giovedì 29 settembre 2022

[Recensione] "Te lo dico sottovoce" di Lucrezia Scali

Ultima recensione di settembre - che è veramente volato.
 
 
Titolo: Te lo dico sottovoce
Autrice: Lucrezia Scali
Data di uscita: 4 gennaio 2016
Pagine: 278 (copertina rigida)
Editore: Newton Compton Editori
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Trama: Mia ha trent’anni, un passato che preferisce non ricordare e una famiglia da cui cerca di tenersi alla larga. Meglio stare lontano dalle frecciatine della sorella e da una madre invadente che le organizza appuntamenti al buio… Di notte sogna il principe azzurro, ma la mattina si sveglia accanto a Bubu, un meticcio con le orecchie cadenti e il pelo morbido. La sua passione sono gli animali e infatti, oltre a gestire una delle cliniche veterinarie più conosciute di Torino, Mia sta per realizzare un progetto a cui tiene moltissimo: restituire il sorriso ai bambini in ospedale attraverso la pet therapy. Il grande amore romantico, però, non sembra proprio voler arrivare nella sua vita. O almeno, così pensa Mia, prima di conoscere Alberto, un medico affascinante, e Diego, un ragazzo sfuggente che si è appena trasferito a Torino dalla Puglia. Cupido sta finalmente per scagliare la sua freccia: riuscirà a colpire la persona giusta per il cuore di Mia?

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Paradossalmente sono andata più spedita con i libri di Anna Todd e forse avrei dovuto immaginarlo visto che avevo letto un altro libro della Scali anni fa, La distanza tra me e te, e non era andata benissimo - per molti giorni non ho avuto voglia di leggerlo e credevo di essere finita nel blocco del lettore, tanto che mi sono dedicata ad altro per vedere di smuovermi un po'. 

Mi è piaciuto per la parte dedicata alla pet therapy e agli animali e ammetto di essermi commossa in diversi punti quando si parlava di cani maltrattati e poi salvati dalla protagonista - sebbene io sia comunque una fervente gattara. 

Non ho apprezzato però la protagonista - forse è il romanzo un po' troppo corto da questo punto di vista e/o forse troppe cose accadono off-screen, ma tanto viene dato per scontato e non si riesce a conoscere davvero nessuno dei personaggi coinvolti in questa sorta di triangolo. Cosa che comunque io detesto a prescindere. 

La verità è che la maggior parte della storia avviene alla clinica oppure a casa di Mia con il suo cane Bubu, posto in cui ripensa sempre ai suoi amati nonni che l'hanno cresciuta e l'hanno fatta diventare la persona che è. Con i due soggetti maschili in questione, a pensarci bene, le interazioni sono veramente poche e - come detto prima - tante cose avvengono fuori dalla pagina. Soprattutto con Diego ho avuto l'impressione che Mia reagisse in maniera veramente esagerata, fuori dalle righe e in modo assolutamente illogico e irrazionale - non ho mai avuto l'impressione che Diego fosse fuori luogo con frasi o intenzioni, eppure Mia era sempre lì pronta ad attaccarlo e sbranarlo. Non so, tante delle sue reazioni mi sono sembrate veramente fuori dalla realtà come se non potessero veramente accadere in un contesto di conversazione vera e propria - per non parlare che alcune frasi e situazioni mi sono sembrate veramente uscite da una soap opera. 

Insomma, non è andata male ma nemmeno benissimo. 
Ci sono stati aspetti di questa storia che mi sono piaciuti e alcuni aspetti di Mia ho cominciato ad apprezzarli solo da metà in poi quando smette di reagire in maniera isterica a qualsiasi cosa, ma ho sempre ammirato la sua determinazione nel proseguire per la sua strada e nel costruirsi un futuro a suo piacimento nonostante le feroci critiche della madre e della sorella che non fanno altro che ricordarle quanto sia diversa da loro e di come, sempre a loro parere, stia sbagliando tutto nella vita. Questa testardaggine è proprio ciò che alla fine conduce Mia al suo lieto fine.

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