lunedì 16 settembre 2019

[Recensione] "Michigan vs. the Boys" di Carrie S. Allen

Iniziamo una nuova settimana con una recensione - recensione di un libro che esce il mese prossimo e che io ho avuto occasione di leggere in anteprima grazie a NetGalley. 
Poi non sapete neanche quanto amo i colori della cover. 

Ma oltre alla cover mi sarà piaciuto anche il suo contenuto?


Titolo: Michigan vs. the Boys
Autrice: Carrie S. Allen
Data di uscita: 1 ottobre 2019
Pagine: 304 (Kindle Edition)
Editore: Kids Can Press
Link Amazon: https://amzn.to/34niNMf

Trama [tradotta da me]: Quando una ragazza determinata si trova ad affrontare la cultura della mascolinità tossica, è giunto il momento di rendere pari il punteggio.

Michigan Manning vive per l'hockey è questo il suo anno per brillare. Perlomeno lo è fino a quando non riceve una notizia terribile: i tagli al budget terranno il team di hockey femminile lontano dal ghiaccio quest'anno.

Se vuole che i college la notino, Michigan deve trovare un modo per giocare. Fortunatamente c'è ancora una squadra rimasta in città...

La squadra dei ragazzi non è esattamente accogliente, ma Michigan è pronta a dimostrare di cosa è capace. Sta giocando l'hockey migliore della sua vita in realtà e tutto questo sopportando di doversi cambiare nell'armadio delle scope, i continui insulti e gli scherzi "innocui" che sembrano sempre avere lei come obiettivo.

Ma quando un'umiliazione di gruppo sfocia nell'aggressione, Michigan deve valutare del conseguenze del far sentire la sua voce - anche se questo significa mettere il suo futuro a rischio.


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Io e lo sport non siamo mai andati d'accordo, nemmeno quando ero bambina o adolescente. Se si tratta di praticarlo, intendo - se invece parliamo di sport televisivo allora ho sempre avuto una cotta per Marco Belinelli, mi piace guardare la nazionale maschile di pallavolo e ho guardato l'ultima partita del SuperBowl pur non capendoci niente di football solo perché una delle squadre che giocava erano i Patriots di Boston e Martin Johnson è un loro grande tifoso.
Con l'hockey ho fatto la conoscenza quando ho letto la serie Off Campus di Elle Kennedy (#1, #2, #3, #4) e questa è la prima volta che ne leggo al di fuori di quell'universo. 


Michigan Manning ha sedici anni ed è all'inizio del suo terzo anno di scuola - ed è anche all'inizio della sua esperienza come assistente capitano dal momento che ha appena ricevuto quella A dorata da attaccare alla divisa perché, avanti, era naturale che il ruolo di capitano andasse alla sua inarrestabile e sempre protagonista della situazione migliore amica Brie. 

Ma poi la sua squadra di hockey viene convocata dal preside e cancellata dal programma scolastico per mancanza di fondi - e perché i risultati non soddisfano le alte sfere e non fanno notizia tanto quanto quelli della loro controparte maschile. 
Insieme a loro viene anche eliminata la squadra di nuoto - perché per pareggiare i conti e bilanciare il provvedimento bisognava eliminare una squadra maschile - e nonostante la rabbia dei ragazzi e il fatto che il loro portavoce Jack Ray abbia già un futuro nel college assicurato, lo stesso lui si dimostra solidale con le ragazze. 

Michigan pensa che almeno lei e le sue amiche continueranno a fare gruppo cercando di trovare un altro modo per tornare sui pattini, ma il ricco padre di Brie decide di trasferirla in una scuola privata, quattro ragazze passano a giocare nella squadra della città vicina, altre decidono di entrare nella squadra di nuoto e le restanti di trascorrere i pomeriggi facendo tutto quello che non sono mai riuscite a fare a causa di allenamenti e partite. 

L'unica opzione rimasta a Michigan per restare vicino ad una pista da hockey è fare da assistente coach alla squadra di suo fratello minore Trent, ma non è abbastanza perché le manca il ghiaccio, le manca il gruppo, le manca la competizione, le mancano i passaggi e persino i lividi di uno scontro, le manca ciò che ama di più. 
E sarà vedere come una ragazzina di tredici anni riesca ad entrare nella squadra di suo fratello tenendo testa ai maschi e grazie all'incoraggiamento di Jack - che incontra per caso davanti alla piscina in demolizione - che Michigan deciderà di provare ad entrare nella squadra maschile. 

Però l'hockey non è uno sport individualista, è uno sport di squadra e che si fa quando chi dovrebbe coprirti le spalle sembra essere invece il primo a volerti colpire alla spalle?


Michigan è una protagonista che mi è piaciuta tanto durante tutto il corso del libro - è tenace, non si arrende e nonostante la paura cresca man mano che il libro procede, a crescere è anche la sua determinazione pure quando sarebbe tentata di mollare e nascondersi. 
L'allenatore stesso la ostracizza, setta tutta una serie di regole che vorrebbero proteggerla in quanto ragazza in una squadra maschile, ma che allo stesso tempo le disegnano un bersaglio ancora più grande sulla schiena agli occhi dei ragazzi dell'ultimo anno in squadra e di quelli che ritengono che il suo ingresso abbia rubato il posto a chi dovrebbe essere notato dagli scout dei college - e che in realtà servono per proteggere i suoi ragazzi

Ma Michigan è brava e il disprezzo la spinge a pattinare più veloce, a giocare meglio, a cercare nuovi modi per essere libera di giocare e dimostrare chi è quando è in campo. Diventa un idolo per tutti tranne che per i membri della sua squadra - specialmente alcuni in particolare - e Michigan si rende conto che la sua presenza in una squadra maschile può significare molto per le ragazzine che un giorno vorranno calzare i pattini ma forse non avranno una squadra femminile a disposizione e, per questo, cerca di resistere. 

Ma gli scherzi, gli insulti, le discriminazioni aumentano fino ad arrivare ad aggressioni fisiche per spingerla a mollare o per buttarla fuori dalla squadra. È davvero così che può dare un esempio positivo a suo fratello e alle altre ragazze?


Michigan vs. the Boys è un libro che parla delle difficoltà per una ragazza di essere presa sul serio in uno sport considerato prettamente maschile, mette in luce tutto lo sporco dello sport quando viene fatto hazing - quando i novellini vengono bullizzati, picchiati o costretti a fare cose imbarazzanti o che non vogliono proprio fare pur di dimostrare di essere parte della squadra. Punta il dito sul silenzio, sull'orgoglio, sul rischio di perdere tutto e sul coraggio di parlare perché fare la cosa giusta è più importante. 

Michigan è quella più approfondita perché viviamo e sudiamo con lei sulla pista di ghiaccio. Gli altri personaggi non sono molto approfonditi: ci facciamo un'idea di Brie e delle sue manie di protagonismo che Michigan impara a rimettere in riga per avere anche lei il suo spazio per brillare; Jack è dolce e di supporto anche se la loro storia nasce per caso e praticamente dal nulla, eppure non ha neanche l'odore di instalove perché è una normale storia tra adolescenti fatta di primi appuntamenti; il resto della sua ex-squadra è impegnato spesso con la propria nuova vita e Michigan deve affrontare le cose da sola (ma più perché non vuole parlare di cosa sta subendo che per mancanza di interesse e preoccupazione da parte delle altre), ma nel momento del bisogno corrono per coprire le spalle a Michigan e qui ci sono ragazze che spaccano e che tengono testa ai ragazzi - Jordan, Kendall e Jeannie in particolare. 

Non tutti i ragazzi sono dipinti in modo negativo in questo libro: ovviamente abbiamo Jack - il ragazzo di Michigan - ma abbiamo anche Avery, l'unico ragazzo della sua squadra amichevole che tenta di esserle amico, ma che viene continuamente frenato dal capitano Daniel e dai suoi due tirapiedi. E abbiamo anche gli avversari, che nutrono un rispetto particolare per una ragazza che non ha paura di battersi con loro per il puck e che ama tanto l'hockey da entrare in una squadra maschile pur di giocare. 
Non dimentichiamoci di Trent, perché suo fratello l'ho adorato in più di un'occasione. 

Per chi non conosce il mondo dell'hockey - come la sottoscritta - risulterà un po' ostico perché Michigan descrive le partite, le azioni sulla pista e le strategie e non sempre è tutto chiarissimo. Non è sempre una bella storia perché ciò che subisce e sopporta Michigan suscita rabbia, indignazione e furia per tutte le ingiustizie e le cose brutte, ma sono fatti reali che vanno raccontati e che ne valgono la pena per come il personaggio di Michigan viene sviluppato. Trovo anche che sia un libro importante sulla solidarietà femminile, la parità di genere, la determinazione, il coraggio di parlare e di denunciare il bullismo, la violenza e l'hazing che macchia il mondo dello sport. 

E questo è davvero l'esempio che Michigan vuole trasmettere a chi verrà dopo di lei. 

2 commenti:

  1. Il libro di per sè non mi ispirava tantissimo, più che altro perché lo sport in generale non rientra nelle mie corde, ma dopo aver letto la tua recensione sono un po' più curiosa! Inizio a segnarmi il titolo, che non si sa mai! :)

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    1. Sì, diciamo che l'hockey è presente ma è la "miccia" che l'autrice usa per parlare di tutto il resto.
      Fammi sapere nel caso tu decida di leggerlo! :)

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