giovedì 23 novembre 2017

[Recensione] "Operation: Hail Storm" di Brett Arquette

Non lo negherò: ho faticato ad arrivarci in fondo. 
Forse perché non sono un'amante della lettura in digitale perché mi affatica molto e forse perché a volte la storia si perde troppo nei tecnicismi.


Titolo: Operation: Hail Storm
Autore: Brett Arquette
Data di uscita: 10 novembre 2016
Pagine: 352 (Kindle Edition)
Editore: Amazon Digital Services

Trama [tradotta da me]: Marshall Hail era un marito, un padre, un vincitore del premio Nobel per la Fisica e un industriale miliardario. Ma quando la sua famiglia venne uccisa in un attacco terroristico, Hail diventò un letale predatore e dirottò tutte le sue vaste risorse industriali verso un unico obiettivo: eliminare ogni persona sulla lista dei 10 terroristi più ricercati dell'FBI. Con l'aiuto dei suoi colleghi del MIT, Hail ha ideato e costruito un arsenale devastante di droni d'attacco di tutte le forme e misure che vengono fatti volare dai migliori giovani players della nazione. Il mondo capirà che Marshall Hail possiede la capacità di arrivare a chiunque, dovunque e in qualunque momento, dando il via ad un'operazione così preoccupante che la CIA l'ha denominata Operation: Hail Storm.


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Marshall Hail, laureato al MIT e miliardario con grandi progetti per salvare il mondo con i reattori di sua invenzione che permettono di utilizzare gli scarti del nucleare senza rischi, cambia obiettivo quando la sua famiglia viene uccisa in un attacco terroristico. 

In un anno non ben specificato e due anni prima della storia narrata in questo romanzo, avvenne l'attacco più devastante ricordato dal mondo dopo quello dell'11 settembre. 
Quell'attacco è conosciuto da tutti come The Five: cinque aerei in cinque Paesi diversi buttati giù da cinque missili terra-aria sparati da cinque persone diverse appartenenti a cinque diverse organizzazioni criminali a cinque minuti di distanza l'uno dall'altro. 
In quell'attacco Marshall Hail perse la moglie e le due figlie, decidendo quindi di usare i suoi soldi e le sue risorse per uccidere i criminali più ricercati dalle forze dell'ordine. 

Con a disposizione un numero imprecisato di navi cargo che all'apparenza ancora svolgono il lavoro di ritiro di scarti nucleari che poi andranno ad alimentare i suoi reattori, all'interno di queste navi si trovano giovani che non hanno nessuno da cui fare ritorno - giovani che Hail e i suoi collaboratori più stretti hanno trovato e, chi più e chi meno, addestrato a diventare abilissimi piloti di droni in remoto. 

La prima missione va a buon fine, ma per ottenere altri nomi della lista Marshall Hail sarà costretto a collaborare con il governo e per quanto detesti l'idea, deve accettare di prendere a bordo un'agente della CIA che, in cambio delle suddette informazioni, sarà gli occhi del gioverno a bordo della Hail Nucleus per scoprire come Hail sia in grado di uccidere senza mai scendere dalla nave. 
E soprattutto quante armi abbia a disposizione e contro chi le possa/voglia usare. 


Come ho già accennato, il romanzo è molto tecnico - arriverete alla fine che saprete qualsiasi cosa sui droni e sulle altre impressionanti armi all'avanguardia possedute da Marshall Hail.
A volte è persino troppo tecnico, tanto che mi sono ritrovata a saltare qualche frase che per me era composta solo numeri e lettere di modelli incomprensibili. 
Me l'aspettavo più movimentato, mi aspettavo che pur parlando di droni pilotati in remoto ci fosse più azione e invece c'è tantissima pianificazione sulla strategia da usare e sui droni da costruire per completare la missione e altrettanta sorveglianza audio e video.
A parte il primo omicidio, quello che funge da prova al governo per dimostrare che Hail fa sul serio, la vera azione arriva solamente al 90% della storia. 

C'è da dire che comunque è una storia molto attuale e che le somiglianze con il mondo reale mettono quasi i brividi: gli attacchi nel mondo, il teatro della storia che si svolge tra la Casa Bianca, la Russia e la Corea del Nord e la terrificante possibilità che non potremmo essere troppo distanti da una cosa simile. 
Hail vorrebbe pensare alla sua vendetta, ma per ottenere le informazioni che gli servono deve prima accettare di svolgere un lavoro per il governo: far saltare in aria un magazzino in Corea del Nord in cui stanno venendo assemblati missili a lungo raggio a cui verrà aggiunta una testata nucleare. 
A complicare il tutto ci si aggiunge il fattore umano: il venditore d'armi russo che Hail vorrebbe uccidere subito, ma che Kara Ramey della CIA vuole tenere in vita perché vuole sapere esattamente chi ha sparato quei missili terra-aria nel giorno di The Five; la Presidente degli USA che si preoccupa delle conseguenze politiche se Hail dovesse fallire; Esercito, CIA, FBI e NIA che non si fidano di Hail perché lo vedono come un vigilante di cui hanno riluttantemente bisogno, ma che potrebbe rivoltarsi contro di loro se contrariato. 

In realtà si ha la sensazione che questo romanzo sia solo una lunga introduzione per la storia che verrà perché ovviamente non è finita qui, Hail è solo all'inizio e il secondo romanzo è di imminente uscita. 
I tecnicismi dopo un po' mi hanno stancata, ci sono alcuni errori ortografici e mi hanno un po' irritata le stesse frasi ripetute in maniera identica anche se dai punti di vista diversi dei giocatori in campo. 
Mi è piaciuto ad un certo livello per l'argomento che Arquette dipinge - anche se si ha la speranza di non arrivare mai davvero a quegli scenari - e le armi a disposizione di Hail sono impressionanti e se alcune esistono davvero sembrano comunque inverosimili, ma oltre ad un po' più di azione (per quanto questo significhi più morti) sarebbe stato bello leggere anche della vera differenza tra l'essere sul campo e operare da remoto. 
Cosa che viene affrontata, ma solo verso la fine e in passaggio e a volte è proprio il fattore umano a mancare, nonostante il tutto parta dal dolore e dalla rabbia di aver perso chi si ama. 
I personaggi poi sono un po' troppo statici, non si ha mai la sensazione che cambi qualcosa nonostante quello che si trovano davanti. 

Un romanzo che per me resta quasi sempre lento, come se la storia vera e propria iniziasse solamente ad un passo dalla fine del libro per poi lasciare il lettore a chiedersi perché mai sia finito proprio così e in quel punto proprio quando le cose iniziavano a farsi interessanti - e magari il secondo romanzo lo sarà davvero e a tutto tondo. 
Un romanzo che non consiglio a chiunque, a meno che non siate fanatici della tecnologia e non vogliate sapere la storia di ogni singolo componente elettronico dei droni e leggere di ore e ore di sorveglianza. 
Che, per carità, c'è chi nell'Intelligence sicuramente lo fa - sorvegliare ore e ore qualcuno o qualcosa, magari anche annoiandosi a morte perché non succede nulla per giorni - ma credo che in un romanzo queste cose possano essere anche accorciate un po' per rendere la storia più fluida. 

2 commenti:

  1. Mmmm veramente non mi ispira no, non sono nel mood giusto può essere! La recensione è accuratissima come sempre, grande Ali ❤️

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    1. Me l'aspettavo diverso, mi aspettavo forse più qualcosa da... fiato sospeso, ecco. Certo, tutta la parte della sorveglianza incuriosisce - sapere che qualcuno può osservarci senza essere visto è inquietante - ma dopo un po' per me è stato troppo.
      Grazie, Ely! ❤️

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