su come il bullismo influisce sulla vita di qualcuno e su come i bulli accampino scuse su scuse per non dover subire le conseguenze, su come le vittime vengano sempre incolpate, su come tutti sono bravi a puntare il dito ma anche sapendo ciò che succedeva non hanno fatto nulla per fermare o cambiare le cose, su come si può crescere e cambiare e maturare e prendersi la responsabilità della proprie azioni - su come essere gentili e imparare a conoscere una persona prima di giudicarla o prendere le dicerie come oro colato sia quello che dovremmo sempre fare perché non sai mai cosa l'altra persona sta affrontando.
È un libro che io ho "sentito" a causa delle mie esperienze personali - sia come vittima detestando quindi Sara in più momenti, sia come bulla condividendo alcuni dei suoi pensieri e delle sue emozioni.
Non credo sia così per tutti, però: lo stile è un po' "asciutto" e come detto all'inizio, questo libro suscita più pensieri che emozioni vere e proprie perché si tende a rimanere emotivamente distaccati dai personaggi - tranne nel mio caso per i motivi di cui sopra.
Autrice: Amanda Maciel
Data di uscita: 29 aprile 2014
Durata: 8H 33Min (Storytel Edition)
Editore: Balzer + Bray
Link Amazon: https://amzn.to/3k9ifRU
Trama [tradotta da me]: Se avete deglutito nervosamente durante la lettura o l'ascolto di Tredici, Tease è il libro che fa per voi.
Provocatorio, indimenticabile e ispirato a storie realmente avvenute, il tanto acclamato romanzo di debutto di Amanda Maciel, Tease, è la storia di una ragazza adolescente che deve affrontare delle accuse di bullismo dopo che una compagna di classe si è suicidata. Con la sua potente narrazione, il suo punto di vista non convenzionale e una forte tematica anti-bullismo, questa storia di formazione offre una visuale intelligente, profonda e piena di sfumature sulla "società" dentro il liceo, le amicizie tossiche e le relazioni famigliari.
Emma Putnam è morta ed è tutta colpa di Sara Wharton. Almeno questo è quello che sembrano pensare tutti. Sara, insieme alla sua migliore amica e ad altri tre compagni di classe, è stata formalmente accusata del bullismo e delle molestie che hanno portato allo scioccante suicidio di Emma. Ora è Sara quella ostracizzata, già giudicata colpevole agli occhi dei suoi coetanei e dei media. Durante l'estate prima del suo ultimo anno di scuola, tra incontri con gli avvocati e con la terapista raccomandata dal tribunale, Sara è costretta a riflettere sugli eventi che l'hanno portata a quel momento—e infine a considerare il suo ruolo in una tragedia che non può essere negata.
E dovrà trovare il modo di andare avanti, anche quando sembra che la sua vita sia finita.
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TRIGGER WARNINGS: slut-shaming, dubbio consenso, amicizie tossiche, bullismo, suicidio.
Mi trovo in difficoltà nel parlarvi di questo libro - mi trovo anche in difficoltà nell'arrivare ad una conclusione sul giudizio finale, anche se poi su Goodreads ho deciso "di pancia" e alla fine ho deciso di arrotondare per eccesso.
Non è un mistero il fatto che, se è presente una protagonista unlikeable, è quasi certo che invece a me finirà per piacere. È stato questo il caso anche qui? Sì e no, perché la questione è molto più complessa di così date le tematiche in gioco.
Si sa che spesso i pettegolezzi arrivano prima delle persone stesse a cui sono riferiti - è questo il caso di Emma Putnam, che ha già cambiato scuola due volte, viene giudicata una ragazza difficile e con problemi e che è già stata bollata con il marchio di "puttana" perché cambia spesso i ragazzi con cui esce e sembra avere una preferenza per quelli fidanzati, non facendosi scrupolo nel soffiarli sotto il naso delle loro ragazze.
Se già Emma non stava simpatica a Sara e Brielle appena arrivata, le cose peggiorano decisamente quando Sara trova un messaggio di Emma sul telefono del suo ragazzo Dylan. Da lì hanno inizio una serie di "scherzi", molestie e insulti che metteranno nei guai le due ragazze e altri tre loro amici dopo il suicidio di Emma - tanto che ora dovranno presentarsi in tribunale per affrontare un processo.
In tutto questo Sara continua a dichiararsi innocente, a dire che niente di quello che hanno fatto ha mai avuto lo scopo o l'intenzione di portare Emma al suicidio, che è stata Emma a decidere di togliersi la vita - lei ad uccidersi, non Sara a farlo. Quindi perché dovrebbe prendersi la colpa? Perché questo dovrebbe essere una conseguenza delle sue azioni?
Tease è un libro difficile - sotto molti aspetti.
Non nego che Sara sarebbe da prendere a ceffoni quattro volte su tre perché è egocentrica, continua a ripetere che Emma le ha rovinato la vita e per tutto il libro non si mostra pentita delle sue azioni - e quando arriva a dire di essere dispiaciuta, il lettore ha un momento di smarrimento perché ha la sensazione di essersi perso il momento. E un po' è effettivamente così, perché questo libro suscita più pensieri che emozioni - nonostante i temi affrontati, non si entra in empatia davvero con nessuno in particolare.
Però l'autrice resta sempre imparziale, non prende mai le parti di nessuno - né di Sara, né di Emma. Il fatto che sia tratto da una storia vera sicuramente colpisce e se da una parte so per esperienza anche diretta che ogni bullo nella maggior parte dei casi ha dei problemi suoi che non sa come affrontare, dall'altra sentire Sara affermare che i bulli non devono essere ritenuti colpevoli del suicidio di un'altra persona è qualcosa che fatico ad accettare - e questo nonostante sia stata da entrambe le parti della barricata.
E proprio perché non prende le parti di nessuno, Amanda Maciel ci mostra adolescenti in cui è stato fin troppo facile rivedersi.
Sara, il braccio destro della mean girl Brielle, non è cattiva di per sé, ma reagisce come ha imparato a fare nel contesto sociale in cui vive e come ci aspetta da una come lei.
Anche di Brielle ci viene mostrato un lato vulnerabile - un'esperienza traumatica che Brielle decide di affrontare in parte come se non fosse mai avvenuta, reprimendola, e in parte quasi spingendo altri a ripeterla sulla loro pelle.
La loro amicizia per molti versi è tossica: Sara sente che Brielle è la sua voce quando lei si blocca nel parlare in pubblico, si sente più forte e coraggiosa al suo fianco, sente di essere più popolare, ma resta sempre nella sua ombra - sempre indietro rispetto a lei in ogni fase della loro vita sociale. E Sara non fa nulla per trattenere Brielle quando questa si scaglia contro qualcuno - anche quando "bonariamente" lo fa contro Sara stessa, spingendola a fare cose che non vuole davvero fare.
La stessa relazione tra Sara e Dylan per me assume una connotazione tossica quando lei continua a dire che lui è un gentiluomo, ma due frasi prima ha detto che mentre pomiciavano lui le strattonava i pantaloni facendola irrigidire - Sara è l'esempio perfetto di come gli adolescenti a volte si sentano spinti a fare sesso non dal vero desiderio di farlo, ma dalla pressione sociale dei coetanei.
La narrazione non-convenzionale dal punto di vista di una bulla non ci permette davvero di conoscere la storia di Emma, se non tramite sentito dire e le percezioni che Sara aveva di lei. È chiaro che Emma avesse dei problemi - vedeva un terapista, assumeva anti-depressivi - ma non sappiamo mai con certezza se davvero fosse stata con tutti i ragazzi che presumibilmente si era portata a letto o che aveva soffiato ad altre ragazze.
Questo però mette in luce il solito "due pesi e due misure" che viene usato in situazioni così, perché se è un uomo ad avere tante partner va bene, ma se è la donna allora no - allora è una puttana. È un po' la solita storia: una ragazza quasi troppo bella che viene ostracizzata dalle altre ragazze per questo motivo e di cui i ragazzi un po' hanno paura e un po' si vantano esagerando le cose - mentre io resto sempre dell'idea che una ragazza non "soffia" il ragazzo ad un'altra, semmai è lui che si fa "rubare".
Sara è sgradevole sotto molti punti di vista, questo è indubbio.
Però è qui che il mio essere stata da entrambi i lati della barricata ha influito - qui che il mio essere io stessa una ragazza unlikeable è entrato in gioco.
È fuori discussione che il modo in cui Sara ha reagito, il modo in cui se l'è presa con Emma - anche fomentata da Brielle, ma soprattutto per fare eco alla sua migliore amica quando Brielle cominciava una nuova raffica di insulti - sia stato orribile. Ma Sara è anche un'adolescente insicura che farebbe di tutto pur di tenersi il suo status sociale e non perdere quello che ha e che in seguito si ritrova confusa, ferita e soprattutto arrabbiata - e accidenti, se io non sono stata un'adolescente arrabbiata.
L'ho già raccontato, ma per chi non lo sapesse sono stata vittima di bullismo per la maggior parte della mia vita - sono stata anche chiamata "troia" in piazza davanti a tutti, senza motivo se non quello che "troia" era la parola peggiore che potessi tirare come offesa a qualcuno quando avevi tredici anni. Sono stata anche una bulla, però: a cavallo tra i diciotto e i diciannove anni, quando mancavano quattro mesi al diploma, tutta la mia tristezza, la mia confusione e soprattutto la mia rabbia accumulatesi nei due anni precedenti mi hanno trasformata in quello che credevo non sarei mai diventata. E forse non avrò avuto una parte esattamente "attiva" nel processo, ma di sicuro non ho fermato quanto stava accadendo attorno a me - e poche frasi che erano nate come confidenze ad alcune amiche, sono state poi la miccia che ha permesso alle mie compagne di classe di "ispirarsi" al mio cattivo umore e dare inizio al massacro mentre io stavo a guardare.
Questo fa di me una mean girl? Qualcuno direbbe di sì, ma io non sono nata "cattiva".
Questo per dire che anche se continua ad essere un concetto che applicato ad altri fatico ad accettare dopo tutti gli anni da vittima, nel mio egocentrismo mi giustifico dicendo che io avevo altri problemi in quel periodo e che sfogavo la mia rabbia in quel modo.
La verità è che, per quanto le azioni di Sara siano assolutamente discutibili e anche moralmente deprecabili, quando diceva che una parte di lei si sentiva in colpa per quanto stavano facendo passare ad Emma ma che all'altra parte piaceva la sensazione di potere che fare ciò le suscitava - perché le dava il controllo e le permetteva di uscire dall'ombra, perché instillare la paura in qualcun altro era così facile - la potevo capire in pieno.
Così come potevo capire la nostalgia che Sara nutriva per Brielle quando era impossibilitata a parlare con lei a causa degli avvocati e del processo - perché quando hai una sola amica, una sola persona a cui senti di poter dire tutto e poi non puoi più parlare con lei per qualunque motivo, ti ritrovi persa e sola. Mi ha fatto ripensare alla mia ex-migliore amica, a quell'estate del 2006 che poi ha dato inizio a quei due anni infernali - Sara e Brielle poi sono state amiche per gli stessi anni miei e di E.
Tease è un libro difficile, un libro che sicuramente fa arrabbiare il lettore - che sia per Sara e per il suo non essere pentita e non accettare la colpa e lamentarsi in continuazione che la sua vita è finita; che sia per Emma e per quello che ha passato e dovuto sopportare, innocente o colpevole che fosse; che sia perché l'autrice si rifiuta di prendere una posizione, dando un lato umano a tutti i personaggi coinvolti (persino a Dylan, che alla fine si dimostra essere solamente un maschio adolescente con il piede in due scarpe).
Ma è stato anche un libro che personalmente mi ha catapultata di nuovo nei miei scomodi diciassette anni e a seguire - in cui era importante appartenere a qualcosa o a qualcuno, in cui la popolarità era meglio averla oppure circondarsi di persone che l'avevano, in cui il modo in cui apparivi al mondo era fondamentale, in cui il sesso era un argomento che ti teneva sempre sulle spine.
È difficile stare nella testa di una bulla - lo è stato per me che lo sono stata per soli quattro mesi, immagino lo sia ancora di più per chi non ha lottato contro la confusione e la tristezza durante l'adolescenza e non è stato costantemente dominato dalla rabbia per anni. È un libro che fa innervosire quando Sara insiste che Emma se l'è cercata, che avrebbe dovuto reagire diversamente, che avrebbe dovuto lasciare tutti loro in pace, che ha rovinato la vita a tutti, che ha cominciato lei e loro hanno solo reagito - è un libro che fa innervosire quando tutti incolpano quelle cinque persone, ma allo stesso tempo tutti avevano partecipato passivamente e non avevano fatto niente per impedire che chi era al comando della "catena alimentare" a scuola si scatenasse contro Emma.
Sara soprattutto, con tutti i suoi difetti e le sue mancanze e il suo essere ancora una ragazzina poco matura che reagisce d'istinto, fa arrabbiare.
Di sicuro fa riflettere - su come l'ambiente in cui viviamo spesso sia tossico, su come il bullismo influisce sulla vita di qualcuno e su come i bulli accampino scuse su scuse per non dover subire le conseguenze, su come le vittime vengano sempre incolpate, su come tutti sono bravi a puntare il dito ma anche sapendo ciò che succedeva non hanno fatto nulla per fermare o cambiare le cose, su come si può crescere e cambiare e maturare e prendersi la responsabilità della proprie azioni - su come essere gentili e imparare a conoscere una persona prima di giudicarla o prendere le dicerie come oro colato sia quello che dovremmo sempre fare perché non sai mai cosa l'altra persona sta affrontando.
È un libro che io ho "sentito" a causa delle mie esperienze personali - sia come vittima detestando quindi Sara in più momenti, sia come bulla condividendo alcuni dei suoi pensieri e delle sue emozioni.
Non credo sia così per tutti, però: lo stile è un po' "asciutto" e come detto all'inizio, questo libro suscita più pensieri che emozioni vere e proprie perché si tende a rimanere emotivamente distaccati dai personaggi - tranne nel mio caso per i motivi di cui sopra.
Ciao Alice! Avrai anche fatto fatica a terminare l'audiolibro ed a scrivere la recensione (a me sabato è morto il frigo, quindi in quanto ad inconvenienti ti capisco...) ma trovo che questa tua recensione sia davvero sentita. Il romanzo sicuramente non deve essere facile da leggere... ma per te di sicuro è stato mille volte più difficile! Mi dispiace per questi tuoi trascorsi, spero che ormai siano solo brutti ricordi :-)
RispondiEliminaCiao Silvia! Argh, anche il frigo è tosto - a me era saltata momentaneamente la caldaia, ma uno dei televisori e uno dei decoder satellitari sono proprio morti e stiamo ancora aspettando il tecnico. ç_ç
EliminaL'inizio è stato particolarmente difficile - non solo per quello che stava succedendo nella VitaVera in casa, ma anche perché Sara la detestavo proprio ed era orribile stare nella sua testa. Poi però quando sono arrivate le somiglianze, non dico che è stato più facile perché sarebbe falso ma di sicuro è diventato più scorrevole.
Ciao! :) Deve essere un libro davvero molto intenso e emozionante! Se mai dovesse essere tradotto in italiano, sicuramente lo recupererò. E' un tema che mi sta molto a cuore!
RispondiEliminaCiao! :)
EliminaChissà, è del 2014 quindi dubito venga recuperato - ma mai dire mai! Sono comunque felice che ti interessi!
Ciao, tanto per cominciare complimenti per la recensione, si sente che il libro l'hai "sentito" in modo particolare.
RispondiEliminaE ti dirò, sei anche riuscita a farmi passare dal "mi sa proprio che non fa per me" al "chissà, magari una possibilità potrei dargliela" ^-^
Ahahaha, ricordo il tuo commento iniziale quando l'avevo appena cominciato e ne avevo parlato a grandi linee - bene, mi fa piacere. xD
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