Eccoci di nuovo qua con un altro appuntamento con questa rubrica.
Ancora una volta il tema non era quello che avevo previsto - in questo terzo appuntamento avrebbe dovuto esserci un altro argomento, argomento che avevo scalzato per dare la precedenza a questo.
A quanto pare lo rimanderemo ancora.
Questo post è programmato con grandissimo anticipo - voi lo state leggendo adesso, ma mentre lo scrivo è il 15 novembre. Però l'ispirazione mi ha colta in questo istante e potevo forse dirle di no?
L'ispirazione mi è venuta grazie all'ultimo commento che ho ricevuto al booktag Caffè e biscotti e visto che in molte avete espresso le mie stesse opinioni riguardo a Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald, ho pensato bene di farci un post.
Ero indecisa in quale rubrica collocarlo - se questa oppure Books About: io, i libri e.. ma, leggendo la descrizione di quest'ultima, parlo proprio di "tema" e "molteplici libri" e visto che qui si parla di un singolo libro, alla fine ho optato per questa.
E poi, diciamoci la verità, quella con Gatsby è stata un'avventura.
Dunque.
Onestamente non ricordo con precisione quando ho letto per la prima volta Il grande Gatsby perché non ero ancora iscritta a Goodreads e quindi non ho a disposizione le date di inizio e di fine.
Mi sono iscritta a Goodreads nel maggio del 2013, quindi presumo che sia stato nei cinque mesi precedenti - al massimo alla fine del 2012.
Onestamente non ricordo nemmeno se l'ho letto perché sentissi la necessità di leggerlo in quanto classico che deve essere letto ad un certo punto della propria vita o se l'ho letto perché sapevo che Leonardo DiCaprio avrebbe interpretato Jay Gatsby e quindi, da fervente fan dell'attore dalla tenera età di sette anni, mi sono voluta far trovare pronta quando fosse stato il momento di andare al cinema.
La prima volta che l'ho letto, sarò sincera, è stata un incubo.
Non so se a causa della differenza di linguaggio alla quale non ero abituata oppure se a causa delle frasi a volte troppo lunghe che mi facevano perdere il filo del discorso e quindi la concentrazione.
Ricordo chiaramente di aver pensato: "e per fortuna che l'ho letto in italiano, sai te in inglese cosa avrei capito?"
La prima volta che ho letto Il Grande Gatsby, quindi, ho pensato che fosse un libro altamente sopravvalutato.
Ma mi aveva lasciato comunque qualcosa di importante, qualcosa come la consapevolezza di essere (stata) simile a Gatsby in quel suo aggrapparsi ad un sogno che in realtà era già morto da tempo e incapace di ammetterlo, convinto di poter rivivere il passato. Ma come dice Nick, il narratore, non si può.
Poi ho visto il film - e qui il mio blog personale mi viene in aiuto con un post pubblicato il 27 maggio del 2013, nel quale scrivo che ero andata al cinema la settimana precedente.
Vedere il film mi aveva fatto venire voglia di rileggere il libro, di dargli una seconda possibilità. E non so se è stato perché ho riletto il libro immediatamente dopo la visione del film e quindi avevo le immagini ancora fresche nella mia memoria, ma la seconda volta l'ho apprezzato di più. La seconda volta non mi sono persa nelle parole di Fitzgerald, ma mi ci sono destreggiata a dovere e le ho assaporate in una maniera diversa, pur trattandosi delle medesime frasi in cui mi ero già imbattuta una volta.
Forse si trattava di una diversa consapevolezza.
Una volta ho letto in giro che Il Grande Gatsby è uno dei quei libri che ti danno qualcosa di diverso ogni volta che li rileggi.
Lo leggi a vent'anni e percepisci qualcosa.
Le leggi a trent'anni e ne scopri un aspetto diverso.
Lo leggi a quarant'anni e ancora scopri tra quelle stesse righe qualcosa che prima non avevi notato, riconosciuto.
Secondo me Il Grande Gatsby è un libro che ci mette un po' a farsi amare, ha bisogno di pazienza per essere compreso o semplicemente del periodo giusto perché la sua essenza venga percepita nel modo corretto.
Forse dipende dall'età, forse dipende dall'approccio che ognuno di noi ha verso la vita, forse dipende da altre piccole cose.
Ma questo ve lo posso dire: se vi siete trovati in difficoltà la prima volta, se l'avete messo da parte dicendovi che prima o poi ci avreste riprovato, se l'avete ritenuto non poi così speciale, prendete in considerazione l'idea di dargli una seconda chance.
Al di sotto di quelle parole a cui forse non siamo più abituati e di quelle frasi che a volte sembrano volerci fare lo sgambetto, quella seconda chance la merita tutta.
Strange (Bookish) Things è una rubrica creata da me, a cadenza casuale, nella quale vengono riportate coincidenze, similitudini, curiosità o comunque qualsiasi stranezza venga notata tra uno o più libri. Sono comprese anche le (dis)avventure letterarie.
Dunque.
Onestamente non ricordo con precisione quando ho letto per la prima volta Il grande Gatsby perché non ero ancora iscritta a Goodreads e quindi non ho a disposizione le date di inizio e di fine.
Mi sono iscritta a Goodreads nel maggio del 2013, quindi presumo che sia stato nei cinque mesi precedenti - al massimo alla fine del 2012.
Onestamente non ricordo nemmeno se l'ho letto perché sentissi la necessità di leggerlo in quanto classico che deve essere letto ad un certo punto della propria vita o se l'ho letto perché sapevo che Leonardo DiCaprio avrebbe interpretato Jay Gatsby e quindi, da fervente fan dell'attore dalla tenera età di sette anni, mi sono voluta far trovare pronta quando fosse stato il momento di andare al cinema.
La prima volta che l'ho letto, sarò sincera, è stata un incubo.
Non so se a causa della differenza di linguaggio alla quale non ero abituata oppure se a causa delle frasi a volte troppo lunghe che mi facevano perdere il filo del discorso e quindi la concentrazione.
Ricordo chiaramente di aver pensato: "e per fortuna che l'ho letto in italiano, sai te in inglese cosa avrei capito?"
La prima volta che ho letto Il Grande Gatsby, quindi, ho pensato che fosse un libro altamente sopravvalutato.
Ma mi aveva lasciato comunque qualcosa di importante, qualcosa come la consapevolezza di essere (stata) simile a Gatsby in quel suo aggrapparsi ad un sogno che in realtà era già morto da tempo e incapace di ammetterlo, convinto di poter rivivere il passato. Ma come dice Nick, il narratore, non si può.
Poi ho visto il film - e qui il mio blog personale mi viene in aiuto con un post pubblicato il 27 maggio del 2013, nel quale scrivo che ero andata al cinema la settimana precedente.
Vedere il film mi aveva fatto venire voglia di rileggere il libro, di dargli una seconda possibilità. E non so se è stato perché ho riletto il libro immediatamente dopo la visione del film e quindi avevo le immagini ancora fresche nella mia memoria, ma la seconda volta l'ho apprezzato di più. La seconda volta non mi sono persa nelle parole di Fitzgerald, ma mi ci sono destreggiata a dovere e le ho assaporate in una maniera diversa, pur trattandosi delle medesime frasi in cui mi ero già imbattuta una volta.
Forse si trattava di una diversa consapevolezza.
Una volta ho letto in giro che Il Grande Gatsby è uno dei quei libri che ti danno qualcosa di diverso ogni volta che li rileggi.
Lo leggi a vent'anni e percepisci qualcosa.
Le leggi a trent'anni e ne scopri un aspetto diverso.
Lo leggi a quarant'anni e ancora scopri tra quelle stesse righe qualcosa che prima non avevi notato, riconosciuto.
Secondo me Il Grande Gatsby è un libro che ci mette un po' a farsi amare, ha bisogno di pazienza per essere compreso o semplicemente del periodo giusto perché la sua essenza venga percepita nel modo corretto.
Forse dipende dall'età, forse dipende dall'approccio che ognuno di noi ha verso la vita, forse dipende da altre piccole cose.
Ma questo ve lo posso dire: se vi siete trovati in difficoltà la prima volta, se l'avete messo da parte dicendovi che prima o poi ci avreste riprovato, se l'avete ritenuto non poi così speciale, prendete in considerazione l'idea di dargli una seconda chance.
Al di sotto di quelle parole a cui forse non siamo più abituati e di quelle frasi che a volte sembrano volerci fare lo sgambetto, quella seconda chance la merita tutta.
"Gatsby credeva nella luce verde, al futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa - domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia... E una bella mattina...
Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato."
Io l'ho letto per la prima volta lo scorso anno e ho avuto la tua stessa impressione. A primo acchito dà l'impressione di essere sopravvalutato, perché si sente che c'è qualcosa "di più" ma forse il linguaggio, forse lo stile lo fa passare in secondo piano. Bisogna elaborarlo un po' per arrivare a capirne la bellezza!
RispondiEliminaEsatto, ci mette un po' a farsi amare ed è uno di quei libri su cui bisogna rimuginare.
EliminaRicordo che quando ho letto il libro tempo fa non sono rimasta del tutto colpita, il film sinceramente nemmeno mi ha colpito però forse hai ragione quando dici che questo genere di storia ha bisogno del suo tempo o forse il periodo giusto perchè capita molto spesso che un in un certo momento non sia pronti per affrontare determinate letture mentre in altri si e credo che sia anche normale
RispondiEliminaSe ti dovessi sentire ispirata, prova a leggerlo una seconda volta - secondo me scoprirai degli aspetti della storia che non avevi notato prima! :)
EliminaHo trovato la versione arancione della Penguin Classics di questo romanzo e, ovviamente, ho dovuto comprarlo.
RispondiEliminaPenso che tu abbia proprio ragione nel dire che ci sono vari livelli di lettura e che, se a prima vista, sembra un libro carino ma sopravvalutato, con una seconda lettura, cambia tutto. Per me è sempre stato un classico che conoscevo ma di cui ho sempre rimandato la lettura, quando ho visto che sarebbe uscito il film allora me lo sono letto e sono rimasta stupita e ammaliata dalla sua profondità. Poi la frase finale...incommentabile!
-B
Oddio, i Penguis Classics sono bellissimi! *-*
EliminaAnche io ricordo di averlo rimandato per parecchio tempo e infatti forse la prima volta non ero ancora pronta per capire ogni sua sfumatura, ma sono contenta di avergli poi dato un'altra possibilità. :)