Il libro protagonista della recensione di oggi è un libro inedito in Italia e che ho vinto ad un giveaway su Goodreads. E l'argomento è uno degli eventi che hanno segnato il mese di agosto: le Olimpiadi di Rio.
Titolo: Over the Line
Autore: Steve Howell
Data di uscita: 27 febbraio 2015
Pagine: 314 (copertina flessibile)
Editore: Quaero Publishing
Trama [tradotta da me]: Mentire non fa mai una buona impressione quando c'è di mezzo un cadavere.
Megan Tomos è la promessa della Gran Bretagna alle Olimpiadi di Rio. Favorita per la medaglia d'oro nei 100 metri ad ostacoli, ha solo 21 anni ed è già una celebrità milionaria popolare tra fans e sponsors.
Ma che cosa nasconde? E perché la polizia vuole interrogarla sulla morte di un vecchio compagno di scuola, Matt, che usava steroidi nel body-building?
La celebrità di Megan non conta assolutamente nulla per il detective meticoloso che segue il caso e per la madre in lutto di Matt.
I sospetti iniziano a concentrarsi su di lei quando viene a galla che Megan è ancora in contatto con un suo ex-ragazzo, Will, che era presente quando Matt è morto e che è stato bandito dal mondo del rugby dopo aver fallito un test anti-droga.
Mentre la pressione dei media cresce, Megan scompare. La polizia sospetta che non sia stata del tutto sincera - e mentire non fa mai una buona impressione quando c'è di mezzo un cadavere.
Quello che non si intuisce dalla trama è che le Olimpiadi sono ancora un sogno.
Quello che non si intuisce dalla trama è che la storia non è narrata in linea generale o dalla stessa Megan, ma in prima persona dall'ultimo personaggio che mi sarei aspettata: il suo allenatore.
La storia comincia alle qualificazioni per le Olimpiadi, dove Megan arriva prima al traguardo ma con l'aria tesa e seria e dopo una partenza molto al di sotto dei suoi standard. Le cose peggiorano quando non sorride alle telecamere e ai fans e quasi butta a terra un fotografo nella fretta di sparire dalla pista.
E qui Liam McCarthy - il suo allenatore che assiste dalle tribune - ci riporta a tre giorni prima della gara di qualificazione, quando un tweet trascina Megan nel torbido per una cosa successa due anni e mezzo prima.
La madre di Matt, il ragazzo deceduto, ha preteso che venissero riaperte le indagini sulla morte del figlio e Megan e Will, in quanto amici della vittima, devono essere interrogati - con Megan come persona informata sui fatti e Will come principale indiziato con l'accusa di omicidio colposo.
È domenica e Megan sparisce immediatamente dopo un meeting con Liam, la sua PR Mimi e la sua agente Jackie.
Con la riapertura delle indagini, l'aria si fa pesante intorno a Megan e alla sua reputazione: se il suo amico d'infanzia è morto a causa degli steroidi che prendeva e il suo ex-fidanzato ha fallito un test anti-droga, il dubbio che anche Megan faccia uso di doping inizia ad insinuarsi nella mente di tutti.
E mentre Jackie resta a Londra a tenere a bada gli sponsors con la promessa che Megan parlerà presto con la polizia e tutto si chiarirà, Mimi e Liam partono per Newport sulle tracce della ragazza - mentre quest'ultimo comincia ad analizzare gli ultimi due anni trascorsi alla ricerca di indizi che possano indicare un uso di steroidi da parte di Megan e il sogno di Rio inizia a vacillare.
A dispetto di quello che può sembrare, il ritmo non è affatto concitato perché le 300 pagine del romanzo coprono una settimana.
Ha un ritmo tranquillo perché per quanto Liam provi ad entrare sotto falso nome nella palestra che frequentavano Matt e Will per scoprire da sé tutto quello che Megan si rifiuta di spiegare, in quanto allenatore di una celebrità in patria è comunque riconoscibile e non è affatto un detective. E per questo poi passerà anche dei guai.
Quando noi vediamo le Olimpiadi, siamo sempre abituati a vedere gli atleti a stretto contatto con i loro allenatori e a sentire dell'assiduo regime di allenamento a cui si sottopongono quasi quotidianamente.
Qui invece, un po' perché Liam ha anche un lavoro all'università e un po' perché Megan nasconde tanti segreti, il nostro narratore si rende conto che pur avendo allenato la ragazza tre volte a settimana per due anni di fatto non sa quasi nulla di lei. Liam è convinto che si sarebbe accorto se Megan avesse cominciato ad assumere steroidi o altre sostanze che avrebbero poi mostrato effetti collaterali, ma se avesse già cominciato a farne uso quando era ancora a Newport? In quel caso la personalità di Megan che Liam conosce sarebbe già quella "contaminata" dal doping.
Però Megan non ha mai fallito un test anti-droga, ma qui Liam non può fare a meno di pensare al caso di Marion Jones - e anche lei risultava sempre pulita agli esami.
Nonostante la storia della Jones venga narrata anche nel libro in parallelo a quello che sta accadendo a Megan, sono comunque andata ad informarmi su Wikipedia.
Il fatto che Megan continui ad andare e venire come le pare, che affermi che andrà a parlare con la polizia quando prima avrà sbrigato altre cose più importanti e che continui ad essere indisponente quando Liam e Mimi di fatto si sono accampati in hotel cercando di aiutarla a venirne fuori, di certo non aiuta ad evitare insinuazioni e pettegolezzi.
Tutti si rendono conto di non sapere quasi nulla di Megan e della vita che aveva a Newport prima di presentarsi alla porta di Liam a Londra e tutti si rendono conto che si sono concentrati sulle proprie carriere: Megan nascondeva delle cose mentre diventava famosa, Liam era determinato a portarla al successo e intanto cercava di farsi una carriera come allenatore di una campionessa per sopperire alla sua carriera di atleta mandata all'aria, Mimi all'inizio è troppo presa dalla reputazione di Megan che in caso di declino della ragazza avrebbe decretato la perdita della cliente e il licenziamento.
Megan mi è stata alquanto sulle scatole in alcuni momenti: accessi di rabbia ingiustificati, menefreghismo nei confronti di quelli che si preoccupavano per lei, atteggiamenti indisponenti e totale cecità di fronte all'evidenza di alcuni fatti innegabili.
E quando i pensieri di Liam erano acidi e voleva risponderle a tono oppure farle notare cosa aveva davanti agli occhi, io ero assolutamente d'accordo con lui.
E così ci sopportiamo questo atteggiamento di Megan - quando si degna di farsi vedere e offre pezzi di storia a spizzichi e bocconi - fino alla metà del libro, quando finalmente scopriamo tutta la storia di Megan, Matt e Will.
Anche se però ci saranno ancora delle sorprese fino alla fine e ogni tanto - ma solo ogni tanto! - viene da dare ragione a Megan quando, con tutto quello che sta succedendo, Liam sembra preoccuparsi solo del suo allenamento e se la possibilità di partire per Rio sia ancora accessibile.
Una cosa che mi ha fatto storcere il naso è stata la totale assenza dei genitori di Megan durante tutta la vicenda e con i media impazziti e alla ricerca della ragazza.
Ci viene detto che Megan è venuta via dal Galles a diciotto anni per andare a Londra, mentre i suoi genitori hanno lasciato anch'essi Newport per trasferirsi in una zona più occidentale del Galles.
La cosa che ha avuto poco senso è stata questa assenza, con i genitori che si sentono al telefono solo verso la fine del romanzo. Scusate eh, ho capito che il padre di Megan ha problemi di salute ma dove eravate mentre imperversava il putiferio su vostra figlia in tutte le televisioni e su tutti i giornali? Capisco che se però vostra figlia non vi risponde come faceva con Liam, c'è poco da fare in quel caso.
Abbiamo quindi Liam che le fa da fratello maggiore/figura paterna e alcuni loro momenti sono davvero teneri, quando Megan ammette di avere bisogno di conforto e Liam cerca di uscire dal ruolo di solo allenatore per riuscire ad essere più utile.
Over the Line non è il primo romanzo non-americano che leggo.
A differenza di altri però, presenta un inglese davvero semplice e comprensibile e senza parole... strane.
Per esempio, la prima volta che ho letto un libro di Nick Hornby sono andata in crisi per la presenza di così tante parole british che non avevo mai sentito e così diverse dalle loro controparti americane che ero abituata a leggere.
C'è stato anche il caso di un altro libro che avevo vinto su Goodreads due anni fa, The Hand-Made Plane di Louise Ebenhöh - anche quel romanzo era ambientato in UK ed era pieno di slang e avendo per protagonisti dei ragazzi in serie difficoltà economiche e che vivevano in condizioni precarie, era anche pieno di linguaggio da strada. Ricordo che però non era stato troppo difficile da leggere.
In Over the Line quasi tutta la storia si svolge in Galles - e, se non lo sapete, il Galles è una nazione bilingue. C'è quindi un momento in cui Megan parla gallese in pubblico, ma subito dopo nel suo discorso segue la sua versione in inglese.
Quindi non c'è stata alcuna difficoltà dal punto di vista linguistico e ci viene presentata la diversità tra Londra e la campagna nel Galles.
Ci ho messo parecchio a leggerlo, ma non perché non fossi interessata a sapere cosa fosse successo quella notte di due anni e mezzo fa e se Megan avesse imbrogliato i test o se alla fine avrebbe rinunciato alle Olimpiadi nel momento in cui le cose si sono complicate. Il romanzo stesso è "pigro" perché non è volto al colpo di scena a tutti i costi oppure perché mira esclusivamente alla risoluzione del caso.
Come era stato con Above the Waterfall di Ron Rash, la storia copre una settimana e si prende il tempo di farti dubitare della protagonista e della sua propensione a non dire tutta la verità e ad esplorare il mondo dell'atletica nei suoi retoscena e anche nei suoi segreti più oscuri - di quelli che fanno terminare una carriera nell'infamia più totale e dove anche il minimo sospetto è capace di mandare a monte la gara più semplice perché ti rende incapace di entrare nella "mentalità" giusta per correre.
È un romanzo piacevole e che si fa leggere con calma - anche se Megan ogni tanto vorresti prenderla e scuoterla perché è solo una ragazzina di 21 anni che ancora commette errori stupidi.
Autore: Steve Howell
Data di uscita: 27 febbraio 2015
Pagine: 314 (copertina flessibile)
Editore: Quaero Publishing
Trama [tradotta da me]: Mentire non fa mai una buona impressione quando c'è di mezzo un cadavere.
Megan Tomos è la promessa della Gran Bretagna alle Olimpiadi di Rio. Favorita per la medaglia d'oro nei 100 metri ad ostacoli, ha solo 21 anni ed è già una celebrità milionaria popolare tra fans e sponsors.
Ma che cosa nasconde? E perché la polizia vuole interrogarla sulla morte di un vecchio compagno di scuola, Matt, che usava steroidi nel body-building?
La celebrità di Megan non conta assolutamente nulla per il detective meticoloso che segue il caso e per la madre in lutto di Matt.
I sospetti iniziano a concentrarsi su di lei quando viene a galla che Megan è ancora in contatto con un suo ex-ragazzo, Will, che era presente quando Matt è morto e che è stato bandito dal mondo del rugby dopo aver fallito un test anti-droga.
Mentre la pressione dei media cresce, Megan scompare. La polizia sospetta che non sia stata del tutto sincera - e mentire non fa mai una buona impressione quando c'è di mezzo un cadavere.
Quello che non si intuisce dalla trama è che le Olimpiadi sono ancora un sogno.
Quello che non si intuisce dalla trama è che la storia non è narrata in linea generale o dalla stessa Megan, ma in prima persona dall'ultimo personaggio che mi sarei aspettata: il suo allenatore.
La storia comincia alle qualificazioni per le Olimpiadi, dove Megan arriva prima al traguardo ma con l'aria tesa e seria e dopo una partenza molto al di sotto dei suoi standard. Le cose peggiorano quando non sorride alle telecamere e ai fans e quasi butta a terra un fotografo nella fretta di sparire dalla pista.
E qui Liam McCarthy - il suo allenatore che assiste dalle tribune - ci riporta a tre giorni prima della gara di qualificazione, quando un tweet trascina Megan nel torbido per una cosa successa due anni e mezzo prima.
La madre di Matt, il ragazzo deceduto, ha preteso che venissero riaperte le indagini sulla morte del figlio e Megan e Will, in quanto amici della vittima, devono essere interrogati - con Megan come persona informata sui fatti e Will come principale indiziato con l'accusa di omicidio colposo.
È domenica e Megan sparisce immediatamente dopo un meeting con Liam, la sua PR Mimi e la sua agente Jackie.
Con la riapertura delle indagini, l'aria si fa pesante intorno a Megan e alla sua reputazione: se il suo amico d'infanzia è morto a causa degli steroidi che prendeva e il suo ex-fidanzato ha fallito un test anti-droga, il dubbio che anche Megan faccia uso di doping inizia ad insinuarsi nella mente di tutti.
E mentre Jackie resta a Londra a tenere a bada gli sponsors con la promessa che Megan parlerà presto con la polizia e tutto si chiarirà, Mimi e Liam partono per Newport sulle tracce della ragazza - mentre quest'ultimo comincia ad analizzare gli ultimi due anni trascorsi alla ricerca di indizi che possano indicare un uso di steroidi da parte di Megan e il sogno di Rio inizia a vacillare.
A dispetto di quello che può sembrare, il ritmo non è affatto concitato perché le 300 pagine del romanzo coprono una settimana.
Ha un ritmo tranquillo perché per quanto Liam provi ad entrare sotto falso nome nella palestra che frequentavano Matt e Will per scoprire da sé tutto quello che Megan si rifiuta di spiegare, in quanto allenatore di una celebrità in patria è comunque riconoscibile e non è affatto un detective. E per questo poi passerà anche dei guai.
Quando noi vediamo le Olimpiadi, siamo sempre abituati a vedere gli atleti a stretto contatto con i loro allenatori e a sentire dell'assiduo regime di allenamento a cui si sottopongono quasi quotidianamente.
Qui invece, un po' perché Liam ha anche un lavoro all'università e un po' perché Megan nasconde tanti segreti, il nostro narratore si rende conto che pur avendo allenato la ragazza tre volte a settimana per due anni di fatto non sa quasi nulla di lei. Liam è convinto che si sarebbe accorto se Megan avesse cominciato ad assumere steroidi o altre sostanze che avrebbero poi mostrato effetti collaterali, ma se avesse già cominciato a farne uso quando era ancora a Newport? In quel caso la personalità di Megan che Liam conosce sarebbe già quella "contaminata" dal doping.
Però Megan non ha mai fallito un test anti-droga, ma qui Liam non può fare a meno di pensare al caso di Marion Jones - e anche lei risultava sempre pulita agli esami.
Nonostante la storia della Jones venga narrata anche nel libro in parallelo a quello che sta accadendo a Megan, sono comunque andata ad informarmi su Wikipedia.
Il fatto che Megan continui ad andare e venire come le pare, che affermi che andrà a parlare con la polizia quando prima avrà sbrigato altre cose più importanti e che continui ad essere indisponente quando Liam e Mimi di fatto si sono accampati in hotel cercando di aiutarla a venirne fuori, di certo non aiuta ad evitare insinuazioni e pettegolezzi.
Tutti si rendono conto di non sapere quasi nulla di Megan e della vita che aveva a Newport prima di presentarsi alla porta di Liam a Londra e tutti si rendono conto che si sono concentrati sulle proprie carriere: Megan nascondeva delle cose mentre diventava famosa, Liam era determinato a portarla al successo e intanto cercava di farsi una carriera come allenatore di una campionessa per sopperire alla sua carriera di atleta mandata all'aria, Mimi all'inizio è troppo presa dalla reputazione di Megan che in caso di declino della ragazza avrebbe decretato la perdita della cliente e il licenziamento.
Megan mi è stata alquanto sulle scatole in alcuni momenti: accessi di rabbia ingiustificati, menefreghismo nei confronti di quelli che si preoccupavano per lei, atteggiamenti indisponenti e totale cecità di fronte all'evidenza di alcuni fatti innegabili.
E quando i pensieri di Liam erano acidi e voleva risponderle a tono oppure farle notare cosa aveva davanti agli occhi, io ero assolutamente d'accordo con lui.
E così ci sopportiamo questo atteggiamento di Megan - quando si degna di farsi vedere e offre pezzi di storia a spizzichi e bocconi - fino alla metà del libro, quando finalmente scopriamo tutta la storia di Megan, Matt e Will.
Anche se però ci saranno ancora delle sorprese fino alla fine e ogni tanto - ma solo ogni tanto! - viene da dare ragione a Megan quando, con tutto quello che sta succedendo, Liam sembra preoccuparsi solo del suo allenamento e se la possibilità di partire per Rio sia ancora accessibile.
Una cosa che mi ha fatto storcere il naso è stata la totale assenza dei genitori di Megan durante tutta la vicenda e con i media impazziti e alla ricerca della ragazza.
Ci viene detto che Megan è venuta via dal Galles a diciotto anni per andare a Londra, mentre i suoi genitori hanno lasciato anch'essi Newport per trasferirsi in una zona più occidentale del Galles.
La cosa che ha avuto poco senso è stata questa assenza, con i genitori che si sentono al telefono solo verso la fine del romanzo. Scusate eh, ho capito che il padre di Megan ha problemi di salute ma dove eravate mentre imperversava il putiferio su vostra figlia in tutte le televisioni e su tutti i giornali? Capisco che se però vostra figlia non vi risponde come faceva con Liam, c'è poco da fare in quel caso.
Abbiamo quindi Liam che le fa da fratello maggiore/figura paterna e alcuni loro momenti sono davvero teneri, quando Megan ammette di avere bisogno di conforto e Liam cerca di uscire dal ruolo di solo allenatore per riuscire ad essere più utile.
Over the Line non è il primo romanzo non-americano che leggo.
A differenza di altri però, presenta un inglese davvero semplice e comprensibile e senza parole... strane.
Per esempio, la prima volta che ho letto un libro di Nick Hornby sono andata in crisi per la presenza di così tante parole british che non avevo mai sentito e così diverse dalle loro controparti americane che ero abituata a leggere.
C'è stato anche il caso di un altro libro che avevo vinto su Goodreads due anni fa, The Hand-Made Plane di Louise Ebenhöh - anche quel romanzo era ambientato in UK ed era pieno di slang e avendo per protagonisti dei ragazzi in serie difficoltà economiche e che vivevano in condizioni precarie, era anche pieno di linguaggio da strada. Ricordo che però non era stato troppo difficile da leggere.
In Over the Line quasi tutta la storia si svolge in Galles - e, se non lo sapete, il Galles è una nazione bilingue. C'è quindi un momento in cui Megan parla gallese in pubblico, ma subito dopo nel suo discorso segue la sua versione in inglese.
Quindi non c'è stata alcuna difficoltà dal punto di vista linguistico e ci viene presentata la diversità tra Londra e la campagna nel Galles.
Ci ho messo parecchio a leggerlo, ma non perché non fossi interessata a sapere cosa fosse successo quella notte di due anni e mezzo fa e se Megan avesse imbrogliato i test o se alla fine avrebbe rinunciato alle Olimpiadi nel momento in cui le cose si sono complicate. Il romanzo stesso è "pigro" perché non è volto al colpo di scena a tutti i costi oppure perché mira esclusivamente alla risoluzione del caso.
Come era stato con Above the Waterfall di Ron Rash, la storia copre una settimana e si prende il tempo di farti dubitare della protagonista e della sua propensione a non dire tutta la verità e ad esplorare il mondo dell'atletica nei suoi retoscena e anche nei suoi segreti più oscuri - di quelli che fanno terminare una carriera nell'infamia più totale e dove anche il minimo sospetto è capace di mandare a monte la gara più semplice perché ti rende incapace di entrare nella "mentalità" giusta per correre.
È un romanzo piacevole e che si fa leggere con calma - anche se Megan ogni tanto vorresti prenderla e scuoterla perché è solo una ragazzina di 21 anni che ancora commette errori stupidi.
Buondì Alice! Come sai non riesco a leggere bene in lingua originale quindi per questa volta devo proprio passare, mi dispiace perche' cosi' mi perdo romanzi belli o carini che siano e' comunque un peccato ma davvero gia' leggendo in Italiano corro come una disperata se dovessi fare una lettura col vocabolario in mano non penso che al momento reggerei. Spero di riuscire ad avere la forza e la costanza di provarci seriamente, vedremo ❤️ Un bacione e buon mercoledì^_^ ps recensione a dir poco super come sempre ❤️
RispondiEliminaSegui i tuoi tempi Ely, altrimenti se lo fai sentendo la pressione e lo stress è probabile che non ti verrà più voglia di prendere in mano un libro in lingua.
EliminaEventualmente ci arriverai con calma! :)
Aliiiiceee!! Sai una cosa? Da quando ho letto il tuo post precedente in cui dicevi che avevi vinto il giveaway su Goodreads l'ho praticamente assalito xD Mi sono iscritta ad almeno cinque GA xD Spero di vincerne almeno uno così da avere uno stimolo in più per leggere in lingua visto che più che una questione di difficoltà, la mia è pura pigrizia xD
RispondiEliminaAhaha, mi fa piacere essere stata d'ispirazione! xD
EliminaNon demordere se non vinci subito perché quando i giveaway sono aperti anche a Stati Uniti e Canada (quasi tutti), vincere è più difficile! Ma ti assicuro che capita! :)
Che bello trovare lettrici/lettori di libri in lingua Inglese, anche io uso leggerne quando trovo titoli ed edizioni che mi piacciono!
RispondiEliminaxoxo
Ho iniziato tre anni fa a leggere in inglese e penso che ormai il numero tra libri in lingua e libri in italiano che possiedo si equivalga! xD
Elimina