martedì 24 maggio 2016

[Recensione] "Gli occhi neri di Susan" di Julia Heaberlin

Buongiorno mondo e ben trovati con questa recensione di un libro che mi ha tenuta sveglia fino a tardi. 

Nel tardo pomeriggio inoltrato di ieri mi mancavano ancora circa poco più di 130 pagine e con una breve pausa per la cena e per gli episodi 3 e 4 della terza stagione di The Following su TopCrime - tanto per rimanere sempre in tema di omicidi e pazzi furiosi - ho proseguito la lettura e visto che macinavo velocemente le pagine mica potevo fermarmi, no? Tanto valeva arrivare alla fine, vero? 

Morale della favola: ho chiuso il libro alle due di notte precise.  


Titolo: Gli occhi neri di Susan
Titolo originale: Black-Eyed Susans
Autrice: Julia Heaberlin
Data di uscita: 30 marzo 2016
Data di uscita originale: 11 agosto 2015
Pagine: 335 (copertina rigida)
Editore: Newton Compton Editori

Trama: Tessa Cartwright, sedici anni, viene ritrovata in un campo del Texas, sepolta da un mucchio di ossa, priva di memoria. La ragazza è incredibilmente sopravvissuta a uno spietato serial killer che ha ucciso tutte le altre sue giovani vittime per poi lasciarle in una fossa comune su cui pianta dei particolari fiori gialli. Grazie alla testimonianza di Tessa, però, il colpevole finisce nel braccio della morte. A quasi vent'anni di distanza da quella terrificante esperienza, Tessa è diventata un'artista e una mamma single. Una fredda mattina di febbraio nota nel suo giardino, proprio davanti alla finestra della sua camera da letto, un fiore giallo, che sembra piantato di recente. Sconvolta da ciò che quell'immagine evoca, Tessa si chiede come sia possibile che il suo torturatore, ancora in carcere in attesa di essere giustiziato, possa averle fatto trovare un indizio così esplicito. E se avesse fatto condannare un innocente? L'unico modo per scoprirlo è scavare nei suoi dolorosi ricordi e arrivare finalmente a mettere a fuoco le uniche immagini, nascoste per tanti anni nelle pieghe della sua memoria, che potranno davvero riportare a galla la verità...



La prima volta che mi sono imbattuta in questo romanzo è stata su Goodreads al momento della sua pubblicazione in lingua originale. 
Era parecchio che non leggevo un thriller, ma la trama mi ha subito appassionata. 

Le mie aspettative quindi sono sempre state altissime fin dall'inizio. 

Se avete letto il mio ultimo WWW - quello della settimana scorsa - sapete che l'avevo appena iniziato, ma che avevo un po' storto il naso. 
Mi cito: 

Non ho letto tanto finora, forse poco più di una quarantina di pagine perché poi ieri sera sono uscita con un'amica per quattro chiacchiere e un caffè, ma devo ancora ingranare perché forse i capitoli alternati tra presente e 1995 sono troppo corti e non mi danno il tempo di immedesimarmi che già vengo strappata via dalla scena. 
Normalmente amo questa dinamica, quella di scoprire poco per volta, ma al momento mi sento ancora un po' confusa - spero passi presto.

Alla fine Clary di Words of books nei commenti mi aveva rassicurata che era normale e che poi sarebbe andata meglio. 
Aveva ragione perché parte lentamente con la sensazione di avere troppe poche informazioni - per giunta così frammentate da non riuscire a farsi un'idea, ma poi prende più velocità. 

Non è un thriller nel vero senso del termine - è un'introspezione psicologica nella mente di Tessa, in quelle sabbie mobili che nascondono quello che ha subito senza che lei riesca a ricordarlo. 
È l'analisi di un trauma e di come questo riesca a condizionare la vita di una persona per gli anni a venire.  

Mi è piaciuto tanto e sarà difficile parlarne senza fare spoilers. 
Sarà che poi a me i libri che "scavano" nella mente e nella psiche umana piacciono molto. 

Nella prima parte del libro conosciamo la Tessa adulta e la Tessie di 17 anni. 
Entrambe custodiscono segreti, entrambe sono diffidenti, entrambe praticamente non parlano perché non si fidano e Tessa - oltre a proteggere sua figlia Charlie di 14/15 anni - è impegnata a proteggere anche la Tessie che è stata. 

Nei flashback del passato incontriamo Tessie l'anno successivo alla sua aggressione e al suo ritrovamento in una fossa insieme al cadavere di un'altra ragazza e ad un mucchio d'ossa. Incontriamo Tessie durante la seduta con uno psichiatra - l'ennesimo - mentre questo tenta di farla guarire da quella che viene chiamata "cecità isterica" e di prepararla al processo che verrà in quanto un tizio chiamato Terrell Darcy Goodwin è stato individuato e arrestato come assassino delle "ragazze Susan". 
C'è un problema, però: Tessie non ricorda nulla ed è assolutamente contraria all'ipnosi perché teme qualsiasi tipo di manipolazione sui suoi ricordi e detesta l'idea che qualcuno possa scoprire i suoi segreti prima di lei. 
Ma se non ricorda nulla, che cosa potrà mai tenere celato nella sua mente? 

Nel presente Tessa è una mamma e negli ultimi anni, complice un'avvocato molto tenace di nome Angie, ha cominciato ad avere dubbi sul fatto che il suo "mostro" sia realmente dietro le sbarre. 
Se lo fosse, com'è possibile allora che tante margherite gialle vengano piantate sotto il davanzale della sua finestra non importa quante volte cambi casa? 
Tessa è paranoica, ancora impaurita, ancora non ricorda e soprattutto le ragazze Susan non hanno mai smesso di sussurrare al suo orecchio che lui è ancora là fuori. 
Tessa si convince che nel braccio della morte sta per essere giustiziato un uomo innocente e forse dentro di sé l'ha sempre saputo - lei non voleva nemmeno testimoniare. Cosa puoi testimoniare se non ricordi nulla? 
E soprattutto, che fine ha fatto la sua amica Lydia sparita quasi immediatamente dopo il processo diciassette anni prima? 

Grazie ad un altro tenace avvocato e ad una brillante specialista in campo di ossa umane (mi ha ricordato molto la Temperance "Bones" Brennan di Kathy Reichs), i resti delle ragazze Susan vengono riesumati e parte una corsa contro il tempo per cercare di identificarle grazie ai progressi della scienza e per cercare altri indizi lasciati in maniera sadica dall'assassino. 

Nei capitoli c'è sempre quel velo di paranoia che aleggia, quella sensazione di avere le risposte davanti al naso ma di non riuscire a vederle. 
Tessie è in lotta contro tutti, contro le pressioni del suo dottore, contro i cambiamenti che la sua vita ha subito, contro quella tragedia che le ha sconvolto la routine. 
"Credo che tu ti senta in colpa. Quasi sempre. Da quell'evento. Continuiamo a girare intorno al problema." 
Succhio lentamente dal bicchiere di polistirolo e fisso il dottore. L'evento. Già, mi fa ancora infuriare quando lo chiama così. 
"Perché mi dovrei sentire in colpa?" 
"Perché credi che avresti potuto prevenire quanto ti è successo. Forse addirittura quanto successo a Merry." 
"Avevo sedici anni. Ero un'altleta. Non so esattamente cosa sia successo, ma di certo avrei potuto evitarlo se avessi fatto più attenzione. Non ho mica due anni, che mi si può buttare in macchina come un cuscino." 
Alla fine si siede davanti a me. "Hai centrato il punto, Tessie. Tu non hai due, quattro o dieci anni, Tessie. Sei un'adolescente, quindi si presume che tu sia in gamba. Persino più perspicace degli adulti. Di tuo padre. Dei tuoi insegnanti. Di me. In effetti, detesto dirtelo, questa è la Tessie più intelligente che sperimenterai in tutta la tua vita." 

Chi di noi a 15/16 anni non si è sentita - almeno per un momento - una ragazzina invincibile con il mondo ai suoi piedi?
Tessa viene ancora guardata come la sopravvissuta, è ancora oggetto di lunghe occhiate a causa delle sue cicatrici e lei stessa crede di stare impazzendo - che le voci di quelle ragazze Susan che le sussurrano che non è finita le abbiano fatto perdere la sanità mentale. 
"Voglio prendere le distanze dal passato." Ogni parola è ben scandita. È una richiesta, come se in qualche modo la dottoressa Giles fosse da biasimare. 
"È impossibile staccarsene," risponde in tono mellifluo. "Possiamo soltanto... esserne consapevoli. Sapere che non si può più tornare indietro. Che conosci una verità sulla casualità della vita di cui altre persone sono beatamente ignoranti."

Si fa sempre più insistente nella sua mente che anche la sua migliore amica Lydia sia stata vittima del "mostro" perché, dopo un litigio, lei e i genitori hanno messo in vendita la casa e sembrano scomparsi nel nulla. 

Il livello di tensione e di paranoia cresce a livelli esponenziali man mano che i capitoli procedono e lo fanno di pari passo con la voglia di Tessa di arrivare in fondo alla faccenda una volta per tutte. 
E tu sei lì, con lei, temendo che ogni rumore sia il suono di qualcuno fuori dalla casa e che ogni ombra celi il ghigno di quella persona che ha provato ad ucciderti diciotto anni fa e che ora sia tornata a finire il lavoro. Sei lì, con il cuore che batte e il fiato incastrato in gola mentre nella seconda parte ogni pagina - ogni luogo della vita di Tessa - porta a galla un nuovo indizio e una nuova macabra scoperta sulla notte dell'aggressione e sulle persone che erano accanto a Tessie in quegli anni. 
E quando capisci, quando tu stessa ti chiedi come hai fatto a non vederlo anche se sai che in fondo lo sospettavi, ecco che c'è un nuovo colpo di scena. 
E non è tanto uno di quei colpi di scena che ti fanno saltare in aria per lo spavento - perché, appunto, la "puzza di bruciato" inizi a sentirla prima anche se forse non te ne accorgi - ma quello che segue immediatamente dopo.. beh, a me ha messo i brividi. 
Mi ha messo i brividi essere davanti ancora una volta all'immagine distorta della psiche umana - e più di così non posso dire, ma diamine se non avrei voglia di scriverci sopra un intero post. 
Peccato che conterrebbe spoilers a vagonate. 

Questo romanzo è un crescendo di paranoia perché non sai mai sotto che forma il male si presenterà fino a quando non è troppo tardi. 
Soprattutto non riuscirete più a guardare una margherita gialla con gli stessi occhi e senza provare un brivido.  

Oh, lo so. Sembra quasi costruito il fatto che il mio copriletto primaverile presenti dei fiori. Fidatevi che dopo aver letto questo libro in realtà è alquanto macabro e inquietante.

4 commenti:

  1. Concordo assolutamente con ogni tua parola. All'inizio anche io mi sono trovata un po' disorientata, tanto da portarmi ad alternato ad un'altra lettura. Superato un certo livello invece è come se la storia esplodesse...e non sono riuscita a staccarmene se non quando ho girato l'ultima pagina.
    Assolutamente inquietante il finale...Da brividi!
    Comunque tutto sommato mi è piaciuto davvero molto. :)

    RispondiElimina
  2. Ho letto anch'io questo thriller e condivido la tua opinione. Ho apprezzato l'alternarsi tra passato e presente, la verità che si scopre pian piano, i personaggi sempre con ombre e luci. Anche il finale è stato in linea perfetta con il romanzo. Un'ottima lettura :)

    RispondiElimina
  3. Non ho letto per intero la recensione per paura di qualche spoiler, ma sono ancora più propensa a leggerlo dopo aver visto la tua valutazione e le tue parole!! =)

    RispondiElimina
  4. Mi incuriosisce un sacco *o* non vedo l'ora di leggerlo!

    RispondiElimina