Ben ritrovati in questo giovedì di luglio, dove da me c'è un piacevole vento fresco dovuto alla pioggia di ieri.
Ho pensato bene di riproporvi un libro che ho letto l'anno scorso dal momento che, in un imprecisato momento di quest'estate, ho intenzione di leggere un altro libro dell'autore oggetto del titolo e che mi osserva dalla mensola da.. maggio?
Throwback Thursday è ideata da The Housework Can Wait e Never Too Fond of Books.
Rubrica del giovedì in cui parlo di libri che ho recensito solo su Goodreads o altrove, in quanto ancora non avevo un blog in cui parlarne.
Titolo: The Returned
Titolo originale: The Returned
Autore: Jason Mott
Data di uscita: 19 novembre 2013
Data di uscita originale: 1 gennaio 2013
Pagine: 336 (copertina rigida)
Editore: Harlequin Mondadori
Trama: Per Harold e Lucilie Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni, si sono adattati a una vita tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore... Finché un giorno Jacob, il loro dolce, prezioso bambino, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni. Qualcosa di strano sta succedendo... i morti stanno tornando dall'aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere il mondo intero, la famiglia Hargrave di nuovo riunita si ritrova al centro di una comunità sull'orlo del collasso, costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano.
Ora, non ricordo se l'ho acquistato alla fine del 2014 oppure se era già il 2015.
Comunque Goodreads mi informa che l'ho letto a cavallo tra febbraio e marzo dell'anno scorso.
Ero al centro commerciale e come è successo con molti altri, sono stata attratta dal titolo e dai colori della sua copertina e quando ho visto che era il libro che aveva ispirato una serie che stavo guardando in quel periodo, non ho resistito e l'ho comprato.
La serie in questione è Resurrection e mi perdonerete se ora non ricordo più bene alcuni dettagli del libro - anche se è vivido nella mia memoria per altri motivi.
Stavo finendo di vedere la seconda e ultima stagione a febbraio dell'anno scorso su Rai2 quando ho sentito un dolore lancinante all'orecchio sinistro - era giovedì 5 febbraio, come mi ricorda la mia lista di telefilm su followmy.tv - a cui poi sarebbe seguito un dolore tremendo alla mandibola e sotto l'occhio e febbre e una visita della guardia medica. Risultato?
Otite, otite per la prima volta nella mia vita, otite catarrale che mi avrebbe fatto ingurgitare medicine e antibiotici e sniffare aerosol per due mesi.
Ho finito di vedere la serie praticamente sorda viste le mie orecchie tappate e ho letto il libro per non annoiarmi a morte mentre facevo quegli interminabili aerosol.
Mi perdonerete dunque se ogni volta che lo vedo sullo scaffale della mia scrivania, l'otite è la prima cosa a cui penso.
Comunque.
Essendo fresca di telefilm, era stato molto facile individuare le differenze.
Nel telefilm ci sono molti più personaggi, che hanno ognuno una sua storia e una sua rilevanza - molti più Redivivi che si presentano e sono protagonisti della loro storia.
Il libro invece si basa quasi esclusivamente su Lucille e Harold Hargrave e sul modo in cui la loro vita viene sconvolta quando si trovano sulla porta di casa il figlio Jacob - loro sono anziani, mentre il bambino ha la stessa età di quando è morto lasciandoli nel dolore.
Ma non è solo la loro vita ad essere sconvolta ma anche quella di tutto il paese e successivamente del mondo, mentre la notizia che sempre più Redivivi si stanno ricongiungendo alle loro famiglie o le stanno cercando si diffonde alla velocità della luce.
Di fronte ad un telefilm che presenta una varietà di personaggi e di storie, il libro sembra quasi "normale", niente di troppo eccitante o straordinario.
Un po' come The 100 di Kass Morgan.
Però la tematica di fondo la stessa - è un libro che fa pensare, è un libro che mi ha fatto pensare a cosa farei io se quelli che ho amato e perso improvvisamente mi si presentassero sulla soglia di casa.
Mi ha fatto pensare alle seconde possibilità, ad altre opportunità per trascorrere del tempo con loro e dire tutte quelle cose non si è riusciti a dire - quanto li abbiamo amati e quanto ancora teniamo a loro.
Non è qualcosa che vorremmo tutti?
Il libro nasce proprio perché l'autore ha perso la madre e ha sognato di avere nuovamente una conversazione con lei seduti al tavolo della cucina, parlando di quello che lui avesse fatto in tutti quegli anni.
Questo romanzo è stato il suo modo di averla ancora nella sua vita.
È un libro sulla vita e sull'amore, sul lasciare andare ma anche sull'accogliere le persone nella propria vita e nel proprio cuore.
Eppure questo libro mette anche in mostra tutti i difetti della razza umana, come paura e invidia e sospetto possano trasformare qualcosa di bello in un incubo.
I Redivivi vengono ostracizzati, guardati male pur comportandosi come persone normali perché per loro non è passato nemmeno un istante. Sono esattamente com'erano, non sono zombies pronti a prendere il sopravvento.
Eppure le città vengono barricate, i Redivivi catturati e messi in case di "accoglienza" che assomigliano più a campi di concentramento.
C'è che ha paura di loro, chi perché ha qualcosa di nascondere e chi perché non capisce. C'è chi prova rabbia nei loro confronti perché magari lui non ha visto ritornare i propri cari - non tutti tornano e nessuno sa perché.
E vengono studiati, alla stregua di un'epidemia che minaccia di spazzare via l'umanità.
Nessuno lo prende per il miracolo che è, sono quasi tutti occupati a chiedersi perché e da dove arrivino per godersi la possibilità di parlare e abbracciare quelli che hanno perso.
Io non sono particolarmente religiosa e quindi tutti i discorsi di Lucille su Dio e la chiesa mi hanno un po' annoiata, ma ci stava anche perché Lucille è una dei pochi che vede i Redivivi come un miracolo che va protetto ad ogni costo.
E nonostante quei momenti di insofferenza, ho proseguito e non mi vergogno ad ammettere che ho pianto nelle ultime dieci pagine.
Se cercate risposte su come e perché queste persone sono tornate dalla morte, non le troverete. Non nel telefilm e neanche nel libro.
Se vi aspettate qualcosa del genere, resterete delusi.
Il mistero rimane, non saprete mai come e soprattutto perché - perché alcuni siano tornati e altri no, perché alcuni dopo un po' scompaiano e altri no.
Come è scritto nel libro, la vita stessa è un mistero.
Come lo sono anche la morte e l'aldilà.
Titolo originale: The Returned
Autore: Jason Mott
Data di uscita: 19 novembre 2013
Data di uscita originale: 1 gennaio 2013
Pagine: 336 (copertina rigida)
Editore: Harlequin Mondadori
Trama: Per Harold e Lucilie Hargrave la vita è stata felice e amara allo stesso tempo, da quando hanno perso il figlio Jacob il giorno del suo ottavo compleanno, nel 1966. In tutti questi anni, si sono adattati a una vita tranquilla, senza di lui, lasciando che il tempo alleviasse il dolore... Finché un giorno Jacob, il loro dolce, prezioso bambino, misteriosamente, ricompare alla loro porta, in carne e ossa. E ha ancora otto anni. Qualcosa di strano sta succedendo... i morti stanno tornando dall'aldilà. Mentre il caos rischia di travolgere il mondo intero, la famiglia Hargrave di nuovo riunita si ritrova al centro di una comunità sull'orlo del collasso, costretta a fare i conti con una realtà nuova quanto misteriosa e con un conflitto che minaccia di sovvertire il significato stesso di genere umano.
Ora, non ricordo se l'ho acquistato alla fine del 2014 oppure se era già il 2015.
Comunque Goodreads mi informa che l'ho letto a cavallo tra febbraio e marzo dell'anno scorso.
Ero al centro commerciale e come è successo con molti altri, sono stata attratta dal titolo e dai colori della sua copertina e quando ho visto che era il libro che aveva ispirato una serie che stavo guardando in quel periodo, non ho resistito e l'ho comprato.
La serie in questione è Resurrection e mi perdonerete se ora non ricordo più bene alcuni dettagli del libro - anche se è vivido nella mia memoria per altri motivi.
Stavo finendo di vedere la seconda e ultima stagione a febbraio dell'anno scorso su Rai2 quando ho sentito un dolore lancinante all'orecchio sinistro - era giovedì 5 febbraio, come mi ricorda la mia lista di telefilm su followmy.tv - a cui poi sarebbe seguito un dolore tremendo alla mandibola e sotto l'occhio e febbre e una visita della guardia medica. Risultato?
Otite, otite per la prima volta nella mia vita, otite catarrale che mi avrebbe fatto ingurgitare medicine e antibiotici e sniffare aerosol per due mesi.
Ho finito di vedere la serie praticamente sorda viste le mie orecchie tappate e ho letto il libro per non annoiarmi a morte mentre facevo quegli interminabili aerosol.
Mi perdonerete dunque se ogni volta che lo vedo sullo scaffale della mia scrivania, l'otite è la prima cosa a cui penso.
Comunque.
Essendo fresca di telefilm, era stato molto facile individuare le differenze.
Nel telefilm ci sono molti più personaggi, che hanno ognuno una sua storia e una sua rilevanza - molti più Redivivi che si presentano e sono protagonisti della loro storia.
Il libro invece si basa quasi esclusivamente su Lucille e Harold Hargrave e sul modo in cui la loro vita viene sconvolta quando si trovano sulla porta di casa il figlio Jacob - loro sono anziani, mentre il bambino ha la stessa età di quando è morto lasciandoli nel dolore.
Ma non è solo la loro vita ad essere sconvolta ma anche quella di tutto il paese e successivamente del mondo, mentre la notizia che sempre più Redivivi si stanno ricongiungendo alle loro famiglie o le stanno cercando si diffonde alla velocità della luce.
Di fronte ad un telefilm che presenta una varietà di personaggi e di storie, il libro sembra quasi "normale", niente di troppo eccitante o straordinario.
Un po' come The 100 di Kass Morgan.
Però la tematica di fondo la stessa - è un libro che fa pensare, è un libro che mi ha fatto pensare a cosa farei io se quelli che ho amato e perso improvvisamente mi si presentassero sulla soglia di casa.
Mi ha fatto pensare alle seconde possibilità, ad altre opportunità per trascorrere del tempo con loro e dire tutte quelle cose non si è riusciti a dire - quanto li abbiamo amati e quanto ancora teniamo a loro.
Non è qualcosa che vorremmo tutti?
Il libro nasce proprio perché l'autore ha perso la madre e ha sognato di avere nuovamente una conversazione con lei seduti al tavolo della cucina, parlando di quello che lui avesse fatto in tutti quegli anni.
Questo romanzo è stato il suo modo di averla ancora nella sua vita.
È un libro sulla vita e sull'amore, sul lasciare andare ma anche sull'accogliere le persone nella propria vita e nel proprio cuore.
Eppure questo libro mette anche in mostra tutti i difetti della razza umana, come paura e invidia e sospetto possano trasformare qualcosa di bello in un incubo.
I Redivivi vengono ostracizzati, guardati male pur comportandosi come persone normali perché per loro non è passato nemmeno un istante. Sono esattamente com'erano, non sono zombies pronti a prendere il sopravvento.
Eppure le città vengono barricate, i Redivivi catturati e messi in case di "accoglienza" che assomigliano più a campi di concentramento.
C'è che ha paura di loro, chi perché ha qualcosa di nascondere e chi perché non capisce. C'è chi prova rabbia nei loro confronti perché magari lui non ha visto ritornare i propri cari - non tutti tornano e nessuno sa perché.
E vengono studiati, alla stregua di un'epidemia che minaccia di spazzare via l'umanità.
Nessuno lo prende per il miracolo che è, sono quasi tutti occupati a chiedersi perché e da dove arrivino per godersi la possibilità di parlare e abbracciare quelli che hanno perso.
Io non sono particolarmente religiosa e quindi tutti i discorsi di Lucille su Dio e la chiesa mi hanno un po' annoiata, ma ci stava anche perché Lucille è una dei pochi che vede i Redivivi come un miracolo che va protetto ad ogni costo.
E nonostante quei momenti di insofferenza, ho proseguito e non mi vergogno ad ammettere che ho pianto nelle ultime dieci pagine.
Se cercate risposte su come e perché queste persone sono tornate dalla morte, non le troverete. Non nel telefilm e neanche nel libro.
Se vi aspettate qualcosa del genere, resterete delusi.
Il mistero rimane, non saprete mai come e soprattutto perché - perché alcuni siano tornati e altri no, perché alcuni dopo un po' scompaiano e altri no.
Come è scritto nel libro, la vita stessa è un mistero.
Come lo sono anche la morte e l'aldilà.
Forse era normale. Alcune persone chiudono le porte del loro cuore quando perdono qualcuno. Altre tengono porte e finestre aperte, lasciando che i ricordi e l'amore vi passino liberamente. E forse era così che doveva essere, pensò Harold.
Ciao Alice! Io invece ho visto solo la prima serie del tf pur avendo il libro in ebook devo dire che l'idea mi aveva fatto venire gli occhi a cuoricino, anche perche' se ne era appena andata via mia nonna e forse anche per questo questo libro mi attraeva ma mi faceva paura e quindi poi ho optato per la serie tv anche se forse, come sempre, avrei fatto meglio a leggere prima il libro! Ps mi dispiace per l'otite certo che sara' stata pesante, io una volta l'ho avuta ma era estate.. Che fastidio! :(
RispondiEliminaDiciamo che il libro sviscera di più l'aspetto psicologico ed emozionale di poter vivere di nuovo coloro che non ci sono più - la serie, specialmente nella seconda stagione e da quello che ricordo, prende più la piega dell'azione.
EliminaOh sì, quest'anno poi mi è tornata - è durata un mese invece di due, ma gli antibiotici non erano sufficienti e ho dovuto fare un ciclo di insufflazioni.
Il problema è che il medico dei miei - che è otorino - si è stupito che io non abbia mai avuto l'otite da piccola e adesso per due anni di seguito mi siano venuti due episodi così violenti e improvvisi e non è detto che il prossimo anno io ne sia esente.
Sono interessata al libro, ma soprattutto (strano a dirsi) al telefilm! Solo il fatto che non venga mai fornita una risposta ai vari "perchè" della storia tende a farmi esitare un po'... ma in fondo, credo che prima o poi mi lascerò irretire anch'io! :)
RispondiEliminaPS: oddio, l'otite... l'ho avuta una volta sola in vita mia, ma così violenta che mi ha lasciato in dono un acufene a vita! ç_____ç
Oddio, mi dispiace! A me il dottore ha detto che rischiavo seri danni all'udito se non fosse passata in fretta ed era preoccupato dal fatto che gli antibiotici non funzionassero.
EliminaPer il libro/serie capisco che la mancanza di perché possa scoraggiare in principio, ma credo che sia meglio così - il massaggio è quello di far riflettere sulle relazioni umane più che sui motivi.
Ciao Alice!! Ci assomiglia molto a les revenants!!!! Mi ispira troppo anche questo libro!!!
RispondiEliminaFammi sapere quando lo leggerai! :)
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