lunedì 12 giugno 2023

[Recensione] "Send" di Patty Blount

So che avete cominciato a darmi per dispersa, ma ci tengo a rassicurarvi che sono ancora viva. Con una lieve ustione alle braccia e con le spalle che iniziano a spellarsi, ma per il resto sono viva. 

Ho iniziato il libro a fine maggio e speravo di finirlo entro l'inizio di giugno, ma poi sono stata presa dai preparativi, ho trascorso lo scorso weekend a Bellaria-Igea Marina per la prima edizione dello Slam Dunk Festival e ho visto per la seconda volta i miei amati Simple Plan - ed è inutile, l'ambiente dei concerti è proprio il mio ambiente. 

E niente, sebbene fosse inizio giugno e io sia stata all'ombra quasi tutto il tempo, quello che all'epoca consideravo "un bel fresco venticello" alla fine mi ha bruciato anche l'anima - sono tornata a casa ustionata. 

Quindi ho passato buona parte della settimana appena conclusa a vegetare in poltrona ricoperta di crema per le scottature e a cantare l'opera lirica (leggi: tirare giù svariate madonne) ogni volta che dovevo occuparmi della spalla destra. Aggiungiamoci poi una marea di sonno da recuperare e una reading slump perché continuavo a pensare alla musica e al concerto, ed ecco che il libro l'ho finito solamente ieri.
 
 
Titolo: Send
Autrice: Patty Blount
Data di uscita: 1 agosto 2012
Pagine: 284 (copertina flessibile)
Editore: Sourcebooks Fire
Link Amazon: https://amzn.to/3WFmPuT

Trama [tradotta da me]: Sono passati cinque anni da quando ho schiacciato Invia.
Quattro anni da quando sono uscito dal riformatorio.
Tre mesi da quando ho cambiato il mio nome.
Due minuti da quando ho conosciuto Julie.
Un secondo per cambiare la mia vita.


Tutto quello che Dan desidera il suo ultimo anno è essere invisibile - questa è la sua ultima occasione per una vita semi-normale. Nessuno qui sa chi è o cos'ha fatto, ma il suo primo giorno di scuola invece di girarsi dall'altra parte come tutti gli altri, Dan interviene e mette fine ad una rissa. Perché Dan sa com'è essere terrorizzati da un bullo—lui era uno di loro.

Ora l'intera scuola pensa che lui sia una sorta di eroe—tranne Julie. Lei lo guarda come se sapesse che lui ha un segreto. Come se sapesse che il suo nome non è veramente Daniel...

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TRIGGER WARNING: bullismo, cyberbullismo, suicidio di un personaggio secondario precedente l'inizio della storia. 


Sarà difficile parlare di questo libro perché niente è bianco o nero, ma soltanto in sfumature di grigio. 


Dan Ellison è al suo terzo trasloco - e alla sua prima volta con un nome diverso. 
Quando aveva tredici anni era solito tormentare un ragazzino della sua scuola e la sua ultima bravata era stata pubblicare in internet una foto di Liam in biancheria intima mentre si cambiava nello spogliatoio della palestra. Il giorno dopo Dan - allora Kenny - ha scoperto che Liam si era suicidato e lui è stato accusato, processato e condannato a nove mesi di riformatorio. Qui è passato da carnefice a vittima perché il giudice, volendo mandare un messaggio e non esistendo all'epoca una legge sul cyberbullismo, ha inserito il nome di Dan insieme a quello di molestatori e stupratori nella lista dei sex offenders.

Dan ne è uscito profondamente cambiato, convinto di essere un assassino e di essere stato lui ad uccidere Liam, tormentato da incubi e sensi di colpa che l'hanno anche fatto cadere nel tunnel dell'alcol. Tenere il proprio nome non era più possibile perché il padre di Liam era determinato ad ottenere vendetta e cinque anni dopo Dan è un ragazzo che tenta qualunque cosa pur di essere una persona migliore e non commettere più gli stessi sbagli. Vorrebbe essere invisibile, passare il suo ultimo anno di liceo inosservato, ma proprio il primo giorno è costretto ad intervenire per fermare una rissa e salvare un ragazzino da un bullo - proprio come lo era stato lui. E quando scopre che una ragazza, Julie, stava assistendo alla scena senza intervenire o senza fare alcuna mossa per fermare tutto, Dan si arrabbia ancora di più - perché forse se qualcuno fosse intervenuto per Liam, allora anche Dan non sarebbe in questa situazione. 

Julie però sembra odiarlo fin da subito e non accetta che Dan le dica che avrebbe dovuto intervenire invece di restare a guardare. Nonostante la rabbia iniziale, Dan non può fare a meno di sentirsi attratto da Julie e sa che non dovrebbe comunque avvicinarsi a lei perché tutta la sua vita attuale è costruita su delle menzogne - il fatto che poi le faccia il bello e il cattivo tempo non aiuta...


Questo libro ha rappresentato una sfida per me. 

Io sono stata vittima di bullismo, io non ho mai visto i miei bulli cambiare e, anche se li avessi visti, non avrei mai creduto a quel cambiamento - ricordo ancora la furia cieca che mi ha presa quando uno dei miei peggiori tormentatori aveva condiviso su Facebook un video di una ragazzina che veniva pestata da altre ragazzine e aveva commentato con "poverina". Io non ero "poverina" allora? 
 
Per me quindi è quasi impossibile credere un bullo possa cambiare, ma sentire la voce di Dan - sentire la sua paura, il suo tormento, i suoi sensi di colpa - mi ha fatta vacillare su quella linea che credevo invalicabile. E Dan non è cambiato solo perché si è trovato poi dal lato sbagliato di una lama in riformatorio, ma proprio perché è rimasto scioccato da ciò che Liam aveva fatto e che lui in parte aveva causato e perché a tredici era solo un ragazzino e non intendeva causare tutto quel male. 

Direte voi: allora perché non applichi lo stesso ragionamento ai tuoi aguzzini? 
Perché nel mio caso eravamo più grandi e quello in particolare dell'esempio sopra, all'epoca era un pluri-ripetente che andava per i diciotto quando io ancora non ne avevo sedici. Credo che a quell'età si debba essere responsabili di ciò che esce dalla propria bocca e più coscienti del male che si fa. 

Dan quindi mi ha fatto compassione, mi sono ritrovata a soffrire con lui nei suoi tentativi di fare ora sempre la cosa giusta ed evitare che altri commettessero i suoi stessi errori e facessero la sua stessa fine o quella di Liam. 

Ho detestato invece Julie, che fa sempre il bello e il cattivo tempo con Dan. 
Proprio perché sono stata dall'altra parte e sono tuttora convinta che un bullo non possa quasi mai cambiare - sebbene la narrazione di Dan abbia messo a dura prova ogni mia certezza - il comportamento di Julie per me è privo di qualsiasi logica fin dall'inizio. 

Ma - c'è un ma

Il punto è che Julie non segue una logica, segue solo i suoi sentimenti ed è in cerca di riscatto da parte della persona sbagliata. In parte posso capire cosa la spinge a fare quello che fa e a comportarsi nel modo in cui si comporta, ma ad un certo punto mi sono sentita veramente male per Dan e per ciò che in origine Julie aveva pianificato. Dall'altra invece so per certo che, non importa quale dovrebbe essere lo scopo finale, io non mi avvicinerei mai di mia spontanea volontà ad uno dei miei bulli per vedere se è sempre lo stesso oppure se è cambiato - io ancora oggi cambio marciapiede se ne vedo uno, figuriamoci fare quello che fa Julie. 

Send è un romanzo che sicuramente mette alla prova la vostra morale e le vostre convinzioni - io non mi sono sentita psicologicamente manipolata, ma capisco che potrebbe non essere lo stesso per tutti. La mia visione è sicuramente influenzata dal mio passato e da come l'ho vissuto - qui magari è facile capire Dan, avere compassioni di lui e degli abusi che ha subito, essere forse d'accordo che la punizione è stata troppo grande; dall'altra, mi rendo che nella realtà forse non ragionerei così se fossi stata io Liam o qualcuno che l'ha perso. 

So solo che Patty Blount crea sempre personaggi un po' controversi dove bianco e nero tendono sempre a sfumare nel grigio fumo. 

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