Come già vi avevo anticipato nel WWW #32, il libro protagonista di oggi non è un romanzo. È un saggio, una raccolta di testimonianze di donne che raccontano la fine di alcuni dei loro rapporti di amicizia e questo libro viene classificato come studio sulle donne all'interno delle scienze sociali.
Il suo titolo per intero è The Friend Who Got Away: Twenty Women's True Life Tales of Friendships that Blew Up, Burned Out or Faded Away e fa parte di quel trittico di libri che avevo scovato con mia madre su un articolo di giornale che parlava proprio di amicizie finite. Onestamente non ricordo se A Sense of the Infinite di Hilary T. Smith fosse citato nella colonna a lato o se l'avessi scoperto io su Goodreads, ma il libro protagonista di oggi era sicuramente preso in causa nell'articolo - insieme ad un altro libro che sto aspettando e che spero non sia andato desaparecido nell'Oceano Atlantico o nella nebbia della Pianura Padana, altrimenti mi tocca contattare il venditore.
Titolo: The Friend Who Got Away
Autrici: Jenny Offill & Elissa Schappell (a cura di)
Data di uscita: 9 maggio 2006
Data di uscita originale: 2005
Pagine: 320 (copertina flessibile)
Editore: Broadway Books
Trama [tradotta da me]: Perdere un'amica può essere doloroso e straziante come un divorzio o la fine di una storia d'amore, eppure raramente se ne scrive o addirittura discute. The Friend Who Got Away è il primo libro che mette in luce questa esperienza quasi universale, riunendo le coraggiose ed eloquenti voci di scrittrici come Francine Prose, Katie Roiphe, Dorothy Allison, Elizabeth Strout, Ann Hood, Diana Abu Jabar, Vivian Gornick, Helen Schulman e tante altre. Alcune scrivono di amiche che si sono allontanate, altre di improvvise rotture che le hanno colte di sorpresa. Alcune celebrano addirittura la loro liberazione da rapporti tossici e distruttivi. Tuttavia al cuore di ogni storia c'è il riconoscimento di una perdita che non sarà mai dimenticata.
Dalle storie di amicizie che sono finite quando una persona si è mostrata per quello che era realmente o spostata in un contesto differente, ai racconti di rapporti sabotati dalla competizione, dalle ambizioni personali o da un'incurante indifferenza, The Friend Who Got Away mette sotto una nuova luce il significato e la natura delle amicizie femminili.
Non ci sono molti libri su quest'argomento, sono davvero pochi. Questo perché la fine di una storia d'amore è quasi banale in confronto, perché si suppone che chi ti conosce così bene come un amico ti resti sempre a fianco - perché parlare della fine di un'amicizia mette a nudo tutte le tue debolezze. Le tue mancanze.
Io ce l'ho un'amica così, una che è andata via. E forse io sono per qualcun altro quello che lei è per me, ma forse no - chi può dirlo.
Sono in rete con questo nickname da più di dieci anni - ho aperto il mio primo blog nel 2006 su Splinder e ricordo benissimo che fin da subito i primi post parlavano di lei, di come fossimo ancora amiche ma di come le cose stessero già andando male. Poi il computer - ancora un Windows Millennium - ha iniziato a non funzionare più e a non connettersi più a internet e sono stata in silenzio per per più di sei mesi.
Quando sono tornata in rete era già il 2007 e noi non eravamo più amiche. Non c'è alcuna traccia digitale, se non postuma, di quei mesi in rete.
Fino a quando Splinder non è stato chiuso ho continuato a scrivere della mia vita - della mia vita in quei due anni immediatamente successivi che per me hanno rappresentato l'inferno, di come io abbia sempre considerato lei la causa scatenante di tutto. Poi Splinder ha chiuso e mi sono trasferita qui su Blogger nel 2012 e ancora lei compare nei miei post - a volte sono ancora pieni di rabbia, a volte sono nostalgici, a volte sono commemorativi, a volte sono riflessivi e quasi freddi mentre ancora una volta analizzo quell'estate del 2006 e quello che è seguito.
Ho raccontato di lei tantissime volte, ma solo in rete e senza mai entrare nello specifico. Con le persone nella mia vita l'ho fatto solo due volte e a stento, ancora non riesco a parlare di lei perché gli anni passano ma il pensiero che anche io possa avere una parte di colpa si fa sempre più insistente.
Per diversi anni non ho letto alcun libro e quando ho ricominciato, mi sono resa conto che non sapevo più cosa mi piacesse o cosa mi ispirasse. Mi sono presa del tempo per rendermi conto che i generi che leggevo prima non mi attiravano più, ma ancora non avevo idea di cosa cercassi in un libro - fino a quando non mi sono resa conto che cercavo quelle stesse dinamiche che mi avevano procurato traumi e sofferenze durante l'adolescenza nella speranza di trovare risposte che non avrei mai avuto nella vita reale dai diretti interessati.
Trovare libri che parlino di amicizie finite è difficile.
Non so esattamente cosa mi aspettassi di trovare in questo libro - in parte sento di averlo trovato, in parte sento di essere ancora alla ricerca di quelle risposte che cerco da dieci anni.
Sono venti racconti, venti autrici che hanno avuto il coraggio di mettere nero su bianco i loro fallimenti come amiche e/o le loro sofferenze nel vedere andare via chi credevano che avrebbero avuto accanto per tutta la vita.
Alcuni racconti sono più interessanti di altri, altri sono più corti oppure confusi oppure non spiegati a sufficienza.
Non ho trovato nessuna esperienza come la mia, non perché io sia unica o speciale o perché solo io abbia perso un'amica nel modo in cui l'ho persa. Il distacco che ho provato durante la lettura era dovuto principalmente ad una questione di età.
Se non avete mai letto il mio blog personale o se vi siete persi la recensione di A Sense of the Infinite di Hilary T. Smith nella quale parlo un po' di lei, siete sprovvisti di alcune informazioni fondamentali. Io e la mia ex-migliore amica siamo state in classe insieme sin dall'asilo, ma abbiamo legato davvero solo a tredici anni. A diciassette anni abbiamo smesso di essere quello che eravamo e poi siamo diventate due estranee.
Quando ero una ragazzina, gli adulti intorno a me continuavano a ripetermi di non preoccuparmi - che anche se avevo problemi con le mie amichette di sempre, i veri amici sono quelli che hai da adulto e che raramente finite le scuole medie si resta in contatto.
Per la maggior parte avevano ragione e anche se ero convinta che avrei avuto dei veri amici una volta alle superiori e all'università, io e lei eravamo testarde e continuavamo a ripetere che saremmo rimaste amiche per sempre.
E avevamo tutto per riuscirci: ci confidavamo ogni cosa, sapevo che alla fine di tutto ognuna era l'unica sulla quale l'altra sapeva di poter sempre contare, conoscevamo ogni singolo pregio e difetto dell'altra e ci andavano bene anche le cose brutte.
In questa raccolta solo una storia d'amicizia parte da così lontano, perché in tutti gli altri casi gli adulti nella mia vita avevano ragione: in generale le amicizie profonde te le crei quando sei più adulto. Quasi tutte le storie che ho letto hanno origine al college o al massimo all'ultimo anno di scuola superiore.
Non ce n'è nessuna come la mia, nessun terminata a diciassette anni. Non mi ci sono potuta immedesimare perché si tratta di due fasi della vita completamente diverse, perché si tratta di maturità e mentalità e visioni del mondo che cozzano tra di loro. Non mi ci sono potuta immedesimare perché essendo finita a diciassette anni, la nostra amicizia non ha mai affrontato tutti i problemi reali che la vita adulta ha sottoposto alla maggioranza di queste autrici.
Ma una cosa c'è stata in comune: hanno fatto tutte male.
Ci sono storie più superficiali in cui la protagonita e l'amica in questione si sono parlate a malapena, ma la cui presenza ha comunque avuto un impatto nella vita dell'autrice.
Ci sono storie in cui improvvisamente cala il silenzio su un'amicizia della durata di trent'anni perché l'amica non è in grado di affrontare il dolore che sta provando l'altra e quindi si allontana. A volte invece quel dolore non viene proprio compreso o riconosciuto e si crea un circolo vizioso di cose non dette e rancore che crea sempre più danni.
Ci sono storie di amiche che si sono allontanate a causa di un uomo oppure a causa di un prestito di denaro, storie di amiche che hanno preso ad un certo punto una strada diversa dalla propria e l'allontanamento è stato quasi naturale.
Ci sono storie in cui le visioni politiche o religiose creano un divario troppo grande per essere colmato oppure è la morte a scavare il baratro.
Ci sono storie di amicizie tossiche in cui l'altra persona alla fine si dimostra finalmente per quella che è davvero e c'è anche una storia in cui due ex-migliori amiche forniscono la propria versione di com'è andata - e come vengono percepiti in maniera diversa i nostri comportamenti sebbene noi li intendiamo in un certo modo!
Ho scritto la mia versione della storia centinaia di volte nel corso degli anni, ma i capitoli di Heather Abel e Emily Chenoweth mi hanno spinta a chiedermi come invece la mia ex-migliore amica descriverebbe quel baratro che ha iniziato ad allargarsi ad inizio 2006 e che è culminato nella rottura ad agosto di quell'anno.
Ci sono storie in cui l'autrice si dimostra sicura della colpevolezza dell'altra che se n'è andata, altre invece in cui ammette le sue responsabilità. Ci sono rimpianti, rimorsi, nostalgia, giustificazioni, rancore e a volte sollievo in queste storie.
Ho perso altre amiche nel corso degli anni, ammetto che in un paio di occasioni invece sono stata io a voltare le spalle a qualcuno e forse in quel caso sono stata io la cattiva della situazione sebbene mi sentissi giustificata, ma nessuna di quelle volte ha mai fatto male come la volta in cui ho perso E.
Dicono che i veri amici sono quelli con cui affronti la vita reale e i problemi di tutti i giorni, ma per noi quella vita - la nostra vita adolescente - era reale tanto quanto lo è la mia vita di adesso a 27 anni.
Non ho trovato un'esperienza come la mia, non ho trovato tutte le risposte che cercavo e che credevo che avrei trovato, ma ho trovato un po' di lei in tutto il libro.
Ognuno di noi ha un amico che è andato via per una ragione o per l'altra - per un'incomprensione o per qualcosa di più serio. Tutti noi abbiamo una persona a cui pensiamo ancora ogni tanto e che ha avuto un impatto così forte nella nostra vita da segnarla per sempre. Le esperienze non sono tutte uguali e non importa quanti anni hai quando succede - fa male sempre e comunque.
Autrici: Jenny Offill & Elissa Schappell (a cura di)
Data di uscita: 9 maggio 2006
Data di uscita originale: 2005
Pagine: 320 (copertina flessibile)
Editore: Broadway Books
Trama [tradotta da me]: Perdere un'amica può essere doloroso e straziante come un divorzio o la fine di una storia d'amore, eppure raramente se ne scrive o addirittura discute. The Friend Who Got Away è il primo libro che mette in luce questa esperienza quasi universale, riunendo le coraggiose ed eloquenti voci di scrittrici come Francine Prose, Katie Roiphe, Dorothy Allison, Elizabeth Strout, Ann Hood, Diana Abu Jabar, Vivian Gornick, Helen Schulman e tante altre. Alcune scrivono di amiche che si sono allontanate, altre di improvvise rotture che le hanno colte di sorpresa. Alcune celebrano addirittura la loro liberazione da rapporti tossici e distruttivi. Tuttavia al cuore di ogni storia c'è il riconoscimento di una perdita che non sarà mai dimenticata.
Dalle storie di amicizie che sono finite quando una persona si è mostrata per quello che era realmente o spostata in un contesto differente, ai racconti di rapporti sabotati dalla competizione, dalle ambizioni personali o da un'incurante indifferenza, The Friend Who Got Away mette sotto una nuova luce il significato e la natura delle amicizie femminili.
"We all have one. A story about the friend who got away. A tale we replay on sleepless nights, turning it over in our minds, chastising ourselves for our cruelty or betrayal, our longing or jealousy. Sometimes we mourn the loss of a friend; other times we celebrate the break, but no matter what, we don't forget it."
Non ci sono molti libri su quest'argomento, sono davvero pochi. Questo perché la fine di una storia d'amore è quasi banale in confronto, perché si suppone che chi ti conosce così bene come un amico ti resti sempre a fianco - perché parlare della fine di un'amicizia mette a nudo tutte le tue debolezze. Le tue mancanze.
Io ce l'ho un'amica così, una che è andata via. E forse io sono per qualcun altro quello che lei è per me, ma forse no - chi può dirlo.
Sono in rete con questo nickname da più di dieci anni - ho aperto il mio primo blog nel 2006 su Splinder e ricordo benissimo che fin da subito i primi post parlavano di lei, di come fossimo ancora amiche ma di come le cose stessero già andando male. Poi il computer - ancora un Windows Millennium - ha iniziato a non funzionare più e a non connettersi più a internet e sono stata in silenzio per per più di sei mesi.
Quando sono tornata in rete era già il 2007 e noi non eravamo più amiche. Non c'è alcuna traccia digitale, se non postuma, di quei mesi in rete.
Fino a quando Splinder non è stato chiuso ho continuato a scrivere della mia vita - della mia vita in quei due anni immediatamente successivi che per me hanno rappresentato l'inferno, di come io abbia sempre considerato lei la causa scatenante di tutto. Poi Splinder ha chiuso e mi sono trasferita qui su Blogger nel 2012 e ancora lei compare nei miei post - a volte sono ancora pieni di rabbia, a volte sono nostalgici, a volte sono commemorativi, a volte sono riflessivi e quasi freddi mentre ancora una volta analizzo quell'estate del 2006 e quello che è seguito.
Ho raccontato di lei tantissime volte, ma solo in rete e senza mai entrare nello specifico. Con le persone nella mia vita l'ho fatto solo due volte e a stento, ancora non riesco a parlare di lei perché gli anni passano ma il pensiero che anche io possa avere una parte di colpa si fa sempre più insistente.
Per diversi anni non ho letto alcun libro e quando ho ricominciato, mi sono resa conto che non sapevo più cosa mi piacesse o cosa mi ispirasse. Mi sono presa del tempo per rendermi conto che i generi che leggevo prima non mi attiravano più, ma ancora non avevo idea di cosa cercassi in un libro - fino a quando non mi sono resa conto che cercavo quelle stesse dinamiche che mi avevano procurato traumi e sofferenze durante l'adolescenza nella speranza di trovare risposte che non avrei mai avuto nella vita reale dai diretti interessati.
Trovare libri che parlino di amicizie finite è difficile.
Non so esattamente cosa mi aspettassi di trovare in questo libro - in parte sento di averlo trovato, in parte sento di essere ancora alla ricerca di quelle risposte che cerco da dieci anni.
Sono venti racconti, venti autrici che hanno avuto il coraggio di mettere nero su bianco i loro fallimenti come amiche e/o le loro sofferenze nel vedere andare via chi credevano che avrebbero avuto accanto per tutta la vita.
Alcuni racconti sono più interessanti di altri, altri sono più corti oppure confusi oppure non spiegati a sufficienza.
Non ho trovato nessuna esperienza come la mia, non perché io sia unica o speciale o perché solo io abbia perso un'amica nel modo in cui l'ho persa. Il distacco che ho provato durante la lettura era dovuto principalmente ad una questione di età.
Se non avete mai letto il mio blog personale o se vi siete persi la recensione di A Sense of the Infinite di Hilary T. Smith nella quale parlo un po' di lei, siete sprovvisti di alcune informazioni fondamentali. Io e la mia ex-migliore amica siamo state in classe insieme sin dall'asilo, ma abbiamo legato davvero solo a tredici anni. A diciassette anni abbiamo smesso di essere quello che eravamo e poi siamo diventate due estranee.
Quando ero una ragazzina, gli adulti intorno a me continuavano a ripetermi di non preoccuparmi - che anche se avevo problemi con le mie amichette di sempre, i veri amici sono quelli che hai da adulto e che raramente finite le scuole medie si resta in contatto.
Per la maggior parte avevano ragione e anche se ero convinta che avrei avuto dei veri amici una volta alle superiori e all'università, io e lei eravamo testarde e continuavamo a ripetere che saremmo rimaste amiche per sempre.
E avevamo tutto per riuscirci: ci confidavamo ogni cosa, sapevo che alla fine di tutto ognuna era l'unica sulla quale l'altra sapeva di poter sempre contare, conoscevamo ogni singolo pregio e difetto dell'altra e ci andavano bene anche le cose brutte.
In questa raccolta solo una storia d'amicizia parte da così lontano, perché in tutti gli altri casi gli adulti nella mia vita avevano ragione: in generale le amicizie profonde te le crei quando sei più adulto. Quasi tutte le storie che ho letto hanno origine al college o al massimo all'ultimo anno di scuola superiore.
Non ce n'è nessuna come la mia, nessun terminata a diciassette anni. Non mi ci sono potuta immedesimare perché si tratta di due fasi della vita completamente diverse, perché si tratta di maturità e mentalità e visioni del mondo che cozzano tra di loro. Non mi ci sono potuta immedesimare perché essendo finita a diciassette anni, la nostra amicizia non ha mai affrontato tutti i problemi reali che la vita adulta ha sottoposto alla maggioranza di queste autrici.
Ma una cosa c'è stata in comune: hanno fatto tutte male.
Ci sono storie più superficiali in cui la protagonita e l'amica in questione si sono parlate a malapena, ma la cui presenza ha comunque avuto un impatto nella vita dell'autrice.
Ci sono storie in cui improvvisamente cala il silenzio su un'amicizia della durata di trent'anni perché l'amica non è in grado di affrontare il dolore che sta provando l'altra e quindi si allontana. A volte invece quel dolore non viene proprio compreso o riconosciuto e si crea un circolo vizioso di cose non dette e rancore che crea sempre più danni.
Ci sono storie di amiche che si sono allontanate a causa di un uomo oppure a causa di un prestito di denaro, storie di amiche che hanno preso ad un certo punto una strada diversa dalla propria e l'allontanamento è stato quasi naturale.
Ci sono storie in cui le visioni politiche o religiose creano un divario troppo grande per essere colmato oppure è la morte a scavare il baratro.
Ci sono storie di amicizie tossiche in cui l'altra persona alla fine si dimostra finalmente per quella che è davvero e c'è anche una storia in cui due ex-migliori amiche forniscono la propria versione di com'è andata - e come vengono percepiti in maniera diversa i nostri comportamenti sebbene noi li intendiamo in un certo modo!
Ho scritto la mia versione della storia centinaia di volte nel corso degli anni, ma i capitoli di Heather Abel e Emily Chenoweth mi hanno spinta a chiedermi come invece la mia ex-migliore amica descriverebbe quel baratro che ha iniziato ad allargarsi ad inizio 2006 e che è culminato nella rottura ad agosto di quell'anno.
Ci sono storie in cui l'autrice si dimostra sicura della colpevolezza dell'altra che se n'è andata, altre invece in cui ammette le sue responsabilità. Ci sono rimpianti, rimorsi, nostalgia, giustificazioni, rancore e a volte sollievo in queste storie.
Ho perso altre amiche nel corso degli anni, ammetto che in un paio di occasioni invece sono stata io a voltare le spalle a qualcuno e forse in quel caso sono stata io la cattiva della situazione sebbene mi sentissi giustificata, ma nessuna di quelle volte ha mai fatto male come la volta in cui ho perso E.
Dicono che i veri amici sono quelli con cui affronti la vita reale e i problemi di tutti i giorni, ma per noi quella vita - la nostra vita adolescente - era reale tanto quanto lo è la mia vita di adesso a 27 anni.
Non ho trovato un'esperienza come la mia, non ho trovato tutte le risposte che cercavo e che credevo che avrei trovato, ma ho trovato un po' di lei in tutto il libro.
Ognuno di noi ha un amico che è andato via per una ragione o per l'altra - per un'incomprensione o per qualcosa di più serio. Tutti noi abbiamo una persona a cui pensiamo ancora ogni tanto e che ha avuto un impatto così forte nella nostra vita da segnarla per sempre. Le esperienze non sono tutte uguali e non importa quanti anni hai quando succede - fa male sempre e comunque.
Questa recensione è meravigliosa, davvero. L'ho sentita quasi mia, ho sentito la tristezza, la rabbia e la rassegnazione. Sfortunatamente non sono abile a leggere in inglese, o avrei comprato e letto questo libro principalmente per le tue parole.
RispondiEliminaMa grazie, questo è uno dei commenti più belli che io abbia mai ricevuto! *-*
EliminaChe bello, sembra praticamente scritto da me. La stessa sofferenza nascosta nel profondo dell'anima,incompleta da piu di 10 anni. Non sono sola allora. Grazie
RispondiEliminaGrazie a te per questo commento, non è un argomento facile da trovare o di cui parlare. :)
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