Non ricordo proprio come ho scoperto questo libro, so solo che c'è stato qualcosa che è scattato dentro di me - in un punto imprecisato tra l'aver letto la trama e il pensarci un attimo - che me l'ha fatto immediatamente desiderare.
E dopo due tentativi andati a vuoto nel Libraccio della mia città, proprio quando mi ero decisa a guardare su internet - eccolo lì, davanti ai miei occhi, in un pomeriggio di primavera in cui non avrei neanche dovuto essere lì.
Titolo: Brooklyn
Titolo originale: Brooklyn
Autore: Colm Tóibín
Data di uscita: 10 marzo 2016
Data di uscita originale: 29 aprile 2009
Pagine: 329 (copertina flessibile)
Editore: Bompiani
Trama: Non è facile trovare lavoro a Enniscorthy, una cittadina nel sudest dell'lrlanda. I primi anni cinquanta sembrano seminare solo insoddisfazione e nostalgia per un benessere che non c'è, neppure all'orizzonte. La giovane Eilis Lacey, prigioniera del confronto quotidiano con la madre e la sorella Rose, non vede davanti a sé alcuna prospettiva, finché l'imprevedibile visita di un prete emigrato, padre Flood, le fa scorgere l'opportunità di una vita diversa, al di là dell'oceano, a New York. E sarà proprio a Brooklyn che Eilis riuscirà a trasformare il passato in un futuro libero e propizio. E l'incontro con Tony, un ragazzo da amare, farà del sogno una reale possibilità che cambierà la sua vita, forse, per sempre. Colm Tóibín racconta una storia d'amore fatta di passioni e cadute; e la vertigine di Eilis, nella scelta fatale tra senso del dovere, appartenenza alla famiglia e desiderio di libertà, in quella linea d ombra tra l'adolescenza e l'età adulta.
Ho sempre subito il fascino di Brooklyn - delle sue strade e delle sue case e del suo ponte che passa sull'East River - sin da quando masticavo le famose chewing-gum da piccola e poi, una volta cresciuta, quando guardavo Gossip Girl e aspettavo di vederla nelle scene con protagonista Dan Humphrey.
Il romanzo inizia nei primi anni '50 a Enniscorthy, una piccola cittadina dell'Irlanda dove Eilis vive con la madre e la sorella maggiore Rose. Il padre è morto e i suoi tre fratelli si sono tutti trasferiti in Inghilterra per lavoro e da quel punto di vista neanche per Eilis la situazione è rosea perché, nonostante un corso di ragioneria, non riesce a trovare lavoro. Una sera la sorella la informa che un prete, padre Flood, originario irlandese ma ora residente a New York, ha una proposta di lavoro per lei. Il viaggio è praticamente già deciso e l'assenso di Eilis dato per scontato, mentre lei si dibatte tra la tristezza e la paura di lasciare casa sua, la madre e la sorella e le amiche e i sensi di colpa nei confronti della sorella Rose, così bella ed elegante e intelligente - a Eilis sembra di rubare un'opportunità che invece spetterebbe di diritto a Rose.
E così Eilis parte alla volta di New York, solcando l'oceano a bordo di un transatlantico per sette giorni in terza classe - e scusate se mi è venuto in mente Titanic.
Diviso in quattro parti, molte passaggi vengono saltati e lasciati all'immaginazione del lettore - come i preparativi per la partenza, lo sbarco a Ellis Island e le prime impressioni della metropoli.
Ritroviamo poi Eilis già sistemata a casa di Mrs. Kehoe, una donna originaria dell'Irlanda molto severa e appartenente alla parrocchia di padre Flood, insieme ad altre cinque coinquiline. Vediamo la sua vita tra le strade di Brooklyn, con un continuo andirivieni di gente diversa proveniente da luoghi diversi: tutta gente migrata per lavoro come lei, irlandesi come lei ma anche ebrei, italiani e polacchi. Leggiamo della sua nostalgia di casa, che scoppia in un violento attacco di pianto la prima volta che riceve una lettera da sua madre e da sua sorella e vediamo i cambiamenti del quartiere e delle stagioni attraverso i suoi occhi.
Sono anni in cui il razzismo esiste, ma viene nascosto sotto sorrisi e finta cortesia da parte delle sue colleghe quando sempre più persone di colore arrivano a Brooklyn e vengono ad acquistare nell'emporio in cui lei lavora come commessa e invece reso esplicito senza tanti giri di parole dalle sue coinquiline.
Sono anni in cui una ragazza è definita una donnaccia perché fa la cameriera ad ore e le pulizie in casa e la stessa Eilis viene trattata con sufficienza perché commessa e non impiegata in un ufficio. Inizia quindi dei corsi serali al Brooklyn College per ottenere il diploma di contabile e un venerdì, ad un serata danzante organizzata dalla parrocchia, incontra Tony - un idraulico di origini italiane.
La vita di Eilis scorre così, tra il lavoro all'emporio e i corsi serali e le uscite con Tony, fino a quando una brutta notizia non la costringerà a prendere in considerazione l'idea di tornare in visita in Irlanda. E quando lo farà, tutti la vedranno come una ragazza sofisticata e matura, pronti a riconoscerle quello che prima sembrava non spettarle e ad offrirglielo senza tanti problemi - e il confronto tra la sua vecchia vita a Enniscorthy e quella nuova a Brooklyn sarà inevitabile.
La prosa di questo romanzo è davvero fluida, ma Eilis è una protagonista passiva, un po' scialba, quasi... incolore. Le scelte sono sempre degli altri, anche - e soprattutto - quelle che riguardano la sua vita, mentre lei sembra quasi lasciarsi scivolare tutto addosso e accettare tutto come un dato di fatto.
Non ho condiviso molte delle sue scelte, a partire da quelle sentimentali. A mio parere viene data ampia descrizione della vita a Brooklyn, ma nessuno dei ragazzi nella vita di Eilis mi è sembrato abbastanza approfondito per essere in grado di dire che uno fosse più adatto a lei dell'altro. Senza fare spoiler, mi sento di dire che la scelta di Eilis è stata dettata più dal senso del dovere per l'impegno preso - cosa che non avrebbe dovuto accettare in principio - che da una scelta reale fatta con il cuore in cerca della felicità.
Dall'altra parte è anche vero che forse quella vita a cui ha voltato le spalle a lungo andare le sarebbe andata stretta e le avrebbe dato la sensazione di indossare i panni e le scarpe di qualcun altro come un rimpiazzo.
Ognuna di quelle due vite - all'apparenza agli opposti, ma comunque simili - non mancano di luci e ombre e io stessa non so effettivamente cosa avrei scelto, anche se non sono stata d'accordo con la scelta di Eilis e continuo a non esserlo.
È un finale amaro e che il lettore è libero di interpretare secondo le sue inclinazioni personali e il modo di vedere la vita.
Non mi sono affezionata ad Eilis, anche se ho condiviso molte delle sue impressioni e delle sue incertezze e paure.
Eppure, nonostante il mancato affetto per Eilis e la sensazione che né Tony né Jim fossero descritti abbastanza nei dettagli per fare in modo che mi affezionassi, questo romanzo mi è piaciuto molto per lo spaccato di vita che offre di una città che è sempre in continuo cambiamento e perché "casa", anche se ti resterà sempre nel cuore, non è detto che rimanga la stessa per sempre.
Titolo originale: Brooklyn
Autore: Colm Tóibín
Data di uscita: 10 marzo 2016
Data di uscita originale: 29 aprile 2009
Pagine: 329 (copertina flessibile)
Editore: Bompiani
Trama: Non è facile trovare lavoro a Enniscorthy, una cittadina nel sudest dell'lrlanda. I primi anni cinquanta sembrano seminare solo insoddisfazione e nostalgia per un benessere che non c'è, neppure all'orizzonte. La giovane Eilis Lacey, prigioniera del confronto quotidiano con la madre e la sorella Rose, non vede davanti a sé alcuna prospettiva, finché l'imprevedibile visita di un prete emigrato, padre Flood, le fa scorgere l'opportunità di una vita diversa, al di là dell'oceano, a New York. E sarà proprio a Brooklyn che Eilis riuscirà a trasformare il passato in un futuro libero e propizio. E l'incontro con Tony, un ragazzo da amare, farà del sogno una reale possibilità che cambierà la sua vita, forse, per sempre. Colm Tóibín racconta una storia d'amore fatta di passioni e cadute; e la vertigine di Eilis, nella scelta fatale tra senso del dovere, appartenenza alla famiglia e desiderio di libertà, in quella linea d ombra tra l'adolescenza e l'età adulta.
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Ho sempre subito il fascino di Brooklyn - delle sue strade e delle sue case e del suo ponte che passa sull'East River - sin da quando masticavo le famose chewing-gum da piccola e poi, una volta cresciuta, quando guardavo Gossip Girl e aspettavo di vederla nelle scene con protagonista Dan Humphrey.
Il romanzo inizia nei primi anni '50 a Enniscorthy, una piccola cittadina dell'Irlanda dove Eilis vive con la madre e la sorella maggiore Rose. Il padre è morto e i suoi tre fratelli si sono tutti trasferiti in Inghilterra per lavoro e da quel punto di vista neanche per Eilis la situazione è rosea perché, nonostante un corso di ragioneria, non riesce a trovare lavoro. Una sera la sorella la informa che un prete, padre Flood, originario irlandese ma ora residente a New York, ha una proposta di lavoro per lei. Il viaggio è praticamente già deciso e l'assenso di Eilis dato per scontato, mentre lei si dibatte tra la tristezza e la paura di lasciare casa sua, la madre e la sorella e le amiche e i sensi di colpa nei confronti della sorella Rose, così bella ed elegante e intelligente - a Eilis sembra di rubare un'opportunità che invece spetterebbe di diritto a Rose.
E così Eilis parte alla volta di New York, solcando l'oceano a bordo di un transatlantico per sette giorni in terza classe - e scusate se mi è venuto in mente Titanic.
Diviso in quattro parti, molte passaggi vengono saltati e lasciati all'immaginazione del lettore - come i preparativi per la partenza, lo sbarco a Ellis Island e le prime impressioni della metropoli.
Ritroviamo poi Eilis già sistemata a casa di Mrs. Kehoe, una donna originaria dell'Irlanda molto severa e appartenente alla parrocchia di padre Flood, insieme ad altre cinque coinquiline. Vediamo la sua vita tra le strade di Brooklyn, con un continuo andirivieni di gente diversa proveniente da luoghi diversi: tutta gente migrata per lavoro come lei, irlandesi come lei ma anche ebrei, italiani e polacchi. Leggiamo della sua nostalgia di casa, che scoppia in un violento attacco di pianto la prima volta che riceve una lettera da sua madre e da sua sorella e vediamo i cambiamenti del quartiere e delle stagioni attraverso i suoi occhi.
Sono anni in cui il razzismo esiste, ma viene nascosto sotto sorrisi e finta cortesia da parte delle sue colleghe quando sempre più persone di colore arrivano a Brooklyn e vengono ad acquistare nell'emporio in cui lei lavora come commessa e invece reso esplicito senza tanti giri di parole dalle sue coinquiline.
Sono anni in cui una ragazza è definita una donnaccia perché fa la cameriera ad ore e le pulizie in casa e la stessa Eilis viene trattata con sufficienza perché commessa e non impiegata in un ufficio. Inizia quindi dei corsi serali al Brooklyn College per ottenere il diploma di contabile e un venerdì, ad un serata danzante organizzata dalla parrocchia, incontra Tony - un idraulico di origini italiane.
La vita di Eilis scorre così, tra il lavoro all'emporio e i corsi serali e le uscite con Tony, fino a quando una brutta notizia non la costringerà a prendere in considerazione l'idea di tornare in visita in Irlanda. E quando lo farà, tutti la vedranno come una ragazza sofisticata e matura, pronti a riconoscerle quello che prima sembrava non spettarle e ad offrirglielo senza tanti problemi - e il confronto tra la sua vecchia vita a Enniscorthy e quella nuova a Brooklyn sarà inevitabile.
La prosa di questo romanzo è davvero fluida, ma Eilis è una protagonista passiva, un po' scialba, quasi... incolore. Le scelte sono sempre degli altri, anche - e soprattutto - quelle che riguardano la sua vita, mentre lei sembra quasi lasciarsi scivolare tutto addosso e accettare tutto come un dato di fatto.
Non ho condiviso molte delle sue scelte, a partire da quelle sentimentali. A mio parere viene data ampia descrizione della vita a Brooklyn, ma nessuno dei ragazzi nella vita di Eilis mi è sembrato abbastanza approfondito per essere in grado di dire che uno fosse più adatto a lei dell'altro. Senza fare spoiler, mi sento di dire che la scelta di Eilis è stata dettata più dal senso del dovere per l'impegno preso - cosa che non avrebbe dovuto accettare in principio - che da una scelta reale fatta con il cuore in cerca della felicità.
Dall'altra parte è anche vero che forse quella vita a cui ha voltato le spalle a lungo andare le sarebbe andata stretta e le avrebbe dato la sensazione di indossare i panni e le scarpe di qualcun altro come un rimpiazzo.
Ognuna di quelle due vite - all'apparenza agli opposti, ma comunque simili - non mancano di luci e ombre e io stessa non so effettivamente cosa avrei scelto, anche se non sono stata d'accordo con la scelta di Eilis e continuo a non esserlo.
È un finale amaro e che il lettore è libero di interpretare secondo le sue inclinazioni personali e il modo di vedere la vita.
Non mi sono affezionata ad Eilis, anche se ho condiviso molte delle sue impressioni e delle sue incertezze e paure.
Eppure, nonostante il mancato affetto per Eilis e la sensazione che né Tony né Jim fossero descritti abbastanza nei dettagli per fare in modo che mi affezionassi, questo romanzo mi è piaciuto molto per lo spaccato di vita che offre di una città che è sempre in continuo cambiamento e perché "casa", anche se ti resterà sempre nel cuore, non è detto che rimanga la stessa per sempre.
Il film ai tempi dell'uscita mi era piaciucchiato ma non mi aveva completamente convinto. Del libro non avevo mai sentito parlare ma sembrerebbe interessante in particolare per l'ambientazione :)
RispondiEliminaDa me non credo sia neanche uscito al cinema, lo recupererò prossimamente in DVD!
EliminaMi sono però informata e ho letto che al film hanno dato un diverso taglio per quanto riguarda lo stato emotivo della protagonista nel finale.