lunedì 23 maggio 2022

[Recensione] "The Pain Eater" di Beth Goobie

Alla fine questa recensione l'ho scritta più che altro per me e per ricordarmi di questo libro e di quello che mi ha trasmesso, ma ammetto che - forse complici anche la stanchezza e il caldo - sono quasi tentata di mettere tutto in pausa.
 
 
Titolo: The Pain Eater
Autrice: Beth Goobie
Data di uscita: 13 settembre 2016
Durata: 6H 27Min (Audible Edition)
Editore: Second Story Press
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Trama [tradotta da me]: Non l'aveva detto a nessuno. Non ad una singola anima. Non una parola su quella notte e su quello che le avevano fatto aveva mai passato le labbra di Maddy Malone. Ci aveva pensato all'inizio - era stata disperata, persino agitata, nel volerlo dire. Ma poi erano arrivate la vergogna e l'intimidazione da parte dei ragazzi che l'aveva stuprata - e da parte di quello che l'aveva tenuta ferma mentre gli altri facevano quello che volevano.

Ora è l'inizio di un nuovo anno scolastico e Maddy spera di potersi continuare a nascondere, a farsi più piccola e silenziosa possibile. Si sente consumata dal continuo tenere a bada i ricordi, spingendoli giù a forza tramite piccoli tagli e bruciature di sigaretta. Ma quando alla sua classe di inglese viene assegnato il compito di scrivere un romanzo in collaborazione su una quindicenne, la Mangiatrice di Dolore, fatti e finzione cominciano a mescolarsi. Quando i ragazzi cominciano a diffondere dei pettegolezzi su Maddy, le capisce che continuare a nascondere la verità darà loro solo più controllo e lentamente trova il coraggio di affrontarli.
 
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TRIGGER WARNING: stupro, bullismo, intimidazione, autolesionismo, slut-shaming, victim-blaming.


Il libro si apre subito con il ricordo di Maddy dello stupro subito una sera di primavera dopo le spettacolo teatrale della sua scuola quando, dopo aver accompagnato a casa una sua amica, viene aggredita da un gruppo di ragazzi: tre la stuprano, uno la tiene ferma e un quinto fa da palo voltando le spalle alla scena. 

Maddy da allora non è più la stessa: non ride più, parla molto meno, si è isolata dalle sue amiche e persino dalla sua famiglia e dall'amata sorella, con cui ora fatica ad andare d'accordo. I ricordi di quella notte continuano a tormentarla e l'unico modo che ha per anestetizzare quel dolore è procurarsi altro dolore - dolore fisico fatto di piccole incisioni con le unghie su una mano e bruciature di sigaretta nell'interno coscia. 
 
L'estate era passata tranquilla, ma ora un nuovo anno scolastico sta per cominciare: tre dei suoi aggressori li aveva identificati subito nonostante le maschere perché li aveva riconosciuti dalle voci e da alcuni nomi che si erano lasciati scappare, gli altri due invece restano sconosciuti. Maddy ha sempre fatto di tutto per tenersi alla larga da loro e finora non erano venute fuori voci o pettegolezzi su quella notte, come un tacito assenso tra lei e i ragazzi: se nessuno di loro parla, la cosa resterà un segreto.

Il compito di inglese però sta per cambiare le cose: ognuno di loro dovrà scrivere un capitolo di una storia in comune con protagonista Farang, una quindicenne come Maddy, che vive in un villaggio dove lei è la Mangiatrice di Dolore - Farang vive isolata, non ha famiglia né amici, nessuno parla con lei e tutti ignorano la sua esistenza tranne nelle notti di luna piena, quando gli abitanti del villaggio festeggiano e tutti le sputano addosso (metaforicamente e letteralmente) il loro dolore per poter vivere felici e l'alta sacerdotessa la costringe a mangiare cibo con del veleno proprio per rendere manifesto tutto il dolore della tribù che Farang riceve e mangia. 

Un capitolo alla volta, la storia di Farang prende direzioni e aspetti diversi: chi simpatizza con lei, chi la disprezza, chi dice che se l'è andata a cercare e che dice persino che le piace quello che subisce e la sua condizione di vita. La storia di Farang di Faraway inizia sempre di più ad assomigliare a quella di Maddy perché i segreti non posso mai restare tali a lungo, ma soprattutto svelano anche qualcosa (magari molto di più di quello che avrebbero pensato o voluto) dei compagni di classe di Maddy che la scrivono - non solo del loro punto di vista ma anche, inconsciamente, delle loro esperienze personali che finiscono anche senza volerlo per mescolare alla finzione. 


The Pain Eater è un romanzo con un linguaggio semplice e diretto - e sebbene non edulcori temi ed esperienze di Maddy, proprio per questo secondo me è adatto anche ad un pubblico più giovane. Anche quando vengono usate le metafore - per tutti i capitoli di Farang, ma non solo - è sempre chiaro quale sia il messaggio e si riesce sempre a capire la personalità dell'autore del capitolo e quello che davvero pensa non solo di Farang, ma anche di se stesso e di Maddy. 

Maddy è un personaggio con cui è semplicissimo entrare in empatia, sentire il suo dolore e la sua impotenza, vivere la sua paura e la sua angoscia - quando finalmente trova una valvola di sfogo per tutto ciò che ha represso è un momento catartico anche per il lettore. Stessa cosa per Farang - ho amato come alcuni dei compagni di classe di Maddy l'abbiano resa umana e non più un oggetto alla mercé della tribù, come le abbiano dato una voce e come anche solo un capitolo di supporto a Farang abbia dato a Maddy la forza di reagire, facendole trovare alleati anche nella vita vera: la sua famiglia e le sue due nuove amiche sono fondamentali come rete di supporto, soprattutto di fronte alla sua paura di non farcela e di non avere la forza per fare quello che va fatto. Il romanzo infatti, ambientato in Canada, è ispirato - e la cita più volte - alla storia vera dello stupro di gruppo e del suicidio di Rehtaeh Parsons
 
The Pain Eater è un romanzo che colpisce come un pugno nello stomaco ed è proprio questo il suo punto di forza - non ha un vero e proprio finale perché la strada di Maddy è ancora lunga, ma si conclude con un nuovo punto di partenza e con Maddy che ritrova quella parte di sé che era andata perduta la notte dello stupro. 
 

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