martedì 21 marzo 2017

[Recensione] "In viaggio con Albert" di Homer Hickam

Ricordo di essere rimasta affascinata da questa storia fin dal momento in cui ho letto la trama. E ho visto la cover, non lo negherò - è così simpatica.  
Mia madre mi ha quasi insultata dopo averlo letto e mi ha detto di non azzardarmi mai più a farle leggere un libro che prima non fosse passato per le mie mani perché aveva bisogno di parlarmene e non poteva farlo visto che io non l'avevo ancora letto. 

A posteriori ho capito perché.  


Titolo: In viaggio con Albert: Storia semiseria di un uomo, una donna e il loro alligatore
Titolo originale: Carrying Albert Home: The Somewhat True Story of a Woman, a Husband, and her Alligator
Autore: Homer Hickam
Data di uscita: 12 maggio 2016
Data di uscita originale: 24 settembre 2015
Pagine: 333 (copertina flessibile)
Editore: HarperCollins Italia

Trama: Elsie Lavender e Homer Hickam (padre dell'autore) vivevano in una minuscola cittadina mineraria del West Virginia e frequentavano lo stesso liceo. Quando Homer chiese a Elsie di sposarlo, appena una settimana dopo il diploma, lei per tutta risposta se ne andò a Orlando, dove fece scintille con un attore e ballerino di nome Buddy Ebsen (sì, proprio quel Buddy Ebsen). Poi Buddy si trasferì a New York in cerca di fortuna e insieme a lui sfumò anche il sogno d'amore di Elsie, che alla fine si ritrovò di nuovo in quella minuscola cittadina mineraria, sposata con Homer. Il ruolo di moglie di un minatore però le andava stretto, e a ricordarle ogni santo giorno l'idilliaco periodo trascorso a Orlando c'era un regalo di nozze molto particolare: un alligatore di nome Albert che viveva nell'unico bagno di casa. Un giorno Albert spaventò a morte Homer azzannandogli i pantaloni, e lui, esasperato, diede alla moglie un ultimatum: "O me o l'alligatore!". Così, dopo averci riflettuto per bene, Elsie si rese conto che c'era un'unica cosa da fare: riportare Albert a casa sua, in Florida. Raccontato con poetica semplicità, lo straordinario viaggio di Homer ed Elsie attraverso gli Stati Uniti devastati dalla Grande Depressione, tra avventure esilaranti, incontri memorabili e momenti drammatici, è un commovente tributo alla straordinaria e meravigliosa emozione che chiamiamo amore.



Tutto inizia con un cucciolo di alligatore come regalo di nozze. 
O forse comincia ancora prima, forse comincia con Elsie Lavender che vuole fuggire da Coalwood e nell'estate dopo il diploma si reca ad Orlando da suo zio e si invaghisce di Buddy Ebsen - sì, quel Buddy Ebsen. Quello che poi ha interpretato Doc Golightly in Colazione da Tiffany con Audrey Hepburn. 

Peccato che poi Elsie sia tornata in West Virginia e si sia sposata con Homer Hickam - il quale aveva avuto il coraggio di bidonarla al ballo di fine anno - e che ora Albert (questo il nome dell'alligatore considerato alla stregua di un figlio) rincorra l'uomo di casa per il giardino strappandogli i pantaloni e lasciandolo in mutande per le risate dei vicini di casa. 

Homer dà un ultimatum alla moglie: o lui o l'alligatore. 
Direste che è una scelta semplice, vero? Per Elsie assolutamente no, ci deve pensare
Ma alla fine la decisione è presa e così i nostri - marito, moglie, alligatore e un gallo spuntato da non si sa dove - dopo aver fatto un sostanzioso rifornimento di viveri si mettono in viaggio per la Florida per riportare Albert a casa. 

Homer Hickam Jr. - autore del libro e figlio della coppia protagonista - ha messo insieme questa storia dopo averla sentita a spizzichi e bocconi durante la sua vita. 
È un ritratto degli Stati Uniti nel 1935 durante la Depressione, dove l'occasione faceva l'uomo ladro e ogni opportunità era buona per cercare di guadagnare qualche soldo. 
È un ritratto della diversità del paesaggio da stato a stato, partendo dalle montagne del West Virginia alle colline della Virginia, passando per il North Carolina e le spiagge del South Carolina, arrivando infine nella calda e afosa Georgia e nella soleggiata ma soggetta ad uragani Florida. 
È una storia d'amore, fondamentalmente - ma, oh no, non quello tra Homer ed Elsie, quanto piuttosto quello tra Elsie e Albert. E , dai, in fondo anche quello tra Homer e Albert. Per non parlare di tutti gli altri che Albert farà innamorare lungo la strada con il suo sorriso smagliante e il suo yeah-yeah-yeah di felicità. 

Quel viaggio che doveva durare due settimane tra andata e ritorno, finisce per diventare un viaggio lungo quasi quanto una vita. 
E come dice il sottotitolo, questa è una storia semiseria e si ride a crepapelle nel bel mezzo di scene surreali tra contrabbandieri e pirati e registi di film sull'orlo di una crisi di nervi e sindacalisti in sciopero. Non si può che restare ammaliati da ogni singolo ostacolo e avventura che Homer e Elsie incontrano sul loro cammino e increduli di fronte a certi personaggi che sembrano come il prezzemolo. 

Ho amato Albert - che, davvero, è persino più docile e coccolone della mia Alaska. 
E siccome si tratta di un viaggio alla riscoperta del destino e del senso della vita e dell'amore, ho provato una pena assurda per Homer così perdutamente innamorato di sua moglie e continuamente bersaglio delle sue cattiverie e recriminazioni e accuse di non essere come - o addirittura - Buddy Ebsen. 
Ho odiato Elsie con una ferocia spaventosa, roba che avrei voluto prenderla a schiaffoni una pagina sì e l'altra pure - e quando mi lamentavo con mia madre dei suoi comportamenti, lei mi diceva che ero proprio quello a cui si riferiva quando mi diceva che doveva sfogarsi. Ecco perché sopra ho scritto che a posteriori ho capito.

È stato comunque un bel viaggio - e solo viaggi di questa portata ti fanno davvero rendere conto dei tesori che hai a fianco, ma che prima proprio non riuscivi a vedere. 

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