sabato 29 giugno 2024

[Recensione] "Sei in ogni mio respiro" di Jessica Park

Guardatemi essere la pecora nera della situazione come spesso accade.
 
 
Titolo: Sei in ogni mio respiro
Titolo originale: Left Drowning
Serie: Left Drowning #1
Autrice: Jessica Park
Data di uscita: 26 aprile 2016
Data di uscita originale: 16 luglio 2013
Pagine: 384 (copertina rigida)
Editore: Sperling & Kupfer,
Link Amazon: https://amzn.to/3VT0oDv

Trama: La vita di Blythe McGuire è ormai da troppo tempo un vortice di pensieri, panico, depressione e apatia. Da quattro anni, per l'esattezza. Da quando un terribile incendio ha portato via i suoi genitori. Per Blythe, quella ferita brucia ancora, oggi come ieri. Ed è impossibile separare i ricordi dal dolore. Un dolore devastante che le toglie il respiro. Come se, ogni giorno, fosse sul punto di affogare e dovesse lottare per non andare a fondo. E ora, all' ultimo anno di college, è stanca, senza più voglia di combattere. Poi, però, qualcosa cambia. Succede quando il suo sguardo incontra quello di Chris Shepherd. Chris la trascina fuori dal torpore che l'avvolge. Si insinua in quella piccola parte di lei che ancora insegue la speranza. Il piacere. E la riporta alla vita. Blythe, seppure con qualche esitazione, comincia ad amarlo. Ma non appena le acque si fanno più calme, si accorge che lo stesso Chris è intrappolato nel proprio passato. Un passato che potrebbe essere più complicato del suo. E lei, forse, è l'unica persona in grado di salvarlo. Perché quando la vita ti trascina in un abisso oscuro, per risalire puoi soltanto nuotare contro la corrente, respirare e amare.
 
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CONTENT WARNING: dipendenza da alcol, vomito, lutto, abusi domestici.


Come al solito, su Goodreads ci sono recensioni stellari e io mi sento, come al solito, un pesce fuor d'acqua perché c'è veramente poco che salverei di questo romanzo. 
 
Non starò neanche a rielaborare la trama come faccio sempre perché non ne ho voglia - e comunque quella sopra è più che sufficiente. Non so perché mi incaponisco con questo genere di romanzi quando so che, nella maggior parte dei casi, mi faranno alzare così tanto gli occhi al cielo al punto di temere che mi si rovescino permanentemente all'indietro oppure, nella migliore delle ipotesi, mi lasceranno indifferente. 

Se non si fosse capito, qui siamo nell'ambito del primo caso. 

Intanto c'è un instalove immediato, roba che se non è nel primo capitolo allora è nel secondo. Blythe inizialmente è anche interessante perché ci viene subito presentata come ubriaca - cosa che lei dice di essere ormai ogni sera da quattro anni a questa parte da quando ha perso i suoi genitori. Ehi, ognuno affronta il lutto a modo suo, no? 

Ma poi incontra Chris e da lì non esiste altro, sente subito questo legame con lui e capisce subito che sono destinati ad essere l'uno il futuro dell'altra. Improvvisamente sente di star guarendo e di non avere più bisogno di bere perché ora c'è lui che l'aiuta a respirare attraverso il dolore. 

Li sentite i miei occhi che si rovesciano all'indietro? 

Nessuno slow burn, nessuna crescita, nessuna tensione - lui poi manda tanti di quei segnali d'allarme che bisognerebbe scappare a gambe levate e si comporta più di una volta in una maniera abominevole... ma lei lo riaccoglie sempre a braccia aperte. Che poi, se vogliamo dirla tutta, non è neanche lui che rinsavisce e si rende conto di quanto si stia comportando come un idiota - no, lui subisce passivamente la decisione di altre persone, tanto sa che Blythe è ancora lì che gli muore dietro. 

Insomma, un non-sense dietro l'altro - per non parlare di lei, che dopo non essere mai uscita dalla sua stanza del dormitorio se non per andare a lezione (o almeno così dice perché non la si vede mai in aula), improvvisamente decide di mettersi a correre ogni giorno e ci dice che in due mesi è arrivata a correre otto chilometri e mezzo. Sì, e io sono la Regina d'Inghilterra. Oh, se qualcuno tra di voi corre e mi conferma che è effettivamente possibile, posso anche credergli. Ma io faccio il tapis roulant da novembre e ancora mi fermo a 4,6 chilometri in un'ora - è anche vero che di fatto io non corro, ma cammino ad una velocità incrementale di 4.4, 4.5 e poi 4.6 km/h. E di grazia, poi anche - ma Blythe non ha la fibromialgia e forse dipende da quello. 

E poi le scene di sesso. Non sono una pudica, non sono una che si scandalizza, un paio di mi vanno anche bene, ma ad una certa è tutto ciò che accade nel romanzo ed erano di una noia mortale. Insomma, già che sono immersa in questo corso per il lavoro che mi sembra non finire più, e poi manco quando posso avere tempo per me e rilassarmi e leggere c'è qualcosa che tenga viva la mia attenzione. 

Salvo solo le reazioni dei fratelli di Chris a tutto ciò che hanno subito nell'infanzia perché è stato un trauma notevole che, anche se non hanno visto tutto, comunque erano coscienti di cosa accadeva e, pur avendolo rimosso una volta cresciuti, li ha incasinati di brutto - questo l'ho trovato reale e il fatto di andare in terapia alla fine di questo romanzo è l'unica cosa sensata che ho trovato tra le sue pagine. 

Leggerò il secondo libro? Ovviamente, visto che sono masochista. 

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