lunedì 13 febbraio 2017

[Recensione] "Hemlock Grove" di Brian McGreevy

Dopo quasi tre settimane di agonia, ecco la recensione dell'ultimo libro che ho letto e di cui, santo cielo, non ho proprio idea di come parlarvene o addirittura di come valutarlo.


Titolo: Hemlock Grove
Serie: Hemlock Grove #1
Autore: Brian McGreevy
Data di uscita: 16 aprile 2013
Data di uscita originale: 1 marzo 2012
Pagine: 336 (copertina flessibile)
Editore: FSG Originals

Trama [tradotta da me]: Il corpo di una giovane ragazza viene ritrovato dilaniato nei boschi di Hemlock Grove, Pennsylvania, all'ombra della fabbrica abbandonata Godfrey Steel. Segue una caccia all'uomo - sebbene le autorità non siano sicure del fatto che sia un uomo quello che dovrebbero cercare. Alcuni sospettano un fuggitivo della White Tower, un'inquietante struttura biotecnologica di proprietà della famiglia Godfrey - loro personale fortuna e sostentamento dell'economia locale dopo il trasferimento dall'acciaieria a Pittsburgh - dove, se le voci sono vere, avvengono esperimenti biologici che violano qualsiasi carattere etico. Altri pensano a Peter Rumancek, un ragazzo zingaro che vive in una roulotte e che ha detto ai suoi impressionabili compagni di classe di essere un lupo mannaro. Oppure forse è Roman, il figlio del defunto JR Godfrey, al vertice della piramide sociale con la disinvolta arroganza  di un aristocratico a sangue freddo e con il suo status di essere superiore mai messo in discussione nonostante la sua decisamente strana sorella, Shelley, le cui mostruose condizioni mediche nascondono un'amabile intelligenza, e la sua irreale e maniaca del controllo madre, Olivia. Allo stesso tempo un affascinante mistero e un'accattivante scoperta dell'oscurità che sta dentro ognuno di noi, Hemlock Grove ha la struttura e l'energia per diventare un classico del suo tempo - e Brian McGreevy ha il talento e l'ambizione di incantarci per gli anni a venire


A questo libro sono collegati anche Hemlock Grove: Reflections On The Motive Power Of Fire (Hemlock Grove #0.5) - una graphic novel prequel di Hemlock Grove che potete leggere/vedere QUI - e Desire: A Novel, un altro prequel. 


Non mi aspettavo che sarebbe stata una lettura così difficile. 

Ho visto la prima stagione di Hemlock Grove nell'estate 2015, quando è stata trasmessa da La5. Sono ancora ferma a quel punto perché la trasmissione non è più andata avanti, quindi la serie fa parte di quelle in sospeso da anni e che dovrò finire in un altro modo che esula dalla gentile concessione di Mediaset. 
Anche se però so già come andrà a finire il destino dei personaggi. 

Il libro corrisponde alla prima stagione e non so bene tutti i dettagli, ma dalla seconda in poi sono storie diverse e create di sana pianta. 

Una cosa c'è da dire a favore del libro e della prima stagione: sono la stessa cosa. 
Spesso ci si lamenta dei cambi effettuati e delle molteplici diversità, ma forse proprio perché Brian McGreevy è stato parte attiva del progetto come creatore, sceneggiatore e produttore, durante la difficile lettura era come se davanti agli occhi mi scorressero le immagini della serie televisiva. 

Potrebbe sembrare una sorta di Twilight perché i due ragazzi protagonisti sono uno un lupo mannaro e l'altro una sorta di vampiro (che qui viene chiamato upir) e c'è una ragazza a cui entrambi tengono tantissimo, ma non potremmo essere più lontani da quelle atmosfere perché qui siamo nell'horror e nello splatter. 

Uno dei ragazzi è Peter Rumancek, che si trasforma in lupo mannaro ad ogni luna piena. 
L'altro ragazzo è Roman Godfrey, erede della famiglia più influente e ricca della città ma comunque abbastanza solitario, vicino solo alla sua sorella deforme Shelley e a sua cugina Letha. 

Quando dopo una notte di luna piena il corpo di una ragazza viene trovato dilaniato, cominciano le domande. È stato un animale oppure un essere umano a fare questo? C'è da credere a quell'uomo proveniente dalla White Tower e volontario di un esperimento sul sonno ai limiti dell'etica, quando afferma che si è trattato di un cane demoniaco
Ma la ragazza non era di Hemlock Grove e quindi gli animi, pur agitati, si calmano un po'. 
Però il mese successivo ecco che viene ritrovato un altro corpo, questa volta da Christina Wendall - una ragazza i cui nonni abitano vicino ai Rumancek e con una piccola infatuazione per Peter, ma che non ci mette molto a dire in giro che è stato lui perché è un lupo mannaro. 

In tutto questo, Peter e Roman stringono una strana amicizia. 
Il fatto è che la mitologia non è ben spiegata - o meglio, lo è quella dei lupi mannari, ma non del tutto. Se speravo di trovare più informazioni nel libro a quelle domande lasciate senza risposta nella serie, ho preso una cantonata pazzesca. 
Lupi mannari e upir non vengono definiti esattamente nemici naturali, ma il nonno di Peter gli ha sempre raccomandato di stare alla larga da loro. 
Ma Roman non è ancora un upir, anche se Peter avverte il suo potenziale. 

Però diventano amici. 
Peter ammette di essere un lupo mannaro e Roman vuole assistere alla sua trasformazione e gli crede quando Peter gli dice di non essere lui l'assassino. La creatura che uccide quelle ragazze è un vargulf - un lupo malato, un'anomalia, un animale che non mangia quello che uccide. 
Ed entrambi sono decisi a trovare il vargulf e ad ucciderlo.  

Direte voi: e perché ci hai messo tanto a leggerlo? 
Potreste dire che conoscendo già la storia avrei dovuto essere più veloce perché sapevo cosa mi aspettava e io potrei imputare il ritardo al fatto che mi sono messa a guardare troppe serie televisive nel periodo in cui l'ho letto. 
Forse alcuni di voi potrebbero dire che, sapendo appunto la storia, non avevo alcuna fretta di arrivare in fondo per sapere come sarebbe finita e chi fosse il vargulf perché lo sapevo già. 

Il problema di questo libro è la sua narrazione - non sono i personaggi ben delineati nelle loro personalità e nelle loro voci (specialmente Shelley, Letha e Roman) e non sono neanche le scene splatter. Non è forse neanche la scarsa mitologia - sebbene mi scocci.
Leggo in inglese dal 2013 quindi non mi ritengo una novellina, ma questo è stato uno dei libri più difficili in cui sono mai incappata. 
Brian McGreevy scrive frasi troppo lunghe e a volte senza punteggiatura, in cui non si capisce affatto di cosa si stia parlando o dove il discorso voglia andare a parare. A volte cambia il punto di vista della narrazione - a volte è una prima persona singolare e a volte è una prima persona plurale a parlare al lettore, ma non sai se sia l'autore che da "osservatore" ti vuole far notare qualcosa oppure se è il vargulf che ti vuole mettere i brividi addosso e qualche volta giustificarsi. 
Ci sono state frasi che ho dovuto leggere almeno cinque volte prima di capire il modo in cui dovevo leggerle e cosa dovevo trarre da esse. C'è stato un punto in cui ho indicato a mia madre quindici righe che non avevano il minimo senso. 

Molte cose vengono lasciate oscure, esattamente come poi hanno fatto nella serie televisiva - è proprio qualcosa che dipende da McGreevy
Olivia, la madre di Roman, nel libro ha un po' meno spazio e ancora la sua storia e le sue motivazioni rimangono senza risposta. 
Come è stato fatto nel telefilm, anche qui non si sa se Shelley sia nata come una bambina normale o meno: Roman dice di ricordare essere andato al suo funerale e si sa solo che il Dr. Johann Pryce ha fatto esperimenti su di lei e l'ha riportata in vita - non si sa come. Continuo a non sapere che esperimenti ai limiti dell'etica vengano fatti nella White Tower e cosa fosse davvero il Progetto Ouroboros e cosa venisse tenuto nascosto agli occhi di tutti. 
Si continua a non sapere nulla della mitologia degli upir, vampiri ma non proprio perché stanno tranquillamente alla luce del sole e sono fertili anche se non ho ben capito come nascano - si sa solo che riescono a controllare la mente delle persone e si conosce la sete di sangue accennata alla fine. 

Forse mi aspettavo di trovare risposte a quello che ricordavo di non aver capito quando ho visto la prima stagione e la mia delusione forse sta proprio in questo, nel non averle avute. Forse perché dietro c'è sempre la mano di Brian McGreevy e quando di solito vorremmo che nulla cambiasse, a volte qualche differenza farebbe comodo. 

Le differenze sono davvero minime, cambia solo la quantità di spazio che occupano alcuni personaggi: Olivia e le sue manipolazioni sono più presenti nel telefilm, esattamente come è maggiore la presenza di Clementine Chasseur - mandata in missione a cercare la creatura responsabile degli omicidi. Nel telefilm le hanno dato un background e le hanno creato una storia personale; nel libro appare e scompare così velocemente che rende tutto ancora più confuso. 

Hanno più spazio invece Shelley (con le sue email allo zio Norman Godfrey, il padre di Letha) e Roman e Peter - ma specialmente Roman. 
Anche l'amicizia tra Peter e Roman è ben evidenziata (è una delle cose più belle del libro, con la fiducia che hanno l'uno nell'altro nonostante le differenze della loro "natura"), con tutto quel sottotesto un po' M/M che poi era presente anche nel telefilm - anche se a me è sempre sembrato più evidente da parte di Roman per alcune sue frasi e alcuni suoi pensieri nei confronti di Peter. Oppure forse sono rimasta influenzata dalla recitazione di Landon e Bill e vedo slash dove non ce n'è.

È davvero un peccato comunque e non so come valutare questo libro perché pur essendoci molti punti oscuri, la prima stagione - la storia - a me è piaciuta molto. 
Le atmosfere qui si ritrovano benissimo perché, come ho detto, non è stato cambiato nulla; il punto dolente di questo libro è la sua narrazione. Ci sono parti che scorrono meglio e dialoghi ironici che fanno sorridere - quelli di Peter in maniera particolare, ma il resto è tutto un perdere tempo a cercare di venire a capo di una frase. E uno si stanca a dover fare così per 300 pagine su 318 - veramente, non ne potevo più. 

Se vi posso dare un consiglio nel caso leggiate in inglese e vogliate provare a cimentarvi nella lettura di questo libro, fatevi un favore: guardatevi prima la prima stagione del telefilm e poi leggete il libro. 
So che normalmente non si fa così, ma in questo caso è meglio: vedrete prima con i vostri occhi i personaggi interagire sullo schermo e vedrete le loro personalità, vedrete le trasformazioni e le scene splatter - anche il background dato alla Chasseur vi aiuterà. 
Leggere poi vi sarà un po' più facile perché alcuni dialoghi sono esattamente gli stessi, li ricordo ancora e li ho riconosciuti nonostante siano passati quasi due anni - "vedere" nella vostra mente cosa state leggendo vi aiuterà ad andare avanti perché in qualche modo, anche nei punti più contorti, saprete di cosa si sta parlando

Se avessi letto questo libro prima di aver visto la prima stagione, vi posso assicurare che non avrei capito assolutamente nulla. 

e ½

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