martedì 31 dicembre 2024

[Recensione] "Cold Day in the Sun" di Sara Biren

E con la recensione del sessantesimo libro dell'anno chiudiamo qui il 2024 - ma non definitivamente eh, perché domani arriva il recap di dicembre e venerdì arriva il recap degli ultimi 366 giorni.


Titolo: Cold Day in the Sun
Autrice: Sara Biren
Data di uscita: 12 marzo 2019
Durata:
8H 32Min
Editore: Amulet Books
Link Amazon: https://amzn.to/4j8xhpJ

Trama [tradotta da me]: Holland Delviss vuole essere conosciuta per il suo talento di giocatrice di hockey, non come un giocatore di hockey che casualmente è anche una ragazza. Ma quando la sua squadra viene selezionata per essere filmata e partecipare all'HockeyFest, il suo status di unica ragazza in un team di maschi la fa diventare la notizia principale. Non tutti sono entusiasti della nuova fama di Holland, ma c'è una persona che la sostiene con orgoglio ed è l'ultima persona che si sarebbe aspettata (e decisamente l'ultima persona della quale si dovrebbe innamorare): il suo prepotente capitano, Wes.
 
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TRIGGER WARNING: linguaggio sessista e misoginia, slut-shaming.


Dalle premesse e dalla trama mi ricordava molto Michigan vs. the Boys di Carrie S. Allen perché quello è stato l'unico altro libro che io abbia mai letto in cui un ragazza fa parte di una squadra maschile di hockey. Ma le somiglianze si fermano qui. 

La storia di Michigan parte dalla premessa che la sua squadra femminile di hockey è stata sciolta per mancanza di fondi scolastici e quindi, non potendosi permettere di spostarsi e giocare nella squadra di un'altra scuola in un'altra città, Michigan si intestardisce e decide di entrare nella squadra maschile - da qui ne conseguono nonnismo, molestie, misoginia, sessismo, bullismo e via discorrendo. 

Qui invece bisogna fare un atto di fede e attuare un po' di sospensione dell'incredulità perché la squadra femminile di hockey esiste ed è anche composta da giocatrici molto capaci, ma Holland non ci gioca semplicemente perché lei da sempre e fin da quando sapeva fare a malapena a camminare ha sempre giocato con dei maschi, i suoi tre fratelli, e discende da una "stirpe" di campioni e quindi per lei è sempre stato naturale provare - e riuscire - ad entrare nella squadra maschile. E va bene a tutti, tutti la amano e tutti la rispettano. Vaaaaa beeeene. Diciamo che la gente a cui non va bene la nuova fama di Holland a cui si accenna nella trama sono gli uomini vecchio stampo del paese in cui vivono e un giornalista che deve intervistarla per la sua partecipazione all'HockeyFest - che poi questo tizio fa anche domande sensate, sebbene Holland si indigni e si scaldi un po,' ma ribadisco, sospensione dell'incredulità. 

Anche dalla storia con Wes mi aspettavo di più - molto di più. E con un nome del genere, praticamente mi aspettavo un altro sogno ma no, questo Wes non è degno neanche di indossare i calzini dell'altro Wes che mi ha rubato il cuore - sì, Wes Bennett, sto parlando proprio di te. Mi aspettavo più enemies-to-lovers, più battibecchi - sebbene io abbia trovato adorabile che lui la chiami sempre Dutch (non solo in riferimento al suo nome, ma anche in riferimento ad un altro atleta) e quando è lui ad innamorarsi per primo a me manca sempre un battito. Però non c'è costruzione, non c'è slow burn, non c'è quasi tensione - si passa quasi subito da zero a cento e le ragioni di Holland per non voler inizialmente cedere e successivamente uscire allo scoperto come coppia erano tutte ragionevolissime e comprensibili e invece Wes quasi la forza a rendere la loro storia pubblica prima che lei abbia superato le sue insicurezze sul suo effettivo valore come giocatrice e sul ruolo in squadra.

Di base non c'è quasi accenno a quei temi che invece nel libro di Michigan erano preponderanti - e se se ne parla, è sempre più in riferimento alla storia d'amore e alle conseguenze di stare con il capitano giocando nella stessa squadra che alla questione vera e propria dell'essere una donna in un mondo di uomini, oltretutto giocando anche ad hockey, lo sport forse con la reputazione e l'ambiente più maschilista e tossico che ci sia. 

Punti bonus questo libro se li prende per i gusti musicali dei protagonisti - go metal

Insomma, non ho finito l'anno col botto ma poteva andare sicuramente peggio - anche questo, come il precedente, aveva le carte per diventare uno dei miei nuovi preferiti e invece la resa, sebbene di intrattenimento, non è stata all'altezza. 

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