Salve carissimi ed eccoci di nuovo qui, in un'altra caldissima giornata di luglio e per fortuna che esiste il ventilatore, con la recensione di un libro uscito anni fa e ristampato recentemente nella sua nuova edizione.
Ma come sempre, prima tocca ai ringraziamenti quindi grazie alle/ai blogger che hanno organizzato il tour e alla LainYA per averne messa una copia a disposizione.
Titolo: Bitten - La notte dei lupi
Titolo originale: Bitten
Serie: Otherworld #1
Autore: Kelley Armstrong
Data di uscita: 9 giugno 2016
Data di uscita originale: 21 settembre 2001
Pagine: 522 (copertina flessibile)
Editore: Fazi Editore
Collana: LainYA
Trama: Toronto, oggi. Elena Michaels è una giornalista di successo, ha un ragazzo che la vorrebbe sposare e ama correre di notte, veloce come il vento. Non sono certo le strade buie o i tipi loschi a farle paura, perché dalla sua ha qualcosa di straordinario. È l’unica donna licantropo al mondo. Ha abbandonato il suo clan d’appartenenza e i comfort della villa, suo quartier generale, per una vita ordinaria, lasciandosi alle spalle non solo il Branco ma anche Clay, colui che l’ha tradita trasformandola in un licantropo. Saranno l’amore per l’unico uomo che davvero le abbia toccato il cuore e il forte sentimento di appartenenza ai licantropi a ricondurla indietro, quando il Branco avrà bisogno di lei. È giunto per Elena il momento di scegliere tra l’amore per Clay e quello per il ragazzo della porta accanto, tra la sua nuova vita, tessuta su una tela labile e costellata di bugie, e la sua natura che, come la luna chiama le maree, la sta attirando a sé.
Dunque dunque, se vi dicessi che molto spesso avrei voluto prendere a schiaffoni Elena?
Santo cielo, questo libro sarà così difficile da giudicare e io pensavo che ne sarebbe venuta fuori una recensione anche abbastanza breve e invece sento che poi partirò per la tangente - chiedo scusa in anticipo.
La storia comincia con Elena che vive a Toronto e che da più di un anno ha abbandonato il suo Branco - anche se i membri di quest'ultimo si rifiutano di vederla in questo modo e lo considerano solo un allontanamento temporaneo.
Essere l'unico licantropo donna al mondo non è stata una scelta volontaria o consapevole di Elena, che si sente tradita nel peggiore dei modi da chi più amava anche dopo dieci anni.
Elena ha perso i suoi genitori quando era molto piccola e la sua vita poi è stata difficile e costellata di episodi sgradevoli che l'hanno resa più forte anche prima che venisse morsa e trasformata.
Prima di essere morsa, Elena sognava quindi quella carriera che nessuno dei suoi insegnanti o genitori adottivi credevano avrebbe mai potuto raggiungere e soprattutto sognava finalmente una famiglia tutta sua e la stabilità dopo averla persa da bambina. Ecco quindi perché si aggrappa così fortemente alla sua parte umana e si sta costruendo una vita con Philip a Toronto.
Tutto questo però prima che Jeremy - l'Alfa del Branco - telefoni a casa sua dicendo di avere urgentemente bisogno che Elena torni a Stonehaven e che questo la costringa a partire quando al telefono non risponde più nessuno.
Elena odia la sola idea di dover tornare a "casa", ma che altro può fare?
Premettiamo prima un paio di cose.
Uno - il libro mi è piaciuto.
Due - sebbene io sia partita dai vampiri all'inizio della mia esperienza di lettrice paranormal, le ultime estati a base di Teen Wolf mi hanno fatto amare di più i lupi mannari. Essendo quindi un'amante di Teen Wolf - e come soffro nel vederlo andare a scatafascio da un paio di stagioni a questa parte, ma non è questo il posto per parlarne altrimenti stiamo qui fino al 2035 - seppure con qualche differenza, non ho fatto fatica a calarmi nella mentalità del Branco.
Branco composto da Jeremy come Alfa e poi dal suo figlio adottivo Clayton, da Antonio e da suo figlio Nick, da Logan e da Peter e infine da Elena - Elena che per dieci anni ha avuto una storia costellata di infinite liti con Clay.
È difficile giudicare Elena.
È difficile perché in quanto "morsa", lei non è nata licantropo - lei non ha instillato nel cervello lo stesso senso di obbedienza che hanno gli altri verso gli ordini di Jeremy. E Jeremy non è affatto un cattivo Alfa, ma per lei che prima era umana e non ha scelto questa vita, combattere anche la più piccola inezia è il suo modo di riappropriarsi in parte di quello che ha perso.
È difficile giudicare Elena perché ha istinti da lupo, ma allo stesso tempo vuole una vita "normale" - una vita umana.
Ma non è solo per questo che è difficile giudicarla.
Il mio problema con lei è più legato alla questione del "triangolo".
Premesso che i triangoli mi fanno sempre un po' storcere il naso a prescindere e che Clay non è esattamente il Principe Azzurro, ma sono proprio le considerazioni di Elena e le sue stesse ammissioni che mi hanno fatto alzare gli occhi al cielo e venire voglia ogni tanto di lanciare il libro fuori dalla finestra.
Per carità, Elena è una tosta - e lo era anche prima di essere trasformata.
Non è una piagnucolona, è una che tira calci e morde e non si tira indietro di fronte ad una battaglia e non ha problemi a rispondere in maniera acida persino all'Alfa del Branco.
Ed è proprio perché Elena è così in realtà che mi è venuto il nervoso quando l'ho sentita rinnegare più di una volta tutto questo.
Ma ovviamente se a dirglielo è Clay, allora non va bene per principio.
Ci sta che Elena si voglia aggrappare il più possibile alla sua parte umana perché non è la vita che ha scelto di sua iniziativa, ma lei si rende conto di essere se stessa e felice a Stonehaven eppure qualche pagina dopo, per sua stessa ammissione, definisce il suo comportamento quando è con Philip come finto - lei è buona, generosa e premurosa e sta bene attenta a non filtrare nessun lato della sua personalità aggressiva perché chissà allora come la prenderebbe Philip.
Quando poi Clay le dice di domandarsi perché ha scelto proprio Philip come uomo e che trovando la risposta avrebbe capito perché non avrebbe funzionato in futuro, io l'ho capito subito - Elena ha continuato ad accampare scuse e l'ha capito dopo un mese.
Beata ignoranza.
Clay non è uno stinco di santo, sia ben chiaro.
Anche lui si sarebbe meritato la sua buona dose di mazzate perché, specialmente all'inizio, si comporta come un cavernicolo con un ghigno sempre stampato in faccia e tantissimi problemi di gestione della rabbia - che io al suo confronto sono un agnellino - e si riprende solo verso i tre quarti del libro.
Ma a parte questa "cecità selettiva" di Elena nei confronti della vera situazione che le stava sotto gli occhi - perché santo cielo, non mi puoi venire a dire che odi stare a Stonehaven dove puoi correre nuda e poi in forma di lupo nella proprietà privata del Branco a caccia di conigli come se davvero ti piacesse trasformarti dietro un cassonetto in un vicolo di Toronto e non mi puoi venire a dire di amare Philip quando ti dimentichi di lui per giorni e sono gli altri a ricordarti di telefonargli perché non si presenti all'improvviso in un mondo che ignora e alla prima occasione torni tra le braccia di Clay e per tua stessa ammissione non ti senti in colpa - il resto è andato bene.
Il libro si è praticamente letto da solo e le pagine scorrono velocissime, sebbene spesso non ci sia azione e sia tutto un perlustrare e fare piani.
Ci sono dei momenti in cui stanno tutti a rimuginare sul da farsi perché hanno un serio problema con altri licantropi, ma lo stesso si procede spediti per sapere che succede dopo.
Non tutti sono approfonditi come Elena, Clay e Jeremy - Elena per forza di cose perché la storia è narrata in prima persona e Clay perché è colui con cui ha il legame più forte e Jeremy perché, a dispetto di quello che dice, è il suo Alfa e quello con cui interagisce di più tra gli altri del Branco.
Se ogni tanto (spesso!) avrei preso a schiaffi Elena e Clay, Jeremy l'ho proprio adorato - per tutto quello che fa e come continua ad essere amorevole a modo suo nei confronti di Elena anche quando questa ha degli episodi di rabbia e vuole litigare con lui.
Mi è piaciuto il metodo di narrazione - scopriamo la storia del Branco in generale e quella personale di ognuno dei suoi membri attraverso Elena e i suoi ricordi e mi è piaciuto come ogni tanto Elena si rivolga direttamente al lettore mentre racconta.
Scopriamo come funziona un Branco di licantropi in questo tipo di mitologia, come tutti i licantropi che non ne fanno parte siano chiamati "bastardi" e come alcuni siano più pericolosi di altri e creino problemi che vanno risolti prima che il loro segreto venga esposto al mondo.
E in questa particolare mitologia, il gene della licantropia è ereditario solo dalla parte maschile e il fatto che Elena sia sopravvissuta al morso e alla Trasformazione la rende oggetto di chiacchiere e occhiate e anche di parecchi problemi, dalle molestie a quelli che la sottovalutano in quanto femmina perché nel mondo dei licantropi le donne non valgono nulla.
Ma non nel Branco di Jeremy, dove tutti l'hanno subito accolta e hanno fatto del loro meglio per darle una casa e una famiglia.
E la "cecità selettiva" di Elena le impedisce proprio di vedere che una famiglia lei ce l'ha già - forse è caotica e aggressiva e iperprotettiva e lunatica e basata su una gerarchia che a volte la sua parte umana rifiuta di riconoscere, ma pur sempre una famiglia.
Una famiglia che si svincola dai legami di sangue, ma che non per questo è meno forte.
La serie televisiva non l'ho ancora vista e non mi risulta che l'abbiano già passata in chiaro, ma prima o poi rimedierò.
Come al solito ho parlato troppo e non sono nemmeno soddisfatta di quello che ho scritto. Quanto è orribile questa recensione da uno a un miliardo?
Titolo originale: Bitten
Serie: Otherworld #1
Autore: Kelley Armstrong
Data di uscita: 9 giugno 2016
Data di uscita originale: 21 settembre 2001
Pagine: 522 (copertina flessibile)
Editore: Fazi Editore
Collana: LainYA
Trama: Toronto, oggi. Elena Michaels è una giornalista di successo, ha un ragazzo che la vorrebbe sposare e ama correre di notte, veloce come il vento. Non sono certo le strade buie o i tipi loschi a farle paura, perché dalla sua ha qualcosa di straordinario. È l’unica donna licantropo al mondo. Ha abbandonato il suo clan d’appartenenza e i comfort della villa, suo quartier generale, per una vita ordinaria, lasciandosi alle spalle non solo il Branco ma anche Clay, colui che l’ha tradita trasformandola in un licantropo. Saranno l’amore per l’unico uomo che davvero le abbia toccato il cuore e il forte sentimento di appartenenza ai licantropi a ricondurla indietro, quando il Branco avrà bisogno di lei. È giunto per Elena il momento di scegliere tra l’amore per Clay e quello per il ragazzo della porta accanto, tra la sua nuova vita, tessuta su una tela labile e costellata di bugie, e la sua natura che, come la luna chiama le maree, la sta attirando a sé.
Dunque dunque, se vi dicessi che molto spesso avrei voluto prendere a schiaffoni Elena?
Santo cielo, questo libro sarà così difficile da giudicare e io pensavo che ne sarebbe venuta fuori una recensione anche abbastanza breve e invece sento che poi partirò per la tangente - chiedo scusa in anticipo.
La storia comincia con Elena che vive a Toronto e che da più di un anno ha abbandonato il suo Branco - anche se i membri di quest'ultimo si rifiutano di vederla in questo modo e lo considerano solo un allontanamento temporaneo.
Essere l'unico licantropo donna al mondo non è stata una scelta volontaria o consapevole di Elena, che si sente tradita nel peggiore dei modi da chi più amava anche dopo dieci anni.
Elena ha perso i suoi genitori quando era molto piccola e la sua vita poi è stata difficile e costellata di episodi sgradevoli che l'hanno resa più forte anche prima che venisse morsa e trasformata.
Prima di essere morsa, Elena sognava quindi quella carriera che nessuno dei suoi insegnanti o genitori adottivi credevano avrebbe mai potuto raggiungere e soprattutto sognava finalmente una famiglia tutta sua e la stabilità dopo averla persa da bambina. Ecco quindi perché si aggrappa così fortemente alla sua parte umana e si sta costruendo una vita con Philip a Toronto.
Tutto questo però prima che Jeremy - l'Alfa del Branco - telefoni a casa sua dicendo di avere urgentemente bisogno che Elena torni a Stonehaven e che questo la costringa a partire quando al telefono non risponde più nessuno.
Elena odia la sola idea di dover tornare a "casa", ma che altro può fare?
Premettiamo prima un paio di cose.
Uno - il libro mi è piaciuto.
Due - sebbene io sia partita dai vampiri all'inizio della mia esperienza di lettrice paranormal, le ultime estati a base di Teen Wolf mi hanno fatto amare di più i lupi mannari. Essendo quindi un'amante di Teen Wolf - e come soffro nel vederlo andare a scatafascio da un paio di stagioni a questa parte, ma non è questo il posto per parlarne altrimenti stiamo qui fino al 2035 - seppure con qualche differenza, non ho fatto fatica a calarmi nella mentalità del Branco.
Branco composto da Jeremy come Alfa e poi dal suo figlio adottivo Clayton, da Antonio e da suo figlio Nick, da Logan e da Peter e infine da Elena - Elena che per dieci anni ha avuto una storia costellata di infinite liti con Clay.
È difficile giudicare Elena.
È difficile perché in quanto "morsa", lei non è nata licantropo - lei non ha instillato nel cervello lo stesso senso di obbedienza che hanno gli altri verso gli ordini di Jeremy. E Jeremy non è affatto un cattivo Alfa, ma per lei che prima era umana e non ha scelto questa vita, combattere anche la più piccola inezia è il suo modo di riappropriarsi in parte di quello che ha perso.
È difficile giudicare Elena perché ha istinti da lupo, ma allo stesso tempo vuole una vita "normale" - una vita umana.
Ma non è solo per questo che è difficile giudicarla.
Il mio problema con lei è più legato alla questione del "triangolo".
Premesso che i triangoli mi fanno sempre un po' storcere il naso a prescindere e che Clay non è esattamente il Principe Azzurro, ma sono proprio le considerazioni di Elena e le sue stesse ammissioni che mi hanno fatto alzare gli occhi al cielo e venire voglia ogni tanto di lanciare il libro fuori dalla finestra.
Per carità, Elena è una tosta - e lo era anche prima di essere trasformata.
Non è una piagnucolona, è una che tira calci e morde e non si tira indietro di fronte ad una battaglia e non ha problemi a rispondere in maniera acida persino all'Alfa del Branco.
Ed è proprio perché Elena è così in realtà che mi è venuto il nervoso quando l'ho sentita rinnegare più di una volta tutto questo.
Ma ovviamente se a dirglielo è Clay, allora non va bene per principio.
Ci sta che Elena si voglia aggrappare il più possibile alla sua parte umana perché non è la vita che ha scelto di sua iniziativa, ma lei si rende conto di essere se stessa e felice a Stonehaven eppure qualche pagina dopo, per sua stessa ammissione, definisce il suo comportamento quando è con Philip come finto - lei è buona, generosa e premurosa e sta bene attenta a non filtrare nessun lato della sua personalità aggressiva perché chissà allora come la prenderebbe Philip.
Quando poi Clay le dice di domandarsi perché ha scelto proprio Philip come uomo e che trovando la risposta avrebbe capito perché non avrebbe funzionato in futuro, io l'ho capito subito - Elena ha continuato ad accampare scuse e l'ha capito dopo un mese.
Beata ignoranza.
Clay non è uno stinco di santo, sia ben chiaro.
Anche lui si sarebbe meritato la sua buona dose di mazzate perché, specialmente all'inizio, si comporta come un cavernicolo con un ghigno sempre stampato in faccia e tantissimi problemi di gestione della rabbia - che io al suo confronto sono un agnellino - e si riprende solo verso i tre quarti del libro.
Ma a parte questa "cecità selettiva" di Elena nei confronti della vera situazione che le stava sotto gli occhi - perché santo cielo, non mi puoi venire a dire che odi stare a Stonehaven dove puoi correre nuda e poi in forma di lupo nella proprietà privata del Branco a caccia di conigli come se davvero ti piacesse trasformarti dietro un cassonetto in un vicolo di Toronto e non mi puoi venire a dire di amare Philip quando ti dimentichi di lui per giorni e sono gli altri a ricordarti di telefonargli perché non si presenti all'improvviso in un mondo che ignora e alla prima occasione torni tra le braccia di Clay e per tua stessa ammissione non ti senti in colpa - il resto è andato bene.
Il libro si è praticamente letto da solo e le pagine scorrono velocissime, sebbene spesso non ci sia azione e sia tutto un perlustrare e fare piani.
Ci sono dei momenti in cui stanno tutti a rimuginare sul da farsi perché hanno un serio problema con altri licantropi, ma lo stesso si procede spediti per sapere che succede dopo.
Non tutti sono approfonditi come Elena, Clay e Jeremy - Elena per forza di cose perché la storia è narrata in prima persona e Clay perché è colui con cui ha il legame più forte e Jeremy perché, a dispetto di quello che dice, è il suo Alfa e quello con cui interagisce di più tra gli altri del Branco.
Se ogni tanto (spesso!) avrei preso a schiaffi Elena e Clay, Jeremy l'ho proprio adorato - per tutto quello che fa e come continua ad essere amorevole a modo suo nei confronti di Elena anche quando questa ha degli episodi di rabbia e vuole litigare con lui.
Mi è piaciuto il metodo di narrazione - scopriamo la storia del Branco in generale e quella personale di ognuno dei suoi membri attraverso Elena e i suoi ricordi e mi è piaciuto come ogni tanto Elena si rivolga direttamente al lettore mentre racconta.
Scopriamo come funziona un Branco di licantropi in questo tipo di mitologia, come tutti i licantropi che non ne fanno parte siano chiamati "bastardi" e come alcuni siano più pericolosi di altri e creino problemi che vanno risolti prima che il loro segreto venga esposto al mondo.
E in questa particolare mitologia, il gene della licantropia è ereditario solo dalla parte maschile e il fatto che Elena sia sopravvissuta al morso e alla Trasformazione la rende oggetto di chiacchiere e occhiate e anche di parecchi problemi, dalle molestie a quelli che la sottovalutano in quanto femmina perché nel mondo dei licantropi le donne non valgono nulla.
Ma non nel Branco di Jeremy, dove tutti l'hanno subito accolta e hanno fatto del loro meglio per darle una casa e una famiglia.
E la "cecità selettiva" di Elena le impedisce proprio di vedere che una famiglia lei ce l'ha già - forse è caotica e aggressiva e iperprotettiva e lunatica e basata su una gerarchia che a volte la sua parte umana rifiuta di riconoscere, ma pur sempre una famiglia.
Una famiglia che si svincola dai legami di sangue, ma che non per questo è meno forte.
La serie televisiva non l'ho ancora vista e non mi risulta che l'abbiano già passata in chiaro, ma prima o poi rimedierò.
Come al solito ho parlato troppo e non sono nemmeno soddisfatta di quello che ho scritto. Quanto è orribile questa recensione da uno a un miliardo?
Ciao! Conosco questo libro ma non l'ho ancora letto, i triangoli amorosi mi lasciano sempre un po' perplessa. Da come scrivi però non sembra male, forse gli darò una possibilità!
RispondiElimina(E non parliamo di Teen Wolf, o mi metto a piangere! Io ho smesso di guardarlo dopo che Derek se ne è andato e già stava perdendo di senso!)
Fammi poi sapere come l'hai trovato se decidi di dargliela! :)
EliminaIo continuo a vederlo Teen Wolf, ma per me il capolavoro si è interrotto alla fine della 3B. ç_ç
E' sulla mia lista. Arriverà anche il suo turno xD
RispondiEliminaAllora poi ricordati di farmi sapere! :)
EliminaCiao Alice ^_^ ho letto questo libro quando è uscito anni fa per la prima volta poi il fatto che la serie sia stata inetrrotta me l'ha fatto dimenticare.. non so non ho ricordi vividi però a me la tua recensione è piaciuta! <3 <3 <3
RispondiEliminaAhahaha, grazie Ely! :) ♥
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