Tredicesimo
appuntamento con questa rubrica inventata da me e se siete nuovi di
queste parti oppure vi siete sempre persi questa rubrica perché a prima
vista la credevate una carrellata delle nuove uscite, potete leggere la
divertente(?) origine del suo titolo QUI.
BRT: Breve Riassunto della Trama è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale, a gruppi di tre o cinque, vi offro la mia opinione su quei libri a cui non ho dedicato un post di recensione sul blog.
Presagio triste di Banana Yoshimoto
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Non è una storia che ho ben compreso - o forse è proprio lo stile della Yoshimoto e io non lo sapevo visto che questo è il primo libro suo che leggo, se escludiamo un estratto di "qualcosa" che era nel mio libro di antologia di terza media. È una storia lenta, in cui la nostra protagonista - Yayoi - sente sempre di essere sul punto di ricordare qualcosa della sua infanzia totalmente dimenticata, ma ogni volta le sfugge come sabbia tra le dita o semplicemente non è ancora in grado di affrontarla. È anche sempre stata molto irrequieta, andando spesso via di casa sin da bambina per rifugiarsi da qualche amico o più spesso dalla zia Yukino, una donna di trent'anni che vive sola - e che dalle parole della Yoshimoto si capisce essere qualcosa di quasi "anticonvenzionale" nella società giapponese e secondo il loro modo di vivere. È una storia che presenta tratti sovrannaturali in quanto Yayoi da piccola era dotata di una sorta di chiaroveggenza e di sensibilità a determinate cose, ma che con gli anni ha perso - sebbene abbia conservato una certa predisposizione intuitiva e infatti non manca ad un certo punto un momento vagamente da film dell'orrore. I ricordi sepolti di Yayoi riprendono a tormentarla quando lei e la famiglia tornano a vivere a casa dopo una ristrutturazione - sente che la vita non può procedere come aveva fatto fino a quel punto e una verità fino a quel momento dimenticata ora non può più essere ignorata. È una storia lenta, dove di base non succede nulla - leggiamo i pensieri di Yayoi, la vita come scorre a casa della zia, i sentimenti e le emozioni che cambiano in relazione ai membri della sua famiglia perché si espandono e mutano. Ha uno stile di scrittura che a volte ho apprezzato e altre no - le frasi brevi, staccate e quasi spezzate mi piacciono in alcuni casi a seconda del contesto e di quello che si sta raccontando. Non l'ho trovato indimenticabile - anzi, mi è passato quasi in sordina, ma ammetto che le frasi finali mi hanno commossa.
La piccola ombra di Banana Yoshimoto
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Ci ho riprovato con la Yoshimoto perché in casa avevo un altro libro suo, questa volta trattasi di una raccolta di racconti - sette, per la precisione. Secondo la quarta di copertina dovrebbe focalizzarsi sul tradimento e su come diverse forme di esso fungano da catalizzatore per alcuni cambiamenti nella vita delle sette donne giapponesi protagoniste di questi racconti. La verità è che di tradimento ce n'è ben poco qui dentro, se escludiamo le menzioni di amanti - propri o del coniuge - o di un più ampio significato dato alla parola "tradimento" applicato ad altri contesti. Tutte le donne di questo libro si trovano a Buenos Aires in Argentina - salvo una che si trova in Messico, ma che comunque è passata per l'Argentina, e l'amica di un'altra che si trova in Brasile - e forse anche questo toglie "qualcosa" ai racconti, specialmente se il lettore è particolarmente curioso riguardo alla cultura giapponese. La piccola ombra non solo è il titolo di un racconto in particolare, ma forse si può applicare in qualche maniera anche gli altri: l'ombra del tradimento, dei segreti, ma soprattutto della morte. E sì, morte: questo libro sembra esserne pieno e per l'appunto non è tanto il tradimento quanto la morte - fisica o metaforica, di qualcosa o di qualcuno - a fungere da catalizzatore per queste donne e per la loro presa di coscienza della vita che hanno vissuto e che stanno vivendo, dell'importanza del presente e una serena accettazione del futuro, qualunque cosa accadrà. Vediamo solo spaccati di vita, momenti che durano una giornata o due e mai mi sono sentita coinvolta da qualcuna di loro - ad un certo punto le protagoniste sembrano tutte uguali perché non c'è niente che le distingua, resta tutto su un piano alquanto superficiale e personalmente non mi è rimasto nulla perciò credo proprio che la Yoshimoto non faccia per me.
If the Fates Allow di Rainbow Rowell
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Questa novella ha come protagonista Reagan, che avevamo già conosciuto come la compagna di stanza di Cath al college in Fangirl - qui però Cath non compare, ma viene nominato Levi. O forse tecnicamente si può dire che anche Cath viene nominata, dal momento che Reagan fa riferimento alla moglie di Levi e la Rowell ha confermato su Instagram essere Cath. Si tratta di una novella che tratta un tema a tutti noi purtroppo conosciuto: il Covid-19. Inizia a Natale 2020, quel primo Natale che non è stato come tutti gli altri e Reagan, sempre stata brusca e cinica, è più determinata che mai a tenere lontana la famiglia da lei e da suo nonno - questo perché sottovalutano la pandemia, non indossano la mascherina e hanno comportamenti a rischio. Vediamo poi anche il Natale 2021, quando ci siamo tutti un po' più rilassati, ci siamo vaccinati e siamo tornati a riunirci - io e la mia famiglia no perché ho avuto il Covid e ho contagiato quelli in casa con me, ma tant'è... Sinceramente non so se mi sia piaciuto leggere una storia ambientata durante la pandemia - è fin troppo attuale, fin troppo facile rivedere il caos del 2020 e sentirsi male al ricordo e questo rende semplice immedesimarsi nei protagonisti e nella situazione, ma proprio perché è qualcosa che stiamo ancora vivendo forse c'è bisogno di altre storie con ambientazioni "normali". In ogni caso la mia linea di pensiero era sulla stessa frequenza d'onda di Reagan e c'è spazio anche per un po' di romanticismo - solo accennato, un po' affrettato, ma da una storia di una quarantina di pagine non possiamo aspettarci dettagli e approfondimenti.
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