martedì 9 luglio 2024

[Recensione] "L'ultima volta che ti ho detto addio" di Cynthia Hand

L'estate che avevo immaginato a divorare un libro dietro l'altro non si sta avverando e non credo neanche si avvererà tanto presto perché quel corso mi sta togliendo i sentimenti - e in compenso mi sta dando un sacco di ansia.
 
 
Titolo: L'ultima volta che ti ho detto addio
Titolo originale: The Last Time We Say Goodbye
Autrice: Cynthia Hand
Data di uscita: 16 giugno 2015
Data di uscita originale: 10 febbraio 2015
Pagine: 382 (copertina rigida)
Editore: Harlequin Mondadori
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Trama: Lexie Riggs è un genio della matematica tutto per lei è rigorosamente razionale, così quando inizia a percepire in casa segni della presenza del fratello - da poco scomparso - non riesce a confidarsi con nessuno. Di certo non lo può dire a sua madre, già convinta che Tyler sia con loro. Non può raccontarlo alle amiche nerd come lei, perché la prenderebbero per pazza. Non può lasciarselo scappare nemmeno con il suo psicanalista: non vuole certo finire imbottita di farmaci. Alla fine, lo confida alla vecchia amica e vicina di casa, Sadie, che non si scompone minimamente di fronte a quell'assurdità, e anzi la aiuta a capire che cosa potrebbe volere Tyler da lei, se davvero si trattasse di lui. Inizia così per Lexie una sorta di viaggio nelle ultime ore del fratello, e ogni tassello del mistero che circonda la sua morte trova piano piano il suo posto. Così Lexie capisce che un fantasma non deve per forza essere vero per impedirti di andare avanti. E ora è il momento di andare avanti.

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TRIGGER WARNING: suicidio, morte di un fratello, depressione, abuso di alcol. 


Ultimamente finisco di leggere con libri che sembrano seguire lo stesso trend - qualche settimana fa ho letto I giorni felici di Juniper Lemon e dove là avevamo una sorella morta, qui abbiamo un fratello morto e la protagonista di questo romanzo si chiama Alexis e Alexis è il secondo secondo della sorella morta di Juniper.

Come dissi allora, sono figlia unica e non posso capire davvero fino in fondo, ma la morte del fratello di mia madre - sebbene non per suicidio come in questo caso - e la sua relativa scomparsa hanno sempre permeato casa mia e quindi in parte, una pur sempre piccola parte rispetto a chi ci è passato davvero, posso capire. 


La storia comincia con Lexie quasi tre mesi dopo la morte del fratello, quando il suo terapista le consiglia di tenere un diario per riversarci dentro il suo dolore e i suoi sentimenti e per ricordare le cose belle di Ty. Ma Lexie non riesce neanche più a piangere, quindi come può scrivere di sentimenti se sente di non averne neanche? 

La morte di Ty ha devastato la sua famiglia, già in frantumi per il divorzio dei suoi genitori tre anni prima, e sua madre non riesce a smettere di piangere e di bere vino quando torna a casa dal lavoro. Per la fin troppo razionale Lexie, il punto di rottura di avvicina quando sua madre le dice che a volte sente il profumo della colonia di Ty per casa e che le sembra di avvertire la sua presenza. 

Ma poi anche a Lexie sembra di vederlo e sebbene si rifiuti di credere a spiriti e fantasmi, non può negare che qualcosa stia succedendo in casa - come se Ty fosse ancora tra quelle mura e volesse mandarle qualche segnale o comunicarle qualcosa. Per Lexie allora è inevitabile ripensare a Ty, alla sua vita, ai suoi ultimi giorni, a quello che potrebbe esserle sfuggito e ai suoi sensi di colpa perché forse avrebbe potuto fare qualcosa per salvarlo. 


L'ultima volta che ti ho detto addio è un romanzo che si concentra fortemente sul dolore di Lexie, sul suo modo di elaborarlo e infine accettare il lutto e la scomparsa di Ty. Va da sé che nel finale ho singhiozzato come una disperata. 

Lexie ci fa entrare nella sua vita, nella sua mente e nei suoi sentimenti, ci fa sentire parte di questa famiglia che è andata e che continua tuttora ad andare in pezzi e ci fa sentire parte di questo legame che la univa a Tyler. 

Non è un romanzo che non dà risposte vere e proprie perché non ce ne sono - Lexie le cerca in camera di Tyler, nei rapporti che aveva con le altre persona e con se stessa, si arrabbia con lui perché si è preso il tempo di scrivere un biglietto per la loro madre ma a lei non ha lasciato niente se non cocci da rimettere insieme e relazioni da rammendare. Non ha nulla di paranormale - forse solo qualcosa di realismo magico, ma è più probabile che sia semplicemente il modo in cui la mente reagisce al dolore e al vuoto lasciato da quella persona come dice il suo terapista. Eppure voglio pensare che qualcosa effettivamente ci sia, che se davvero qualcosa rimane irrisolto ci possa essere un modo per arrivare un messaggio dall'altra parte - in qualunque direzione vogliate guardare. 

E di sensi di colpa come ne ha Lexie ne ho avuti anche io e per anni ho cercato parole per rimediare e segni da qualche parte che mi dicessero che ero stata perdonata. 

Non ci sono risposte per il suicidio di Ty - di solito non ci sono mai risposte soddisfacenti al suicidio di qualcuno per chi resta. Così come non mancano mai i "se avessi fatto qualcosa di diverso" oppure i "se me ne fossi accorta prima" - e la parte difficile è accettare che solo la persona che si è tolta la vita avrebbe potuto salvare se stessa. 

Non tutti potrebbero amare Lexie e questo romanzo - non per il modo in cui a volte rimane estremamente razionale, non per il modo in cui allontana tutti dalla sua vita. Ma Lexie resta anche una ragazza spiritosa, spaventata dal futuro come qualsiasi adolescente e non è difficile lasciarsi coinvolgere quando ci racconta di Ty - soprattutto quando lo sogna l'ultima volta. 

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