Una recensione di domenica è insolita, ma dovevo proprio scriverla non appena ho finito il libro - è stata una necessità impellente.
Non ricordo come e quando ho scoperto questo libro per la prima volta.
Ricordo solamente che è stato uno dei primi libri che ho visto su Goodreads quando mi sono iscritta nel 2013 e in quel periodo cercavo la fine triste o dolceamara in qualsiasi libro che leggessi o in qualunque film guardassi - e Sweethearts sembrava proprio corrispondere ai requisiti da me cercati.
Non ricordo come e quando ho scoperto questo libro per la prima volta.
Ricordo solamente che è stato uno dei primi libri che ho visto su Goodreads quando mi sono iscritta nel 2013 e in quel periodo cercavo la fine triste o dolceamara in qualsiasi libro che leggessi o in qualunque film guardassi - e Sweethearts sembrava proprio corrispondere ai requisiti da me cercati.
Titolo: Sweethearts
Autrice: Sara Zarr
Data di uscita: 1 gennaio 2009
Data di uscita originale: 1 febbraio 2008
Pagine: 217 (copertina flessibile)
Editore: Little Brown Books for Young Readers
Trama [tradotta da me]: Da bambini, Jennifer Harris e Cameron Quick erano entrambi degli esclusi. Erano anche l'unico amico l'uno dell'altra. Così quando Cameron scompare senza nessun avvertimento, Jennifer pensa di aver perso l'unica persona che l'avrebbe sempre capita. Ora alle superiori, Jennifer si è trasformata. Conosciuta come Jenna, lei è popolare, felice ed esce con qualcuno - tutto quello che "Jennifer" non poteva essere. Ma ancora non riesce a liberarsi del ricordo del suo amico perduto da tempo.
Quando Cameron ricompare improvvisamente, entrambi devono affrontare i ricordi del loro passato condiviso e le direzioni drasticamente diverse che le loro vite hanno preso.
Le tag-line, se pensate e scelte con cura, su di me hanno sempre l'effetto desiderato: mi fanno sempre sentire come un pesce preso all'amo.
Questa non è stata da meno.
Jenna Vaughn non si è sempre chiamata così.
Il suo nome era Jennifer Harris: una bambina con qualche chilo di troppo, un padre che se n'è andato quando aveva due o tre anni e una madre sempre assente tra il lavoro alla tavola calda e la scuola da infermiera.
Il suo unico amico era Cameron Quick, un bambino lasciato in disparte come lei dai loro compagni di scuola e l'unico sempre pronto a difenderla dalle angherie dei bulletti. E Cameron era l'unico che la conoscesse davvero e a volerle bene per quella che era. Cameron era il suo porto sicuro nella tempesta - questo fino al giorno in cui è semplicemente svanito e la sua personale aguzzina Jordana le ha detto che era morto.
Jennifer ovviamente non ci poteva credere, ma quando ha cercato conforto in sua madre si è semplicemente sentita rispondere "mi dispiace".
Con un funerale immaginario nella sua testa a Cameron, Jennifer decide di seppellire anche quella versione di se stessa. Decide di perdere peso, si allena per correggere i difetti di pronuncia, ignora le battute e i commenti di Jordana e Matt. E quando intorno alla seconda media sua madre sposa il suo nuovo compagno Alan e si trasferiscono in un nuovo distretto scolastico, Jennifer decide di cambiare nome e di diventare Jenna Vaughn - una ragazza che non piange più, sempre affidabile e sorridente e disponibile. Una ragazza la cui vita è facile e lineare e con diversi amici e da tre mesi un ragazzo.
Non ha mai dimenticato Cameron, ma la sensazione diventa più intensa nel giorno del suo diciassettesimo compleanno. Jenna ha sempre odiato il suo compleanno sin da quando ha compiuto nove anni e a lei e Cameron è accaduto qualcosa di terribile - qualcosa che lei non ha mai confessato a sua madre, qualcosa di cui lei e Cameron non avrebbero mai parlato prima che lui sparisse, qualcosa che noi scopriamo poco alla volta perché Jenna non è pronta a ricordare l'evento nell'insieme tutto in un colpo.
E proprio nel giorno del suo compleanno Cameron rientra nella vita di Jenna, prima con un biglietto di auguri indirizzato a Jennifer Harris e poi presentandosi nella sua scuola - mandando quindi in frantumi la convinzione che Cameron fosse morto degli ultimi otto anni. Con Cameron, un po' di Jennifer Harris torna in superficie e questo mette Jenna di fronte al suo passato e alla sua vita presente, mandando anche un po' in crisi i rapporti con i suoi amici e il suo ragazzo.
Questa è una storia d'amore, ma non vi aspettate l'amore romantico.
Quello che lega Jenna a Cameron - e quello che lega Cameron a Jenna - anche dopo otto anni di lontananza e silenzio è un tipo di amore che va al di là dell'amore romantico o del rapporto tra fratello e sorella. La stessa Jenna dice che non esiste una definizione, che niente sarà mai abbastanza e che ci sarà sempre qualcosa di più tra di loro - qualcosa che ha origine in quello che hanno condiviso e quello a cui sono sopravvissuti e che nessuno può capire.
Quello che lega Jenna e Cameron è l'amore di qualcosa mai risolto, lasciato in sospeso - una sensazione che entrambi si porteranno sempre nel cuore fino al loro ultimo respiro.
Cameron torna nella sua vita otto anni dopo, più alto e più forte, emancipato e indipendente e riluttante a chiedere aiuto. Torna deciso a ricambiare Jenna per quella volta a nove anni in cui lei gli ha salvato la vita, mostrandole e ricordandole la sua forza e il suo coraggio - tratti che appartenevano a Jennifer e che Jenna sembra aver dimenticato nel corso della sua trasformazione.
Il loro è ora un rapporto fatto di silenzi, sguardi e ancora esclusivo come otto anni prima perché ancora si conoscono meglio di come li conoscono gli altri, ma riconoscono anche quello che è cambiato l'una nell'altro e c'è quell'urgenza di voler stare insieme e riscoprirsi colmando tutte le lacune - specialmente da parte di Jenna.
Jenna vorrebbe salvarlo ancora una volta, ma si rende conto che non tutti sono disposti a farsi salvare e che non sempre è comunque possibile farlo. Cameron imparerà da solo a cavarsela, come ha fatto negli anni precedenti, e capirà qual è la cosa giusta da fare osservando Jenna nella sua nuova vita e in famiglia, prendendo come modello Alan.
Alan, il patrigno di Jenna, mi è piaciuto davvero tanto. Lui e Jenna hanno un bellissimo rapporto e lui sembra molto più percettivo e attento nei suoi confronti di quanto lo sia sua madre, che invece non mi è piaciuta. Non mi è piaciuta soprattutto quando, anche una volta saputa la verità, per sopire i suoi sensi di colpa ha ignorato ancora una volta i bisogni di Jenna pur di non ammettere i suoi fallimenti come madre e preoccupandosi solamente di Cameron. Che, per carità, Cameron ha passato l'inferno ma comunque ha imparato a farcela da solo.
Questo libro parla di amore, di un amore così intenso che è impossibile dargli un nome o un'appartenenza specifici. Il romanzo è permeato di quel senso di nostalgia, malinconia e di "e se..." al pensiero di come sarebbero potute essere le loro vite se non si fossero separati. Jenna e Cameron condividono ancora quel legame che nessuno può comprendere, ma allo stesso tempo devono fare i conti con le vite che si sono costruiti e incontrandosi di nuovo hanno entrambi restituito uno all'altro le persone che sono state e la forza di accettare chi sono stati, chi sono ora e chi diventeranno anche lontani.
Lo ripeto: non si tratta di un amore romantico. Lo è sotto alcuni aspetti, ma non lo è nel senso canonico di coppia. Ho pianto in diversi punti e ho compreso Jenna ad un livello che solo una persona che ha provato a seppellire chi era stata per diventare qualcuno di diverso può capire. Perché l'ho fatto anche io, perché anche io ho provato la scomodità di sentire quella vecchia versione di me stessa che si risvegliava e ho provato la paura di non riuscire a gestirla e a rimetterla a nanna perché non la accettavo.
Sara Zarr - anche se in sole 217 pagine - parla di problemi con il cibo, bullismo, immagine e percezione di sé, abuso di minore e trascuratezza da parte dei genitori e dell'impatto che tutto questo ha sulla crescita mostrandoci il disagio che Jenna tace e che nessuno dei suoi amici prova ad ascoltare.
Ci sono persone che lasciano dei segni nelle nostre vite, ma con il passare degli anni restano nella nostra memoria solo i gesti da loro compiuti oppure le parole pronunciate perché la persona in sé perde di significato e perché avrebbe potuto essere qualcun altro, ma il gesto che ci ha segnati sarebbe rimasto invariato.
E poi ci sono quelle persone che sono diventate parte di noi e della nostra anima, quelle il cui nome ancora ci fa sussultare, quelle con cui non si hai mai una conclusione definitiva perché le cose da dire a riguardo sembrano non finire mai e i ricordi si confondono, si mescolano in ordine temporale o sono incompleti ma ancora non riusciamo a toglierci di dosso quel senso di insoddisfazione - quel senso di qualcosa lasciato in sospeso.
Autrice: Sara Zarr
Data di uscita: 1 gennaio 2009
Data di uscita originale: 1 febbraio 2008
Pagine: 217 (copertina flessibile)
Editore: Little Brown Books for Young Readers
Trama [tradotta da me]: Da bambini, Jennifer Harris e Cameron Quick erano entrambi degli esclusi. Erano anche l'unico amico l'uno dell'altra. Così quando Cameron scompare senza nessun avvertimento, Jennifer pensa di aver perso l'unica persona che l'avrebbe sempre capita. Ora alle superiori, Jennifer si è trasformata. Conosciuta come Jenna, lei è popolare, felice ed esce con qualcuno - tutto quello che "Jennifer" non poteva essere. Ma ancora non riesce a liberarsi del ricordo del suo amico perduto da tempo.
Quando Cameron ricompare improvvisamente, entrambi devono affrontare i ricordi del loro passato condiviso e le direzioni drasticamente diverse che le loro vite hanno preso.
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Le tag-line, se pensate e scelte con cura, su di me hanno sempre l'effetto desiderato: mi fanno sempre sentire come un pesce preso all'amo.
Questa non è stata da meno.
"Certain people come into your life...and leave a mark."
Jenna Vaughn non si è sempre chiamata così.
Il suo nome era Jennifer Harris: una bambina con qualche chilo di troppo, un padre che se n'è andato quando aveva due o tre anni e una madre sempre assente tra il lavoro alla tavola calda e la scuola da infermiera.
Il suo unico amico era Cameron Quick, un bambino lasciato in disparte come lei dai loro compagni di scuola e l'unico sempre pronto a difenderla dalle angherie dei bulletti. E Cameron era l'unico che la conoscesse davvero e a volerle bene per quella che era. Cameron era il suo porto sicuro nella tempesta - questo fino al giorno in cui è semplicemente svanito e la sua personale aguzzina Jordana le ha detto che era morto.
Jennifer ovviamente non ci poteva credere, ma quando ha cercato conforto in sua madre si è semplicemente sentita rispondere "mi dispiace".
Con un funerale immaginario nella sua testa a Cameron, Jennifer decide di seppellire anche quella versione di se stessa. Decide di perdere peso, si allena per correggere i difetti di pronuncia, ignora le battute e i commenti di Jordana e Matt. E quando intorno alla seconda media sua madre sposa il suo nuovo compagno Alan e si trasferiscono in un nuovo distretto scolastico, Jennifer decide di cambiare nome e di diventare Jenna Vaughn - una ragazza che non piange più, sempre affidabile e sorridente e disponibile. Una ragazza la cui vita è facile e lineare e con diversi amici e da tre mesi un ragazzo.
Non ha mai dimenticato Cameron, ma la sensazione diventa più intensa nel giorno del suo diciassettesimo compleanno. Jenna ha sempre odiato il suo compleanno sin da quando ha compiuto nove anni e a lei e Cameron è accaduto qualcosa di terribile - qualcosa che lei non ha mai confessato a sua madre, qualcosa di cui lei e Cameron non avrebbero mai parlato prima che lui sparisse, qualcosa che noi scopriamo poco alla volta perché Jenna non è pronta a ricordare l'evento nell'insieme tutto in un colpo.
E proprio nel giorno del suo compleanno Cameron rientra nella vita di Jenna, prima con un biglietto di auguri indirizzato a Jennifer Harris e poi presentandosi nella sua scuola - mandando quindi in frantumi la convinzione che Cameron fosse morto degli ultimi otto anni. Con Cameron, un po' di Jennifer Harris torna in superficie e questo mette Jenna di fronte al suo passato e alla sua vita presente, mandando anche un po' in crisi i rapporti con i suoi amici e il suo ragazzo.
Questa è una storia d'amore, ma non vi aspettate l'amore romantico.
Quello che lega Jenna a Cameron - e quello che lega Cameron a Jenna - anche dopo otto anni di lontananza e silenzio è un tipo di amore che va al di là dell'amore romantico o del rapporto tra fratello e sorella. La stessa Jenna dice che non esiste una definizione, che niente sarà mai abbastanza e che ci sarà sempre qualcosa di più tra di loro - qualcosa che ha origine in quello che hanno condiviso e quello a cui sono sopravvissuti e che nessuno può capire.
Quello che lega Jenna e Cameron è l'amore di qualcosa mai risolto, lasciato in sospeso - una sensazione che entrambi si porteranno sempre nel cuore fino al loro ultimo respiro.
Cameron torna nella sua vita otto anni dopo, più alto e più forte, emancipato e indipendente e riluttante a chiedere aiuto. Torna deciso a ricambiare Jenna per quella volta a nove anni in cui lei gli ha salvato la vita, mostrandole e ricordandole la sua forza e il suo coraggio - tratti che appartenevano a Jennifer e che Jenna sembra aver dimenticato nel corso della sua trasformazione.
Il loro è ora un rapporto fatto di silenzi, sguardi e ancora esclusivo come otto anni prima perché ancora si conoscono meglio di come li conoscono gli altri, ma riconoscono anche quello che è cambiato l'una nell'altro e c'è quell'urgenza di voler stare insieme e riscoprirsi colmando tutte le lacune - specialmente da parte di Jenna.
Jenna vorrebbe salvarlo ancora una volta, ma si rende conto che non tutti sono disposti a farsi salvare e che non sempre è comunque possibile farlo. Cameron imparerà da solo a cavarsela, come ha fatto negli anni precedenti, e capirà qual è la cosa giusta da fare osservando Jenna nella sua nuova vita e in famiglia, prendendo come modello Alan.
Alan, il patrigno di Jenna, mi è piaciuto davvero tanto. Lui e Jenna hanno un bellissimo rapporto e lui sembra molto più percettivo e attento nei suoi confronti di quanto lo sia sua madre, che invece non mi è piaciuta. Non mi è piaciuta soprattutto quando, anche una volta saputa la verità, per sopire i suoi sensi di colpa ha ignorato ancora una volta i bisogni di Jenna pur di non ammettere i suoi fallimenti come madre e preoccupandosi solamente di Cameron. Che, per carità, Cameron ha passato l'inferno ma comunque ha imparato a farcela da solo.
Questo libro parla di amore, di un amore così intenso che è impossibile dargli un nome o un'appartenenza specifici. Il romanzo è permeato di quel senso di nostalgia, malinconia e di "e se..." al pensiero di come sarebbero potute essere le loro vite se non si fossero separati. Jenna e Cameron condividono ancora quel legame che nessuno può comprendere, ma allo stesso tempo devono fare i conti con le vite che si sono costruiti e incontrandosi di nuovo hanno entrambi restituito uno all'altro le persone che sono state e la forza di accettare chi sono stati, chi sono ora e chi diventeranno anche lontani.
Lo ripeto: non si tratta di un amore romantico. Lo è sotto alcuni aspetti, ma non lo è nel senso canonico di coppia. Ho pianto in diversi punti e ho compreso Jenna ad un livello che solo una persona che ha provato a seppellire chi era stata per diventare qualcuno di diverso può capire. Perché l'ho fatto anche io, perché anche io ho provato la scomodità di sentire quella vecchia versione di me stessa che si risvegliava e ho provato la paura di non riuscire a gestirla e a rimetterla a nanna perché non la accettavo.
Sara Zarr - anche se in sole 217 pagine - parla di problemi con il cibo, bullismo, immagine e percezione di sé, abuso di minore e trascuratezza da parte dei genitori e dell'impatto che tutto questo ha sulla crescita mostrandoci il disagio che Jenna tace e che nessuno dei suoi amici prova ad ascoltare.
Ci sono persone che lasciano dei segni nelle nostre vite, ma con il passare degli anni restano nella nostra memoria solo i gesti da loro compiuti oppure le parole pronunciate perché la persona in sé perde di significato e perché avrebbe potuto essere qualcun altro, ma il gesto che ci ha segnati sarebbe rimasto invariato.
E poi ci sono quelle persone che sono diventate parte di noi e della nostra anima, quelle il cui nome ancora ci fa sussultare, quelle con cui non si hai mai una conclusione definitiva perché le cose da dire a riguardo sembrano non finire mai e i ricordi si confondono, si mescolano in ordine temporale o sono incompleti ma ancora non riusciamo a toglierci di dosso quel senso di insoddisfazione - quel senso di qualcosa lasciato in sospeso.
Wow che bella recensione Alice! Complimenti!
RispondiEliminaIl libro mi ispira molto, chissà che non finisca nella mia TBR!
Grazie Jess! *-* ♥
EliminaSpero proprio che ci finisca allora! :)