lunedì 11 aprile 2022

[Recensione] "L'incastro (im)perfetto" di Colleen Hoover

Questo è il mio primo libro di Colleen Hoover - e avevo sempre immaginato che l'avrei letto in lingua originale perché sono innamorata di quella cover azzurra. 
Anzi, più di una volta avevo pensato di comprarlo a scatola chiusa perché ne avevo sempre sentito meraviglie a destra e a manca. 
 
Invece è finalmente giunto il momento di sfruttare quei tre mesi gratuiti su Audible - di cui io, tra una cosa e l'altra, ho totalmente sprecato il primo - e così mi sono buttata sulla versione italiana. E, incredibile ma vero, la prima metà del libro sono riuscita ad ascoltarla di domenica pomeriggio (ovviamente non quella appena passata ieri, ma quella precedente) senza addormentarmi neanche una volta. 


Titolo: L'incastro (im)perfetto
Titolo originale: Ugly Love
Autrice: Colleen Hoover
Data di uscita: 27 agosto 2015
Data di uscita originale: 5 agosto 2014
Durata: 7H 55Min (Audible Edition)
Editore: Leggereditore
Link Amazon: https://amzn.to/3J6D63E

Trama: Quando Tate Collins trova il pilota Miles Archer svenuto davanti alla sua porta di casa, non è decisamente amore a prima vista. Non si considerano neanche amici. Ciò che loro hanno, però, è un’innegabile reciproca attrazione.
Lui non cerca l’amore e lei non ha tempo per una relazione, ma la chimica tra loro non può essere ignorata. Una volta messi in chiaro i propri desideri, i due si rendono conto di aver trovato un accordo, almeno finché Tate rispetterà due semplici regole: mai fare domande sul passato e non aspettarsi un futuro.
Tate cerca di convincersi che va tutto bene, ma presto si rende conto che è più difficile di quanto pensasse. Sarà in grado di dire di no a quel sexy pilota che abita proprio accanto a lei?
 
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Dunque, non so se sono io il problema oppure i libri che leggo - difficilmente mi entusiasmo ultimamente. Non so, forse dipende dal fatto che leggo a rate e senza una continuità fissa o regolare, quindi poi quando arrivo alla fine di una storia mi sento alquanto "tiepida" a riguardo perché nel frattempo è passato diverso tempo e ho dimenticato/mi sono allontanata dalla storia e dai suoi personaggi. 

Avevo sentito dire che questo libro era straziante, che ti strappava il cuore e l'anima e ti mozzava il respiro mentre ti faceva piangere una valle di lacrime. Per me non è stato proprio così - o meglio, non esattamente. 

Ho faticato molto ad empatizzare con i personaggi, soprattutto Tate. 

Tate conosce Miles in una delle serate peggiori della vita del ragazzo - Miles è un pilota come il fratello di Tate e vive nell'appartamento di fronte e la sera in cui Tate lo trova, Miles è ubriaco e svenuto in corridoio. La mattina successiva porta con sé molto disagio e imbarazzo e una certa rudezza da parte di Miles, che si limita ad abbaiare domande, a pretendere risposte e a restare in un ostinato silenzio il resto del tempo. Tate però resta fulminata dal suo sguardo intimidatorio che sembra nascondere anche altro, però - peccato che Miles non sia il tipo che ama condividere. Anzi, sembra proprio non provare emozioni - anche se sono proprio i suoi occhi a tradirlo spesso.  

Tate è un'infermiera e, anche se non lo fosse stata, è comunque affetta da quella sindrome da crocerossina che io tanto odio. Miles ha messo in chiaro fin dall'inizio che non sono amici, che non lo sarebbero mai stati, che non voleva che lei facesse domande sul suo passato e che non doveva aspettarsi un futuro. E invece Tate insiste, accetta una storia di solo sesso facendosi continuamente del male sperando che un giorno il solo sesso possa diventare qualcos'altro e che Miles possa cambiare. 

Ora, forse è perché non mi sono mai innamorata, ma tutto questo insistere e aspettarsi continuamente un risultato che è alquanto improbabile che si concretizzi è quanto di più lontano ci sia dal mio carattere, che fa presto a stancarsi quando un rapporto non è all'altezza delle mie aspettative e mi procura più ansia e brutte sensazioni che altro. Per questo non ho amato Tate - e non sono neanche riuscita a comprenderla.

Non ho neanche capito del tutto da cosa sia scaturita tutta questa attrazione e chimica tra Tate e Miles - si vedono un paio di volte e forse anche di più, ma Colleen Hoover te lo dice e non te lo mostra, e improvvisamente sono impegnati nel miglior sesso della loro vita e incapaci di togliersi le mani di dosso e ammetto che io ero ancora un po' perplessa perché non mi ero affatto sentita trasportata e coinvolta da questo sviluppo. 

Nel giro di poco Miles diventa il tutto di Tate, anche se non ho mai capito su che base. 
Diversa la questione per Miles, che ho amato nel passato e poi nel momento in cui passato e presente si uniscono. Ho amato conoscere il Miles diciottenne e il fatto che avesse fatto della Rachel per cui piangeva la notte in cui Tate l'ha trovato il suo tutto aveva molto più senso di quando Tate ha fatto di Miles il suo tutto - Miles era ancora un ragazzo in un'età in cui le emozioni che si provano sono amplificate al massimo. I flashback di Miles ambientati sei anni prima erano quelli che attendevo di più durante la lettura, mentre la San Francisco attuale - che poteva essere qualunque altra città visto che non usciamo dall'edificio in cui Tate e Miles vivono - raccontata da Tate aveva cominciato a suonare ripetitiva tra un incontro di sesso e l'altro e Tate che sospirava per Miles. 
 
Miles non è cattivo - è un bravo ragazzo che ha vissuto un amore e un dolore così grandi che poi non ha più voluto rischiare il suo cuore e un ripetersi della storia. Non incarna il classico cliché dell'uomo che non crede all'amore e che per questo ha una donna diversa ogni sera - no, Miles ci ha creduto, ci ha creduto così tanto che dopo aver perso tutto ha vissuto una vita fatta solo di lavoro e poche amicizie. Vive nel passato, ci vive ancora - vive ancora nel suo dolore e nei suoi sensi di colpa. La voce di Tate è al presente e nella sua relazione attuale con Miles, la voce di Miles invece ci racconta la sua storia perso nei ricordi di ciò che aveva e che poi ha perso, rendendolo ciò che è oggi.

Confesso che mi sono commossa quando arriviamo all'apice dei flashback, quando scopriamo che dopo tutto il bello dell'amore che Miles ha provato arriva poi il brutto, arriva la sofferenza e arriva il dolore vero - forse il più grande che un essere umano può provare. Ciò che poi ha spinto Miles a rinunciare all'amore, a non voler amare più nessuno e ciò che per sei anni l'ha ridotto l'ombra sbiadita del ragazzo che era stato. Confesso che ho proprio pianto quando passato e presente si fondono, quando Miles finalmente trova il coraggio di far visita a quel passato, di affrontarlo - di affrontare il dolore e accettarlo per andare avanti, concedendosi di provare di nuovo gioia, felicità e forse amore. 

Non so se è in me che "manca" qualcosa - quel qualcosa che permette agli altri di cogliere il momento in cui tra due persone sta nascendo un sentimento o quale sia la "scintilla" che cambia improvvisamente le cose. Io ho visto solo sesso - e inizialmente ho faticato anche a vedere tutta questa attrazione perché Tate e Miles sembravano non interagire affatto tra loro. Di conseguenza ho faticato a capire la base su cui si è sviluppato un sentimento - posso capire Tate che è sempre stata un libro aperto con Miles e non ha mai nascosto niente (ma non avendola apprezzata, ho faticato comunque a capire cosa ci fosse in Tate di così speciale perché noi vediamo solo lei persa per Miles decisa a salvarlo mentre perde di vista tutto il resto e accetta anche gesti ingiustificabili pur di provare a cambiare la decisione di Miles di non darle il suo passato e neanche il suo futuro), ma Miles non ha mai concesso un centimetro di personalità nel presente e forse i suoi occhi davvero parlavano, ma li vedeva solo Tate. 

Insomma, arrivando ad una conclusione, mi aspettavo di essere trascinata in un vortice di emozioni e strazio. La scrittura della Hoover però è scorrevole - vorrà pur dire qualcosa se ho ascoltato mezzo libro in un solo pomeriggio - ma i primi tre quarti di libro mi hanno lasciata alquanto "fredda" e indifferente. Non in senso cattivo ma, da come ne avevo sentito parlare, mi aspettavo molto di più da Ugly Love. Mi sono sentita veramente coinvolta sono quando sono arrivata all'apice dei ricordi di Miles e nel momento in cui il passato è entrato in collisione con il presente - lì, se ci ripenso, ancora piango di commozione. Ma Tate e Miles insieme... meh. 

Tenterò ancora con Colleen Hoover perché ce ne sono almeno altri due o tre di libri suoi che mi ispiravano, ma non subito. 

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