giovedì 22 settembre 2016

Throwback Thursday: "How To Be Good" di Nick Hornby

Considerato quante volte mi avete ormai sentita citare Nick Hornby, forse vi sareste tutti aspettati di vedere High Fidelity come primo protagonista di questa rubrica e di questa rassegna che segui - High Fidelity, il suo romanzo che preferisco
Ma non è ancora giunto il momento, quel libro significa così tanto per me che ancora non riesco a parlarne e quindi, dei cinque che ho letto, ho deciso di cominciare da quello che mi è piaciuto meno. 

Signori e signore.. How To Be Good. 
Altrimenti noto con il titolo italiano Come diventare buoni

Throwback Thursday è ideata da The Housework Can Wait e Never Too Fond of Books.
Rubrica del giovedì in cui parlo di libri che ho recensito solo su Goodreads o altrove, in quanto ancora non avevo un blog in cui parlarne.


Titolo: How To Be Good
Autore: Nick Hornby
Data di uscita: 24 giugno 2010
Data di uscita originale: 2001
Pagine: 256 (copertina flessibile)
Editore: Penguin

Trama [tradotta da me]: "Sono in un parcheggio di Leeds quando dico a mio marito che non voglio più essere sposata con lui..."

Katie Carr, medico londinese, ha sempre pensato di essere una brava persona. Con suo marito David che si guadagna da vivere come "L'Uomo Più Arrabbiato di Holloway", pensava di poter gestire qualsiasi cosa. Questo fino al momento in cui David incontra DJ BuoneNuove e diventa anche lui una brava persona. Una persona fin troppo buona che inizia a commettere crimini di carità come prendersi in casa i senzatetto e dare via i giocattoli dei figli. Improvvisamente Katie si sente davvero cattiva e inizia a pensare che se la carità inizia a casa, allora forse è il caso di trasferirsi..


La storia inizia con Katie parcheggiata in macchina e al telefono pronta per lasciare il marito, visto che ormai il matrimonio è diventato quasi una farsa. 
Se non ricordo male, David è un giornalista conosciuto come "L'Uomo Più Arrabbiato di Holloway" perché appunto ogni settimana ha un argomento su cui dibattere ferocemente. E un giorno improvvisamente David torna a casa e non è più arrabbiato e con sé ha BuoneNuove che si installa nella loro stanza degli ospiti ed è famoso per guarire le persone con il tocco delle sue mani. 
Tom, il figlio più grande, è più o meno scettico e più spesso dalla parte di sua madre e arrabbiato per i gesti senza senso del padre mentre Molly, 8 anni, è una piccola saputella spuntasentenze che inizia a parlare come suo padre e a recitare a pappagallo tutte i suoi motti filosofici. È insopportabile. 

Ho letto How To Be Good l'anno scorso, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre. E magari non fate caso ai tempi verbali che seguono perché vi riporto la traduzione della recensione che avevo scritto in inglese su Goodreads QUI.

Ci ho messo più tempo a leggere un libro di Nick Hornby di quanto me ne serva di solito - mi sembra di averci messo un'infinità.

Lo confesso: provo emozioni contrastanti nei confronti di questo libro.

Tutti quanti noi vogliamo essere una Brava Persona ma, onestamente, quanto facciamo davvero per esserlo?
Forse è perché avevo avuto una settimana tremenda al lavoro [quando ancora a quel tempo lavoravo n.d.a.], ma mi sono quasi completamente identificata con Katie.
Anche io razionalizzo i miei errori, cerco di fare la cosa giusta ma fondamentalmente sono un essere umano egoista e santo cielo, quanto bramo quei momenti nei quali posso essere sola e chiudere il mondo fuori dalla porta!
Per me, essere una Brava Persona può semplicemente significare tollerare una collega che non ha niente di meglio da fare che dire cattiverie e bugie su di me e sul mio lavoro con il capo quando lei è la prima a non fare niente tutto il giorno.
Quindi sì, se essere dalla parte di Katie mi rende una cattiva persona, allora fatemi causa.

È stato un libro strano.
Qualche volta ero d'accordo con David e BuoneNuove riguardo alla necessità di fare di più per quelli che hanno meno di noi, ma poi riacquistavo la ragione quando mi rendevo conto che le preoccupazioni di Katie riguardo alle persone che accogli in casa tua erano assolutamente legittime.
Ad un primo pensiero, se questo fosse un mondo migliore, sarebbe un gran gesto compassionevole prendere un ragazzino senza una casa sotto la tua ala protettiva e dargli la possibilità di una vita migliore accogliendolo nella tua stanza degli ospiti.
Ma ero assolutamente orripilata dall'ingenuità di BuoneNuove e David perché Katie aveva ragione: non per fare di tutta l'erba un fascio, ma come puoi prenderti in casa un perfetto sconosciuto a vivere con la tua famiglia quando non sai assolutamente niente di lui? E se fosse un assassino? Un ladro? Un drogato? Ci pensi? E se succedesse
qualcosa alla tua famiglia perché tu eri troppo impegnato a salvare il mondo?

È giusto dire che How to be Good mostra attraverso Katie tutta l'ipocrisia che crediamo di non possedere e la presunta carità verso i poveri che crediamo di avere, ma alla fine siamo tutti più simili a Katie di quanto ci piaccia ammettere.
Katie pensa di essere una brava persona perché è un medico - e come può un medico essere una cattiva persona?
Lei pensa che quello che fa sia abbastanza da garantirle quel titolo e quando si tratta di cose più grandi della sua routine e della sua zona di comfort, capisce che forse è troppo difficile - che richiede uno sforzo troppo grande.
Katie prova a cambiare, prova a vedere le cose dal punto di vista di BuoneNuove e di suo marito ma alla fine rimane onesta con se stessa: lei prova e prova e prova, ma niente riesce a cambiare il modo in cui si sente riguardo alla situazione.

L'ultima riga mi ha colpita tantissimo, mi ha colpita come il fulmine nella tempesta che si scatena alla fine del libro.
Ed è così deprimente, forse è il libro più deprimente che abbia mai letto ma è così reale - due persone in un matrimonio infelice che stanno cercando di trovare qualcosa, uno straccio di sentimento verso l'altro per sopravvivere un altro giorno.
Come dice Katie ad un certo punto non si tratta più di felicità o amore, ma di sopravvivenza.

Quindi se essere dalla parte di Katie mi rende una Cattiva Persona, allora sì, sono una Cattiva Persona. Non ho mai ingannato nessuno lasciandogli pensare che fossi più buona di quello che sono in realtà.

E proprio per dimostrare questa cosa... santo cielo, volevo schiaffeggiare ripetutamente Molly in faccia ogni volta che appariva sulla pagina - non parliamo poi delle volte in cui apriva la bocca


"It seems to me now that the plain state of being human is dramatic enough for anyone; you don't need to be a heroin addict or a performance poet to experience extremity. You just have to love someone."

2 commenti:

  1. Ciao Not=), ti ho nominato per questo book tag:
    https://librielibrai.blogspot.it/2016/09/book-tag-importato-da-facebook.html
    Ella

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