giovedì 27 ottobre 2016

Throwback Thursday: "Juliet, Naked" di Nick Hornby

Dopo l'interruzione della settimana scorsa che ha visto il Throwback Thursday/recensione di Fangirl di Rainbow Rowell, riprendiamo la rassegna dei libri che ho letto di Nick Hornby. 
È l'ultimo di cui vi devo parlare, poi toccherà al mio adorato High Fidelity - come farò, non ne ho assolutamente idea. 
Dopo How To Be Good, About A Boy e Slam, oggi tocca a Juliet, Naked - tradotto in italiano, sempre dalla Guanda, con il titolo Tutta un'altra musica.

Throwback Thursday è ideata da The Housework Can Wait e Never Too Fond of Books.
Rubrica del giovedì in cui parlo di libri che ho recensito solo su Goodreads o altrove, in quanto ancora non avevo un blog in cui parlarne.


Titolo: Juliet, Naked
Autore: Nick Hornby
Data di uscita: 2010
Data di uscita originale: 2009
Pagine: 250 (copertina flessibile)
Editore: Penguin Books

Trama [tradotta da me]: Annie ha messo quindici anni della sua vita nella relazione con il sicuro, ma leggermente ossessivo, Duncan e ora vorrebbe il rimborso, grazie. È ora di andare avanti, voltare pagina. Ma lei vive a Gooleness, la risposta 'a nord' alla domanda che nessuno ha chiesto. Può davvero trovare un amore autentico, giusto, da 'lo sento fino alla punta delle dita dei piedi' in una cittadina di mare umida e ventosa? Oppure dovrebbe forse seguire il suo cuore e rincorrere Tucker, una rockstar americana che si è data alla reclusione, che continua a mandarle email con saggi consigli? Ma tra Annie e la sua seconda occasione c'è qualche ostacolo. C'è Malcolm, lo psicologo più moralista al mondo che ti giudica in ogni occasione, e Barnesy, il ballerino più estroverso del nord. C'è quello che uomini e donne farebbero e non farebbero per amore. E, ovviamente, c'è Tucker...



Intanto mi sono fregata. Avrei voluto prendere il libro con questa cover perché era in linea con gli altri miei Nick Hornby della Penguin. Poi non mi ricordo che è successo, forse non era disponibile su Amazon e io ho ripiegato su quella che vedete sopra, non pensando di guardare le opzioni che Amazon offriva (tra usati, nuovi provenienti dal Regno Unito e venditori terzi) perché non era ancora una mia abitudine. Mi sono accorta subito che, sebbene il formato fosse lo stesso degli altri, la cover aveva una "consistenza" e un effetto ottico diverso. 
Pazienza, mi sono detta, che dovevo fare? Tanto avevo gFunny Girl che è enorme e How To Be Good e A Long Way Down in un formato più grande degli altri miei piccoli Penguin - questi due li avevo presi usati ed evidentemente erano un reprint. 
Morale della favola, mi sono fatta andare bene lo stesso la cover di Juliet, Naked - anzi, forse è anche quella un pochino più azzeccata, sebbene anche quella che volevo inizialmente ha il suo perché con la storia. 
Fine dello sproloquio. 

Juliet, Naked l'ho letto un anno fa, tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. 

Annie e Duncan convivono. Lei è la curatrice di uno scarno museo di un'altrettanta scarna cittadina di mare, lui vive nell'ossessione che nutre per Tucker Crowe - un musicista americano che si è ritirato improvvisamente dalle scene più di vent'anni prima lasciando fans basiti e in lacrime e ancora alla ricerca di una spiegazione. Annie è paziente e accomodante anche mentre Duncan fa le ore piccole al computer come moderatore di una piccola nicchia di fans che ancora sono alla ricerca di indizi e avvistamenti e improbabili riconoscimenti. 
Un giorno, tramite un contatto, Duncan riceve a casa la versione grezza e non arrangiata dell'album che ha consacrato Tucker come rockstar. Duncan e il gruppetto di amici online lo portano in trionfo, arrivando a dire che è persino meglio dell'originale Juliet e battezzando questo nuovo capolavoro Juliet, Naked. Secondo Annie invece, questo è un'assoluta porcheria e per la prima volta si sente di esprimere quest'opinione sul forum - dove ovviamente verrà attaccata e criticata dal fandom. 
Ehi, ma tu guarda, stiamo ancora parlando di fangirling e di fandom. 
Questa divergenza di opinioni su Juliet, Naked - e, diciamoci la verità, anche il fatto che Duncan abbia un'amante - porterà i due a separarsi, ma consegnerà ad Annie una email inaspettata nella quale lo sconosciuto che le scrive le dirà di essere d'accordo con lei e che ha ragione e che quelle tracce non avrebbero mai dovuto vedere la luce. Dopo domande e accertamenti del caso, sorprendentemente Annie scopre che a scriverle è stato Tucker Crowe in persona. È quasi fin troppo facile per Annie prendersi una cotta, ma niente è facile quando hai a che fare con un uomo che si è dato alla reclusione e che è un cattivo padre nonché un compagno ancora peggiore. 
Nascerà qualcosa di più concreto di uno scambio di email quando Tucker arriverà in visita in Inghilterra?

Credevo che mi sarebbe piaciuto di più - vista la presenza di rotture relazionali tra le persone, musica e tutto il resto. Ma non mi è piaciuto nel modo in cui mi sarei aspettata e ho sentito la mancanza di.. qualcosa. Hornby è sempre Hornby e ci sono cose che meritano di essere ricordate e sottolineate e citate, ma..
Ma.

La prima metà è la migliore, ma poi il romanzo si perde per strada. 

Qual è il punto, alla fine?
Capisco la scoperta scioccante di aver sprecato molti più anni di quanto pensassi della tua vita intrappolata - o anestetizzata - in qualcosa di monotono, ma come ho letto in un'altra recensione, dov'è la drammaticità promessa?

E penso che sia esattamente questo - o la mancanza di suddetta drammaticità - a fare la differenza. Arrivi ad un punto nel quale ti perdi perché non riesci più a capire come questi personaggi pensano e/o si comportano. O forse sono io che non riesco a capire cosa ci sia da amare in Tucker Crowe. Davvero, Annie mi ha persa ad un certo punto verso la fine. Esattamente come non ho visto uno scopo in Malcolm, Gav e Barnesy, quindi magari sono io quella che ha dei problemi con questi personaggi e con questo romanzo in generale.

Magari ho bisogno di qualche giorno per riflettere se per caso ho perso dei dettagli e ho mancato di vederli. Può essere.
Ma mi ci è voluto molto tempo per finirlo e di solito non c'è lavoro o vita privata che riesca a tenermi lontana da un libro di Nick Hornby, ma con questo non è stato così.

Mi aspettavo di più e se volete un buon libro che parli di rotture, amore, vita e musica continuo a pensare che High Fidelity sia la scelta migliore


"Mildness was clearly an elusive quality; you couldn't just turn it on and off when you felt like it. But then, that was the trouble with relationships generally. They had their own temperature, and there was no thermostat."

Su Goodreads gli avevo dato tre stelle - arrotondando per eccesso perché si tratta pur sempre di Nick Hornby - ma qui forse posso prendermi un po' più di libertà. 
How To Be Good si era beccato la valutazione più bassa che io avessi mai dato ad un libro di Hornby e mi aveva fatta uscire fuori dai gangheri grazie al personaggio di David, ma almeno aveva smosso qualcosa dentro di me. Qui invece non c'era niente che mi facesse avere una reazione del genere - nemmeno Duncan, nel suo essere ottuso e irritante, si è avvicinato a David. Annie invece ogni tanto con il suo sarcasmo è riuscita a farmi sorridere. Ma non è stato abbastanza. 

e ¾

4 commenti:

  1. Eccomi da te Alice, che bello grazie a questa tua rubrica sto conoscendo un autore che, non leggendo in lingua, conoscevo solo parzialmente! Grandissima come sempre, grazie a te scopro sempre libri nuovi ;) un bacione di cuore <3

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    1. Grazie Ely, sono contenta che attraverso i miei post un autore che mi piace davvero tanto sia conosciuto meglio!
      Un bacione anche a te! <3

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  2. Peccato per questo romanzo :(
    Di Hornby ho letto soltanto Non buttiamoci giù, che ho trovato molto carino, e mi riprometto da secoli di leggere qualcos'altro di suo.

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    1. Non buttiamoci giù è invece per me uno dei due che devo ancora leggere! :)
      Comunque sì, peccato per questo, perché avevo grandi aspettative - o forse mi aspettavo troppo di trovarlo simile a High Fidelity.

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