domenica 11 dicembre 2016

[Recensione] "A Sense of the Infinite" di Hilary T. Smith

Miei cari lettori, ormai vi avrò fatto venire un esaurimento nervoso con questo libro e se la vostra risposta è affermativa, vi chiedo scusa. 
Ma ops, forse non mi sento affatto in colpa. 

Ho desiderato questo romanzo per un anno e al momento non ricordo nemmeno se l'ho visto per la prima volta su Goodreads su una delle mille liste presenti nella sezione Listopia oppure se era nominato in un articolo di giornale che io e mia madre abbiamo letto. Il punto è che è stato amore a prima trama, a prima tematica
Sono infiniti i libri che affrontano le conseguenze della fine di un rapporto amoroso, ma quanti sono quelli che davvero parlano della vita di qualcuno quando la tua migliore amica diventa un'estranea? Pochi, troppo pochi. 
E io sono perlomeno dieci anni che cerco libri così - che cerco esperienze come la mia. 

Quindi sì, preparatevi ad una recensione estremamente personale - una di quelle che sapete che sono in grado di scrivere. 


Titolo: A Sense of the Infinite
Autrice: Hilary T. Smith
Data di uscita: 19 maggio 2015
Pagine: 389 (copertina rigida)
Editore: Katherine Tegen Books

Trama [tradotta da me]: È l'ultimo anno di scuola superiore e Annabeth è pronta pronta per tutto quello che lei e la sua migliore amica, Noe, hanno pianificato e sognato. Ma ci sono alcune cose per le quali Annabeth non è pronta, come la costante presenza del nuovo ragazzo di Noe. Come il rapporto con sua madre che si sta sfaldando e disintegrando. E come il segreto che sta tenendo nascosto dentro di lei da anni e che adesso ha iniziato ad artigliare le sue viscere, rendendo più difficile mangiare o anche respirare.
Ma soprattutto non è pronta a perdere Noe.
Per anni Noe è stata l'àncora di Annabeth e ha impostato il loro percorso. Ora Noe si sta muovendo in un'altra direzione, facendo nuovi piani e sogni che non coinvolgono Annabeth. Senza la costante compagnia di Noe, il mondo di Annabeth comincia a sbriciolarsi. Ma mentre una catena di eventi conduce Annabeth sempre più lontana da Noe, Annabeth si trova sempre più vicina a scoprire chi davvero dovrebbe essere — con o senza migliore amica



Solo la tag-line sulla cover per me è un colpo al cuore: What comes after me and you? 

Questo libro l'ho letto in due giorni, l'ho finito giovedì sera ma la recensione la pubblico solo ora perché nei giorni scorsi avevo già altri post programmati. 

Ammetto che è stato leggermente diverso da come me l'aspettavo, dalla trama mi aspettavo più focus sul(la fine del) rapporto tra Annabeth e Noe. 
Invece avendo già il letto il romanzo di debutto dell'autrice - Wild Awake - non mi sono poi stupita più di tanto nel trovarmi a vivere nella testa della protagonista. All'apparenza forse può sembrare una ragazza Summers per il fatto che ogni tanto ha difficoltà a mangiare come Regina Afton, ma sebbene ci sia una sorta di senso di colpa dietro, questo non si manifesta come tratto psicosomatico di espiazione - è semplicemente una conseguenza della confusione nella sua testa. 
In Wild Awake, Kiri era ossessiva nei confronti della musica; in A Sense of the Infinite, Annabeth ha una passione per la natura e la vita all'aria aperta - è quello che le guida. 

Annabeth era stata bene fino all'estate prima di cominciare le superiori, fino a quando sua madre e sua nonna prendono la decisione di comunicarle qualcosa che fino a quel momento era stato tenuto segreto. Se non fosse che quella carogna di sua cugina Ava ci arriva prima e in un atto di pura cattiveria, spiattella tutto ad Annabeth. Aldilà del fatto che ci sia arrivata prima Ava, lo stesso l'ho ritenuta una scelta assai parecchio discutibile quella che prendono la madre e la nonna di Annabeth. Non posso ovviamente dirvi cos'è, ma è qualcosa che io non vorrei mai sapere o che, in caso contrario, non direi mai. E non è sempre vero che la verità rende liberi, perché da quel momento Annabeth vive con un peso nel cuore e i rapporti con sua madre cambiano - diventando meno complici e con Annabeth sempre attenta a dosare le parole. La stessa Annabeth cambia in maniera quasi drastica, non riuscendo p a non vedersi come un mostro ogni volta che si guarda allo specchio o coglie una certa espressione sul viso di sua madre.

E qui, il primo giorno di scuola superiore entra in scena Noe e seppure diverse - una ama le scarpe e la ginnastica artistica e l'altra il campeggio e la natura - per tre anni sono inseparabili. Insieme a Noe, pur non confessandoglielo mai, Annabeth sente quel peso che si porta dietro farsi più leggero. Fanno progetti per il futuro e sognano e Annabeth sa di poter contare su Noe perché quando lei non è in grado di parlare con gli altri, c'è sempre Noe con il suo sorriso sbarazzino a rispondere per lei. Noe è il ponte tra lei e gli altri - tra lei e il mondo. Fino a quando le cose cambiano. 


Non vi aspettate scenate al melodramma o litigate davanti a tutta la scuola - è qualcosa di più lento, all'inizio impercettibile. 

Sarebbe fin troppo facile, con la testa che ho adesso a 27 anni, riconoscere dove Annabeth ha sbagliato e che tipo di persona fosse Noe. Noe è manipolatrice, dotata di carisma e fascino e capace di attirarsi le grazie di tutti - a volte non lo è neanche in maniera cattiva, semplicemente è così. 
Ci sono però quei difetti che quando sei migliore amica con qualcuno da anni proprio non riesci a vedere. 

Non ci sono scenate particolari, ma vivendo nella testa di Annabeth sentiamo tutto quello che sente lei. Proviamo le sue emozioni e vediamo Noe cambiare davanti a lei
Forse non cambia, forse è Annabeth che apre gli occhi. 

Piano piano, quelle che erano due amiche inseparabili, prendono strade diverse. 
Forse semplicemente erano quello di cui avevano bisogno fino al momento in cui sono cresciute e quel bisogno è cambiato, ha smesso di esistere. 
Sarebbe fin troppo facile per me parlare adesso "dall'alto" dei miei 27 anni. 

Ma dieci anni fa avevo la stessa età di Annabeth. 
Avevo lo stesso bisogno che aveva lei della sua migliore amica, lo stesso bisogno di avere lei ad indicare la strada perché io ero troppo insicura, lo stesso bisogno di avere qualcuno che parlasse per me con il mondo sapendo benissimo come interpretare tutto quello che non dicevo, qualcuno che mi teneva in grande considerazione come io facevo con lei. Qualcuno che potessi chiamare mio - lei era la mia migliore amica. 

Sebbene in maniera leggermente diversa perché la mia ex-migliore amica non era manipolatrice come Noe, ho comunque rivissuto la mia adolescenza attraverso Annabeth. Ho rivissuto la mia amicizia con Ex-Migliore Amica dall'inizio, passando per le parti centrali e arrivando alla fine. La fine tra Annabeth e Noe è stata più silenziosa, mentre io non mi sono risparmiata il melodramma e le crisi di nervi. 

Non posso giudicare questo libro con la testa che ho adesso, lo devo fare per forza nei panni della diciassettenne che sono sempre stata - e che ancora un po' sono. 

Come Annabeth e Noe, all'inizio eravamo solo noi e ci sentivamo anche superiori in questo perché non avevamo bisogno degli altri. Siamo state in classe insieme sin dall'asilo, ma entrambe eravamo amiche con altre bambine all'interno della nostra classe - tanto per citare Annabeth, i nostri diagrammi di Venn non si incrociavano mai. E poi in terza media sono stata ostracizzata da tutte, culmine di un processo iniziato un anno e mezzo prima. Ah, l'adolescenza - che cosa schifosa. E la mia Ex-Migliore Amica è stata l'unica a restarmi accanto, raccogliendo i pezzi e fregandosene del fatto che da quel momento in poi anche lei sarebbe stata esclusa dal gruppo come me. E quindi eravamo io e lei, sole contro il mondo. E i parallelismi tra noi e Annabeth e Noe non finiscono qui. 
Abbiamo scelto due scuole superiori diverse e quindi non potevamo vederci tutti i giorni. Annabeth e Noe potevano in un certo qual modo, ma ho capito lo sconforto di Annabeth nel realizzare che all'ultimo anno avrebbe avuto solo una classe in comune con Noe. E questo è il motivo per cui ha scelto di fare anche lei ginnastica come attività extra-scolastica - ecco, in questo siamo diverse e Noe certamente ha calcato la mano e Annabeth è andata contro la sua stessa natura pur di avere accanto Noe.  
Anche io avevo bisogno della mia migliore amica, ma ho sempre mantenuto la mia indipendenza e i miei interessi. 

Capisco anche il disagio e la quasi gelosia di Annabeth nel vedere Noe stringere amicizie con altre ragazze, sapendo che la tua migliore amica adesso ha ricordi che non coinvolgono anche te e battute che tu non puoi capire perché non facente parte del gruppo. È infantile da ammettere ora a 27 anni, ma per me a 14/15 anni è stato lo stesso quando la mia Ex-Migliore Amica si è fatta nuove amiche alle superiori. 
D'altronde, siamo umani. 

Sarebbe fin troppo facile dire che Annabeth era troppo esigente e troppo egoista nel volere Noe tutta per sé, ma quando hai quell'unica persona al mondo accanto perché di base sei incapace di rapportarti con la gente, hai difficoltà a lasciare che anche altri possano godere della sua compagnia. È difficile non desiderare che i cerchi del diagramma di Venn si sovrappongano quasi completamente, lasciando tutti gli altri fuori. Ma arriva un punto in cui la compagnia l'una dell'altra non è più sufficiente.

Il punto per cui ho voluto leggere questo libro in realtà è stato un altro, ed è il fatto che il ragazzo di Noe sembrava avere un ruolo fondamentale nell'allontanamento tra le due ragazze. Nel mio caso, lo è stato. 
Qui invece Steven è un ragazzo assolutamente adorabile che vuole diventare amico di Annabeth per davvero, non solo perché lei è la migliore amica della sua ragazza. E all'inizio ad unirli è semplicemente la devozione che hanno per Noe, per come entrambi ritengono che lei abbia salvato loro la vita ma poi diventano amici per davvero. E non hanno problemi ad uscire tutti e tre insieme
Io invece ho passato l'estate dei miei diciassette anni a fare da terzo incomodo, vedendo la mia Ex-Migliore Amica solo una sera a settimana - la quale non resisteva neanche un'ora senza farsi raggiungere dal suo ragazzo di allora e limonare per altre due ore. Fino a quando non sono più stata disposta a sopportare la cosa e sebbene negli anni successivi ci siamo parlate un paio di volte, di fatto non siamo più amiche da allora.

Questo libro non è stato affatto come me lo sarei aspettato inizialmente, ma l'ho amato e ho sottolineato tantissime cose. Pur avendo situazioni analoghe a quelle che ho vissuto io, affronta perlopiù tutto quello che si sfascia dentro Annabeth giorno dopo giorno a causa del segreto svelato nella sua famiglia e il fatto che Noe sia cambiata e sia diventata un'estranea è solo un'aggiunta alla montagna di problemi che Annabeth si porta dietro e dentro. 
Cominciare a notare difetti, cose che prima tollerava in maniera bonaria e che ora trova insostenibili nella sua migliore amica, lascia "libera" Annabeth di pensare finalmente a se stessa, senza l'obbligo di scegliere un college che sa avrebbe odiato solo perché Noe lo ha scelto e affrontando finalmente i suoi problemi con il cibo. Il futuro che aveva programmato con Noe non esiste più e sebbene affranta, Annabeth riuscirà a capire che un futuro comunque esiste davanti a lei e che anche lei ha una voce.

La fine della loro amicizia è lenta, come un sasso eroso e levigato dall'acqua. 
A volte le amicizie finiscono per qualche motivo e si concludono in scenate pubbliche - come nel mio caso; altre volte semplicemente le persone cambiano e si può solo assistere mentre succede - ci si allontana perché i bisogni e gli interessi sono cambiati. A volte è di comune accordo e a volte è una scelta unilaterale.

Ma in ogni caso, fa sempre male

"Noe and I had been more or less back to normal since the basic human instinct conversation. At least, we made our normal jokes and had our normal interactions, although I could sense that something beneath the surface had changed.
Some friendships ended all at once and some were like Athenian ships, each part slowly replaced over the years until one day, even if you had never left the deck, you couldn't recognize it anymore. Lately when I talked to Noe I felt like one of the old people who came to the ice-cream shop year after year, even though the soul of the place had long ago drained out of it: they knew it wasn't the same enymore, but they simply didn't know where else to go."

8 commenti:

  1. Wow Ali c'e' il tuo cuore in ogni parola, adoro la tua recensione, sei unica ❤️

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  2. Sincera recensione, molto bella! Mi piace sempre molto la selezione dei libri che fai!
    xoxo Connor

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    1. Grazie Connor, vado molto a istinto quando si tratta di questi argomenti! :)

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  3. Che bella recensione Alice, mi segno subito questo libro

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