venerdì 31 luglio 2020

[Recensione] "The Way It Hurts" di Patty Blount

Ultimo (torrido) giorno di luglio e spero davvero che domenica ci sia un temporale come promesso dalle previsioni meteo perché io e il caldo umido e soffocante proprio non siamo compatibili - e mi sta antipatico anche perché rallenta i miei ritmi di lettura. 

E li rallenterà anche, ma perlomeno sono riuscita a concludere il libro prima della fine del mese e a portarvi la recensione sul blog prima del recap domani.


Titolo: The Way It Hurts
Autrice: Patty Blount
Data di uscita: 1 agosto 2017
Durata: 10H 3Min (Storytel Edition)
Editore: Sourcebooks Fire
Link Amazon: https://amzn.to/2WEUYgw

Trama [tradotta da me]: Potranno anche esserci due versioni per ogni storia, ma qualche volta c'è solo un modo per mettere le cose a posto…

La musica è tutta la vita di Elijah - la sua band ha un suono forte e duro e lui farebbe di tutto per arrivare a sfondare. Ha bisogno del successo per aiutare i suoi genitori a prendersi cura di sua sorella - che ha bisogno di attenzioni speciali - quindi preferirebbe passare il tempo a provare nel suo garage invece di farsi trascinare dai suoi amici ad un musical nella città vicina…fino a quando la protagonista non inizia a cantare.

Kristen sogna una carriera sul palcoscenico come quella di sua nonna. Sa che ha bisogno di una marcia in più per entrare nei programmi di teatro più competitivi—ed essere la star del musical scolastico non è abbastanza e gli applausi e l'attenzione la incoraggiano soltanto a lavorare ancora più duramente.

Elijah non riesce a staccare gli occhi dalla performance di Kristen e le scatta una foto con il costume di scena che mette poi online con un commento che tutti fraintendono. Diventa virale. Improvvisamente, Elijah e Kristen hanno dei nuovi riflettori puntati addosso mentre le reazioni negative online sfuggono al loro controllo. E le conseguenze sono ancora più grandi di quanto entrambi avrebbero potuto immaginare perché quelle minacce non restano online…li seguono nella vita reale.


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La trama è leggermente fuorviante, ma questo non è il primo libro che leggo di Patty Blount - quindi sapevo già a cosa sarei andata incontro. 

Ho letto Some Boys due anni fa e vi è mai capitato di sfogliare cosi tante pagine e parti di un libro da avere quasi l'impressione di averlo letto senza averlo effettivamente fatto? Questo è il mio caso con Someone I Used to Know - non l'ho ufficialmente letto e quindi non esiste una recensione da nessuna parte, ma un giorno ero curiosa e ho cominciato a sfogliarlo finendo per leggerne così tanto da sapere la storia molto più che a grandi linee. 

Quindi so come l'autrice si comporta con i suoi personaggi maschili - so come te li fa odiare prima di far vedere loro la luce in merito ai propri errori e portarli poi alla redenzione. Questo però mi è piaciuto meno degli altri due. 


Elijah Hamilton (seriamente, le mie ossessioni mi seguono oppure il destino e le sue coincidenze si divertono a farsi grasse risate alle mie spalle o forse sono io che ho una mira particolare) suona in una band hard-rock/metal insieme ai suoi amici Sam e Nick. Vuole sfondare a tutti i costi perché vede come i suoi genitori stiano facendo fatica a prendersi ancora cura di Anna, la sua sorellina autistica, e pensa che se riuscisse a diventare famoso e a guadagnare abbastanza soldi, allora potrebbe permettersi delle persone specializzate a casa per Anna invece di doverla rinchiudere in un istituto. Elijah vuole la fama, ma i followers sui social network, sul canale YouTube e sul sito The Beat - dove la band posta i propri pezzi per sentire l'apprezzamento o le critiche degli altri utenti - ancora non sono tanti quanti Elijah vorrebbe. 

Una sera viene trascinato ad un musical scolastico che mette in scena Cats e al quale partecipa la ragazza di Nick, ma non è Leah a catturare la sua attenzione - è invece la ragazza che interpreta The White Cat, che non solo ha un corpo da urlo, ma anche una voce che colpisce Elijah dritto allo stomaco e gli fa capire che ai Ride Out serve una presenza femminile con quella voce lì per sfondare. 
Quella ragazza è Kristen Cartwright, ma ancora durante lo spettacolo Elijah le scatta una foto in costume - costume che mette molto in evidenza il seno - la mette su Twitter così: Wanna make her scream. #CatCall

Ora, Elijah intendeva un urlo metal/screamo - come tanti di quelli presenti nelle canzoni che ascolto. Non vi devo dire io però come la sua affermazione - accompagnata alla foto - può essere equivocata e non vi devo dire io che il cat-calling (che lui invece usa come gioco di parole) viene invece inteso dal pubblico online come un invito alle molestie verbali nei confronti di Kristen. 

Dopo lo spettacolo, Elijah e Kristen si incontrano e lui le chiede di unirsi alla sua band. Kristen dapprima rifiuta perché la musica di Elijah non è proprio il suo genere, ma sua nonna Etta - anche a seguito del rifiuto al programma estivo della Tisch - la esorta ad accettare, convinta che la sua presenza in una rock band le darà quel mordente in più necessario ad essere ammessa al conservatorio. 

Ma non è tutto rose e fiori: Sam non tollera la sua presenza e non vuole condividere la ribalta, convinto che la presenza di "Yoko" porterà alla rovina la band; Kristen stessa, quando scopre che Elijah è l'autore di quei testi misogini che lei ha tanto criticato su The Beat e che è l'autore di quel tweet diventato virale, ha dei ripensamenti - scegliendo poi di dar vita all'hashtag #KrisVsEli per sfruttarlo e ottenere entrambi ciò che vogliono. 

Ma si sa come funziona su Twitter: i troll si moltiplicano anche se li ignori e, quando li ignori, a volte possono diventare molto pericolosi. 


Sapevo già che avrei odiato Elijah - almeno all'inizio. 
Patty Blount scrive così i suoi personaggi maschili: li rende ciechi di fronte ai problemi che una donna deve affrontare e pian piano cerca di farli redimere. 

Elijah scrive un tweet che neanche si rende conto di quanto può essere frainteso e lui stesso, tacendo credendo che sia il modo migliore per far sparire i leoni da tastiera, con il silenzio alimenta tutto l'odio online che non vuole una ragazza in una band metal, che le dice di tornarsene a fare musical e di lasciare la vera musica agli uomini, che commenta in maniera indecente il suo corpo e che la oggettifica, che vuole farla "urlare" in altri modi che vanno ben oltre un grido screamo in una canzone, che arrivano a minacciarla di stuprarla in nome della lealtà ad Elijah e alla band - perché quella battaglia #KrisVsEli che tra loro era nata quasi per scherzo in relazione alle loro diverse visioni musicali, per il mondo online invece ha assunto un significato molto più serio. 

Elijah pensa solo ai numeri - alle statistiche dei video della band, ai followers che aumentano, alla condivisioni e ai retweets. Anche a fronte di Kristen che gli dice di essere preoccupata, di avere paura, di temere di essere aggredita (di nuovo), lui sminuisce la cosa dicendo che è qualcosa con cui si deve scendere a patti quando si diventa famosi - gli schiaffoni che non gli avrei dato. 
E questo perché è il primo che ah, sì, che bella voce Kristen, ma caspita che tette

Quindi sì, sapevo che avrei avuto dei problemi con Elijah - è una cosa che do per scontata con questa autrice. Quello che non mi aspettavo è che invece avrei avuto qualche problema anche con Kristen. 
Questo perché Kristen è la prima a fare ogni tanto dello slut-shaming quando la fama porta Elijah ad essere riconosciuto e avvicinato da altre ragazze e la gelosia prende il sopravvento. Che poi anche Kristen fa il bello e il cattivo tempo: teme di non essere lì solo per la sua voce quando Elijah le fissa il seno e si arrabbia, Elijah non ci prova perché l'ha promesso e Kristen si arrabbia perché lui non si fa avanti, Elijah tenta di consolarla dopo che una tragedia famigliare l'ha colpita duramente e lei si arrabbia perché pensa che lui in quel momento ci stia provando e via di questo passo. 

Ci sono indubbiamente temi importanti contenuti in questo libro ma, sebbene Elijah mi abbia fatta arrabbiare e mi sia anche spaventata per Kristen, devo dire che questo libro non mi ha presa "visceralmente" quanto gli altri due dell'autrice passati per le mie mani - stavolta mi è mancato "qualcosa". 

Però quest'autrice mi piace tanto - ne ho minimo altri tre di romanzi suoi che voglio leggere - perché prende un argomento sociale e poi lo sviscera. Con gli altri due era lo stupro e il non essere creduta (con il secondo che approfondiva ancora di più il tradimento da parte della famiglia), qui invece si parla di come 140 caratteri possano dare il via ad una serie di fraintendimenti e minacce - come 140 caratteri trasformino una frase che magari era detta con le migliori intenzioni in un'onda anomala incontrollabile. 

Patty Blount insegna ad Elijah cose che un uomo non può capire e non capirà forse mai perché se sono gli uomini a postare cose negative a loro non succede niente, ma se invece è una donna a criticare qualcosa subito si passa alle minacce di stupro e a tanto altro schifo online. E ho apprezzato anche il fatto che sia stata una "nemica" di Kristen - una che non si era astenuta da battute al limite dello slut-shaming nei confronti di Kristen - a far capire ad Elijah ciò che le donne sono costrette a subire quando vengono viste solo come un oggetto. 

Insomma, come "performance" dei personaggi - tanto per restare in tema - ho trovato The Way It Hurts inferiore rispetto a Some Boys e Someone I Used to Know, ma resta comunque un libro che merita e deve essere letto. 

mercoledì 29 luglio 2020

WWW.. Wednesday! #202

Grazie per i vari auguri che mi avete fatto in merito alla visita - ma chi è che tra sei mesi dovrà subire un piccolo intervento in anestesia locale? 
La qui presente - che ovviamente è già nel panico. No, ma sul serio..
Ormai tra tutti gli interventi della mia vita e le cicatrici e i punti di sutura, quand'è che finalmente vinco un premio? Mi sembra di meritarmelo, a questo punto.

Ieri comunque sono andata in città - e a parte un po' la mattina, non sono per niente andata avanti con il libro che sto ascoltando - e mi sembra ormai chiaro che, lasciata libera di scorrazzare in libreria, io faccio danni. 
Per esempio potrei aver comprato l'ennesima copia di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen - ma la cover era così bellina e io sono debole.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
Di portato a termine questa settimana c'è solo All the Pretty Things di Emily Arsenault, che ha deluso le mie aspettative perché sembrava promettere inquietudine e forse anche un po' di horror e invece niente - si capisce già tutto al terzo capitolo. Recensione QUI.
 
 
 
What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)
 
 
Quattro ore ascoltate e ancora sei mancanti per The Way It Hurts di Patty Blount, che penso risulterà essere inferiore rispetto a quanto ho già letto dell'autrice. Poi il caldo inizia a farsi umido e appiccicoso e, se devo essere sincera, la mia voglia di leggere è un po' sotto i piedi - in generale eh, non c'entra niente il libro in sé.



What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)

 
In programma c'è sempre By the Book di Amanda Sellet e poi ci riproviamo con il mystery/thriller young adult con This Lie Will Kill You di Chelsea Pitcher - di cui in realtà è da una vita che mi ripropongo di leggere un suo romanzo. Sul serio - è da quando mi sono iscritta nel 2013 su Goodreads che dico di voler leggere The S-Word e ancora non l'ho fatto. Sono pessima, lo so. 
 
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Questo ultimo WWW Wednesday di luglio è alquanto scarno, me ne rendo conto - ma il caldo mi ammazza e come ho fatto ieri a girare in città senza sciogliermi (e soprattutto senza bruciarmi) è ancora un mistero. 
Ditemi se voi invece riuscite a leggere indipendentemente dalla temperatura o se siete come me e vorreste sdraiarvi sul pavimento fino a che non torna tutto tollerabile o vivere sotto l'acqua fredda della doccia - se questo però non comportasse una bolletta astronomica e soprattutto un danno all'ambiente. 
Io nel frattempo provo a continuare la lettura, ma non mancherò di rispondere ai vostri commenti oppure di passare dal vostri blog se mi lasciate il link del post.

martedì 28 luglio 2020

[English Review] "The Mall" di Megan McCafferty | Blogtour

L'avete letta in italiano ad inizio mese in anteprima, oggi invece il libro esce ufficialmente negli USA ed è anche il giorno in cui pubblico la recensione in inglese in occasione del blogtour. 


 
 
First of all, thanks to Meghan from Wednesday Books for sending me via NetGalley an eARC in exchange for a honest review.
You have to know English isn’t my first language, so feel free to correct me if I make some mistakes while writing this review.



Title: The Mall
Author: Megan McCafferty
Publication Date: July 28th 2020
Pages: 320
Publisher: Wednesday Books
Amazon
Link: https://amzn.to/3ig6kAM

Plot: The year is 1991. Scrunchies, mixtapes and 90210 are, like, totally fresh. Cassie Worthy is psyched to spend the summer after graduation working at the Parkway Center Mall. In six weeks, she and her boyfriend head off to college in NYC to fulfill The Plan: higher education and happily ever after.

But you know what they say about the best laid plans...

Set entirely in a classic “monument to consumerism,” the novel follows Cassie as she finds friendship, love, and ultimately herself, in the most unexpected of places.



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Cassandra Worthy is hit by a bad case of mononucleosis at the beginning of summer that even makes her skip the prom and the graduation ceremony - but it's just a small accident on the way in a plan that involves much bigger and more interesting things than two high school passage rites.

The day she is ready to go back to work at the mall, however, everything changes when her boyfriend of two years Troy gives her the cold shoulder and the she's almost suffocated to death by a cucumber-melon body spray that a sort of demon came out of hell - aka Helen, which apparently has replaced her in her own relationship and at work - sprayed on her as a petty joke.
With no more boyfriend and employment - no more Plan - Cassie feels lost and without direction; things even get worse when her parents also give her news that challenges everything she has always thought about the relationship between her parents.

It's not easy to start over - especially when the summer has already started and only a few places are still looking for staff. Even less easy is when you make a list of the mall's stores and the jobs you can do and as a rating scale to compare them you use the "attractiveness" of the male characters of 90210.
It doesn't help the guy from the music store who makes fun of you just when you're having the worst time and then you burst into tears right in front of your ex-best friend's mother - but hey, in the end it's Gia Bellarosa who offers to hire you, albeit under the bewildered and wary eyes of her daughter Drea, and Gia's boutique is so beyond that it cannot even be classified according to the lineup of 90210.

This is an opportunity to start again, perhaps to find a lost friendship, to learn to flirt and let go, to exchange pungent jokes with the boy from the music store and also to participate in a treasure hunt that begins in the basement of the mall.

Maybe not sticking to the Plan can also lead to great results.


So, we had a good start, then in the second part we went a little downhill.


I was very excited by the beginning: the 90s atmosphere, Cassie's cynical and caustic jokes, her melodramatic way of telling Helen's attack on her, the sudden but always worthy appearances of Zoe Gomez - who later turns out to be a sort of feminist "vigilante".

The reconstruction of the friendship with Drea is something hard and awkward at the beginning and although it was Drea who stopped being her friend seven years earlier, in the end it's Drea who decides to involve Cassie in the treasure hunt and that pushes her to be who she should always have been - and with statement Cassie will understand that two years with Troy, in an almost imperceptible way, have clipped her wings a little at a time.

However, Cassie never stops saying she's going to leave in a few weeks, that she's only keeping herself busy before she begins her real life in New York - getting on my nerves and on everyone's around her.
At one point, Cassie believes she's the only one smart enough to go to college - especially since, perhaps unconsciously or perhaps not, she doesn't pay enough attention to Drea and her dreams and almost tramples on them mercilessly.

Cassie made me very angry in those moments, belittling the work of those who work inside a shopping center and those who - by choice or not - decide to not move to a big city.

I've always said that characters similar to me I either love them or hate them and this was the second case because it was precisely my similarities with Cassie that made me feel angry at her.
Because I too had dreams of glory, because I too would have liked to live in a city, because I too have a degree but I am still unemployed here at the moment, because I too - unfortunately - evaluate work based on how "cool" they could be, but I still worked the same in a shopping center last year and in the past years I had a job where I worked every day in summer without ever stopping because here we rely on tourism to get by.
But I never would have dreamed of stepping on other people's dreams believing myself more intelligent or capable because I know I'm not.

The story takes place in a month and a half, so don't expect great insights - it's a story with characters that remain quite shallow and Cassie herself and the boy from the music store don't share their name with each other
except at the end despite several interactions, so much so that I asked myself more than once in the course of the reading if the name with which Cassie called him was not really the correct one and I had missed the presentations along the way.

Although the second part is not up to the first - and this is attributable to Cassie and her selfishness - it's still a book that gives great importance to women, their intelligence and their ability to rebuild a life starting from scratch without the need of Prince Charming to come and save them because they really can do it alone.
And it's true that it's also a slightly light and shallow book, but it's fluid thanks to its short chapters and is perfect for the summer - above all it's ideal if you are stuck in a slump like I was before reading it - because it's fun without wanting to be it at all costs and although I was born in 1989 (so I lived the 90s only in part), I found in this book all that distinguished them and all that was important for teenagers at the time.


lunedì 27 luglio 2020

What's on my bedside table? #77 | "The Way It Hurts" di Patty Blount

Ultimo lunedì di luglio e anche secondo anniversario della mia ultima operazione chirurgica e quale occasione migliore se non piazzarci proprio oggi un'altra visita all'ospedale - anche se per un motivo per niente correlato? 

Ecco, insomma, questo per dire che forse oggi il tempo per leggere non sarà tanto e sarà la medesima cosa anche domani perché dovrò tornare in città - ma stavolta è mio padre che ha una visita.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"The Way It Hurts" di Patty Blount
Invece di uscite abbastanza recenti sono tornata un po' indietro nel tempo perché, se non ricordo male, questo libro è del 2017.


SONO A... 
Pagina a 2H e 32Min. Sono ancora abbastanza all'inizio perché mi mancano ancora sette ore e mezzo di audiolibro e quello che ho ascoltato rappresenta circa il 25% del romanzo. Mi sembra ancora presto per esprimermi - ho già letto altro dell'autrice e ho un'idea del modo in cui si comporta con i suoi personaggi maschili, vediamo se anche questo è il caso.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... quello che ho letto dell'autrice mi è piaciuto e voglio recuperare altri suoi libri.

venerdì 24 luglio 2020

[Recensione] "All the Pretty Things" di Emily Arsenault

Avrei dovuto scriverla ieri sera perché andasse online questa mattina, ma ehm... mi sono persa dentro il tunnel della mia ultima ossessione. 

E niente, quindi siamo qui adesso mentre fuori si sta calmando tutta la pioggia che fino a poco si è abbattuta su casa mia e speriamo si plachi del tutto perché indovinate chi dovrebbe uscire per andare a fare apericena con le sue amiche?


Titolo: All the Pretty Things
Autrice: Emily Arsenault
Data di uscita: 17 marzo 2020
Durata: 9H 21Min (Storytel Edition)
Editore: Delacorte Press
Link Amazon: https://amzn.to/3evWtnt

Trama [tradotta da me]: Per i fans di Sadie e The Cheerleaders arriva un nuovo thriller su un ragazzo trovato morto in circostanze sospette e sulla ragazza che potrebbe essere la chiave per risolvere il mistero della sua morte.

Per Ivy, l'estate significa la stagione delle montagne russe e della macchina dello zucchero filato al parco divertimenti Fabuland e trascorrere il tempo con la sua migliore amica, Morgan. Ma quest'estate è diversa.

Una mattina Morgan trova un corpo senza vita. Si tratta del loro ex-compagno di classe e collega Ethan. A peggiorare le cose c'è che Morgan viene portata nell'ala psichiatrica dell'ospedale pochi giorni più tardi e non dice molto--nemmeno ad Ivy.

La polizia afferma che Ethan semplicemente è stato vittima di una brutta caduta, ma Ivy non ne è convinta e capisce che tocca a lei trovare le risposte. Quello che scopre è inquietante--è chiaro che alcune persone non sono oneste a proposito dell'ultima sera di Ethan a Fabuland. Inclusa Morgan. E più segreti Ivy scopre, più si avvicina al portare alla luce oscure verità che cambieranno la sua vita per sempre.



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Io dovrei smetterla di prendere per vera la frase "per i fans di Sadie" - affibbiata ormai ad ogni mystery young adult che esce - perché alla fine si rivela sempre una bufala. 
E Little Monsters ce l'ho in TBR e The Cheerleaders è in wishlist e comunque è passato un bel po' di tempo da quando ho letto The Darkest Corners di Kara Thomas, ma lo ricordo molto più coinvolgente e soprattutto mystery.


Figlia di genitori divorziati, Ivy era in vacanza con sua madre dai suoi nonni in North Carolina quando rimane scioccata nel sentire la sua migliore amica Morgan che le comunica tramite cellulare di aver trovato un corpo sulla strada che normalmente percorre per andare al lavoro. 
Si tratta di Ethan, un ragazzo loro coetaneo con la sindrome di Down, compagno di scuola e collega di lavoro al parco divertimenti Fabuland - di cui il padre di Ivy è proprietario da un paio di anni. Di solito Ethan non girava mai da solo, era sempre accompagnato all'andata o al ritorno da qualcuno dei suoi cugini - anche loro assunti a Fabuland durante la stagione estiva. Perché allora stava girando da solo di notte per tornare a casa? 

Nel tragitto tra l'aeroporto e casa, il padre di Ivy la informa che Morgan è scomparsa e questo non fa che crescere l'ansia in Ivy perché - dopo averle detto di doverle confidarle qualcosa accaduto la notte in cui Ethan è morto - la sua migliore amica aveva smesso di rispondere a chiamate e messaggi già da tre giorni. 

Morgan viene trovata in cima alla ruota panoramica, dopo essercisi arrampicata e averci passato tutta la notte - e in un terribile stato. Alterna sguardo vitreo a urla quando qualcuno si avvicina e solo Ivy - sebbene abbia paura dell'altezza - riesce a convincerla a scendere. Prima che Morgan venga portata via per essere ricoverata nell'ala psichiatrica dell'ospedale per una valutazione, lascia Ivy con una frase criptica e la sensazione che forse quella di Ethan non è stata soltanto una caduta accidentale. 


Personalmente ho trovato la cover molto inquietante fin dall'inizio - e poi insomma, i parchi divertimenti secondo me si prestano benissimo all'horror e la frase che Morgan sussurra ad Ivy prima di farsi convincere a scendere dalla ruota panoramica poteva anche suggerire un twist sovrannaturale alla storia. 

Niente di tutto questo. 

Non c'è nulla di spaventoso in Morgan che viene ricoverata nell'ala psichiatrica dell'ospedale - resta lì per qualche giorno e poi torna a casa, rifiuta di vedere Ivy dopo che questa tramite messaggio le dice che vuole parlare di Ethan e degli ultimi giorni di lavoro di Morgan a Fabuland e per il resto non interagiscono più se non verso la fine. 

Ivy comincia ad indagare perché le frasi di Morgan sembravano suggerire che ci fosse altro dietro la morte di Ethan, ma non riesce a spiegarsi cosa visto che Ethan era amato da tutti - e questo all'autrice devo concederlo perché ha creato un ambiente super-inclusivo in quanto Ethan, anche se affetto dalla sindrome di Down, non veniva mai rifiutato o lasciato in disparte oppure preso di mira. 
Ivy comincia a fare domande in giro, a chiedere a chi lavorava quel giorno a Fabuland e aveva il turno di chiusura, a chiedersi perché così tanti turni venivano cancellati all'improvviso ed effettuate sostituzioni dell'ultimo minuto e si scontra con tanti muri di risposte criptiche e sguardi sospettosi e diffidenti - in parte perché fin da piccola non è mai riuscita a legare con gli altri e in parte perché figlia del capo, un uomo assolutamente insopportabile che ho detestato con tutte le mie forze. 

Ivy fa domande in giro in assoluta tranquillità, senza pensare di mascherare almeno un po' il suo intento nel caso la morte di Ethan non sia stata davvero accidentale - roba che volevo prenderla per le spalle e darle una scossa per rendersi conto di quanto fosse ingenua. E santo cielo, se è ingenua - voglio dire, quasi all'inizio assiste ad una cosa che per me era assolutamente palese, ma che lei proprio non collega.

Il "villain", che si capisce già al terzo capitolo chi sia, non è neanche direttamente collegato alla morte di Ethan perché è qui che il libro va a riprendere i temi dell'abuso sessuale che si trovano in Sadie - davvero, è l'unica cosa che hanno in comune perché Ivy... beh, Sadie se la mangia a colazione. 
E poi il tema non è neanche trattato in maniera soddisfacente per me perché Ivy ne viene a conoscenza, ma poi non si vedono conseguenze per quello - si salta di nuovo al caso di Ethan e sembra che le vittime degli abusi siano quindi condannate a restare in silenzio e che la vita dopo riprenda come al solito senza neanche un'elaborazione del trauma. 

Lo stile è semplice e fin troppo lineare, senza particolari frasi ad effetto - se non quella all'inizio che trae in inganno - o cliffhanger che tengano il lettore in sospeso, che gli facciano avvertire quell'urgenza necessaria ad arrivare fino alla fine senza poter posare il libro per neanche un secondo. 
Devo dire che comunque la narratrice è stata brava, ha adottato un tono e uno stile che hanno reso Ivy più interessante di quanto sia in realtà (anche se tutti quegli "umm" che Ivy pronuncia all'inizio di ogni frase fanno presto a far saltare i nervi) perché credo che se mi fossi limitata a leggerlo l'avrei trovato ancora più piatto.

Insomma, mi aspettavo molto di più - e meglio - da questo libro. 

mercoledì 22 luglio 2020

WWW.. Wednesday! #201

Nel caso vi stiate chiedendo come sia finita la settimana scorsa con il libro di Courtney Summers che mi era arrivato danneggiato e per il quale ho chiesto la sostituzione... beh, sappiate che anche quella non è arrivata in condizioni molto più belle. Un pochino, ma non più di tanto. 

Ora, io sono anche disposta ad aspettare un giorno in più per la consegna purché il libro mi arrivi INTEGRO come si suppone che debba essere - perché c'è un limite alle volte in cui posso chiedere la sostituzione prima che mi prendano per psicopatica.


WWW Wednesday è una rubrica settimanale ideata da Should be Reading in cui vi mostro le mie letture passate, presenti e future.



What did you just finish reading? (Cos'hai appena finito di leggere?)

 
Ho ascoltato la novella Love, Creekwood di Becky Albertalli, che va ad inserirsi tra il libro di Leah e la serie televisiva Love, Victor su Hulu. Ha chiuso il cerchio ed è stata molto carina - sebbene poi a mente fredda mi sia resa conto che un paio di cose non mi sono piaciute. Ne ho parlato QUI.
Ho poi ascoltato What I Like About You di Marisa Kanter, uno YA in cui la protagonista ha tirato le cose un po' troppo per le lunghe quando si è trattato di svelare la sua doppia identità - e dal punto di vista del personaggio ha un po' deluso le mie aspettative - ma che ha descritto molto bene cosa si prova ad essere una book-blogger. Recensione QUI.



What are you currently reading? (Che cosa stai leggendo in questo momento?)

 
Non sono nemmeno a metà di All the Pretty Things di Emily Arsenault - cioè, quasi, mi mancano poco più di cinque ore e mezza di ascolto e credo proprio che la trama venda il libro per qualcosa che non è. Insomma, mi aspettavo quasi un po' di horror, tanta inquietudine, forse addirittura un po' di sovrannaturale e i primi due capitoli mi avevano anche fatto scendere un brivido lungo la schiena... ma ora le cose sono un po' piatte. Sì, insomma, Ivy sta "indagando" e chiedendo in giro, ma non avverto la tensione che cresce. Già al capitolo tre mi sono fatta un'idea di chi potrebbe essere il "villain" della situazione e andando avanti credo di aver capito dove voglia andare a parare la storia - e probabilmente non c'entra con quello che dà il via a tutto. Vedremo. 
 
 
 
What do you think you'll read next? (Che cosa pensi di leggere dopo?)
 
 
Ascolterò poi The Way It Hurts di Patty Blount - autrice che conosco già - e poi By the Book di Amanda Sellet, un contemporary young adult. 

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Indovinate chi è in posta in questo momento? Io. 
Indovinate chi NON si sta divertendo? Sempre io. 
Quindi tiratemi un po' su il morale e, per quando sarò a casa, fatemi trovare nei commenti cosa state leggendo voi oppure il link del vostro post - appena mi sarò ripresa dalla fila, passerò a ricambiare la visita.

martedì 21 luglio 2020

[Recensione] "What I Like About You" di Marisa Kanter

Ero indecisa se pubblicare oggi la recensione oppure farlo venerdì - di solito evito di postare il martedì (specialmente una recensione) quando questa si trova tra un What's on my bedside table? e un WWW Wednesday, ma la verità è che al momento mi sento così ottimista che spero di farvi trovare venerdì quella del prossimo libro. 

Andrà a finire che mi frego da sola.


Titolo: What I Like About You
Titolo originale:
To Be (Mis)read
Autrice: Marisa Kanter
Data di uscita: 7 aprile 2020
Durata: 9H 13Min (Storytel Edition)
Editore: Simon & Schuster
Link Amazon: https://amzn.to/3ftP0Xn

Trama [tradotta da me]: Può un triangolo amoroso essere formato da solo due persone? Online, è possibile... ma nel mondo reale è più complicato. In questo romanzo che segna il suo debutto, Marisa Kanter esamina cosa accade quando gli amici su internet si trasformano in cotte nella vita reale.

Ci sono un milione di cose che ad Halle Levitt piacciono del suo migliore amico online, Nash.

Lui è un incredibile e talentuoso autore di graphic novel. Lui ama i libri quasi quanto li ama lei. E lei non ha mai dovuto sperimentare l'imbarazzo di vederlo nella vita reale. Possono parlare di qualunque cosa…

Tranne di chi lei sia in realtà.

Perché online Halle non è Halle—lei è Kels, l'enigmatica e fantastica creatrice di One True Pastry, un book blog YA che accoppia dei cupcake da urlo fatti su misura a copertine e recensioni. Kels ha tutto quello che Halle non ha: amici, una piattaforma che cresce, una valanga di fiducia in se stessa e Nash.

Questo fino a quando Halle deve trascorrere l'ultimo anno di scuola nella cittadina di suo nonno e si trova faccia a faccia con il vero, umano e non-dietro-ad-uno-schermo Nash. Nash, che in qualche modo sembra trovarsi ovunque lei vada—in classe con lei, in pasticceria, persino in sinagoga.

Nash, che non ha nessuna idea del fatto che lei in realtà sia Kels.

Se Halle confessa chi è, questo rovinerà la magia priva di qualsiasi imbarazzo della loro amicizia digitale. Non dirglielo però significa che non ci potrà mai essere qualcosa di più. Perché mentre lei ha iniziato ad innamorarsi di Nash come Halle…lui è innamorato di Kels.


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Non vi aspettate qualcosa di originale perché fondamentalmente tra queste pagine non c'è quasi nulla che non abbiate già letto altrove e molti degli eventi e del loro relativo svolgimento l'avevo già immaginato - e indovinato - prima ancora di raggiungere la metà del libro. 

Ma veniamo a noi. 


Halle è figlia di due registi di documentari alla loro sesta nomination all'Oscar ma, un po' come alla Leonardo DiCaprio, ancora nessuna statuetta in vista. Sempre in giro per il mondo con suo fratello al seguito dei genitori e delle loro storie, per quanto le piaccia l'ambiente Halle ha altre aspirazioni e il posto che sente di poter chiamare veramente casa è Middleton, Connecticut, dove abitano i suoi nonni. Sua nonna Miriam è sempre stata il suo idolo in quanto editor di libri per ragazzi per un'importante casa editrice di New York e se inizialmente era determinata a seguire le sue orme, Halle ha poi capito che a lei piace parlare di libri e promuoverli - quindi sì, vuole sempre lavorare in una casa editrice, ma come addetta stampa. 

Per questo motivo, quando aveva 14 anni, ha creato il blog One True Pastry - in cui unisce la sua passione per i libri a quella per i cupcakes, che abbina sempre alle cover dei libri in quanto a colori e decorazioni. Ma Halle non ha usato il suo vero nome, bensì online è conosciuta come Kels Roth - usando il cognome da nubile di sua nonna e abbreviando Kelsie, il nome che sua nonna aveva suggerito ai suoi genitori quando è nata - e questo perché Halle vuole farsi un nome da sola, vuole scoprire se è brava abbastanza da sola, vuole entrare alla NYU da sola e non perché nipote di Miriam Levitt. 

In tre anni One True Pastry cresce, ha un suo seguito, i suoi consigli in fatto di libri attirano tanti lettori, ha una sua cerchia di amici online e potrebbe persino partecipare alla BookCon in un panel dedicato ai blogger più influenti per la letteratura YA. 
Il problema è che tutti la conoscono come Kels e nessuno ha idea che dietro la carismatica, sicura di sé e influente Kels si celi l'ansiosa Halle. Vorrebbe tenere le due vite separate il più possibile, arrivando persino ad evitare le videochiamate con le sue amiche online e a non voler approfondire in alcun modo l'amicizia virtuale con Nash. 

Ma per l'ultimo anno di scuola, Halle si trasferisce con suo fratello da suo nonno mentre i loro genitori saranno in Israele per girare un nuovo documentario - il nonno ha bisogno di loro per riprendersi dalla morte di Miriam e anche la stessa Halle ne ha un gran bisogno. 
Quello che Halle non si aspettava era di trovarsi Nash davanti proprio il suo primo giorno a Middleton, senza avere le parole o il coraggio di essere la ragazza con cui lui chatta da tre anni. Halle non si aspettava di vedere le sue due vite convergere così e soprattutto non così presto - e mentre lei sa chi è Nash e impara a conoscerlo anche nella vita reale, Nash invece non sa che la ragazza a cui pensa da tre anni è proprio davanti a lui, formando quindi un triangolo dove invece dovrebbe esserci una linea retta tra due punti. 


Come dicevo ieri nel What's on my bedside table?, lo svolgimento è abbastanza prevedibile e quando la verità viene a galla ovviamente è un gran casino e un enorme problema di comunicazione tra i due protagonisti. 

È piuttosto facile identificarsi con Halle, tuttavia non mi sono mai affezionata a lei nonostante i problemi di forte ansia e panico in comune - credo che più che altro sia da attribuire a tutto il tempo sprecato e alle occasioni buttate al vento di dire a Nash la verità su se stessa, prima per paura di venire smascherata su internet e poi accampando scuse su scuse su scuse. 

Il che in un certo senso suona anche ipocrita alle mie stesse orecchie perché non è che pure io sia sincera al massimo quando firmo i post e ancora tento di tenere separata questa mia vita virtuale da quella reale - e se anche le mie amiche hanno forse una vaga conoscenza di questo blog dedicato ai libri, spero sempre che non sappiano dell'altro. 

Il punto è che io ho iniziato a scrivere sotto questo nickname (NotLoved) nel 2006 quando ancora esisteva Splinder: era un blog personale in cui per anni, fino alla sua chiusura nel 2012, ho riversato tutto lo schifo della mia vita - vita che in parte sono contenta sia stata cancellata (almeno dal punto di vista virtuale) perché parte dei social network di quegli anni a cui ero iscritta aveva il rimando al mio blog personale e, dopo un po', qualcuno della vita reale (e non gente che mi stava simpatica) mi aveva trovata sui quei social e avevo il terrore che andasse a leggere parti di me stessa che volevo tenere nascoste

Quello che è apparso online dal gennaio 2012 in poi non è nemmeno un quarto di quello che normalmente avrei scritto su Splinder - e forse anche per quello ho perso molti dei followers di allora - ma quando ho deciso di aprire Some Books Are, ho dibattuto molto con me stessa se ricominciare da capo con una nuova identità (nuovo nickname, nuovo tutto) oppure tenere il mio nickname di sempre e sperare di portarmi dietro parte di quel pubblico che sapevo ancora mi leggeva. 

E poi è finita che qui a lato ho messo i link al mio profilo Facebook e a quello Instagram con la convinzione che, anche se da qui mi aveste trovata non sarebbe stato un problema - lo sarebbe stato invece il contrario, se dai miei profili social si fosse arrivati al mio blog. 
Perché il mio problema, a differenza di Halle, non è il blog di libri - il mio problema, ciò di cui mi sono pentita quasi subito, è che avendo usato lo stesso nickname e non avendo creato un nuovo account, dal "clic" sul mio profilo si arriva al mio blog personale. Si arriva a cose a cui ancora non voglio che le persone della mia vita reale - o di questa nuova virtuale - vengano a conoscenza. 

Quindi ho capito i timori di Halle, ho capito la paura di farsi vedere non come persona indipendente ma come "eredità" di sua nonna, eppure allo stesso tempo è quello che mi ha tenuta a distanza a lei - perché qui io non ho più due identità separate, una come NotLoved e una come Alice, ma allo stesso tempo c'è collegata una parte di me che non voglio qualcuno veda. 

Finito il monologo che spiega perché non mi sono affezionata ad Halle - seriamente, suo fratello minore Ollie ha più giudizio di lei e mi è piaciuto che sia stato scritto come un ragazzino ancora alle prese con la scoperta della propria sessualità - e che lamenta il fatto che il non dirlo a Nash sia stato tirato troppo per le lunghe, ci sono tante altre cose che ho apprezzato di questo libro. 

La book community è descritta alla perfezione - il mettere su un blog, il parlare di libri che appassionano e di libri che hanno deluso, cercare di farsi un nome in quello che ormai è diventato un oceano di nomi e voci, la gioia di vedersi proporre libri e di vedere la propria opinione che conta, di essere cercati dalle case editrici e vedere apprezzato il proprio lavoro, di connettersi con altre persone che hanno la tua stessa passione. 
E non mancano le liti interne, gli scandali, il mondo a volte tossico su Twitter in cui si è pronti a giudicare e a promuovere la "cancel culture" in un attimo, il magone che ti viene quando ami un libro ma poi il suo autore fa qualcosa che ti delude e la tua lealtà vacilla, quando devi prendere posizione e smettere di sostenere un autore anche se il suo è uno dei libri della tua vita.

Insomma, questo è un libro che mi ha fatta sentire compresa e capita nella mia passione - soprattutto perché, almeno in America, i book blogger hanno ancora un peso e non sono stati surclassati dai booktuber e bookstagrammer e sebbene mi renda conto che quello forse è il futuro, dovrà ghiacciarsi l'inferno prima che mi vediate in video. 

Halle a volte è un po' esasperante - specialmente quando la cosa Halle/Kels viene tirata troppo per le lunghe - ma il suo rapporto con Nash è tenero e dolce e quando poi ha citato la mia ultima ossessione, mi è stata più simpatica. 

What I Like About You non è nulla di troppo originale, in molti punti è prevedibile e segue i clichés del genere, ma l'autrice ha fatto davvero un buon lavoro nel descrivere una realtà in cui - se avete un blog di libri - non potrete non ritrovarvi. 

lunedì 20 luglio 2020

What's on my bedside table? #76 | "What I Like About You" di Marisa Kanter

Mi sembra ieri che ho scritto e pubblicato l'appuntamento #75 e invece è già passata una settimana. E niente, che dire? 
Sono stanca di impasticcarmi di antinfiammatori perché iniziano a darmi fastidio allo stomaco e per fortuna oggi è il penultimo giorno e nel frattempo sono persa nel tunnel di una nuova ossessione.
 

What's on my bedside table? è una rubrica ideata da Valy di Sparkle from books, in cui, nel giorno di lunedì, vi viene mostrato quale libro si trova sul mio comodino e come mai.


SUL MIO COMODINO C’È...
"What I Like About You" di Marisa Kanter
Un contemporary young adult uscito qualche mese fa e ancora inedito qui in Italia.


SONO A... 
Pagina a 4H e 59Min. Mi mancano poco più di quattro ore di ascolto e sebbene la storia possa essere un po' prevedibile perché la protagonista Halle si rifiuta di rivelare la sua identità online e quando la verità salterà fuori con Nash sarà un gran casino, dall'altra parte - e anche se non mi sento affezionata a lei - mi riconosco molto nei suoi problemi di ansia ed è molto relatable vista la sua passione per i libri e per il fatto che gestisce un blog dove recensisce ciò che legge. Inoltre ad un certo punto ha nominato la mia ultima ossessione e quindi mi sembra che questo libro sia capitato proprio al momento giusto.


È SUL MIO COMODINO PERCHÉ... 
... avevo voglia di qualcosa di leggero e poco complicato.

sabato 18 luglio 2020

BRT: Breve Riassunto della Trama - Special Edition #8: "Love, Creekwood" di Becky Albertalli

Solita introduzione: se è la prima volta che capitate qui sul mio blog oppure vi siete persi la prima puntata e non avete ancora capito esattamente di che rubrica si tratti, potete leggere il mio monologo su come mi sia venuta l'idea e da dove sia nato il titolo QUI

BRT: Breve Riassunto della Trama è una rubrica inventata da me a cadenza assolutamente casuale nella quale, a gruppi di cinque - o quasi, vi offro la mia opinione su quei libri a cui non ho dedicato un post di recensione sul blog.

Bene, bene, bene. Perché special edition
La risposta è presto data.

I protagonisti di questo post si prestano ad una variante di questa rubrica - io e il mio blog alla fine siamo un po' come le scale a Hogwarts, ci piace cambiare.

Ecco quindi la special edition, un qualcosa che va a collocarsi in mezzo tra la sinteticità di BRT: Breve Riassunto della Trama e la (quasi perenne) prolissità delle mie recensioni.

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Ammetto di averla guardata solo a pezzi la serie televisiva - che originariamente doveva andare su Disney+ ma poi, non sia mai che si offendano i bigotti, è stata trasferita su Hulu - Love, Victor

Love, Victor va ad inserirsi in quello che ormai è chiamato Simonverse creato da Becky Albertalli - ovvero il mondo di Simon Spier iniziato con Tuo, Simon e seguito da Sempre e solo Leah. A far parte di questo universo però c'è anche l'ancora l'inedito in Italia The Upside of Unrequited che vede protagonista la cugina di Abby, Molly, e che si colloca in mezzo al libro di Simon e a quello di Leah. 

Love, Creekwood è una novella che va ad inserirsi tra il libro di Leah e la serie Love, Victor perché spiega come Simon sia arrivato a vivere a New York insieme a Bram dal momento che eravamo rimasti a Simon che sarebbe andato al college in Philadelphia. 

È una novella necessaria? 
No, però è stata davvero carina - anche se a mente fredda mi rendo conto che ci sono alcune cose che non vanno. 

Non aspettatevi prosa, questa novella è formata interamente da email che Simon, Bram, Leah e Abby si scambiano durante il loro primo anno di college - email che contengono insicurezze, nostalgia, piani e cose da fare durante le vacanze quando si riuniranno di nuovo a Creekwood, dettagli sulle loro vite, le difficoltà di una nuova vita e di una nuova routine (specialmente per Simon e Bram che vivono in due città diverse), battute frivole e riflessioni profonde. 

Io l'ho ascoltato in audiolibro su Storytel in attesa che la Penguin faccia uscire il paperback (della stessa altezza degli altri, please) e le voci scelte mi sono piaciute tantissimo - in particolare quelle per Simon e Bram, mi sembrava quasi di vedere gli attori e hanno dato delle sfumature alle loro interpretazioni che hanno reso quelle email divertenti (in molte di quelle di Simon sono scoppiata a ridere) e anche pregne di significato quando affrontavano temi più seri. 

Ascoltandola solo in audiolibro però era difficile a volte tenere traccia di chi mandava email a chi perché mittente e destinatario non erano indicati con solo i loro nomi, ma proprio con gli indirizzi email completi e nel caso delle email di gruppo che prevedevano anche Nick, Garrett e Taylor ammetto che a volte mi distraevo e non ci stavo abbastanza dietro - per questo credo che, almeno da questo punto di vista, il formato cartaceo sia ideale. Inoltre le voci di Nick, Garrett e Taylor erano le stesse usate per Bram, Simon e Abby e le differenze per distinguere i personaggi erano veramente minime. 

È una novella molto dolce - a volte forse fin troppo per il mio cuore cinico, sebbene mi sia ritrovata a sorridere più di una volta, ma proprio perché vivono una relazione a distanza le email tra Simon e Bram erano piene di dichiarazioni d'amore e frasi su quanto sentissero l'uno la mancanza dell'altro e ad un certo diventa persino troppo sentire quanto Simon si lamenti perché sembra non fare altro e, in paragone, delle loro vite al college scopriamo veramente poco.

Non è una novella davvero necessaria, ha dei difetti perché dipinge la relazione tra Simon e Bram da quella semplice e rilassata che era nel libro di Leah ad una che sfiora la co-dipendenza al punto da farne quasi una malattia, ma comunque chiude il cerchio con una generazione per poi lasciare il testimone a Victor nella serie televisiva. 

Ah, quasi dimenticavo: a parte il fatto che in uno scambio di email vengono nominati i protagonisti di A Gentleman's Guide to Vice and Virtues di Mackenzi Lee, vengono nominate anche un paio di volte Molly e sua sorella gemella Cassie, le cugine di Abby. Questo non rappresenta un grande ostacolo per chi non ha letto The Upside of Unrequited perché non previene la comprensione del discorso, ma certamente questo parte da una conoscenza pregressa delle ragazze e dell'apparizione di Abby e Nick in quel libro. 


Ho fatto un BRT, ma in quanto a lunghezza non assomiglia pericolosamente ad una recensione? No? Voi che dite?