È più mia madre la lettrice di Stephen King che la sottoscritta - io ho letto solo It quando ero alle medie e Colorado Kid due o tre anni fa perché ha fatto da fonte di ispirazione alla serie televisiva Haven, pur prendendo poi quest'ultima una piega tutta sua.
Di altre sue opere ho visto i film o le serie televisive che ne sono state tratte: Shining, Il miglio verde, Misery, Dolan's Cadillac, 1408, The Dome, Carrie.
Così, quando ho prestato ad una mia amica un paio dei miei libri, lei mi ha prestato in cambio Mr. Mercedes - anche sapendo che a mia madre piacciono i romanzi di King.
Mia madre l'ha letto subito e finalmente, dopo un anno e mezzo sul ripiano di un mobile in casa mia, sono arrivata a leggerlo pure io - dovrei vergognarmi di tutto il tempo che è passato, lo so, ma a mia discolpa anche lei si è tenuta i miei libri per il medesimo tempo.
Titolo: Mr. Mercedes
Titolo originale: Mr. Mercedes
Serie: Bill Hodges Trilogy #1
Autore: Stephen King
Data di uscita: 30 settembre 2014
Data di uscita originale: 3 giugno 2014
Pagine: 480 (copertina rigida)
Editore: Sperling & Kupfer
Trama: All'alba di un giorno qualsiasi, davanti alla Fiera del Lavoro di una cittadina americana colpita dalla crisi economica, centinaia di giovani, donne, uomini sono in attesa nella speranza di trovare un impiego. Invece, emergendo all'improvviso dalla nebbia, piomba su di loro una rombante Mercedes grigia, che spazza via decine di persone per poi sparire alle prime luci del giorno. Il killer non sarà mai trovato. Un anno dopo William Hodges, un poliziotto da poco in pensione, riceve il beffardo messaggio di Mr. Mercedes, che lo sfida a trovarlo prima che compia la prossima strage. Nella disperata corsa contro il tempo e contro il killer, il vecchio Hodges può contare solo sull'intelligenza e l'esperienza per fermare il suo sadico nemico. Inizia quindi un'incalzante caccia all'uomo, una partita a scacchi tra bene e male, costruita da uno Stephen King maestro della suspense. Un thriller ad alta tensione, con due antagonisti straordinari: il sanguinario Brady - Mr. Mercedes - che ignora il significato della parola coscienza, e l'ironico Hodges, superlativo erede del Marlowe di Chandler, dolente e assetato di giustizia.
Come avevo accennato qualche settimana fa, era da parecchio tempo che non leggevo un thriller. E l'ultimo che avevo letto - Era una famiglia tranquilla di Jenny Blackhurst (recensione) - mi aveva entusiasmata tantissimo.
Mi aveva messo addosso una frenesia incredibile per la voglia di arrivare in fondo e scoprire chi ci fosse dietro. La frenesia con Mr. Mercedes non c'è stata, ma non perché non abbia apprezzato il libro bensì perché la storia si basa su stili di narrazione diversi.
Il libro inizia nell'aprile 2009, quando all'alba una Mercedes grigia travolge un centinaio di persone che aspettano l'apertura del City Center in occasione della Fiera del Lavoro - sperando di trovare un'occupazione. Chi si trova al volante dell'auto tedesca ucciderà otto persone, ne paralizzerà tre a vita e ne ferirà molte di più.
Un anno dopo il detective Bill Hodges è in pensione dopo una brillante carriera e quarant'anni di servizio, con solo pochi casi ancora irrisolti e lasciati in eredità al suo ex-partner Pete e alla sua nuova collega Isabel. Tra questi casi c'è anche quello dell'Assassino della Mercedes - come l'ha chiamato la stampa, sparito nel nulla dopo quella mattina al City Center e senza impronte digitali o DNA nella macchina che potessero ricondurre a qualcuno in particolare.
La pensione non si addice ad Hodges, ingrassato e - come tanti altri poliziotti prima di lui - depresso davanti alla televisione.
Ma ecco che una mattina con la posta e i soliti volantini di offerte, Bill riceve una lettera da qualcuno che afferma di essere l'Assassino della Mercedes - contento e tronfio e apparentemente ancora soddisfatto dal suo unico atto di violenza - il quale scrive di non aver intenzione di riprovarci e invitando velatamente Hodges a suicidarsi con la consapevolezza di non averlo scoperto e trovato.
Illuso, se spera che questo non dia una botta di vita al detective in pensione e non ne faccia dopo una questione personale.
Come dicevo, non c'è stata esattamente la stessa frenesia che ho provato con l'ultimo thriller che ho letto perché qui Mr. Mercedes ci viene subito presentato con nome, cognome, indirizzo e attività lavorativa. Quella legale, perlomeno.
E se da un lato ti manca la "caccia" con le mille ipotesi perché sai già di chi si tratta, dall'altra parte è bello vedere e sentire i suoi pensieri mentre instaura con Hodges un gioco al gatto con il topo - perché non è vero che non sente più il bisogno di riprovarci, perché non è vero che è soddisfatto, perché per quanto si dimostri sicuro di sé gli capita di perdere il controllo quando le situazioni non voltano a suo favore come avrebbe creduto e quando Hodges non reagisce affatto come si sarebbe aspettato.
E Hodges ne fa una questione personale quando ripensa alle cose che potrebbe aver tralasciato, alla proprietaria della Mercedes che forse non mentiva quando affermava di aver chiuso l'auto e non di aver lasciato la chiave nel blocco di accensione. Hodges si mette a caccia e vuole essere lui a trovarlo, senza coinvolgere la polizia. Un indizio e un collegamento alla volta, insieme a due donne estremamente testarde che vogliono giustizia per quello che Mr. Mercedes ha fatto alla loro famiglia e ad un ragazzo intelligente e ironico, Hodges si avvicina sempre di più e spera di arrivare in tempo.
È stata una lettura davvero scorrevole e il mio personaggio preferito è stato decisamente Jerome, questo diciassettenne che all'inizio si limita a tagliare il prato di Hodges ma che alla fine si rivelerà fondamentale per collegare i punti che al detective sfuggono.
Mia madre, da fan di King, continuava ad aspettarsi la svolta sovrannaturale e forse è per questo che non si è sentita tanto coinvolta come le era capitato in precedenza con gli altri suoi romanzi. Anche se alla fine mi ha detto che, da un paio di righe della trama del sequel, le è parso di capire che il sovrannaturale forse farà capolino - non lo so, io ne sono rimasta alla larga per evitare spoilers.
Ci sono molti riferimenti alla cultura pop - vengono citati James Patterson e Lee Child come scrittori, una cassiera di un supermercato legge Twilight, si parla di CSI in riferimento alle prove (non) trovate sulla Mercedes, viene citato Dexter Morgan quando si ipotizza un profilo psicologico per Mr. Mercedes.
E non sono mancate anche le auto-citazioni: una l'ho riconosciuta subito perché il libro/film in questione è famosissimo e l'ho letto e visto pure io; l'altra, sebbene non abbia letto il libro, è riferita ad un libro altrettanto famoso che ho comunque in casa.
Chiarissimo riferimento a Christine (La macchina infernale).
Ancor più chiaro riferimento a It.
Come ho detto, questo per me è solo il terzo libro di King e pur mancando la parte sovrannaturale che so distinguerlo, questo poliziesco "vecchio stile" mi è piaciuto. Anche sapendo fin dall'inizio chi sia questo Mr. Mercedes è comunque affascinante seguire la "partita" tra lui e Hodges fino alla conclusione, fino a sapere chi avrà la meglio sull'altro.
Non ha uno stile "pesante", uno di quelli che si trascinano le parole fino a farle sembrare mattoni da una tonnellata ciascuno e Hodges non è affatto un detective infallibile: commette errori che potrebbero anche assumere risvolti fatali se non fosse per le persone che gli stanno a fianco.
E ci sono scene che restano impresse perché pur mancando quel sovrannaturale capace di mettere i brividi - mia madre ha accantonato per anni Le notti di Salem perché le faceva venire gli incubi - questa è ampiamente compensata dal talento di Stephen King nello scendere dentro la più torbida psicologia umana, offrendoci uno spettacolo raccappriciante dei pensieri e delle fantasie di Mr. Mercedes mentre pianifica e vive le sue giornate, con un'assoluta mancanza di empatia e di morale da far accapponare la pelle.
E da piangere, perché non nego che ad un certo punto del romanzo ero rannicchiata in poltrona e singhiozzavo come una disperata.
Alla prima occasione mi procurerò il secondo e il terzo per concludere la trilogia, ma senza fretta: pur lasciando il lettore con il colpo di scena finale, non è qualcosa che "ommioddio, se non ho il sequel in questo istante muoio".
Non sono sempre melodrammatica, a dispetto di quanto dica mia madre.
Titolo originale: Mr. Mercedes
Serie: Bill Hodges Trilogy #1
Autore: Stephen King
Data di uscita: 30 settembre 2014
Data di uscita originale: 3 giugno 2014
Pagine: 480 (copertina rigida)
Editore: Sperling & Kupfer
Trama: All'alba di un giorno qualsiasi, davanti alla Fiera del Lavoro di una cittadina americana colpita dalla crisi economica, centinaia di giovani, donne, uomini sono in attesa nella speranza di trovare un impiego. Invece, emergendo all'improvviso dalla nebbia, piomba su di loro una rombante Mercedes grigia, che spazza via decine di persone per poi sparire alle prime luci del giorno. Il killer non sarà mai trovato. Un anno dopo William Hodges, un poliziotto da poco in pensione, riceve il beffardo messaggio di Mr. Mercedes, che lo sfida a trovarlo prima che compia la prossima strage. Nella disperata corsa contro il tempo e contro il killer, il vecchio Hodges può contare solo sull'intelligenza e l'esperienza per fermare il suo sadico nemico. Inizia quindi un'incalzante caccia all'uomo, una partita a scacchi tra bene e male, costruita da uno Stephen King maestro della suspense. Un thriller ad alta tensione, con due antagonisti straordinari: il sanguinario Brady - Mr. Mercedes - che ignora il significato della parola coscienza, e l'ironico Hodges, superlativo erede del Marlowe di Chandler, dolente e assetato di giustizia.
Come avevo accennato qualche settimana fa, era da parecchio tempo che non leggevo un thriller. E l'ultimo che avevo letto - Era una famiglia tranquilla di Jenny Blackhurst (recensione) - mi aveva entusiasmata tantissimo.
Mi aveva messo addosso una frenesia incredibile per la voglia di arrivare in fondo e scoprire chi ci fosse dietro. La frenesia con Mr. Mercedes non c'è stata, ma non perché non abbia apprezzato il libro bensì perché la storia si basa su stili di narrazione diversi.
Il libro inizia nell'aprile 2009, quando all'alba una Mercedes grigia travolge un centinaio di persone che aspettano l'apertura del City Center in occasione della Fiera del Lavoro - sperando di trovare un'occupazione. Chi si trova al volante dell'auto tedesca ucciderà otto persone, ne paralizzerà tre a vita e ne ferirà molte di più.
Un anno dopo il detective Bill Hodges è in pensione dopo una brillante carriera e quarant'anni di servizio, con solo pochi casi ancora irrisolti e lasciati in eredità al suo ex-partner Pete e alla sua nuova collega Isabel. Tra questi casi c'è anche quello dell'Assassino della Mercedes - come l'ha chiamato la stampa, sparito nel nulla dopo quella mattina al City Center e senza impronte digitali o DNA nella macchina che potessero ricondurre a qualcuno in particolare.
La pensione non si addice ad Hodges, ingrassato e - come tanti altri poliziotti prima di lui - depresso davanti alla televisione.
Ma ecco che una mattina con la posta e i soliti volantini di offerte, Bill riceve una lettera da qualcuno che afferma di essere l'Assassino della Mercedes - contento e tronfio e apparentemente ancora soddisfatto dal suo unico atto di violenza - il quale scrive di non aver intenzione di riprovarci e invitando velatamente Hodges a suicidarsi con la consapevolezza di non averlo scoperto e trovato.
Illuso, se spera che questo non dia una botta di vita al detective in pensione e non ne faccia dopo una questione personale.
Come dicevo, non c'è stata esattamente la stessa frenesia che ho provato con l'ultimo thriller che ho letto perché qui Mr. Mercedes ci viene subito presentato con nome, cognome, indirizzo e attività lavorativa. Quella legale, perlomeno.
E se da un lato ti manca la "caccia" con le mille ipotesi perché sai già di chi si tratta, dall'altra parte è bello vedere e sentire i suoi pensieri mentre instaura con Hodges un gioco al gatto con il topo - perché non è vero che non sente più il bisogno di riprovarci, perché non è vero che è soddisfatto, perché per quanto si dimostri sicuro di sé gli capita di perdere il controllo quando le situazioni non voltano a suo favore come avrebbe creduto e quando Hodges non reagisce affatto come si sarebbe aspettato.
E Hodges ne fa una questione personale quando ripensa alle cose che potrebbe aver tralasciato, alla proprietaria della Mercedes che forse non mentiva quando affermava di aver chiuso l'auto e non di aver lasciato la chiave nel blocco di accensione. Hodges si mette a caccia e vuole essere lui a trovarlo, senza coinvolgere la polizia. Un indizio e un collegamento alla volta, insieme a due donne estremamente testarde che vogliono giustizia per quello che Mr. Mercedes ha fatto alla loro famiglia e ad un ragazzo intelligente e ironico, Hodges si avvicina sempre di più e spera di arrivare in tempo.
È stata una lettura davvero scorrevole e il mio personaggio preferito è stato decisamente Jerome, questo diciassettenne che all'inizio si limita a tagliare il prato di Hodges ma che alla fine si rivelerà fondamentale per collegare i punti che al detective sfuggono.
Mia madre, da fan di King, continuava ad aspettarsi la svolta sovrannaturale e forse è per questo che non si è sentita tanto coinvolta come le era capitato in precedenza con gli altri suoi romanzi. Anche se alla fine mi ha detto che, da un paio di righe della trama del sequel, le è parso di capire che il sovrannaturale forse farà capolino - non lo so, io ne sono rimasta alla larga per evitare spoilers.
Ci sono molti riferimenti alla cultura pop - vengono citati James Patterson e Lee Child come scrittori, una cassiera di un supermercato legge Twilight, si parla di CSI in riferimento alle prove (non) trovate sulla Mercedes, viene citato Dexter Morgan quando si ipotizza un profilo psicologico per Mr. Mercedes.
E non sono mancate anche le auto-citazioni: una l'ho riconosciuta subito perché il libro/film in questione è famosissimo e l'ho letto e visto pure io; l'altra, sebbene non abbia letto il libro, è riferita ad un libro altrettanto famoso che ho comunque in casa.
"La Mercedes grigia era incautamente posteggiata di traverso in mezzo a due di quelli. Quando Hodges e Huntley giunsero sul posto, ci trovarono cinque volanti, due incollate muso contro muso dietro il paraurti posteriore dell'auto; forse i poliziotti di pattuglia si aspettavano che la grande berlina grigia si mettesse in moto da sola, come la vecchia Plymouth di quel film dell'orrore, cercando di fuggire via in retromarcia."
Chiarissimo riferimento a Christine (La macchina infernale).
"Sul sedile di pelle era appoggiata una maschera di gomma, di quelle che ti infili sulla testa. Ciuffi di capelli arancione da clown spuntavano dalle tempie come un paio di corna. Il naso era rosso e bitorzoluto. Senza nessuno ad indossarla, il sorriso color ciliegia si era trasformato in una smorfia.
«Mi mette i brividi. Hai mai visto quel film per la tivù con il pagliaccio nascosto nelle fogne?»
Hodges scosse il capo. In seguito, qualche settimana prima della pensione, se ne comprò una copia in DVD. Pete aveva ragione. La maschera era molto simile alla faccia di Pennywise, il cattivo della situazione."
Ancor più chiaro riferimento a It.
Come ho detto, questo per me è solo il terzo libro di King e pur mancando la parte sovrannaturale che so distinguerlo, questo poliziesco "vecchio stile" mi è piaciuto. Anche sapendo fin dall'inizio chi sia questo Mr. Mercedes è comunque affascinante seguire la "partita" tra lui e Hodges fino alla conclusione, fino a sapere chi avrà la meglio sull'altro.
Non ha uno stile "pesante", uno di quelli che si trascinano le parole fino a farle sembrare mattoni da una tonnellata ciascuno e Hodges non è affatto un detective infallibile: commette errori che potrebbero anche assumere risvolti fatali se non fosse per le persone che gli stanno a fianco.
E ci sono scene che restano impresse perché pur mancando quel sovrannaturale capace di mettere i brividi - mia madre ha accantonato per anni Le notti di Salem perché le faceva venire gli incubi - questa è ampiamente compensata dal talento di Stephen King nello scendere dentro la più torbida psicologia umana, offrendoci uno spettacolo raccappriciante dei pensieri e delle fantasie di Mr. Mercedes mentre pianifica e vive le sue giornate, con un'assoluta mancanza di empatia e di morale da far accapponare la pelle.
E da piangere, perché non nego che ad un certo punto del romanzo ero rannicchiata in poltrona e singhiozzavo come una disperata.
Alla prima occasione mi procurerò il secondo e il terzo per concludere la trilogia, ma senza fretta: pur lasciando il lettore con il colpo di scena finale, non è qualcosa che "ommioddio, se non ho il sequel in questo istante muoio".
Non sono sempre melodrammatica, a dispetto di quanto dica mia madre.
e ½
Che devo fare io con King? Dargli un'altra chance - magari completando Le notti di Salem fermo da tre anni sulla libreria - o rinunciare completamente? Questo è il dilemma!
RispondiEliminaAhahaha! Mia madre l'ha lasciato in sospeso per anni prima di trovare il coraggio di finirlo perché le faceva impressione il vampiro.
EliminaSe vuoi riprovare con King e restare nel sovrannaturale, magari prova Shining o Carrie o addirittura Christine.
Altrimenti, se vuoi provare ad allontanarti dal sovrannaturale, puoi dare una chance a questo oppure mia madre dice che di non-sovrannaturale c'è anche Uscita per l'inferno. :)
Ehilà :D
RispondiEliminaPurtroppo non ho mai letto nulla di King, ma dovrò farlo un giorno.
Quando hai detto che vediamo anche l'assassino, ho subito pensato a Dexter, essendo una tecnica che mi ispira tantissimo (top il fatto che lo citaa). Adoro leggere la mente dei personaggi, in particolare i cattivi, e probabilmente questo fa al caso mio! L'essere una trilogia mi ha un po' frenata, ma se un giorno avrò tempo ci darò una possibilità! Intanto me lo segno *^*
A presto :D
-G
Ahaha, infatti ad un certo punto spiega anche le differenze che esistono - psicologicamente parlando - tra Dexter e Mr. Mercedes.
EliminaSe un giorno lo leggerai, fai un fischio! :)
Mi piace molto la recensione che hai fatto di questo libro! Io non l'ho recensito quando l'ho letto, ma credo che sarei arrivata a 4 stelline: ho amato il modo in cui è riuscito a costruire i diversi personaggi in modo magistrale (a mio gusto) tutti i loro tratti caratteriali, psicologici, che si scoprono pagina dopo pagina.
RispondiEliminaAmmetto che sono stata indecisa sulla valutazione: come te ho amato la costruzione dei personaggi - che ho trovato magistrale - e sono tutti diversi e approfonditi.
EliminaMa credo che alla fine abbia prevalso la sensazione di pathos che mi è stata trasmessa: amo fare mille ipotesi su chi possa essere il colpevole e sapendo già chi è Mr. Mercedes fin dall'inizio - pur apprezzandolo davvero e rabbrividendo per il modo in cui Stephen King l'ha sviscerato - mi è mancata un po' la sensazione della "caccia" mia personale all'assassino. >.<
Grazie comunque, Connor! :)
Ciao Alice
RispondiEliminaIl mio rapporto con King è complicato all'ennesima potenza. Se da una parte amo tutti i suoi vecchi lavori (o quasi tutti), dall'altra non riesco a "farmi" venire l'entusiamo per leggere i nuovi e ogni volta che leggo una recensione "meh", quella voglia si allontana ancora di più, diventa un puntino lontano lontano >.<
Magari non è il momento giusto, forse tra un paio d'anni sentirai l'ispirazione. Anche io ho due romanzi di uno scrittore che amo, ma che sono in pausa da parecchio sullo scaffale perché non me la sento adesso.
EliminaNon demordere - o magari semplicemente non è destino, può capitare! >.<
Ciao! :D
RispondiEliminaScusami per il disturbo, volevo invitarti al TOTO-OSCAR che anche quest'anno torna su Stories: in palio due ebook!
Ecco il link:
http://storiesbooksandmovies.blogspot.it/2017/01/toto-oscar-2017-nominations-pronostici.html
Grazie dell'invito! :)
EliminaCi devo ragionare su a proposito delle nomination prima di mettere giù le mie scelte definitive. >.<
Ciao! Io questo libro l'ho molto amato ed è stata una sorpresa, perché mi aspettavo qualcosa di diverso (venato per l'appunto di horror). Eppure quando King descrive la morte del fratellino di Mr Mercedes ho sentito una sensazione di grandissimo disagio: come se il male potesse insinuarsi nella vita di ognuno di noi e travolgerla, rendendola un incubo.
RispondiEliminaNon leggo mai i libri di una serie di seguito, proprio per non cadere nel rischio assuefazione....ma mi fa piacere sapere che Hodges e Jerome mi stanno aspettando.
Lea
Ciao Lea!
EliminaInfatti è stato proprio mentre leggevo quella scena che mi sono ritrovata a piangere fiumi di lacrime - mi ha davvero fatta star male.
Di solito anche io aspetto prima di leggere un sequel - ho il capitolo finale di una trilogia che mi aspetta da più di un anno, ma in quel caso è colpa mia: mi sono spoilerata una cosa per errore e sto aspettando di dimenticarla! >.<