sabato 11 febbraio 2017

Strange (Bookish) Things #4 - Ehi, mi ricordi qualcuno!

L'argomento di oggi era stato pensato per un appuntamento di Books About: io, i libri e.. - rubrica che manca da mesi, ma mentre lo scrivevo mi sono resa conto che invece era più adatto a Strange (Bookish) Things.
Ma giuro che prima o poi riprendo anche l'altra rubrica, devo solo trovare il tempo per organizzarmi - insomma, scrivere papiri prolissi richiede impegno.  

Strange (Bookish) Things è una rubrica creata da me, a cadenza casuale, nella quale vengono riportate coincidenze, similitudini, curiosità o comunque qualsiasi stranezza venga notata tra uno o più libri. Sono comprese anche le (dis)avventure letterarie.

Come e dove trovo i libri che scelgo di leggere

Potrei partire da molto, molto indietro. 
Intanto potrei dirvi che ho sempre letto, sin da quando ero piccola. Anche i miei genitori sono accaniti lettori e, fortunamente, ho ereditato questa magnifica passione. 

Ricordo che la mia bibliotecaria di fiducia mi stendeva sempre sul tavolo una miriade di libri - quelli della collana Il Battello a Vapore della Piemme - e io non uscivo mai a mani vuote, divorando tutto nel giro da pochissimo, tanto che mia madre ogni tanto mi pregava di farmi durare i libri un po' di più. 

Poi sono cresciuta, arrivando alla soglia dell'adolescenza e non ricordo se i primi libri della collana Le Ragazzine della Mondadori li ho trovati in biblioteca o al centro commerciale, ma ho iniziato a leggerli - sebbene mia madre non approvasse del tutto perché secondo lei ero ancora troppo piccola per gli argomenti che alcuni di questi trattavano e non aveva effettivamente tutti i torti. Ricordo che ne venivano pubblicati due al mese - esattamente come quelli della collana Il club delle baby-sitter - e ho iniziato a collezionarli tutti. Con Le Ragazzine sarò arrivata ai cento e passa prima che smettessi e credo comunque che dopo un po' la pubblicazione si sia interrotta
In quel periodo leggevo anche gli Junior della Mondadori e a quell'età ero arrivata alla collana Gaia - il primo mi era stato regalato da mio padre ed era Un'ombra oltre il muro di Patrice Kindl. Ho avuto un inizio difficile con quel libro e ci ho messo mesi e mesi a leggerlo, ma ricordo chiaramente che ero finalmente immersa nella sua lettura a cavallo tra il 1999 e il 2000, proprio durante la notte nella quale tutti credevano che il mondo sarebbe finito con il Millenium Bug. L'unica cosa finita quella notte in cui non avevo ancora 11 anni è stata il libro. 
Ho amato davvero molti libri della Junior GaiaIo sono Judith di Anke de Vries su tutti - e ricordo che mi ero abbonata alla rivista MondoJunior che usciva ogni quattro mesi e la maggior parte dei libri li avevo scovati lì - con il primo numero mi avevano mandato questo librone con tutti i libri di tutte le fasce d'età pubblicati fino a quel momento ed era stato una fonte utilissima di ispirazione. 

In un mondo in cui pochissimi di quelli che conoscevo avevano un computer - una mia compagna di classe e amica a quel tempo aveva un computer con Windows 98 che ci metteva una vita ad accendersi e io ancora andavo ai corsi pomeridiani per imparare ad usarlo (il primo computer, un Windows Millennium, l'avrei avuto cominciata la prima media e quindi parliamo del settembre 2000) - e una connessione a 56K che era il massimo a cui potevi aspirare, un'altra fonte di ispirazione era il televideo della Rai. 
C'era - e c'è ancora - la sezione dei libri in cui venivano segnalate le ultime uscite più interessanti e io consultavo sempre quella per ragazzi. Alcuni dei miei libri li avevo trovati lì e in particolare ricordo Emily di Christa Laas.

E arriviamo al 2006 e ai miei 17 anni e a Twilight di Stephenie Meyer, che ho sentito nominare per la prima volta su un forum che frequentavo all'epoca su internet - appena pubblicato dalla Fazi, ancora in sordina, ancora sconosciuto. 
E così sono andata ad ordinarlo nella cartoleria dove mi procuravo anche i testi scolastici e così era stato per i primi tre volumi de Il diario del vampiro di Lisa J. Smith e la trilogia Fitzwilliam Darcy, Gentleman di Pamela Aidan - Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen rivisitato dal punto di vista di Fitzwilliam Darcy. 
Li avevo scoperti tutti su internet, mentre arrancavo faticosamente con la connessione a 56K - e se dove vivo io non c'è nemmeno adesso l'ADSL, immaginatevi dieci anni fa.
 
Ovviamente ci sono sempre e comunque stati i centri commerciali e la libreria vicina a casa dove potevo toccarli con mano e leggere le trame per vedere se scattava qualcosa che mi avrebbe spinta a portare a casa il libro con me. 
Ed è stato lì che poi ho ritrovato l'ispirazione dopo anni di blocco del lettore alla fine dell'università. 

Poi è arrivato Goodreads e un anno fa ho scoperto il mondo dei blog letterari. 
Sì, lo so, in ritardo vergognoso di anni rispetto all'inizio della festa. 


Voi direte: ma cosa c'entra con il titolo del post? 
Adesso ci arrivo, sapete che sono quella dei monologhi infiniti. 

La passione per la musica e i film l'ho sempre avuta fin da neo-adolescente, anche se ha avuto un'impennata nel periodo - durato anni - nel quale ho smesso di leggere. E anche se adesso ho ripreso con le letture, comunque non se n'è mai andata. 

E proprio perché amo la musica e i film, a volte incontro libri il cui titolo mi ricorda una canzone che amo oppure un film mi porta a scoprire un nuovo libro. 


Gli Yellowcard sono la mia band preferita, tanto che ho persino il loro simbolo tatuato sulle costole. E anche se questo pubblicato è il loro ultimo album prima dello scioglimento, continueranno a significare sempre tutto per me. 

Era il 2014 e avevo già iniziato a leggere la trilogia di House of Cards di Michael Dobbs, quando durante l'estate gli Yellowcard avevano annunciato il nuovo album in uscita ad ottobre. Il secondo singolo di Lift a Sail - pubblicato a settembre proprio come il secondo volume della trilogia, Scacco al Re - è stato Make Me So, una delle canzoni che amo di più quell'album e particolarmente significativa per motivi personali. 

Da quel momento, non solo per la concomitanza di pubblicazione del singolo e del libro, la trilogia di Michael Dobbs e quella canzone degli Yellowcard mi ricordano sempre l'una dell'altra. Vedo i libri sullo scaffale e nella mia mente parte in automatico la canzone, ascolto la canzone in casa o in macchina e immediatamente penso ai libri. Perché?
Perché i primi quattro versi della prima strofa fanno così: 

Turn around before you go
The look in your eyes is letting me know
I hear you breathing out
My house of cards is coming down

E il verso in cui sono contenute le parole "house of cards" è anche particolarmente adatto perché, proprio in Scacco al Re, Francis Urquhart subisce una bella batosta nella sua scalata al potere. 



Sempre in tema Yellowcard, per me c'è anche un altro libro legato a questa band - un libro che devo ancora leggere e che non ho ancora fisicamente tra le mie mani, anche se è molto tempo che dico di procurarmelo. Magari coglierò l'occasione e me lo faccio regalare per il mio compleanno. 

Con il libro - e la canzone - in questione andiamo molto indietro nel tempo. 
Con il libro torniamo indietro al 1949 e con la musica andiamo al 2003. 

Era l'anno di Ocean Avenue, il loro disco più famoso. 
Ma una delle tracce che non è mai stata pubblicata come singolo e che non si sente mai è la #5, Life of a Salesman.  
E a cosa è ispirata/dedicata

Life of a Salesman è ispirata a Death of a Salesman, titolo originale di Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller. 


Onestamente non so dire se da sola e libera di scegliere senza saperne nulla avrei mai preso la decisione di leggerlo, ma il fatto che gli Yellowcard ci abbiano scritto su una canzone è per me un motivo più che sufficiente. 


Come avevo scritto nel post Books About: io, i libri e.. l'inglese, ho iniziato a leggere nella suddetta lingua partendo dalle fanfiction su Archive of Our Own perché per me era più facile - un fandom che conoscevo e termini semplici.
E continuo a leggerle ancora, anche se il fandom cambia a seconda del periodo e a seconda di quello da cui sono ossessionata al momento - le prime fanfiction che ho letto in inglese sono state su Hawaii Five-0, ho ripreso brevemente Merlin dopo averne lette a centinaia in italiano su EFP, sono passata poi a Teen Wolf e lì sono rimasta per un bel po' di tempo. Poi - complice il calo di qualità della serie con la quarta stagione e una nuova ossessione - sebbene avessi già letto qualche fanfiction nel 2014, da maggio 2016 mi sono fissata stabilmente sul fandom di Captain America

E proprio in una di queste fanfiction ho trovato uno dei libri che i miei genitori mi hanno regalato il mese scorso. 


La fanfiction in questione è una sorta di what-if/missing moment post-Civil War, nella quale Steve e Bucky devono andarsene il prima possibile dalla Siberia dopo che è successo quello che è successo e non posso dirvi cosa se non avete visto il film onde evitare spoilers. A Tree Grows in Brooklyn di Betty Smith è parte integrante di questa fanfiction, non solo perché molte sue citazioni sono riportate all'interno della storia ma anche perché riporta Steve e Bucky con la mente ai tempi in cui avevano una vita pseudo-normale: il libro di Betty Smith è stato pubblicato nel 1943 ed è ambientato a Brooklyn, quartiere nel quale entrambi sono cresciuti. 
Nella fanfiction, ad un certo punto sono nascosti in una safehouse e Steve trova i libri che Bucky teneva nascosti lì e quest'ultimo gli dice che ha letto A Tree Grows in Brooklyn un paio di volte. Steve poi gli dice che ne hanno fatto un musical - cosa che Bucky non sapeva e se conoscete la storia del film e prima ancora dei fumetti, sapete perché non ne era a conoscenza - e poi confessa che l'aveva iniziato appena l'avevano scongelato, ma che non aveva proseguito. Bucky allora gli risponde di provare ancora, che è malinconico ma che ne vale la pena. 

Naturalmente questa "conversazione" e le citazioni del libro/musical e la trama che poi ho letto per intero mi hanno spinta a mettere il libro in wishlist e ogni volta che ci penso, il mio primo pensiero è sempre per Steve e Bucky e quella fanfiction. 

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E su quest'ultima malinconica nota degli anni '40 si conclude il mio post. 
E voi, avete qualcosa - una canzone, un film, un avvenimento, un fatto particolare - che vi ricorda un determinato libro? O al contrario, un libro che vi riporta alla mente altre cose per associazione? 

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