lunedì 22 maggio 2017

Chi ben comincia... #5 | "Eppure cadiamo felici" di Enrico Galiano

Sono qui, con decisamente troppe poche ore di sonno alle spalle, per mostrarvi con questo nuovo appuntamento della rubrica Chi ben comincia... il libro che ho iniziato oggi. E di cui ho già letto quasi un centinaio di pagine tanto scorre bene. 

Chi ben comincia... è una rubrica ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri. Ad ogni appuntamento viene presentato l'incipit di un libro - già letto, in lettura o da leggere - in modo da aiutarci a capire se il libro merita la nostra attenzione.

1.Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
2. Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
3. Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
4.Aspettate i commenti



   LUCA TI AMERÒ PER SEMPRE

   SPATARO VECCHIO PORCO
 
   L’AMORE È COME IL PROFUMO FACILE DA METTERE DIFFICILE DA TOGLIERE IMPOSSIBILE DA DIMENTICARE

   IERI HO SCOPATO CON CASALI 3ª C E STATO BELLISSIMO

   DIMENTICHI LA COSA PIÙ IMPORTANTE: DIMENSIONI?

   ALMENO METTI L’ACCENTO SULLA E, ANALFABETA!

   Le conosce ormai a memoria queste scritte, Gioia Spada, eppure ogni mattina non riesce a fare a meno di rileggerle una per una, mentre mastica la sua brioche al mirtillo, seduta a gambe incrociate sulla tazza del water.
   Fuori dalla porta, le voci di almeno sei o sette delle sue compagne che ridono, si truccano e si chiedono consigli su cosa scrivere a quello stronzo che non si fa sentire mai.
   Che poi ci scommetterebbe tutta la sua collezione di vinili dei Pink Floyd: è stato quello scemo di Casali a scriverla, quella frase. È proprio il tipo capace di entrare di nascosto nel bagno delle femmine col pennarello in mano a vergare una tale perla di saggezza, per far credere a tutte le ragazze della scuola di essere un vero maschio alfa. Una specie di operazione di marketing, in pratica. Anche abbastanza astuta, va bene: ma che più squallida non si può.
   E poi, quella E senza accento: una specie di firma, per un ignorante figlio di papà come lui.
   Suona la prima campanella: le sue compagne sgattaiolano fuori ridendo e Gioia ha ancora da finire mezza brioche. Si sfiora, come fa sempre, la piccola cicatrice che ha dietro l’orecchio destro, mentre conta i secondi che servono per uscire senza essere vista da nessuno.
   La colazione la fa a scuola perché a casa, be’, è meglio esserci solo da non svegli. L’ideale sarebbe forse esserci da non vivi, perché probabilmente solo un morto sarebbe a suo a gio nel suo ambiente familiare: così da qualche mese a questa parte arriva a scuola prima, si chiude in bagno, e mangia lì.
   Gioia Spada: diciassette anni, capelli rossi naturali, una pioggia di lentiggini che dal naso scende giù fino agli zigomi. Due occhi che sono due grandi laghi blu, di quelli che sembrano sempre lucidi, anche quando non lo sono. Camicia di flanella a quadrettoni sempre addosso, insieme a un paio di jeans strappati e sgualciti, ma non di quelli strappati e sgualciti che in realtà costano come due mesi di affitto: sono semplicemente vecchissimi, e sono gli unici che ha. Fisico anche abbastanza asciutto, se non fosse per gli standard che si ritrova intorno, che la fanno sembrare costantemente un paio di chili sopra la media. Lei, del resto, non ci sta neanche attenta, o per essere più esatti non gliene frega proprio niente: non si è mai truccata in vita sua, e dedica alle operazioni del pettinarsi e vestirsi lo stesso tempo che vi dedicherebbe un maschio, forse anche meno.

(Enrico Galiano - Eppure cadiamo felici)

2 commenti:

  1. Ciao! Questo libro ha una copertina bellissima, attenderò la tua recensione di questo libro perchè mi incuriosisce tanto! :)

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    1. Non mancherà sicuramente! Con ogni probabilità arriverà questa settimana perché, salvo imprevisti, conto di finirlo molto presto! :)

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