lunedì 15 gennaio 2024

[Recensione] "Dead Girls Can't Tell Secrets" di Chelsea Ichaso

Se penso che questo libro era un'eARC scaricata da NetGalley nel novembre del 2021, mi viene seriamente male - questo a dimostrazione di quanto la mia vita di lettrice sia deragliata nel corso degli ultimi anni. 

Grazie Sourcebooks Fire - e scusa il ritardo.


Titolo: Dead Girls Can't Tell Secrets
Titolo originale: The Dark Way Down
Autrice: Chelsea Ichaso
Data di uscita: 5 aprile 2022
Pagine: 336 (Kindle Edition)
Editore: Sourcebooks Fire
Link Amazon: https://amzn.to/41R00XS

Trama [tradotta da me]: Piper Sullivan non avrebbe dovuto trovarsi a Suicide Point il giorno che è caduta. Sua sorella più grande, Savannah, ne è convinta—così come sa che quello che tutti chiamano "incidente" è interamente colpa sua. Savannah ha fatto qualcosa di terribile, qualcosa a cui riesce a malapena a pensare e ora Piper è in coma.

Ma proprio mentre il senso di colpa di Savannah minaccia di sopraffarla, la ragazza trova qualcosa di strano nell'armadietto di Piper: un biglietto che invita Piper ad un incontro del club di sopravvivenza della loro scuola…nel posto e nel giorno in cui è caduta. Il che significa che c'è la possibilità che Piper non fosse da sola.

Forse la colpa non è di Savannah, dopotutto. Qualcuno nel club potrebbe sapere cos'è veramente accaduto. Qualcuno potrebbe aver fatto qualcosa. Ma perché? Se Savannah vuole scoprire la verità su quel tragico giorno, allora dovrà unirsi al club durante la gita che durerà tutto il weekend…sulla stessa montagna dalla quale sua sorella è caduta. E con tutti nel club come possibili sospettati, Savannah dovrà essere estremamente prudente altrimenti potrebbe seguire sua sorella nell'oscurità.
 
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TRIGGER WARNING: menzione di suicidio.


Sono passate settimane da quello che tutti chiamano "incidente", quello in cui Piper Sullivan è caduta giù da una scarpata facendola finire in un coma dal quale potrebbe non risvegliarsi. Sua sorella maggiore Savannah però non è così convinta che si tratti di un semplice incidente - per quanto Piper fosse una cervellona per niente sportiva e assolutamente inesperta in fatto di trekking, a cementare questa certezza in Savannah c'è il senso di colpa per aver litigato con Piper solo qualche ora prima della sua caduta a causa di un atto di tradimento di Savannah. 

Savannah non vuole credere ad un incidente, ma non vuole neanche pensare che Piper abbia tentato il suicidio e, frugando tra le sue cose alla ricerca di risposte, Savannah trova il biglietto di qualcuno che dava appuntamento a Piper proprio il giorno e l'ora in cui caduta a Vanderwild Point. Chi ha dato appuntamento a Piper quel pomeriggio del 16 settembre e perché? 

Savannah decide quindi di unirsi al club di sopravvivenza di Piper, incontrando non poche resistenze: il suo ragazzo Grant non è sicuro dei suoi motivi, la migliore amica di sua sorella odia sia lei che Grant e aveva anche litigato in precedenza con la stessa Piper e in generale il clima è alquanto ostile - lo diventa ancora di più quando Savannah scopre un messaggio di minaccia all'interno dello zaino usato da Piper. 

Savannah ha iniziato la sua missione per alleggerirsi la coscienza, ma forse potrebbe trovare più di quanto stesse cercando inizialmente. 


Il primo romanzo che avevo letto dell'autrice - Little Creeping Things - mi era piaciuto molto, ma questo - sebbene l'abbia letto assai velocemente perché molto scorrevole - ha delle pecche e il fatto di essermi impigrita a scrivere questa recensione (dal 13 gennaio che ho finito il libro ad oggi 23 gennaio che la sto scrivendo e sì, l'ho retrodatata al giorno in cui avrei voluto e dovuto pubblicarla) mi ha fatto dimenticare parecchi nomi e dettagli che ho dovuto riguardare, a dimostrazione che non è stato troppo memorabile. 

Savannah non è una protagonista che può piacere, non so se scritta intenzionalmente in questo modo o meno. È estremamente egoista, superficiale e menefreghista - non le importa dei sentimenti degli altri, infatti precedentemente al romanzo tratta malissimo Piper e la migliore amica di sua sorella, compiendo atti al limite dell'imperdonabile. Ma io sono abituata a questo tipo di protagoniste e non è stato questo a disturbarmi, ma altro. 

Il mistero che gira attorno alla caduta di Piper e le circostanze che l'hanno portata su quel sentiero di montagna per me è anche ben costruito e il "colpevole" non l'avrei mai indovinato - anche se avevo sospettato qualcun altro di un certo "coinvolgimento" visti certi atteggiamenti e avevo ragione. Però, per quanto ben costruito e deciso a fornire un nuovo sospettato e un nuovo colpevole ad ogni scoperta e ad ogni capitolo, le vere motivazioni - che però chiamare "motivazioni" è un po' stupido perché il soggetto in questione dimostra di non avere una spina dorsale - risultano forse un po' troppo deboli e sciocche. Stupide. 

L'altro problema è che Savannah come detective fa pietà - e non credo neanche che dipenda dalla sua superficialità e dal suo essere convinta di essere migliore di tutti. Che per carità, ci sta, lo sappiamo tutti che adolescenti che risolvono omicidi sono del tutto inverosimili - ma questi romanzi ci piacciono proprio per la sospensione della realtà che richiedono. Il problema di Savannah è che lei si fa la sua teoria, si confronta e fa domande palesi e accusatorie direttamente a chi ritiene colpevole, questa persona le dice di essere innocente e di non c'entrare nulla, Savannah ci crede e passa alla prossima teoria e persona man mano che emergono indizi. Non proprio sottile e discreto come metodo di indagine - cosa che se ci fosse veramente un assassino (o presunto aspirante tale) nel gruppo, non sarebbe decisamente la cosa più saggia da fare. 

In generale mi sarebbe piaciuto che venissero approfonditi di più certi personaggi e i legami - passati e attuali - tra loro perché c'era del potenziale per alcuni sviluppi molto interessanti e, per quanto scorrevole, rimane comunque breve: la storia in sé dura circa l'arco di un weekend. 

Savannah forse è scritta proprio con l'intenzione di non piacere al lettore, ma questo lo potrebbe anche allontanare dalla storia in quanto, visto che è narrato in prima persona, Savannah tende a finire sempre su se stessa, sui suoi sentimenti, sul suo senso di colpa e sul suo futuro a rischio a seguito di quello che ha combinato in precedenza. 

Non restano buchi di trama, anche se forse alcune storie secondarie avrebbero potuto avere qualche parola o riga in più per spiegare gli eventi e le conseguenze a seguito della rivelazione finale. E il finale in sé lascia l'impressione di essere un po' aperto, ma permette lo stesso al lettore di avere l'idea di come finisce e di farsi la sua idea sul passo successivo nelle vite dei personaggi. 

Dead Girls Can't Tell Secrets offre un buon intrattenimento, anche se non è avvincente come Little Creeping Things. In ogni caso, Chelsea Ichaso resta una delle scrittrici di cui leggerò sicuramente i prossimi mystery young adult - ce ne sono già altri due, forse tre. 

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