Non volevo ammorbare coloro di voi che sono qui solo per sapere se il libro è bello oppure no e se mi è piaciuto poco o tanto, quindi la storia della mia relazione a lunga distanza con questo romanzo inedito in Italia la potete leggere in questo post.
Sappiate che è stata una storia molto travagliata prima del fatidico momento nel quale siamo potuti finalmente stare insieme.
Titolo: Above the Waterfall
Autore: Ron Rash
Data di uscita: 8 settembre 2015
Pagine: 253 (copertina rigida)
Editore: Ecco
Trama [tradotta da me]: Les, sceriffo di lunga data, è a poche settimane dalla pensione quando si trova costretto ad affrontare le devastazioni portate dalla metanfetamina e le conseguenze della propria ambiguità nella sua piccola cittadina sugli Appalachi. Nel frattempo, Becky, una guardia forestale con un passato tormentato, trova conforto nella bellezza delle montagne del North Carolina. Pur con gli errori e le tragedie che li hanno irrimediabilmente segnati, i due sono uniti dal rispetto che provano verso la natura che li circonda. Quando un anziano del posto malvisto per il suo caratteraccio viene accusato di aver avvelenato un ruscello pieno di trote di proprietà di un vicino resort, Les e Becky si ritrovano immersi in acque profonde e pericolose, costretti a navigare lungo correnti di disillusione e tradimento che li porteranno a dubitare di se stessi e del legame acerbo che hanno appena stretto - e che minacceranno anche di portarli sull'orlo del precipizio.
Above the Waterfall è il secondo libro che leggo di Ron Rash e in parte forse posso capire perché questo e gli altri non vengano tradotti in Italia - l'unico che abbiamo disponibile è Una folle passione e probabilmente solo perché ne è stata tratta una versione cinematografica.
Vedendo i generi che vanno per la maggiore, non mi stupisce che Ron Rash possa venire considerato di "nicchia".
I suoi libri non sono distopici, non sono rivolti ad un target young o new adult, il romance quando è presente è sempre "contaminato" da qualcosa.
Oltretutto è evidente l'amore che prova per il North Carolina e per le sue montagne e i suoi boschi e le descrizioni di essi possono forse risultare tediose ai molti che preferiscono letture veloci e adrenaliniche.
Anche a me piace il ritmo, ma la "lentezza" con cui scrive Ron Rash a me non dispiace per niente - anzi.
Above the Waterfall è un romanzo lento, quasi "pigro" - diviso in cinque parti, ognuna di quelle parti rappresenta un giorno. La storia inizia il lunedì mattina e si conclude verso la sera del venerdì.
Ma voglio precisare che con "lento" e "pigro" non intendo affatto "noioso" - è lento e pigro in quel suo modo di descrivere un paese nel quale tutti si conoscono da tutta la vita, nel quale tutti sanno da che famiglia discendi e dove la privacy è più che altro un concetto che un qualcosa di tangibile e vero.
È lento e pigro nel ritmo che scandisce le giornate: i boschi, le montagne, le strade a volta ancora sterrate, la poca fretta che la maggior parte della gente ha e per la quale i negozi aprono anche più tardi del solito e puoi uscire dal lavoro per prendere un caffé a metà mattinata.
Probabilmente leggendo la trama che vi ho tradotto - e che secondo me non rispecchia in tutto e per tutto il libro - avrete alzato gli occhi al cielo leggendo degli "eventi traumatici" nel passato dei protagonisti e forse vi aspettate una storia d'amore di quelle epiche.
Sbagliereste su tutta la linea.
Les e Becky hanno un'età che oggi non siamo abituati a trovare nei libri, quando ora tutti i protagonisti sono ancora alle superiori o al college oppure al massimo sono intorno alla trentina - anno più o anno meno.
Les ha 51 anni e Becky poco più di 40 - non sono esattamente gli aitanti protagonisti che ti aspetteresti di trovare e proprio per questo la natura di quello che è accaduto loro, specialmente a Becky, assume un significato più profondo.
In questo caso, vista l'età che hanno, dona un senso di "vissuto" che a volte sembra irreale e inverosimile in protagonisti più giovani.
Sono due persone fondamentalmente abituate a stare sole e quello che li lega è ancora incerto, acerbo, non ha un nome e neanche una definizione.
E al momento sono troppo presi da quello che sta accadendo in questa settimana nella quale vediamo uno spaccato delle loro vite per preoccuparsi di definire i termini del loro rapporto e di dove li porterà.
Nel mio ultimo WWW avevo scritto che mi ero trovata di fronte ad un inglese abbastanza complesso e non negherò il fatto che l'inizio mi avesse lasciata un po' atterrita - considerando soprattutto che leggo in lingua da tre anni e che ormai di termini e registri di linguaggio ne ho visti diversi.
Forse Ron Rash non viene tradotto in Italia non solo perché di "nicchia" rispetto a quello che vende di più oggi, ma anche perché rendere in maniera comprensibile lasciando intatta la poesia dei suoi scritti sarebbe un lavoraccio.
Il libro è scritto alternando capitoli dal punto di vista di Les e Becky, ma non sempre viene rispettato l'ordine - capita spesso che due capitoli di seguito siano su Les e che Becky "salti il turno".
La bravura di Rash, che ho avuto modo di apprezzare con Una folle passione, si vede anche in questo: i due protagonisti hanno due voci davvero distinte.
Quella di Les è molto pratica, molto terra-terra, molto caratteristica di un uomo di legge che fa questo lavoro da troppo tempo - è semplice e di impatto immediato senza troppi fronzoli. Ha un divorzio alle spalle con una donna che soffriva di depressione e proprio questo suo modo di comunicare lo porta a chiedersi se quello che è accaduto non sia stato anche in parte colpa sua.
La voce di Becky è tutta un'altra storia ed è stata proprio la sua a darmi problemi nella lettura, piena di poesia e termini che per lei in quanto guardia forestale sono comuni ma che una persona, per quanto abituata a leggere in lingua da tre anni, comunque non incontra spesso altrove e che quindi risultano totalmente sconosciuti - nomi di animali, insetti, piante e tutto ciò che riguarda il bosco. Non sono cose che normalmente si trovano nel dettaglio e in termini tecnici in altri romanzi, no?
Il modo di esprimersi di Becky, il suo attaccamento alla natura e ai suoi silenzi e ai suoi rumori sono profondamente legati ad evento traumatico accaduto quando era solo una bambina - per il quale i genitori, che non sapevano come aiutarla e che non capivano perché lei non lo superasse come gli altri coetanei che avevano vissuto la medesima cosa, la mandarono a vivere dai nonni.
E questi nonni non esercitavano pressione, rispettavano i suoi silenzi e aspettavano con pazienza che lei riprendesse a parlare quando avesse sentito di essere pronta. Proprio questa gratitudine verso i nonni è quello che la porta ad essere così legata a Gerald e a difenderlo strenuamente quando tutti lo accusano di aver gettato kerosene nel ruscello.
Come in Una folle passione, anche in Above the Waterfall l'autore dipinge un ritratto schietto e senza menzogne della complessità umana e senza un cuscino ad attutire il colpo - cose come l'ambizione e l'avidità, il degrado portato dalla droga, il peso dei ricordi e il dolore che portano con sé, le chiacchiere di un piccolo paese, i pregiudizi, l'integrità e il senso morale, il senso di colpa e i debiti che si sente di avere verso qualcuno, la codardia e l'aiuto disinteressato, l'affetto nei piccoli gesti e la bellezza delle piccole cose, la corruzione e la criminalità, le tradizioni e il progresso e la recessione trovano tutte posto nero su bianco e senza giri di parole, senza creare illusioni nel lettore.
Il North Carolina con le sue montagne e i suoi boschi è un altro protagonista insieme a Les e a Becky e a tutti i lati oscuri o meno della vita di una piccola cittadina.
È una storia che si svolge in cinque giorni e non è un giallo al cardiopalma - sebbene la vicenda ruoti attorno alla ricerca di chi ha gettato kerosene nel ruscello - quanto piuttosto una passeggiata nella vita di queste persone.
Praticamente gli indizi e la quasi soluzione si trovano già all'inizio del primo capitolo, ma poi si viene coinvolti nel passato e nel presente di queste persone - ognuna con una sua voce forte e chiara, non solo Les e Becky, ma anche Gerald e i due vice di Les e altri personaggi che fanno parte della storia - e la questione delle trote scende quasi in secondo piano perché ad essere davvero protagoniste sono le dinamiche tra tutti quelli coinvolti su cosa sia giusto o sbagliato.
È un inglese complesso, lo è all'inizio e lo è nelle parti Becky quando ci si ritrova subito davanti e in mezzo ad un linguaggio poetico che forse non siano nemmeno abituati a leggere in italiano. Soprattutto se riguarda termini botanici e/o zoologici che non si sono mai nemmeno visti neppure nella propria madrelingua.
Ma è anche un inglese semplice e scorrevole nelle parti di Les, concreto e che puoi toccare con mano dopo le metafore e le astrazioni di quello di Becky.
Però questo è il bello della scrittura di Ron Rash, poesia alternata ad un linguaggio semplice che a volte si dà il cambio con strutture linguistiche fuori dal canone che viene insegnato a scuola e quindi tipiche di zone rurali o comunque di gente di una certa età che parla con una sua cadenza o dialetto.
E nonostante la confusione e le difficoltà nel capire alcune frasi e/o momenti di Becky, lo stesso questo libro mi è piaciuto davvero.
È una finestra sulla vita di alcune persone, persone normali con pregi e difetti, in una di quelle cittadine dove sai che tutto - bene o male e nonostante quello che può capitare - torna poi a scorrere al suo solito ritmo.
Quelle cittadine che, anche se riesci ad andartene, ti restano sempre attaccate addosso.
Autore: Ron Rash
Data di uscita: 8 settembre 2015
Pagine: 253 (copertina rigida)
Editore: Ecco
Trama [tradotta da me]: Les, sceriffo di lunga data, è a poche settimane dalla pensione quando si trova costretto ad affrontare le devastazioni portate dalla metanfetamina e le conseguenze della propria ambiguità nella sua piccola cittadina sugli Appalachi. Nel frattempo, Becky, una guardia forestale con un passato tormentato, trova conforto nella bellezza delle montagne del North Carolina. Pur con gli errori e le tragedie che li hanno irrimediabilmente segnati, i due sono uniti dal rispetto che provano verso la natura che li circonda. Quando un anziano del posto malvisto per il suo caratteraccio viene accusato di aver avvelenato un ruscello pieno di trote di proprietà di un vicino resort, Les e Becky si ritrovano immersi in acque profonde e pericolose, costretti a navigare lungo correnti di disillusione e tradimento che li porteranno a dubitare di se stessi e del legame acerbo che hanno appena stretto - e che minacceranno anche di portarli sull'orlo del precipizio.
Above the Waterfall è il secondo libro che leggo di Ron Rash e in parte forse posso capire perché questo e gli altri non vengano tradotti in Italia - l'unico che abbiamo disponibile è Una folle passione e probabilmente solo perché ne è stata tratta una versione cinematografica.
Vedendo i generi che vanno per la maggiore, non mi stupisce che Ron Rash possa venire considerato di "nicchia".
I suoi libri non sono distopici, non sono rivolti ad un target young o new adult, il romance quando è presente è sempre "contaminato" da qualcosa.
Oltretutto è evidente l'amore che prova per il North Carolina e per le sue montagne e i suoi boschi e le descrizioni di essi possono forse risultare tediose ai molti che preferiscono letture veloci e adrenaliniche.
Anche a me piace il ritmo, ma la "lentezza" con cui scrive Ron Rash a me non dispiace per niente - anzi.
Above the Waterfall è un romanzo lento, quasi "pigro" - diviso in cinque parti, ognuna di quelle parti rappresenta un giorno. La storia inizia il lunedì mattina e si conclude verso la sera del venerdì.
Ma voglio precisare che con "lento" e "pigro" non intendo affatto "noioso" - è lento e pigro in quel suo modo di descrivere un paese nel quale tutti si conoscono da tutta la vita, nel quale tutti sanno da che famiglia discendi e dove la privacy è più che altro un concetto che un qualcosa di tangibile e vero.
È lento e pigro nel ritmo che scandisce le giornate: i boschi, le montagne, le strade a volta ancora sterrate, la poca fretta che la maggior parte della gente ha e per la quale i negozi aprono anche più tardi del solito e puoi uscire dal lavoro per prendere un caffé a metà mattinata.
Probabilmente leggendo la trama che vi ho tradotto - e che secondo me non rispecchia in tutto e per tutto il libro - avrete alzato gli occhi al cielo leggendo degli "eventi traumatici" nel passato dei protagonisti e forse vi aspettate una storia d'amore di quelle epiche.
Sbagliereste su tutta la linea.
Les e Becky hanno un'età che oggi non siamo abituati a trovare nei libri, quando ora tutti i protagonisti sono ancora alle superiori o al college oppure al massimo sono intorno alla trentina - anno più o anno meno.
Les ha 51 anni e Becky poco più di 40 - non sono esattamente gli aitanti protagonisti che ti aspetteresti di trovare e proprio per questo la natura di quello che è accaduto loro, specialmente a Becky, assume un significato più profondo.
In questo caso, vista l'età che hanno, dona un senso di "vissuto" che a volte sembra irreale e inverosimile in protagonisti più giovani.
Sono due persone fondamentalmente abituate a stare sole e quello che li lega è ancora incerto, acerbo, non ha un nome e neanche una definizione.
E al momento sono troppo presi da quello che sta accadendo in questa settimana nella quale vediamo uno spaccato delle loro vite per preoccuparsi di definire i termini del loro rapporto e di dove li porterà.
Nel mio ultimo WWW avevo scritto che mi ero trovata di fronte ad un inglese abbastanza complesso e non negherò il fatto che l'inizio mi avesse lasciata un po' atterrita - considerando soprattutto che leggo in lingua da tre anni e che ormai di termini e registri di linguaggio ne ho visti diversi.
Forse Ron Rash non viene tradotto in Italia non solo perché di "nicchia" rispetto a quello che vende di più oggi, ma anche perché rendere in maniera comprensibile lasciando intatta la poesia dei suoi scritti sarebbe un lavoraccio.
Il libro è scritto alternando capitoli dal punto di vista di Les e Becky, ma non sempre viene rispettato l'ordine - capita spesso che due capitoli di seguito siano su Les e che Becky "salti il turno".
La bravura di Rash, che ho avuto modo di apprezzare con Una folle passione, si vede anche in questo: i due protagonisti hanno due voci davvero distinte.
Quella di Les è molto pratica, molto terra-terra, molto caratteristica di un uomo di legge che fa questo lavoro da troppo tempo - è semplice e di impatto immediato senza troppi fronzoli. Ha un divorzio alle spalle con una donna che soffriva di depressione e proprio questo suo modo di comunicare lo porta a chiedersi se quello che è accaduto non sia stato anche in parte colpa sua.
La voce di Becky è tutta un'altra storia ed è stata proprio la sua a darmi problemi nella lettura, piena di poesia e termini che per lei in quanto guardia forestale sono comuni ma che una persona, per quanto abituata a leggere in lingua da tre anni, comunque non incontra spesso altrove e che quindi risultano totalmente sconosciuti - nomi di animali, insetti, piante e tutto ciò che riguarda il bosco. Non sono cose che normalmente si trovano nel dettaglio e in termini tecnici in altri romanzi, no?
Il modo di esprimersi di Becky, il suo attaccamento alla natura e ai suoi silenzi e ai suoi rumori sono profondamente legati ad evento traumatico accaduto quando era solo una bambina - per il quale i genitori, che non sapevano come aiutarla e che non capivano perché lei non lo superasse come gli altri coetanei che avevano vissuto la medesima cosa, la mandarono a vivere dai nonni.
E questi nonni non esercitavano pressione, rispettavano i suoi silenzi e aspettavano con pazienza che lei riprendesse a parlare quando avesse sentito di essere pronta. Proprio questa gratitudine verso i nonni è quello che la porta ad essere così legata a Gerald e a difenderlo strenuamente quando tutti lo accusano di aver gettato kerosene nel ruscello.
Come in Una folle passione, anche in Above the Waterfall l'autore dipinge un ritratto schietto e senza menzogne della complessità umana e senza un cuscino ad attutire il colpo - cose come l'ambizione e l'avidità, il degrado portato dalla droga, il peso dei ricordi e il dolore che portano con sé, le chiacchiere di un piccolo paese, i pregiudizi, l'integrità e il senso morale, il senso di colpa e i debiti che si sente di avere verso qualcuno, la codardia e l'aiuto disinteressato, l'affetto nei piccoli gesti e la bellezza delle piccole cose, la corruzione e la criminalità, le tradizioni e il progresso e la recessione trovano tutte posto nero su bianco e senza giri di parole, senza creare illusioni nel lettore.
Il North Carolina con le sue montagne e i suoi boschi è un altro protagonista insieme a Les e a Becky e a tutti i lati oscuri o meno della vita di una piccola cittadina.
È una storia che si svolge in cinque giorni e non è un giallo al cardiopalma - sebbene la vicenda ruoti attorno alla ricerca di chi ha gettato kerosene nel ruscello - quanto piuttosto una passeggiata nella vita di queste persone.
Praticamente gli indizi e la quasi soluzione si trovano già all'inizio del primo capitolo, ma poi si viene coinvolti nel passato e nel presente di queste persone - ognuna con una sua voce forte e chiara, non solo Les e Becky, ma anche Gerald e i due vice di Les e altri personaggi che fanno parte della storia - e la questione delle trote scende quasi in secondo piano perché ad essere davvero protagoniste sono le dinamiche tra tutti quelli coinvolti su cosa sia giusto o sbagliato.
È un inglese complesso, lo è all'inizio e lo è nelle parti Becky quando ci si ritrova subito davanti e in mezzo ad un linguaggio poetico che forse non siano nemmeno abituati a leggere in italiano. Soprattutto se riguarda termini botanici e/o zoologici che non si sono mai nemmeno visti neppure nella propria madrelingua.
Ma è anche un inglese semplice e scorrevole nelle parti di Les, concreto e che puoi toccare con mano dopo le metafore e le astrazioni di quello di Becky.
Però questo è il bello della scrittura di Ron Rash, poesia alternata ad un linguaggio semplice che a volte si dà il cambio con strutture linguistiche fuori dal canone che viene insegnato a scuola e quindi tipiche di zone rurali o comunque di gente di una certa età che parla con una sua cadenza o dialetto.
E nonostante la confusione e le difficoltà nel capire alcune frasi e/o momenti di Becky, lo stesso questo libro mi è piaciuto davvero.
È una finestra sulla vita di alcune persone, persone normali con pregi e difetti, in una di quelle cittadine dove sai che tutto - bene o male e nonostante quello che può capitare - torna poi a scorrere al suo solito ritmo.
Quelle cittadine che, anche se riesci ad andartene, ti restano sempre attaccate addosso.
Il libro in tutta la sua magnificenza e nei suoi dettagli. |
Lo comprerei anche solo per quelle stampe all'interno del libro!
RispondiEliminaE' così per ogni parte! :)
EliminaCiao! Intanto bellissima recensione!
RispondiEliminaA me piacciono molto i libri lenti, che molti considerano noiosi, e devo dire che mi hai fatto venire tantissima voglia di leggerlo! Appena hai scritto che non è come i YA che leggiamo di solito mi hai convinta xD Penso che lo metterò in TBR *^*
A presto ^^
-G
Ma grazie, che gentile! *-*
EliminaE' solo il secondo libro che leggo di Ron Rash e ne ho già visto un altro - tra i tanti che ha scritto - che devo assolutamente leggere.
Rash è fuori dai canoni che dominano le vendite e probabilmente è per questo che non viene tradotto qui - le montagne americane e la loro vita forse non attirerebbero tanto.
Se hai in mente la serie televisiva Longmire, l'atmosfera che si respira nei libri di Rash è un po' come quella - anche se la serie è ambientata nel Wyoming.