Il libro protagonista di oggi è il secondo romanzo di un'autrice che mi ha conquistata con una sua precedente opera - Some Girls Are.
Fall for Anything è il secondo romanzo dell'autrice che leggo, ma di fatto è il terzo in ordine di pubblicazione e ho intenzione di recuperare tutti i suoi libri.
Titolo: Fall for Anything
Autrice: Courtney Summers
Data di uscita: 21 dicembre 2010
Pagine: 230 (copertina flessibile)
Editore: St. Martin's Griffin
Trama [tradotta da me]: Quando il padre di Eddie Reeves si suicida, la vita della ragazza si concentra su un'unica domanda: perché? Perché l'ha fatto quando era un leggendario fotografo e un brillante insegnante? Perché l'ha fatto quando sembrava trovare ispirazione in ogni cosa vedesse? E soprattutto, perché l'ha fatto quando aveva una figlia che lo amava più di qualsiasi cosa al mondo? Quando incontra Culler Evans, un ex-allievo di suo padre e lui stesso un fotografo, nasce un'istantanea e pericolosa attrazione. Culler sembra essere a conoscenza di fatti riguardanti suo padre che lei ignorava e potrebbe custodire la chiave del mistero che circonda la sua morte. Ma la vulnerabilità di Eddie l'ha resa fragile e Culler si sta avvicinando un po' troppo. Il suo bisogno di sapere la verità la spinge a resistere e a farsi forza... ma certe domande non è che meglio che restino senza risposta?
Non so cosa ci sia esattamente nello stile di Courtney Summers o nel modo in cui costruisce i suoi personaggi che ti entra così sottopelle.
Che ti fa entrare così in empatia con loro, che ti fa annodare lo stomaco e non sai da che parte iniziare per cominciare a scioglierlo.
Non so cosa ci sia nelle sue storie dove niente è bianco o nero e dove tutto si misura in toni di grigio - i personaggi, i luoghi, l'inizio, lo sviluppo, la fine.
A dispetto di quello che uno potrebbe pensare leggendo la trama, questo libro non è un giallo e non è un thriller.
È però qualcosa che assomiglia pericolosamente alla vita.
Il padre di Eddie si è suicidato e lei si trova alla deriva nell'estate prima dell'ultimo anno di scuole superiori. Quella che doveva essere una grande estate prima dell'anno del diploma è tutto tranne che fantastica.
Il padre di Eddie si è suicidato, lasciandosi dietro un biglietto che non spiega di fatto nulla mentre la madre di Eddie va in pezzi e non si toglie mai per un secondo la veste da camera del marito.
Come se questo non bastasse, la migliore amica di sua madre - una mean girl mai davvero cresciuta senza marito e figli e con la paura di invecchiare - si installa a casa loro per prendersi cura di lei.
Ma chi si prende cura di Eddie?
E proprio per questo motivo ho odiato Beth con una ferocia accecante, per tutto il suo modo di dare addosso ad Eddie e dirle di sparire da casa o di essere presente o di essere lei quella responsabile dello sgombero dello studio fotografico di Seth perché sua madre era troppo fragile.
Perché la cosa prioritaria è rimettere in piedi sua madre e poi si penserà al resto - e con quel resto si intende chiaramente Eddie, come se il suo dolore valesse meno e come se fosse accantonabile.
Come se si potesse mettere in pausa e come se Eddie non fosse anche lei fragile per crollare al minimo soffio di vento.
Il padre di Eddie è morto e non ci sono risposte.
È già difficile accettare la perdita di una persona amata, ma è ancora peggio quando questa si è tolta la vita di sua spontanea volontà e il biglietto che ha lasciato dice solo che doveva andarsene.
Senza un perché.
Eddie si cala tutte le notti dalla sua finestra e poi dal tetto e pedala fino all'edificio dal quale suo padre si è gettato, sperando di trovare una risposta o un indizio che suo padre sia ancora lì da qualche parte.
Sperando di trovare risposte su quella notte che Milo, il suo migliore amico, non le vuole dare e di cui rifiuta categoricamente di parlare.
E così incontra Culler, proprio al Tarver's, anche lui in cerca di quelle stesse risposte.
E c'è subito qualcosa che li lega, qualcosa che li unisce nel dolore che stanno provando e quelle sei foto che Seth Reeves ha lasciato - sei foto di sei posti differenti, le ultime scattate la settimana prima di togliersi la vita - danno il via ad una spasmodica ricerca di quello che rimane di un padre e di un mentore.
Un padre che non si riconosce più come tale, ma che viene visto da Eddie come un estraneo perché l'uomo che conosceva lei non avrebbe mai commesso un gesto del genere lasciando lei e sua madre. C'erano dei segnali e lei non li ha colti? È stata una cattiva figlia e per questo si è suicidato? Non trovava più l'ispirazione nella sua arte e non vedeva più nulla che valesse la pena essere fotografato?
Un mentore di cui si cerca ancora il consiglio sperando di trovare l'ispirazione per tornare a scattare fotografie dove l'aveva trovata lui.
Eddie si trova a fare sempre più affidamento su Culler, l'unico che sente davvero vicino in questa circostanza - perché né sua madre troppo presa dal suo dolore e neanche Milo, suo migliore amico da una vita, sembrano riuscire a comprenderla davvero.
Sono le sue costanti che vacillano, sono conversazioni e pensieri a senso unico che non si incrociano mai.
Courtney Summers crea dei personaggi che ti entrano dentro, che ti ritrovi a seguire ciecamente durante il loro percorso.
Courtney Summers tratta temi come morte e amicizia e lutto e sofferenza senza filtri e giri di parole, ma allo stesso tempo con una delicatezza ridotta all'osso che te li fa sentire - non c'è niente di portato all'estremo o esagerato come a volte si legge altrove, ma è tutto lì davanti ai tuoi occhi nero su bianco.
A dispetto di quello che la trama può indicare, questo non è un giallo e non è un thriller - anche se comunque insinua dentro di te un senso di disagio e angoscia totalmente in empatia con Eddie mentre il suo viaggio con Culler prosegue.
Questa non è la ricerca di risposte che forse non esistono o che forse sono al di fuori della nostra portata - non ci sono domande facili e non ci sono risposte semplici. A volte è meglio non sapere perché se poi quello che scopri non ti piace oppure è meglio avere le risposte non importa quanto brutte siano?
Questo romanzo è un viaggio introspettivo alla ricerca degli aspetti nascosti dell'animo umano, sia di chi resta e sia di chi va. Un viaggio che fa riflettere su quello che effettivamente ti lasci dietro quando te ne vai - cose che per te hanno un significato, ma che gli altri non saranno in grado di decodificare.
Autrice: Courtney Summers
Data di uscita: 21 dicembre 2010
Pagine: 230 (copertina flessibile)
Editore: St. Martin's Griffin
Trama [tradotta da me]: Quando il padre di Eddie Reeves si suicida, la vita della ragazza si concentra su un'unica domanda: perché? Perché l'ha fatto quando era un leggendario fotografo e un brillante insegnante? Perché l'ha fatto quando sembrava trovare ispirazione in ogni cosa vedesse? E soprattutto, perché l'ha fatto quando aveva una figlia che lo amava più di qualsiasi cosa al mondo? Quando incontra Culler Evans, un ex-allievo di suo padre e lui stesso un fotografo, nasce un'istantanea e pericolosa attrazione. Culler sembra essere a conoscenza di fatti riguardanti suo padre che lei ignorava e potrebbe custodire la chiave del mistero che circonda la sua morte. Ma la vulnerabilità di Eddie l'ha resa fragile e Culler si sta avvicinando un po' troppo. Il suo bisogno di sapere la verità la spinge a resistere e a farsi forza... ma certe domande non è che meglio che restino senza risposta?
Non so cosa ci sia esattamente nello stile di Courtney Summers o nel modo in cui costruisce i suoi personaggi che ti entra così sottopelle.
Che ti fa entrare così in empatia con loro, che ti fa annodare lo stomaco e non sai da che parte iniziare per cominciare a scioglierlo.
Non so cosa ci sia nelle sue storie dove niente è bianco o nero e dove tutto si misura in toni di grigio - i personaggi, i luoghi, l'inizio, lo sviluppo, la fine.
A dispetto di quello che uno potrebbe pensare leggendo la trama, questo libro non è un giallo e non è un thriller.
È però qualcosa che assomiglia pericolosamente alla vita.
Il padre di Eddie si è suicidato e lei si trova alla deriva nell'estate prima dell'ultimo anno di scuole superiori. Quella che doveva essere una grande estate prima dell'anno del diploma è tutto tranne che fantastica.
Il padre di Eddie si è suicidato, lasciandosi dietro un biglietto che non spiega di fatto nulla mentre la madre di Eddie va in pezzi e non si toglie mai per un secondo la veste da camera del marito.
Come se questo non bastasse, la migliore amica di sua madre - una mean girl mai davvero cresciuta senza marito e figli e con la paura di invecchiare - si installa a casa loro per prendersi cura di lei.
Ma chi si prende cura di Eddie?
E proprio per questo motivo ho odiato Beth con una ferocia accecante, per tutto il suo modo di dare addosso ad Eddie e dirle di sparire da casa o di essere presente o di essere lei quella responsabile dello sgombero dello studio fotografico di Seth perché sua madre era troppo fragile.
Perché la cosa prioritaria è rimettere in piedi sua madre e poi si penserà al resto - e con quel resto si intende chiaramente Eddie, come se il suo dolore valesse meno e come se fosse accantonabile.
Come se si potesse mettere in pausa e come se Eddie non fosse anche lei fragile per crollare al minimo soffio di vento.
Il padre di Eddie è morto e non ci sono risposte.
È già difficile accettare la perdita di una persona amata, ma è ancora peggio quando questa si è tolta la vita di sua spontanea volontà e il biglietto che ha lasciato dice solo che doveva andarsene.
Senza un perché.
Eddie si cala tutte le notti dalla sua finestra e poi dal tetto e pedala fino all'edificio dal quale suo padre si è gettato, sperando di trovare una risposta o un indizio che suo padre sia ancora lì da qualche parte.
Sperando di trovare risposte su quella notte che Milo, il suo migliore amico, non le vuole dare e di cui rifiuta categoricamente di parlare.
E così incontra Culler, proprio al Tarver's, anche lui in cerca di quelle stesse risposte.
E c'è subito qualcosa che li lega, qualcosa che li unisce nel dolore che stanno provando e quelle sei foto che Seth Reeves ha lasciato - sei foto di sei posti differenti, le ultime scattate la settimana prima di togliersi la vita - danno il via ad una spasmodica ricerca di quello che rimane di un padre e di un mentore.
Un padre che non si riconosce più come tale, ma che viene visto da Eddie come un estraneo perché l'uomo che conosceva lei non avrebbe mai commesso un gesto del genere lasciando lei e sua madre. C'erano dei segnali e lei non li ha colti? È stata una cattiva figlia e per questo si è suicidato? Non trovava più l'ispirazione nella sua arte e non vedeva più nulla che valesse la pena essere fotografato?
Un mentore di cui si cerca ancora il consiglio sperando di trovare l'ispirazione per tornare a scattare fotografie dove l'aveva trovata lui.
Eddie si trova a fare sempre più affidamento su Culler, l'unico che sente davvero vicino in questa circostanza - perché né sua madre troppo presa dal suo dolore e neanche Milo, suo migliore amico da una vita, sembrano riuscire a comprenderla davvero.
Sono le sue costanti che vacillano, sono conversazioni e pensieri a senso unico che non si incrociano mai.
Courtney Summers crea dei personaggi che ti entrano dentro, che ti ritrovi a seguire ciecamente durante il loro percorso.
Courtney Summers tratta temi come morte e amicizia e lutto e sofferenza senza filtri e giri di parole, ma allo stesso tempo con una delicatezza ridotta all'osso che te li fa sentire - non c'è niente di portato all'estremo o esagerato come a volte si legge altrove, ma è tutto lì davanti ai tuoi occhi nero su bianco.
A dispetto di quello che la trama può indicare, questo non è un giallo e non è un thriller - anche se comunque insinua dentro di te un senso di disagio e angoscia totalmente in empatia con Eddie mentre il suo viaggio con Culler prosegue.
Questa non è la ricerca di risposte che forse non esistono o che forse sono al di fuori della nostra portata - non ci sono domande facili e non ci sono risposte semplici. A volte è meglio non sapere perché se poi quello che scopri non ti piace oppure è meglio avere le risposte non importa quanto brutte siano?
Questo romanzo è un viaggio introspettivo alla ricerca degli aspetti nascosti dell'animo umano, sia di chi resta e sia di chi va. Un viaggio che fa riflettere su quello che effettivamente ti lasci dietro quando te ne vai - cose che per te hanno un significato, ma che gli altri non saranno in grado di decodificare.
Wow Alice, ogni parola della tua recensione grida "vita vera", quella inspiegabile, imprevedibile, crudere, la realta' insomma. L'ultimo periodo della tua recensione in particolare mi ha letteralmente squarciato il cuore per quanto sia vero e reale, mi ha fatta rflettere tanto! Non sono in grado di leggere un libro intero in lingua ma sarebbe un'esperienza pazzesca leggere questa autrice, spero la traducano in Italia, aspetto tue news eventualmente in caso. Grazie ancora per questa recensione fra le piu' belle che abbia mai letto ^_^
RispondiEliminaWow Ely, grazie mille per queste tue parole! *-*
Elimina♥ ♥ ♥
Courtney Summers è decisamente un'autrice che merita di essere letta da più persone.
Che bella recensione Alice *^* alcune volte ci lasciamo sfuggire delle vere perle per fortuna grazie alla rubrica dei consigli ho potuto recuperarla! Sai mi piacciono i libri che scavano un po nell'animo umano, ormai siamo circondati da libri il cui massimo della passione la mettono nel descrivere il figo di turno -.- mi segno il libro sperando che venga portato da noi in Italia!
RispondiEliminaGrazie mille, Jessica! ♥
EliminaCourtney Summers meriterebbe davvero di essere tradotta, conosciuta e amata anche qui in Italia!