martedì 14 marzo 2023

[Recensione] "Bones and All" di Camille DeAngelis

Cominciamo la settimana con la recensione di un libro all'insegna dell'orrore che avrebbe potuto dare molto, ma molto di più - soprattutto se avesse assunto una piega totalmente realistica oppure totalmente fantastica, e non una via di mezzo.
 
 
Titolo: Bones and All
Titolo originale:
Bones and All
Autrice: Camille DeAngelis
Data di uscita: 6 settembre 2022
Data di uscita originale: 1 marzo 2015
Durata: 7H 50Min (Audible Edition)
Editore: Mondadori
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Trama: Maren Yearly è una giovane donna che desidera ciò che desiderano tutti: vorrebbe essere ammirata e rispettata. Vorrebbe essere amata. Ma Maren ha anche delle esigenze particolari e segrete, che l'hanno costretta a una specie di esilio dal genere umano. Si odia per quella cosa brutta che fa, e per ciò che la cosa brutta ha fatto alla sua famiglia e al suo senso di identità, per come la cosa brutta determina il suo posto nel mondo e il modo in cui le persone la vedono e la giudicano. In fondo, non ha scelto lei di essere così. Perché Maren Yearly non si limita a spezzare cuori: li divora. Letteralmente. L'amore può avere molte forme diverse, ma per Maren finisce sempre nello stesso modo: lei che nasconde le prove e sua madre che carica i bagagli in auto. Ma quando, il giorno dopo il suo sedicesimo compleanno, la madre l'abbandona, Maren decide di andare in cerca del padre che non ha mai conosciuto. E finirà per scoprire molto più di quanto si aspettasse: perché, oltre a suo padre, sta cercando se stessa.

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Non ho mai avuto intenzione di vedere il film - e di conseguenza, neanche il libro in fondo mi interessava, ma alla fine l'audiolibro era abbastanza breve e ho pensato perché no?

Quella di Bones and All è stata una lettura alquanto disturbante - e sotto molti aspetti. In primis, è stata disturbante proprio perché parla di cannibalismo e se prima pensavate che non fosse qualcosa di cui preoccuparsi quando uscite di casa o quando incontrate qualcuno di nuovo, beh... alla fine dovrete ricredervi. 


Maren si ritrova a doversela cavare da sola il giorno dopo il suo sedicesimo compleanno. Sua madre, incapace di sradicare ancora una volta la sua vita e la sua carriera in un altro trasferimento per coprire il cannibalismo di Maren, decide che non ne può più e la abbandona, lasciandole solo dei contanti e il certificato di nascita dove è scritto il nome del padre che Maren non ha mai conosciuto. 
Maren non ha neanche mai conosciuto qualcuno come lei, qualcuno che commette la "brutta cosa", e se quindi anche suo padre fosse come lei? 

Inizialmente determinata a rintracciare sua madre per implorarla di essere amata e non solamente tollerata, Maren improvvisamente incontra gente che "mangia" come lei - ora sembrano essere ovunque, in qualunque direzione lei volti lo sguardo. 
Lasciandosi alle spalle chilometri (e avanzi di cadaveri), Maren viaggia per gli Stati Uniti alla ricerca di suo padre e di se stessa, chiedendosi se la "brutta cosa" la costringerà sempre a rimanere da sola. 


Dunque, sebbene non scenda mai troppo nell'aspetto grafico della questione cannibale, la cosa resta disturbante lo stesso perché l'autrice descrive un mondo in cui ogni persona che incontri potrebbe essere un probabile mangiatore di carne umana. E i cannibali non sono tutti uguali, hanno anche loro un "tipo": Maren sembra sentire lo stimolo quando qualcuno le dimostra amore oppure desiderio sessuale, Lee mangia le persone cattive che si comportano male con gli altri, Sully mangia solo quando una persona è già morta. 

Le premesse per una storia horror e disturbante c'erano tutte, peccato che vengano rovinate un po' dallo stile di scrittura e da alcune scelte dell'autrice nell'impostare le basi della storia - la quale prende una piega surreale e fantastica. 
Questo perché - e non è spoiler, viene detto nelle prime pagine - la prima vittima di Maren è la sua babysitter quando Maren ha solo due anni. Dove è credibile la cosa? Com'è possibile che una bambina di due anni riesca ad avere il sopravvento su una donna adulta, uccidendola e divorandosela? Maren non ha né denti aguzzi e neanche forza sovrannaturale. Lo scetticismo resta andando avanti - le sue vittime dopo sono più o meno suoi coetanei, ma sono sempre maschi ed è risaputo che i maschi hanno quasi sempre più forza fisica delle femmine. 
Inoltre - ma io non sono una cannibale e quindi non me ne intendo - com'è possibile che un essere umano riesca a mangiare completamente un altro essere umano per intero, lasciando solo poche ossa, in soli sette minuti e mezzo? Voglio dire, io al ristorante riesco a malapena ad arrivare in fondo all'antipasto e al primo e già il mio stomaco non ne può più, loro che stomaci hanno per farci stare un essere umano di sessanta e passa chili?

Ecco perché, se fosse partito con altre premesse, l'orrore sarebbe stato ancora più concreto e tangibile. 

Poi Maren si riferisce sempre al cannibalismo come la "cosa brutta", anche quando prende coscienza della cosa e incontra altri come lei - ma ha dell'incredibile quanto sia ingenua e credulona. Le cose non vengono mai chiamate con il loro nome oppure le scene vengono farcite di tensione e tensione crescente che sembra dover portare ad un climax terribile e orripilante e poi... e poi non succede nulla. 
Anche in certi dialoghi si gira sempre intorno alla questione senza mai arrivare al nocciolo della cosa - c'è un personaggio che Maren incontra ad un certo punto, Travis, che non si capisce affatto cosa voglia da lei e il lettore può solo immaginarselo perché non viene mai esplicitato davvero a chiare lettere. 
Un'altra cosa che non si spiega è come Sully fosse sempre in grado di trovare Maren ovunque andasse.

Se vogliamo, Maren alla fine trova se stessa e capisce chi è, ma passa dallo struggersi tutto il libro per la babysitter e le sue altre due prime vittime perché anche solo pensarci è doloroso, al mangiare poi senza alcun rimorso o ripensamento - per me infatti l'ultima mezz'ora di audiolibro è stata un po' insensata. 

Vi dico: Bones and All è stato un libro che, pur nella sua natura disturbante e nelle cose surreali che capisci in seguito quando ti stacchi un attimo dalla storia ed esci da questo mondo cannibale costruito dall'autrice, ha saputo intrattenermi e che ho voluto ascoltare e continuare non appena avevo del tempo a disposizione. Certo, a mente fredda poi ti rendi conto delle cose che non vanno, ma appena ci entri dentro è facile rimanervi invischiati. Se certi aspetti non fossero così "fantastici", la storia avrebbe preso una piega così realistica che il lettore avrebbe avuto i brividi per i giorni a venire. 

Una cosa però Camille DeAngelis è riuscita benissimo a fare: è riuscita ad instillare il dubbio che anche la più brava e/o innocua persona in apparenza, in realtà potrebbe essere un cannibale - quello è un pensiero che resta, quello che ogni persona che incontri potrebbe fare di te il suo prossimo pasto alla prima occasione. 

2 commenti:

  1. Ero molto in forse sulla lettura di questo libro... ora come ora, dopo la recensione, direi che sono più per il no che per il sì.

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    1. Se l'autrice avesse preso completamente una direzione oppure l'altra, di sicuro la storia ne avrebbe giovato.

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