Buongiorno a tutti voi, carissimi!
Il libro protagonista di oggi è uscito la settimana scorsa, anche se in realtà io ho ricevuto una copia in anteprima all'inizio del mese grazie ad un'iniziativa Garzanti e IBS - devo ancora capire perché certe email arrivino a mio padre e non a me, ma vabbè.
Avrei potuto leggerlo prima, ma un po' stavo cercando di rispettare una sorta di scaletta di lettura che mi ero fatta in base ad una precedente ispirazione e un po' ancora non me la sentivo. E ora è arrivato il suo momento - e giuro che non era mia intenzione suonare così drastica e "definitiva".
Comunque.
Titolo: L'imperfetta
Autrice: Carmela Scotti
Data di uscita: 25 agosto 2016
Pagine: 208 (copertina flessibile)
Editore: Garzanti
Collana: Narratori Moderni
Trama: "Notte e giorno dicevo nella testa le parole dei libri di mio padre. Le avevo tutte nella memoria, nessuno può rubare i pensieri senza peso, sottrarli nel sonno a chi li tiene stretti."
Per Catena la notte è sempre stata un rifugio speciale. Un rifugio tra le braccia di suo padre, per disegnare insieme le costellazioni incastonate nel cielo, imparare i nomi delle stelle più lontane e delle erbe curative, leggere libri colmi di storie fantastiche. Ma da quando suo padre non c’è più, Catena ha imparato che la notte può anche fare paura e può nascondere ombre oscure. L’ombra delle mani della madre che la obbligano al duro lavoro nei campi e le impediscono di leggere, quella degli occhi gelidi e inquieti dello zio che la inseguono negli angoli più remoti della casa. Le sue sorelle sembrano non vederla più, ormai è la figlia imperfetta e il ricordo del calore dell’amore di suo padre non basta a riscaldare il gelo nelle ossa. Catena ha solo sedici anni e decide che non vuole più avere paura. E l’ultima notte nella sua vecchia casa si colora del rosso della vendetta. Poi, la fuga nel bosco, dove cerca riparo con la sola compagnia dei suoi amati libri. È grazie a loro e agli insegnamenti del padre che Catena riesce a sopravvivere nella foresta. Ma nel suo rifugio, fatto di un cielo di foglie e di rami intrecciati, la ragazza non è ancora al sicuro. La stanno cercando e per salvarsi Catena deve ridisegnare la sua vita, la vita di una bambina che è dovuta crescere troppo in fretta, ma che può ancora amare di un amore, forse imperfetto, ma forte come il vento.
Siamo nella Sicilia del 1897 e Catena ha quindici anni quando tutto cambia.
Il suo amato padre muore e lei si ritrova a vivere con una madre che l'ha sempre disprezzata perché uguale a quell'uomo che disprezzava in egual misura, un uomo che non era ricco quanto lei avrebbe voluto e che ha costruito una casa che non era bella quanto avrebbe desiderato.
E insieme a quella madre che tanto la disprezza e non le risparmia bastonate e schiaffi, ci sono anche due sorelle minori che improvvisamente la deridono e le lanciano sassi addosso e lo zio che prende il posto di suo padre in tutto e per tutto - nella casa e nel letto di sua madre e anche dove non dovrebbe.
Catena si aggrappa al ricordo di suo padre, alle sue parole gentili e alle sue carezze, a tutto quello che le ha insegnato e che lui a sua volta aveva appreso da sua madre Agata, ai suoi libri che Catena deve tenere nascosti perché sua madre li brucerebbe volentieri e considerati come sciocchezze nel migliore dei casi e stregoneria nel peggiore.
La vita di Catena si trasforma in un incubo fatto di violenze e abusi, fino ad arrivare ad una notte estiva nella quale consuma la sua vendetta e scappa - diventando quindi una fuggitiva e costretta a tutto pur di sopravvivere.
È un romanzo straziante, tanto che mi è persino caduta una lacrima quando sono arrivata all'ultima pagina - le altre sono riuscita a versarle sul lenzuolo.
È spietato, crudo, non risparmia niente negli orrori e nelle violenze che subisce Catena - mitigate solo dal ricordo poetico e dolce di suo padre in una prosa che toglie il fiato.
Catena si aggrappa a questo padre che l'ha lasciata troppo presto e che ha dovuto seppellire e continua a cercarlo nel sussurro del vento, nell'ombra di un albero, nella terra smossa di recente nel bosco.
Anche quando non vorrebbe fare altro che raggiungerlo ma questo sembra non accadere mai, anche quando sembra troppo cattiva persino per la Morte e il suo corpo diventa indifferente agli abusi e alle percosse e agli stenti, è sempre il ricordo di suo padre ad infonderle serenità al pensiero che prima o poi saranno riuniti. Sono le parole e i libri che le ha lasciato che le permettono di sopravvivere prima da sola e poi in un villaggio nel quale cura il colera grazie ad erbe e decotti in cambio di pane e riparo.
Anche quando sembra non importarle più di niente, tranne che cercare la voce e l'anima di suo padre in tutto quello che la circonda, Catena scopre di poter provare ancora amore e compassione.
Ma questa è la Sicilia di fine '800, un periodo nel quale ancora si bruciavano le streghe sul rogo e nel quale le donne venivano considerate meno di zero: prima sua madre che la picchiava per il suo attaccamento ai libri quasi come se non avesse diritto ad un'istruzione e il compito delle donne fosse quello di restare ignoranti e poi quella che doveva essere la giustificazione per l'atto di violenza più atroce di tutti: quel "te lo sei cercata, l'hai provocato tu" - come se Catena avesse chiesto di essere abusata.
È una Sicilia ancora ferma nelle sue superstizioni e pregiudizi del periodo, con gente pronta a giudicare e condannare una ragazzina quando loro sono colpevoli tanto quanto lei, se non di più e per atti peggiori di quelli commessi da Catena.
E non importa il riscatto, quell'atto di vendetta tornerà a chiedere il conto e il prezzo da pagare sarà più alto di quanto Catena, una ragazzina diventata donna troppo in fretta, avesse mai potuto immaginare.
È un romanzo che fa male, raccontato su due linee temporali: il presente che scorre avanti e ci mostra le scelte compiute da Catena che ci porteranno ad un futuro nel quale possiamo solo assistere impotenti ad un conto alla rovescia.
E nel finale possiamo solo sperare che Catena finalmente possa riposarsi dopo tutto quello che ha sofferto.
È straziante e fa un male atroce, fa piangere e singhiozzare, ma lo consiglio: lo consiglio per Catena e per la sua forza, lo consiglio per quell'amore purissimo tra padre e figlia, lo consiglio per dare a questa protagonista tutto l'amore che avrebbe meritato e che invece non ha mai ricevuto.
Il libro protagonista di oggi è uscito la settimana scorsa, anche se in realtà io ho ricevuto una copia in anteprima all'inizio del mese grazie ad un'iniziativa Garzanti e IBS - devo ancora capire perché certe email arrivino a mio padre e non a me, ma vabbè.
Avrei potuto leggerlo prima, ma un po' stavo cercando di rispettare una sorta di scaletta di lettura che mi ero fatta in base ad una precedente ispirazione e un po' ancora non me la sentivo. E ora è arrivato il suo momento - e giuro che non era mia intenzione suonare così drastica e "definitiva".
Comunque.
Titolo: L'imperfetta
Autrice: Carmela Scotti
Data di uscita: 25 agosto 2016
Pagine: 208 (copertina flessibile)
Editore: Garzanti
Collana: Narratori Moderni
Trama: "Notte e giorno dicevo nella testa le parole dei libri di mio padre. Le avevo tutte nella memoria, nessuno può rubare i pensieri senza peso, sottrarli nel sonno a chi li tiene stretti."
Per Catena la notte è sempre stata un rifugio speciale. Un rifugio tra le braccia di suo padre, per disegnare insieme le costellazioni incastonate nel cielo, imparare i nomi delle stelle più lontane e delle erbe curative, leggere libri colmi di storie fantastiche. Ma da quando suo padre non c’è più, Catena ha imparato che la notte può anche fare paura e può nascondere ombre oscure. L’ombra delle mani della madre che la obbligano al duro lavoro nei campi e le impediscono di leggere, quella degli occhi gelidi e inquieti dello zio che la inseguono negli angoli più remoti della casa. Le sue sorelle sembrano non vederla più, ormai è la figlia imperfetta e il ricordo del calore dell’amore di suo padre non basta a riscaldare il gelo nelle ossa. Catena ha solo sedici anni e decide che non vuole più avere paura. E l’ultima notte nella sua vecchia casa si colora del rosso della vendetta. Poi, la fuga nel bosco, dove cerca riparo con la sola compagnia dei suoi amati libri. È grazie a loro e agli insegnamenti del padre che Catena riesce a sopravvivere nella foresta. Ma nel suo rifugio, fatto di un cielo di foglie e di rami intrecciati, la ragazza non è ancora al sicuro. La stanno cercando e per salvarsi Catena deve ridisegnare la sua vita, la vita di una bambina che è dovuta crescere troppo in fretta, ma che può ancora amare di un amore, forse imperfetto, ma forte come il vento.
Prima, quando mio padre viveva, tutto iniziava, accadeva e finiva. Dopo, è stato solo un precipizio, un tempo spaccato, come il fuoco d'artificio nella notte, in mille pezzi e poi più niente.
Siamo nella Sicilia del 1897 e Catena ha quindici anni quando tutto cambia.
Il suo amato padre muore e lei si ritrova a vivere con una madre che l'ha sempre disprezzata perché uguale a quell'uomo che disprezzava in egual misura, un uomo che non era ricco quanto lei avrebbe voluto e che ha costruito una casa che non era bella quanto avrebbe desiderato.
E insieme a quella madre che tanto la disprezza e non le risparmia bastonate e schiaffi, ci sono anche due sorelle minori che improvvisamente la deridono e le lanciano sassi addosso e lo zio che prende il posto di suo padre in tutto e per tutto - nella casa e nel letto di sua madre e anche dove non dovrebbe.
Catena si aggrappa al ricordo di suo padre, alle sue parole gentili e alle sue carezze, a tutto quello che le ha insegnato e che lui a sua volta aveva appreso da sua madre Agata, ai suoi libri che Catena deve tenere nascosti perché sua madre li brucerebbe volentieri e considerati come sciocchezze nel migliore dei casi e stregoneria nel peggiore.
La vita di Catena si trasforma in un incubo fatto di violenze e abusi, fino ad arrivare ad una notte estiva nella quale consuma la sua vendetta e scappa - diventando quindi una fuggitiva e costretta a tutto pur di sopravvivere.
È un romanzo straziante, tanto che mi è persino caduta una lacrima quando sono arrivata all'ultima pagina - le altre sono riuscita a versarle sul lenzuolo.
È spietato, crudo, non risparmia niente negli orrori e nelle violenze che subisce Catena - mitigate solo dal ricordo poetico e dolce di suo padre in una prosa che toglie il fiato.
Catena si aggrappa a questo padre che l'ha lasciata troppo presto e che ha dovuto seppellire e continua a cercarlo nel sussurro del vento, nell'ombra di un albero, nella terra smossa di recente nel bosco.
Anche quando non vorrebbe fare altro che raggiungerlo ma questo sembra non accadere mai, anche quando sembra troppo cattiva persino per la Morte e il suo corpo diventa indifferente agli abusi e alle percosse e agli stenti, è sempre il ricordo di suo padre ad infonderle serenità al pensiero che prima o poi saranno riuniti. Sono le parole e i libri che le ha lasciato che le permettono di sopravvivere prima da sola e poi in un villaggio nel quale cura il colera grazie ad erbe e decotti in cambio di pane e riparo.
Anche quando sembra non importarle più di niente, tranne che cercare la voce e l'anima di suo padre in tutto quello che la circonda, Catena scopre di poter provare ancora amore e compassione.
Ma questa è la Sicilia di fine '800, un periodo nel quale ancora si bruciavano le streghe sul rogo e nel quale le donne venivano considerate meno di zero: prima sua madre che la picchiava per il suo attaccamento ai libri quasi come se non avesse diritto ad un'istruzione e il compito delle donne fosse quello di restare ignoranti e poi quella che doveva essere la giustificazione per l'atto di violenza più atroce di tutti: quel "te lo sei cercata, l'hai provocato tu" - come se Catena avesse chiesto di essere abusata.
È una Sicilia ancora ferma nelle sue superstizioni e pregiudizi del periodo, con gente pronta a giudicare e condannare una ragazzina quando loro sono colpevoli tanto quanto lei, se non di più e per atti peggiori di quelli commessi da Catena.
E non importa il riscatto, quell'atto di vendetta tornerà a chiedere il conto e il prezzo da pagare sarà più alto di quanto Catena, una ragazzina diventata donna troppo in fretta, avesse mai potuto immaginare.
È un romanzo che fa male, raccontato su due linee temporali: il presente che scorre avanti e ci mostra le scelte compiute da Catena che ci porteranno ad un futuro nel quale possiamo solo assistere impotenti ad un conto alla rovescia.
E nel finale possiamo solo sperare che Catena finalmente possa riposarsi dopo tutto quello che ha sofferto.
È straziante e fa un male atroce, fa piangere e singhiozzare, ma lo consiglio: lo consiglio per Catena e per la sua forza, lo consiglio per quell'amore purissimo tra padre e figlia, lo consiglio per dare a questa protagonista tutto l'amore che avrebbe meritato e che invece non ha mai ricevuto.
Wow Alice, la tua recensione mi ha strappato il cuore! Intensissima come deve essere questo libro. Voglio davvero leggerlo, mi sono sentita subito connessa con questa storia forse anche perche' la Sicilia e' la mia terra. La storia di Catena ho capito che strazia il cuore come solo i libri migliori sanno fare ❤️ Grandissima recensione, complimentissimi ❤️
RispondiEliminaGrazie a te Ely, per le tue parole sempre gentili! ♥
EliminaDevi assolutamente leggerlo!
Bellissima recensione, la aspettavo e speravo in un tuo giudizio positivo.. questo libro mi è piaciuto a pelle, senza neanche conoscere la trama e ora sono completamente convinta di volerlo leggere.. è proprio la storia che fa per me, straziante e che fa piangere e singhiozzare, come hai detto tu.. sono sicura che entrerà a far parte della lista dei miei libri preferiti..grazie *_*
RispondiEliminaMa di nulla, fammi poi sapere se è stato all'altezza delle aspettative una volta che l'avrai letto! :)
EliminaAaah che bella recensione! **
RispondiEliminaNon aggiungo altro, solo che il libro va dritto dritto in WL
Grazie cara! *-*
Elimina